Trent’anni di carriera e non sentirli affatto. Questo, in poche parole, è Paul Speckmann, storico leader dei Master e leggenda vivente della scena extreme metal mondiale. Il barbuto musicista statunitense è reduce da un’annata straordinaria e, come sempre in questi casi, noi di Metalitalia.com abbiamo deciso di contattarlo tramite e-mail per una breve chiacchierata; dall’ultimo disco pubblicato con la sua creatura prediletta, “The Witchhunt”, alla decisione di resuscitare (anche se solo momentaneamente) i Death Strike, passando per qualche divertente aneddoto, Paul ha risposto alle nostre domande con l’umiltà e la schiettezza che da sempre lo contraddistinguono, ribadendo – se mai ce ne fosse stato il bisogno – il motivo per cui molti lo considerano uno dei padrini del death metal. A voi le parole del Maestro!
Ricordiamo che i Master suoneranno al Metalitalia.com Festival 2014 in programma per sabato 17 maggio al Live Music Club di Trezzo sull’Adda. Info e biglietti su www.metalitalia-festival.com.
BENVENUTI SU METALITALIA.COM! PARTIAMO DAL VOSTRO ULTIMO FULL-LENGTH: COME SI INSERISCE NELLA VOSTRA DISCOGRAFIA? PERSONALMENTE HO TROVATO “THE WITCHHUNT” UN PO’ PIU’ OSCURO E BRUTALE DEL SOLITO, SEI D’ACCORDO?
“Be’, non esattamente, i dischi dei Master sono sempre stati oscuri e brutali. Non mi sembra sia stato fatto nulla di diverso rispetto agli ultimi lavori. I processi di scrittura e registrazione sono gli stessi da anni: quando sono in vena (che può essere una volta al mese) prendo la mia chitarra acustica e comincio a strimpellare seduto sul divano. Molte volte non mi viene in mente niente, altre invece me ne esco dalla stanza con decine di riff assassini per la testa. A questo punto cerco il mio mini-registratore e spero che tutto vada per il verso giusto. Tornando alla tua domanda, ‘The Witchhunt’ è effettivamente un lavoro più aggressivo di ‘The Human Machine’ e ‘The New Elite’, per certi versi ricorda i nostri primi due dischi, ma si tratta di una pura coincidenza. Non era mia intenzione comporre una sorta di ritorno alle origini”.
QUESTO E’ IL VOSTRO UNDICESIMO DISCO, IL TERZO DAL 2010 AD OGGI… DOVE TROVATE L’ISPIRAZIONE PER COMPORRE MUSICA A QUESTI RITMI?
“Viviamo in un mondo folle, governato da leader diabolici che diffondono angoscia tra le masse. La corruzione dilaga ovunque, è evidente, e la mia musica si rifà a questo. E’ tempo per i giovani di organizzarsi e spodestare i politici dai loro troni dorati, battendosi per una società finalmente libera e giusta. Occorre spegnere il computer, la televisione, lo stereo e prendere in mano la situazione. Sono certamente troppo vecchio per guidare la carica, ma se le nuove generazioni non si decideranno a fare questo passo verranno soggiogate da una manica di megalomani. La fantascienza è diventata realtà e la libertà è in via d’estinzione!”.
QUALI SONO SECONDO TE LE CANZONI PIU’ RAPPRESENTATIVE DEL NUOVO ALBUM? HO APPREZZATO MOLTO “THE AMERICAN DREAM”…
“Nella tracklist troverai diverse tracce assolutamente letali, penso ad esempio a ‘The Parable’ o ‘Another Suicide’. Abbiamo dato il nostro meglio in ogni singolo passaggio del disco, come sempre”.
COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON I RAGAZZI DELLA F.D.A. REKOTZ?
“Non troppo tempo fa scrissi su Facebook che stavo pensando di fondare la mia label. I commenti furono sorprendentemente positivi, tanto che per qualche minuto presi davvero in considerazione l’idea, poi qualcuno tirò in ballo il nome della F.D.A. Rekotz. Andai sul loro sito e la mattina successiva Rico, il boss dell’etichetta, mi contattò. In pochi giorni elaborammo un accordo che soddisfacesse entrambi e lo firmammo”.
C’E’ QUALCHE ALBUM NELLA DISCOGRAFIA DEI MASTER CHE NON TI SODDISFA? SE SI’, QUALE?
“Penso che tutti i dischi dei Master abbiano qualcosa da offrire, semplicemente alcuni hanno avuto più tempo per essere registrati, un budget maggiore o un produttore più abile e competente alla console. Oggi fortunatamente abbiamo l’assoluto controllo della situazione, dal mastering al mixaggio, è il modo migliore di lavorare per una band come la nostra”.
COSA PENSI DELL’ODIERNA SCENA DEATH METAL? C’E’ QUALCHE BAND CHE AMMIRI O PREFERISCI ASCOLTARE LE COSIDDETTE “VECCHIE GLORIE”?
“Se proprio devo ascoltare death metal, metto su i grandi classici. Solitamente preferisco il caro vecchio rock’n’roll di Deep Purple e Black Sabbath, o band punk/hardcore come The Exploited, Charged G.B.H., MDC e Minor Threat… credo di essere diventato vecchio (ride, ndR)”.
PAUL, SEI SULLE SCENE DAL 1983, CHE RICORDI HAI DEI PRIMI ANNI DELLA BAND? C’E’ QUALCHE ANEDDOTO CHE TI PIACEREBBE RACCONTARCI?
“Ah, quei giorni furono una vera e propria battaglia. Erano tutti molto scettici e dovette passare del tempo prima che – grazie all’operato della Combat Records – la gente cominciasse ad apprezzare gruppi come noi, i Death o i Possessed. Ricordo che una volta, durante un tour in Sud America, arrivammo alla frontiera colombiana con i passaporti in mano. Nella foto non avevo la barba e una guardia armata ci disse, in un inglese molto stentato: ‘questa è la tua sorella?’. Il nostro batterista dell’epoca – per inciso, un vero pazzo – rispose: ‘perché, vuoi uscire con lei?’. Per fortuna la guardia sorrise e ci fece entrare nel Paese senza problemi”.
AVETE MAI PENSATO DI SUONARE DAL VIVO I VOSTRI PRIMI DUE DISCHI? MAGARI PER QUALCHE OCCASIONE SPECIALE…
“Certo, se la paga fosse buona lo farei!”.
COM’E’ NATA L’IDEA DI RESUSCITARE I DEATH STRIKE? PENSI CHE UN GIORNO REGISTRERAI NUOVA MUSICA SOTTO QUESTO MONICKER?
“No, i Death Strike sono stati riesumati soltanto per pochi, selezionatissimi festival. Ci siamo divertiti a suonare il demo ‘Fuckin’ Death’ nella sua interezza, ma non registreremo nuova musica sotto questo monicker”.
A DIFFERENZA DI MOLTI ALTRI COLLEGHI, HAI SEMPRE MANTENUTO UN BASSO PROFILO, RIMANENDO FEDELE ALLE TUE RADICI UNDERGROUND. COS’HAI IMPARATO DA TUTTI QUESTI ANNI DI DURO LAVORO, SUDORE E DEATH METAL?
“Che credere sempre in se stessi è l’unico modo per vivere appieno la vita. Le mode vanno e vengono, ma se credi veramente in quello che fai, potrai farlo per sempre! La gente si esaurisce inseguendo i soldi… io faccio una vita decente, sopravvivo grazie ai concerti e alla vendita del merchandising dei Master e questo per me è abbastanza. Al giorno d’oggi l’avidità è una rovina per molti”.
IL PROSSIMO 17 MAGGIO SARETE OSPITI DELLA TERZA EDIZIONE DEL METALITALIA.COM FESTIVAL, COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAL VOSTRO SHOW?
“Aspettatevi uno show spaccaossa in compagnia mia, di Pradlvsky e Nejezchleba. Suoneremo tutti i nostri classici e una nuova canzone, se il tempo a disposizione lo permetterà”.
BENE, L’INTERVISTA E’ FINITA, GRAZIE MILLE PAUL PER LA TUA ATTENZIONE. UN ULTIMO MESSAGGIO?
“Certo! Sostenete sempre il vero underground: master-speckmetal.net”.