MASTERPLAN – Learning to fly!

Pubblicato il 09/02/2005 da
 
Già un anno fa l’egocentrico leader degli Helloween Michael Weikath avrà sicuramente passato un brutto momento dopo l’uscita del primo capolavoro dei Masterplan, essendosi reso conto di aver perso un eccellente songwriter come Roland Grapow. Ora, il secondo capolavoro dei suoi ex compagni di avventura lo avrà sicuramente convinto che il botto di un anno fa non è stato un caso isolato, ma ha rappresentato solamente la nascita di una nuova realtà di primissimo valore in terra di Germania che risponde al nome di Masterplan. E mentre Herr Weikath si starà rodendo il fegato, noi ci godiamo quest’immensa band che non potevamo proprio fare a meno di intervistare. Ecco qui di seguito il resoconto della piacevole chiacchierata fatta con il simpatico e disponibile tastierista Axel Mackenrott.
 
 

BENE AXEL, INIZIAMO COL FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE… IL VOSTRO PRIMO ALBUM E’ STATO UN SUCCESSO UN PO’ OVUNQUE, IMMAGINO QUINDI CHE CON “AERONAUTICS” VOGLIATE PERLOMENO BISSARE GLI OTTIMI RISULTATI FIN QUI OTTENUTI…
“Certamente. ‘Masterplan’ è un disco di cui siamo enormemente fieri, tra l’altro ha venduto molto piacendo a tanti fan. Naturalmente il nostro primo obiettivo è quello di continuare su questa strada, suonando la musica che più ci piace”.

QUANDO AVETE FORMATO LA BAND PENSAVATE CHE POTESSE ANDARE COSI’ BENE?
“Quando Uli e Roland formarono la band sapevano bene quello che stavano facendo, e sin dall’inizio sapevano quello che volevano. Certo, nessuno si aspettava di ottenere immediatamente risultati così lusinghieri, di avere un inizio così positivo, direi quasi perfetto. Inevitabilmente, quando ci siamo messi a lavorare sul nuovo disco, sentivamo una forte pressione su di noi…sapevamo di non poter sbagliare. Per me lavorare a questo album è stato bellissimo, perché più il processo di composizione e di registrazione procedeva bene più liberavo la tensione che avevo accumulato. E’ stata un’esperienza davvero bella ed intensa”.

IN LINEA GENERALE, I TESTI PARLANO DEL FASCINO CHE IL VOLO HA SEMPRE ESERCITATO SULL’UOMO, COME MAI AVETE SCELTO QUESTO ARGOMENTO?
“Perché, proprio come hai appena detto tu, il volo ha sempre esercitato un fascino irresistibile sull’uomo. ‘Aeronautics’ non è un concept, ma all’interno di alcuni testi viene analizzato in maniera piuttosto filosofica, direi, il tema del volo, una cosa che affascina molto anche noi. Nel primo disco avevamo parlato dei Quattro Elementi fondamentali: terra, acqua, aria e fuoco; questa volta abbiamo parlato del concetto di volo che, per noi, rappresenta un po’ il Quinto Elemento”.

COME AVETE LAVORATO QUINDI ALLA STESURA DEI TESTI?
“La maggior parte delle lyrics, direi un buon ottanta per cento, è stata scritta da Jorn. Il concetto generale dell’album non viene subito messo in evidenza ma si lascia scoprire piano piano, dedicando molta attenzione ai testi in cui ognuno di noi ha messo le proprie emozioni ispirate dall’idea di poter volare. Penso che abbiamo volato molto con la nostra fantasia!”.

PARAGONATO AL VOSTRO PRIMO DISCO, QUESTO SEMBRA PRIVILEGIARE DECISAMENTE LE ATMOSFERE E UNA MAGGIORE RICERCA SONORA, A DISPETTO DELLA VELOCITA’ E DELL’IMMEDIATEZZA PRESENTI SUL VOSTRO ALBUM DI DEBUTTO. CHE NE PENSI?
“Già in molti ci hanno detto la stessa cosa. Sembra che la gente senta davvero diverse le nuove canzoni, e posso tranquillamente affermare di essere d’accordo con i fan. Questa volta abbiamo scritto cose più profonde, anche a livello musicale, e sono sicuro che questo è un disco che ti conquista, ascolto dopo ascolto, sempre di più. ‘Masterplan’ è sicuramente più power ed immediato, mentre ‘Aeronautics’ è uscito in modo differente, soprattutto perché ognuno di noi ha contribuito molto di più al songwrting, facendo convergere in esso le proprie influenze”.

QUINDI, COME HAI APPENA DETTO, “AERONAUTICS” SI PUO’ CONSIDERARE A TUTTI GLI EFFETTI IL RISULTATO DI UN VERO E PROPRIO LAVORO DI GRUPPO? IL FATTO CHE JORN VIVA IN NORVEGIA, MENTRE IL RESTO DEL GRUPPO IN GERMANIA, NON HA CAUSATO PROBLEMI DI ORGANIZZAZIONE?
“Sì, quello che puoi sentire è proprio il risultato del lavoro svolto da ogni singolo elemento della band. Ognuno di noi ha lavorato molto anche per conto proprio, registrando le idee che gli venivano in mente, per farle sentire poi agli altri. La lontananza di Jorn non ha costituito assolutamente un problema. Gli facevamo avere le nostre registrazioni e, nel momento in cui eravamo tutti pronti, ci mettevamo d’accordo per incontrarci. A questo punto davamo i ritocchi finali alle canzoni e, infine, le registravamo”.

 JORN HA SPESSO LASCIATO LE BAND IN CUI CANTAVA, C’E’ IL PERICOLO CHE POSSA LASCIARE ANCHE VOI? SAREBBE UN VERO PECCATO…
“E’ vero, Jorn ha cambiato molti gruppi nel corso della sua carriera. Devi sapere però che, quando abbiamo finito di registrare il disco, Jorn era il più felice perché riteneva che questo fosse l’album migliore sul quale avesse mai avuto la possibilità di cantare. Credo quindi che, almeno per adesso, questa sia una possibilità molto remota…”.

AXEL, CREDO CHE IL TUO MODO DI SUONARE LE TASTIERE SI DISCOSTI DECISAMENTE DAL CLASSICO STILE POWER. L’IMPRESSIONE E’ CHE TU PREDILIGA LA SOSTANZA E LA QUALITA’ AI VIRTUOSISMI ED ALLA VELOCITA’ FINI A SE STESSI…
“Ok, ora ti svelo il segreto di tutto ciò: in realtà non sono né bravo tecnicamente, né tanto meno riesco a suonare veloce (ride, ndR)! A parte gli scherzi, ti ringrazio tantissimo del complimento. Amo molto provare suoni sempre molto differenti tra loro; mi piace cercare sempre nuove soluzioni e mettere sempre in discussione il mio modo di suonare. Penso proprio che scegliere una sola strada mi annoierebbe mortalmente. Una cosa a cui tengo molto è riuscire a creare un buon muro sonoro con la chitarra, non mi interessa dimostrare quanto sono bravo a suonare veloce”.

SONO DELL’IDEA CHE IL TUO STILE SIA BASILARE PER LA MUSICA DEI MASTERPLAN, IN QUANTO SEMBRI CONTINUAMENTE IN GRADO DI INFONDERE IL GIUSTO MOOD AD OGNI SINGOLO BRANO, SEI D’ACCORDO?
“Sono d’accordo con quello che dici, dato che è proprio quello che cerco di fare; mi fa estremamente piacere che qualcuno se ne accorga. Sono molto affascinato dai tastieristi Hammond degli anni ’70, non posso negare di ammirare molto Jon Lord che, con il suo strumento, era in grado di caratterizare decisamente ogni pezzo dei Deep Purple. Io cerco di fare lo stesso”.

VUOI RACCONTARCI QUELLO CHE HAI FATTO PRIMA DI ENTRARE A FAR PARTE DEI MASTERPLAN?
“Con piacere. Sono vent’anni che suono e in tutto questo tempo ho suonato con un sacco di gruppi e, per il momento, i Masterplan rappresentano la formazione di maggior successo in cui io abbia suonato in pianta stabile. Ho accompagnato dal vivo band importanti ed affermate come Helloween e Gamma Ray e tutt’ora compongo colonne sonore pubblicitare, l’ultima che ho fatto è stata per il Jack Daniel’s. Questa è una cosa che mi piace molto fare, anche se non ti aiuta a farti notare…quando si guarda una pubblicità non ci si chiede mai chi ne abbia scritto la musica…”.

SO CHE A MARZO INIZIERA’ IL VOSTRO TOUR. TI PIACE LA VITA ON THE ROAD?
“Sì, il tour avrà inizio nel mese di marzo ed il 6 di aprile saremo nel tuo Paese, precisamente a Milano. Per quel che riguarda la vita on the road, posso assicurarti che piacerebbe da morire anche a te (ride, ndR)!”.

TORNANDO A PARLARE DELLA COMPOSIZIONE DEL DISCO, SO CHE ROLAND HA LAVORATO CON ROY Z. cOME MAI HA DECISO DI RIVOLGERSI A LUI?
“Personalmente non ho mai incontrato Roy Z, ma lui e Roland sono molto amici. Lo ha contattato solamente per chiedergli qualche consiglio, in quanto Roy, musicalmente parlando, è un uomo di grande esperienza. Non ha assolutamente collaborato alla stesura dei pezzi, ma si è limitato solo ad esprimere il suo punto di vista sulla musica da noi composta”.

QUAL E’ IL MERCATO CHE VI DA’ MAGGIORI SODDISFAZIONI IN TERMINI DI VENDITE?
“Nella prima settimana di uscita del nostro Ep ‘Back For My Life’, questo ha venduto subito settemila copie solo in Germania, quindi direi che è proprio il nostro paese il territorio in cui vendiamo di più. Ottimi riscontri li riceviamo anche dal Sud America, dal Giappone, dalla Spagna e dall’Italia”.

SEGUI LA SCENA METAL ODIERNA?
“Sì, ma non mi limito ad ascoltare solo heavy metal. Ad esempio, l’ultimo disco che ho comprato è quello dei No Doubt perché mi piace ascoltare produzioni diverse, dalle quali trarre magari qualche ispirazione per la mia musica. Ascolto anche musica house, pop e dance”.

VEDO CHE INDOSSI UNA MAGLIETTA DEI METALLICA, TI PIACCIONO?
“Mi piace la maglietta (ride, NdR)!”.

DAI, SERIAMENTE…
“I Metallica sono stati una grande band, molto importante sia per me che per l’intera scena metal. Purtroppo ora hanno snaturato troppo quello che era il loro stile, e questa è una cosa che non riesco proprio a capire. Vedi, il loro ultimo disco…come si chiama?…”.

“ST. ANGER”…
“Giusto, ‘St. Anger’. Ecco vedi, oggettivamente quello è un disco che non può proprio piacere, specialmente a causa della discutibile scelta dei suoni adoperata”.

BENE AXEL, SIAMO GIUNTI AL TERMINE DELL’INTERVISTA. VUOI LASCIARE UN MESSAGGIO DI SALUTO AI NOSTRI LETTORI?
“Saluto tutti i fan italiani e li invito a venirci a vedere in concerto, sperando così di poterli far divertire!”.

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