MASTODON – La Montagna Sacra

Pubblicato il 10/12/2006 da
 
Ci siamo imbucati nel blindatissimo backstage della data torinese del tour che ha visto protagonisti Tool e Mastodon. Invece di annoiarci con Maynard, abbiamo deciso di chiedere a Bill Kelliher, chitarrista dei Mastodon, cosa bolle in pentola dalle sue parti. Rinchiusi in una specie di sottoscala gelato, il sottoscritto e Bill hanno dissertato di un tour che sembra confermare la fama di mangia-supporter dei Tool.
 

COME STA ANDANDO IL TOUR?
“Non male. Suoniamo in posti molto grandi con un ottimo gruppo come i Tool. A volte è strano, perchè in molti non ci conoscono; c’è sempre qualcuno tra il pubblico con una maglietta dei Mastodon, ma per la maggior parte, chi viene ai concerti lo fa per i Tool.”
 
COME STANNO REAGENDO I FAN DEI TOOL AL VOSTRO SOUND?
“Molti cercano di capire di cosa si tratta e a volte rimangono sorpresi. Mi rendo conto che si tratta di un suono diverso da quello al quale possono essere abituati i fan dei Tool…”
 
COME SUONA LA MUSICA DEI MASTODON NELLE GRANDI ARENE?
“Non saprei dirtelo, non abbiamo molto tempo per il soundcheck. I Tool fanno soundcheck di ore e a noi restano pochi minuti per provare un pezzo, assicurarci che sia tutto a posto e scendere dal palco. Non è facile.”
 
ANCHE LE PROPORZIONI DEL TOUR SONO INEDITE PER VOI: UN TOURBUS ENORME, SPOSTAMENTI IMPEGNATIVI, ORARI TASSATIVI…NON SEMBRA ESSERE IL CLASSICO TOUR HEAVY METAL INDIPENDENTE AL QUALE FORSE SIETE ABITUATI…
“Abbiamo molti giorni liberi. Il tour dura sei settimane e si tratta solo di venti date, quindi ci rimane molto tempo da trascorrere sul tourbus. A volte è noioso.”
 
AVEVI GIÀ INCONTRATO PERSONALMENTE I TOOL PRIMA DI QUESTO TOUR?
 “Sì, avevo conosciuto il batterista a Los Angeles. Da quando siamo in tour ho scambiato qualche parola con Adam e Justin, ma non ho mai incontrato Maynard. In ogni caso non andiamo certo a berci una birra insieme dopo i concerti.”
 
PER VOI È ANCHE LA PRIMA VOLTA CON UNA MAJOR. IL SALTO DA RELAPSE A WARNER NON DEVE ESSERE STATO INDOLORE…
“All’inizio eravamo un po’ nervosi per questo cambiamento, ma poi abbiamo realizzato che l’etichetta non intendeva farci pressioni affinché cambiassimo il nostro suono o il nostro modo di comporre. In realtà non credo che “Blood Mountain” sarebbe stato diverso se fosse uscito su Relapse. Vedremo come si evolveranno le cose in futuro.”
 
IN OGNI CASO I MASTODON NON SONO IL GRUPPO PIÙ “VENDIBILE” DEL MONDO; LA VOSTRA MUSICA È COMPLESSA, DIFFICILE. PERCHÉ PENSI CHE LA WARNER ABBIA SCELTO PROPRIO VOI?
“Credo che abbiano realizzato che siamo un gruppo che lavora duro, che non ha paura di imbarcarsi in tour lunghi e che ha sempre fatto tutto ciò di cui c’era bisogno per autopromuoversi. Abbiamo sempre realizzato i nostri video con pochi soldi e altre cose di questo genere. Credo che loro abbiano visto in noi una possibilità per lanciarsi nell’underground del metal scegliendo una band che aveva già fatto una parte del lavoro. Inoltre abbiamo un buon numero di fans e credo che questo abbia contribuito a convincere la Warner.”
 
I VOSTRI TESTI HANNO SEMPRE UN PIANO DI LETTURA SIMBOLICO, A PARTIRE DA QUELLI DI “LEVIATHAN”, CHE, RIFACENDOSI A “MOBY DICK”, NE RIPROPONEVANO PARZIALMENTE ANCHE LA METAFORA. PER QUANTO RIGUARDA “BLOOD MOUNTAIN”, COME VI SIETE POSTI NEI CONFRONTI DEI TESTI?
“Si tratta di nuovo di un viaggio. Per noi la montagna di sangue simboleggia gli ostacoli che ci si pongono davanti e che vogliamo superare per sopravvivere come band. Il contratto con la Warner è parte di questo discorso; stiamo lavorando duro per riuscire ad arrivare in cima a questa montagna. Si tratta di un viaggio e al contempo di una lotta.”
 
IMMAGINO CHE VOI SIATE UNO DI QUEI GRUPPI CHE SI TROVA A DOVER FARE I CONTI CON LA POSSIBILITÀ DI VIVERE DI MUSICA PUR NON ESSENDO SUPERSTAR; A CHE PUNTO VI TROVATE? I MASTODON SONO ABBASTANZA PER PAGARE LE BOLLETTE?
“Suoniamo insieme da sette anni. Personalmente da quando abbiamo cominciato non ho mai avuto un lavoro fisso; non ne avrei avuto il tempo. Inoltre ho dei figli e quando torno da un tour ho voglia di passare un po’ di tempo con loro. Mia moglie lavora e qualcuno di noi ha una specie di lavoro a casa, ma in realtà quando torniamo ad Atlanta l’ultima cosa a cui pensiamo è lavorare. Riusciamo a guadagnare abbastanza per pagare i nostri debiti.”
 
CREDO CHE UNA COSA CHE RENDE UNICI I MASTODON SIA UN APPROCCIO RITMICO MOLTO PARTICOLARE CHE RARAMENTE È POSSIBILE SENTIRE NEL METAL; COME L’AVETE SVILUPPATO?
“Non ne ho idea! Si tratta semplicemente del modo di scrivere canzoni che ci piace di più e di ciò che sentiamo come gruppo. Se un pezzo suona bene, lo teniamo. Dobbiamo suonare molte volte gli stessi pezzi quando siamo in tour, quindi è meglio se ci piacciono e ci rappresentano appieno.”
 
IL NUOVO LAVORO VEDE LA PRESENZA DI DIVERSI OSPITI; COME LI AVETE CONTATTATI E IN CHE MODO HANNO ARRICCHITO LA VOSTRA MUSICA?
“Scott Kelly dei Neurosis è un nostro vecchio amico e i Neurosis sono sempre stati un’enorme influenza per noi. Mentre scrivevamo “Crystal Skull” ci è venuto in mente che Scott sarebbe stato perfetto per cantare una parte del brano e quindi glielo abbiamo chiesto. Lo stesso è successo con Josh Homme. Siamo tutti fans delle sue band, ma non credevamo di poterlo avere sull’album; è un tipo molto impegnato. In realtà sono bastate un paio di telefonate e Josh è stato felice di contribuire. Cedric dei Mars Volta è stato scelto perché amiamo moltissimo la sua band e li conosciamo personalmente; volevamo che anche loro partecipassero all’album.”
 
VOI SIETE DI ATLANTA, UNA CITTÀ FAMOSISSIMA PER LA SUA SCENA HIP-HOP MA DECISAMENTE LONTANA DAI “CENTRI DEL POTERE” DEL METAL. VI HA AIUTATO CRESCERE MUSICALMENTE IN UN AMBIENTE DI QUEL TIPO?
“Atlanta non è certo una “heavy metal city”, ma la sua collocazione ci ha permesso di suonare in Carolina e in Florida, oltre che nelle grandi città del sud come Memphis e New Orleans. Sono posti dove esiste una buona scena metal, alla quale ci siamo appoggiati.”
 
COME COMPONETE DI SOLITO? PARTITE DALL’IMPROVVISAZIONE O PREFERITE SEGUIRE L’IDEA DI UNO DI VOI?
“Dipende. Spesso si parte da un riff attorno al quale tutti costruiamo una parte di brano. Capita anche di avere pezzi interi scritti e di doverli solo arrangiare.”
 
VI PIACE FARE COVER?
“Abbiamo suonato cover di Melvins e Metallica per un paio di tributi e ci siamo divertiti. L’importante è rendere personale il brano che si reinterpreta.”
 
QUALI SONO I TRE GRUPPI CHE TI HANNO INFLUENZATO DI PIÙ COME MUSICISTA?
“Melvins, Helmet e Jesus Lizard.”
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