L’Italia aspettava da anni la possibilità di vedere i Mastodon headliner, dopo averli visti suonare molte volte a potenzialità ridotta come supporter di Slayer, Metallica, Tool o in festival come il Gods Of Metal. Finalmente graziati dal successo di pubblico la band di Atlanta, in quel picco di creatività chiamato “Crack The Skye”, è sicuramente uno dei gruppi più validi, interessanti, meritevoli in circolazione, capaci di fondere progressive, rock classico, metal, sludge in una forma unica e personale, unita a concept ambiziosi e artwork stupefacenti. Abbiamo avuto la possibilità di fare una chiacchierata con Troy Sanders (un tempo il frontman della band, ma per i Mastodon questa definizione è del tutto fuorviante), che sui divanetti dei Magazzini Generali appare parecchio raffreddato, complice la temperatura polare all’esterno del locale. Lasciatecelo dire: se non vi interessa sapere ne dei Mastodon ne di Megan Fox avete davvero sbagliato epoca…
COME STA ANDANDO IL TOUR?
“Quella di Milano è la prima data europea del tour, ma veniamo da tre settimane in Australia, e va tutto alla grande”.
E’ LA PRIMA VOLTA CHE SUONATE DA HEADLINER IN ITALIA…
“Siamo passati molte volte ma sempre come supporto di altri gruppi, ma mai da headliner è vero. So che molti aspettavano questa occasione, finalmente la possiamo concretizzare per voi e per noi”.
CON ‘CRACK THE SKYE’ AVETE FATTO UN CONSIDEREVOLE PASSO VERSO IL PROGRESSIVE, PENSI CHE IL VOSTRO CAMMINO CONTINUERA’ IN QUELLA DIREZIONE?
“E’ una bella domanda. E’ possibile, perché siamo fermamente convinti che ‘Crack The Skye’ sia l’album più bello e completo che abbiamo mai scritto. Fino a che non avremo finito questo ciclo di tour, torneremo a casa e cominceremo a raccogliere nuove idee non so precisamente in che direzione si muoverà il nostro suono. E’ presto per dirlo, non abbiamo mai pianificato il corso della nostra musica prima di entrare nella fase compositiva”.
QUANDO SIETE IN TOUR RIUSCITE A SCRIVERE QUALCHE PEZZO NUOVO?
“Non proprio. Di solito raccogliamo idee. Quando siamo a casa, e ricarichiamo le batterie della nostra mente, ci troviamo in sala prove e condividiamo tutte le idee che abbiamo da parte”.
COME SONO CAMBIATE LE VOSTRE INFLUENZE NEL CORSO DELLA VOSTRA VITA ON THE ROAD?
“Siamo influenzati dai paesi che attraversiamo, dalla gente con cui viaggiamo, dalle persone che incontriamo. Tutto, in gradazione diversa, viene assorbito e ci influenza, non solo a livello musicale”.
COM’E’ SUCCESSO CHE, NEL VOSTRO SVILUPPO ARTISTICO, SIETE ARRIVATI A CONDIVIDERE LE PARTI VOCALI TRA TUTTI?
“La risposta è più semplice di quanto immagini: accade che chiunque ha un’idea per le parti vocali la propone, e chi riesce meglio a interpretarla semplicemente finisce a cantarla su disco e dal vivo. Nel momento di scrivere i pezzi siamo soliti lavorare su ogni canzone in maniera meticolosa, provando più volte diverse soluzioni, fino a trovare quella che ci aggrada maggiormente. E’ molto liberale, democratico, come una vera band. Uno dei maggiori pregi dei Mastodon è che non ci sono ego a combattersi”.
QUINDI IMMAGINO CHE ANDIATE PERFETTAMENTE D’ACCORDO TRA DI VOI…
“Si, andiamo d’accordo. Viaggiare per tutto questo tempo non ha fatto che stringere il nostro legame, che è di fatto più forte di quello che abbiamo con le nostre famiglie tradizionali. Siamo amici, siamo una band, siamo una famiglia. Non sto sostenendo che sia facile attenzione, ma non posso immaginare di fare quello che stiamo facendo senza avere un profondo rispetto reciproco, senza essere un’unità solida e funzionante. Ognuno ha il suo posto nei Mastodon, e serviamo tutti e quattro per fare dei Mastodon quello che sono i Mastodon”.
ADORO I LAVORI DI PAUL ROMANO, ARTISTA CON CUI COLLABORATE DA TEMPO PER GLI ARTWORK DEI VOSTRI ALBUM. IN QUALE MANIERA SIETE SOLITI COLLABORARE?
“Paul è un nostro caro amico, e ha lavorato su ogni nostra creazione. Sin dallo stato embrionale dell’album cominciamo a mandargli delle demo, i testi, l’idea della trama. Lui ci propone quindi le sue idee, e ci lavoriamo assieme in maniera molto collaborativa. Pensiamo che l’aspetto visuale sia estremamente importante, per questo ci affidiamo al suo talento. Paul Romano rules!”.
SONO D’ACCORDO. PARLANDO DI ALTRE FORME D’ARTE, SO CHE VI SIETE IMPEGNATI PER SCRIVERE LA COLONNA SONORA DI UN FILM. VUOI PARLARCENE?
“A settembre abbiamo registrato alcuni pezzi per il film ‘Jonah Hex’ (pellicola basata su un fumetto DC Comix, ndR), e quando finiremo questo tour europeo, a marzo, ci incontreremo nuovamente con la produzione del film per vedere se hanno bisogno che aggiungiamo qualcosa, o se dobbiamo modificare o sviluppare qualche brano. Siamo molto eccitati di scoprire quali pezzi sceglieranno, quali gli piaceranno, quali vorrebbero fossero più sviluppati. Fino ad allora non sapremo molto del risultato finale”.
E’ STATO DIVERSO DAL VOSTRO SOLITO MODO DI COMPORRE?
“Si, perché ci hanno mostrato scene del film alle quali avremmo dovuto fornire un commento sonoro, per creare musica che fosse adatta emotivamente ai filmati proposti. E’ stato molto spontaneo e inaspettato, un’esperienza del tutto nuova. E’ una delle opportunità più eccitanti che abbiamo mai avuto, siamo molto felici che ce l’abbiano offerta. Spero ne esca una bel lavoro”.
TUTTA NUOVA MUSICA QUINDI…
“Si, tutti pezzi strumentali, materiale originale mai sentito prima”.
CI AVETE GUADAGNATO PARECCHIO?
“No, l’abbiamo fatto a gratis”.
STAI SCHERZANDO?
“Assolutamente no. Abbiamo visto parte del film, sembra fantastico. Come ti ho già detto l’opportunità ci è sembrata eccezionale, rara, forse irripetibile, quindi abbiamo accettato volentieri di farla senza un compenso monetario, solo per far parte di questo progetto. Anche Josh Brolin, John Malkovich, e Megan Fox hanno abbassato i loro stipendi abituali per farne parte. Se non credessimo nella qualità del film non vorremmo nemmeno farne parte. C’è il vecchio west, la vendetta, zombies, e visivamente è eccezionale. Abbiamo messo il massimo impegno per migliorare la pellicola, per quanto possibile”.
QUANDO USCIRA’ NEI CINEMA?
“Negli Stati Uniti è previsto per giugno 2010”.
AVETE MOLTI FESTIVAL IN PROGRAMMA PER LA STAGIONE ESTIVA: PREFERISCI LE MANIFESTAZIONI STRETTAMENTE METAL O I FESTIVAL PIU’ ECLETTICI?
“C’è del buono in entrambi. L’estate scorsa, al Gods Of Metal, è stato bellissimo condividere il palco coi nostri amici Carcass e Down. Se parliamo del Big Day Out in Australia è molto diverso, è un pubblico differente ma per molti versi uguali. In quei festival ci sono persone che apprezzano la musica in generale, e davanti a loro siamo stati molto fieri di aver ottenuto una reazione positiva. L’approccio a entrambe le tipologie è lo stesso, abbiamo suonato ‘Crack The Skye’ per intero, e molti l’hanno apprezzato”.
SCELTA CORAGGIOSA, “CRACK THE SKYE” E’ UN ALBUM ABBASTANZA COMPLESSO…
“Vero, non è immediatamente fruibile forse, ma suonarlo dall’inizio alla fine, essendo un concept in cui crediamo molto e di cui andiamo molto fieri, penso sia la scelta più giusta per proporlo. Se riusciamo a far scattare una scintilla d’interesse negli ascoltatori occasionali questi potranno sicuramente approfondire la nostra musica e tornare a vederci, e forse qualcuno diverrà anche un nostro fan”.
COME ABBIAMO ACCENNATO PRIMA SIETE ABITUATI AD APRIRE PER MOSTRI SACRI DEL METAL, COME METALLICA O SLAYER. SIETE MAI STATI SOPRAFFATTI DAL LORO PUBBLICO, MOLTE VOLTE INTRANSIGENTE?
“Direi di no. In questi casi si sale sul palco con una missione, quella di conquistare gli ascoltatori. Diamo il nostro meglio quindi, per farci apprezzare almeno dai meno ostici”.
UN’ALTRA ESPERIENZA STRANA IMMAGINO SIA SUONARE COI DETHKLOK (una metal band animata stile Gorillaz, protagonista della serie televisiva Metalocalypse, ndR): SEI UN LORO FAN?
“Certo che si, penso che la serie televisiva sia brillante! So che può sembrare una cattiva idea fare un tour con una loro versione in carne e ossa, ma i ragazzi sono musicisti eccellenti e il loro live show è davvero molto valido”.
HO NOTATO CON DISAPPUNTO CHE NON SIETE STATI NOMINATI PER I GRAMMYS. VI HA COLPITO QUESTA ESCLUSIONE?
“No. C’è un sacco di musica lì fuori. La nostra nomination di qualche anno fa fu davvero inaspettata e ci fece molto piacere, ma come puoi ridurre tutto a solo cinque album heavy metal? Ci sono state centinaia di pubblicazioni, non si può sintetizzare così”.
A CHI AVRESTI DATO IL PREMIO TRA I NOMINATI DI QUEST’ANNO?
“E’ difficile scegliere. Gli Slayer sono oramai nostri cari amici, dopo sette tour assieme. I Lamb Of God sono allo stesso nostri amici. I Judas sono una band che amo. I Megadeth spaccano. Non riesco proprio a scegliere”.
NON AVETE ANCORA PUBBLICATO UN HOME VIDEO, STATE CONSIDERANDO UNA PUBBLICAZIONE DEL GENERE?
“Abbiamo raccolto una infinità di materiale, che tenteremo di mettere assieme, forse quest’anno. Vorrei ci fossero sia clip dal vivo che dietro le quinte, assieme a degli spezzoni di viaggio. Non lo faremo uscire fino a quando non saremo convinti di avere tra le mani qualcosa di interessante e qualitativamente degno”.