I Mater A Clivis Imperat sono un progetto partorito dalla mente di Samael Von Martin, chitarrista dei leggendari Evol e protagonista di molte altre scorribande con numerose altre band.
L’idea che sta alla base nasce parecchi anni fa, ma la sua realizzazione viene portata a compimento solamente nel 2022 con il debutto “Atrox Locus”: la musica composta dall’artista padovano è ammaliante, cupa, parla di leggende antiche e storie dimenticate, sprigionando un fascino sinistro, ed il loro nome inizia a circolare tra gli appassionati del progressive più oscuro.
Il secondo album, “Carmina Occulta”, viene pubblicato alla fine dello scorso anno, e segna un altro passo avanti: la formazione assume le sembianze di una vera e propria orchestra, con l’ingresso di un nutrito numero di ospiti che permettono di rendere la narrazione ancora più variopinta, arricchendo il suono con i loro eterogenei contributi.
In questa lunga intervista parliamo dei due dischi e dei programmi futuri dei Mater A Clivis Imperat con il leader della band e con due dei suoi ospiti, Elisa Montaldo, cantante e tastierista che milita anche nelle fila de Il Tempio Delle Clessidre, e Wally Ache, bassista in molte formazioni passate e presenti, tra le quali Cerebral Extinction e Cinerarium.
BENVENUTI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM E COMPLIMENTI PER L’ALBUM. SAPPIAMO CHE MATER A CLIVIS IMPERAT, PUR AVENDO ESORDITO SOLAMENTE NEL 2022, HA ALLE SPALLE UNA STORIA PIUTTOSTO LUNGA E TRAVAGLIATA. COME E’ NATO IL PROGETTO? CI POTETE RIASSUMERE LE TAPPE PRINCIPALI?
Samael: – Ciao a tutti, è un onore essere su questo portale. Grazie per le tue parole.
Il progetto era nato molti anni fa, intorno al 2009-2010, non ricordo molto bene ma volevo musicare le poesie di un’amica, cosa che poi è rimasta nel cassetto. Solo dopo lunghi e travagliati anni sono riuscito a definire la cosa esattamente nel 2020, in piena epoca pandemica. Esistono demo e registrazioni primordiali e chissà, magari saranno inserite in una prossima limited edition…
SAMAEL, ANCHE LA TUA STORIA NEL MONDO DELLA MUSICA E’ PIUTTOSTO LUNGA. LE TUE ESPERIENZE PASSATE POSSONO ESSERE ACCOMUNATE A MATER A CLIVIS IMPERAT DA UN PUNTO DI VISTA CONCETTUALE E DI ARGOMENTI TRATTATI, MA E’ PIU’ DIFFICILE TROVARE AFFINITA’ COME SUONO.
C’E’ ANCHE QUALCHE LEGAME A LIVELLO MUSICALE TRA IL TUO PASSATO ED IL TUO PRESENTE? COME E’ NATA LA TUA PASSIONE PER UN GENERE MENO ESTREMO RISPETTO A CIO’ CHE HAI SUONATO IN PASSATO?
Samael: – Certamente, i Mater A Clivis Imperat sono il frutto di tutte le mie esperienze musicali passate e non solo. Qualcuno in questo progetto riconosce gli Evol, altri meno… D’altronde sono io il compositore ed è naturale che esista un trait d’union in tutto il mio operato.
La passione per un genere ‘meno estremo’ anticipava quella per il ‘più estremo’. Mi spiego: sin da bambino ero appassionato al cinema horror, soprattutto italiano, inutile dire che rimasi affascinato dalle note dei Goblin ma anche di Ennio Morricone e soprattutto Fabio Frizzi. Poi conobbi Jacula. Sono comunque band o artisti che mi hanno influenzato durante il mio processo di composizione sin dai tempi degli Evol.
QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL VOSTRO MONIKER?
Samael: – ‘Madre che domina dalle colline’. Padova, come ben sai, è circondata da numerose alture, i colli Euganei dove ho trovato ispirazione nelle varie incursioni in ville abbandonate o semplicemente passeggiando attraverso i boschi. I Mater A Clivis Imperat sono influenzati dalla nebbia patavina, non solo da un retaggio musicale…
LA LISTA DEI MUSICISTI CHE SUONANO SULL’ALBUM E’ LUNGHISSIMA E RIGUARDA ARTISTI DI DIFFERENTE ESTRAZIONE. SAMAEL, CE LI PRESENTI? COME SEI RIUSCITO A COINVOLGERLI IN QUESTO PROGETTO?
Samael: – Certo. Il primo che ho contattato è stato Alessio Saglia, ottimo tastierista che suona con Maurizio Vandelli. Successivamente, comprando per caso un CD in un box pieno di profumi e aromi, ho scoperto Elisa Montaldo, dalla quale rimasi affascinato al primo ascolto. Il passo per contattarla da lì fu breve, e lei accettò di buon grado, inserendosi nel sound e innalzandolo di livello con la sua voce e gli strumenti etnici da lei suonati. Il lavoro su “Edoardo II” è ineccepibile ed Elisa, pur non essendo in un suo progetto, ha avuto carta bianca per esprimersi, come se lo fosse.
Isabella è la voce narrante ed è mia amica dall’alba dei tempi. Ho prestato le mie corde vocali al suo gruppo punk Deusdiva; lei ora canta nei Kolossal, un progetto geniale che ripropone le colonne sonore dei film anni ’80 in chiave rock con Matteo Brigo, un chitarrista eccellente che ora fa parte della formazione.
Natalija Branko, conosciuta anni fa in ambito lavorativo, ha curato l’aspetto musicale con organi, pianoforte e performance. In “Carmina Occulta” ha avuto meno spazio che in “Atrox Locus”, in quanto era impegnata a recitare in un film stile “Nekromantik”.
Vittorio Sabelli ha ‘prestato’ il suo clarinetto su quattro pezzi, così come Wally Ache: il primo l’ho contattato dopo aver ascoltato i suoi Incantvm, il secondo lo conosco da trent’anni ma non abbiamo mai avuto occasione di collaborare. Ora è in formazione in pianta stabile e, posso dirlo tranquillamente, è un bassista di musica estrema veramente dotato ma sentirlo su partiture prog, a volte quasi jazz, è di una bellezza incredibile. Una sorta di nuovo Pignatelli, che ho sempre adorato.
Simon Feretro, chitarrista torinese che ora abita a Padova.
Nequam, che non credo abbia bisogno di presentazioni, è la voce narrante su “Ago E Filo”, “Sabba” e “Funebris”, una sorta di Virgilio che accompagna l’ascoltatore attraverso un viaggio senza ritorno, e per finire Elisa Di Marte, che era in formazione come soprano ma che è deceduta all’età di trentuno anni. Una grave perdita per la musica classica e dopo questa triste vicenda non vorrò più una cantante lirica, perché nessuno sarà in grado di sostituirla mai.
“Carmina Occulta” è uscito un anno e mezzo dopo la sua dipartita ed è presente la sua voce. A lei ho dedicato l’intera opera.
Piccoli apporti, ma grandi prestazioni, li hanno dati anche The Nun ai cori e Domenico Lotito de La Stanza Delle Maschere con un assolo in “Animi Errantes”.
LE BAND A CUI VENITE PIU’ SPESSO ACCOMUNATI SONO QUELLE DI BARTOCCETTI, OSSIA JACULA ED ANTONIUS REX, SOPRATTUTTO PER L’USO DELLA VOCE NARRANTE. TUTTAVIA, NELLA VOSTRA MUSICA SI PERCEPISCONO MOLTE ALTRE INFLUENZE, LEGATE AL PROG MA NON SOLO. CE NE POTETE PARLARE?
Samael: – Sì, molti vedono in noi Jacula o Goblin, ma posso dire che Mater A Clivis Imperat ora ha un sound tutto suo e non mi sembra paragonabile a nessuna altra realtà. Poi, chiaro che le influenze ci sono… Io ti direi Frizzi e Morricone, ma anche di De Masi o Wakeman.
Per quanto riguarda le parti meno prog ci sono influenze jazz, blues o anche metal col brano “Strigarum Dominus”. Non è un minestrone di generi, ma il nuovo sound Mater.
LE COPERTINE DEI DUE DISCHI SONO STATE DISEGNATE DA DUE DIVERSI ARTISTI MA SONO ACCOMUNATE DA UN GUSTO COMUNE…
Samael: – Sì, la prima e stata realizzata da Enzo Sciotti, un artista che seguivo da quando ero bambino. Ha realizzato le locandine cinematografiche più belle nel panorama italiano ed estero. Anche lui è deceduto di recente.
“Carmina Occulta”, invece, è opera del maestro Taglietti, autore delle celebri copertine di fumetti horror erotici come “Zora”, “Belzeba”, “Sukia” ed altri. Sono accomunate da molteplici allegorie, come le tre streghe che rappresentano i tre punti focali dei colli Euganei, sia nel colore delle terre che nella disposizione geometrica, fino ai simboli rappresentati, sovrastati dalla mia figura nell’atto di suonare il violino.
Naturalmente nel disco non l’ho suonato io, ma l’immagine rappresenta il mio Io nell’atto di ‘dominare’ l’opera tramite uno strumento classico, ed è un tributo velato al maestro Paganini.
I DUE ALBUM SONO STATI PUBBLICATI IN UNO SPAZIO TEMPORALE RISTRETTO, PUR ESSENDO ENTRAMBI IMPONENTI PER STRUTTURA E DURATA. LI AVETE COMPOSTI INSIEME? C’E’ UNA CONTINUITA’ TEMATICA TRA “ATROX LOCUS” E “CARMINA OCCULTA”?
Samael: – Ho composto io entrambi gli album, poi ognuno dei partecipanti ha aggiunto il proprio colore, voci, strumenti e quant’altro. Magnifiche sono le orchestrazioni di Saglia, piuttosto che le voci infinite di Elisa… Ogni cosa si trova al suo posto.
Ho realizzato “Atrox Locus” nel 2020, ma poi con la pandemia è uscito due anni dopo; per questo ho avuto tre anni per realizzare il secondo, che poi è uscito a distanza di un anno dal primo. “Carmina Occulta” è stato realizzato in un lasso temporale di tre anni.
SAPPIAMO CHE BLACK WIDOW HA MOLTA CURA DEI DETTAGLI NELLE SUE USCITE. IL DISCO VERRA’ PUBBLICATO IN DIVERSE VERSIONI E CON QUALCHE ACCORGIMENTO PARTICOLARE? A RIGUARDO, PENSATE CHE IL SUPPORTO FISICO SIA ANCORA IMPORTANTE O LA MUSICA DIGITALE HA ORMAI PRESO IL SOPRAVVENTO?
Samael: – Posso rispondere solo per quanto mi riguarda: il supporto fisico è molto importante e la Black Widow Records è una delle ultime etichette che realizza sempre la versione LP, LP limitato e CD. “Carmina Occulta” esce in CD, doppio vinile e in un box che contiene il disco con copertina differente, realizzata da Maira Pedroni, come i tarocchi in esso contenuti. Ci puoi trovare anche il pendente simbolo della band e la cartolina con la versione censurata.
L’edizione limitata è di una bellezza incredibile, Massimo Gasperini e Pino Pintabona della Black Widow mi hanno lasciato carta bianca per realizzare questa stupenda opera d’arte. L’idea dei tarocchi è nata dalla strega nera di Genova, Laura Mikaela, che prima di questa versione ha realizzato per noi un’altra serie di mazzi limitati in dieci copie, ormai introvabili. Da qui, l’idea di rifarli ex novo e di inserirli nella versione a sessantasei copie.
Wally: – Io personalmente non riesco ancora ad adattarmi al formato digitale, sia nella musica sia nella lettura. Ho proprio il bisogno fisico di toccare, di stimoli che mi dà solo il contatto con una presenza fisica; le info poi contenute nel booklet non sono a mio giudizio fruibili in un file. Percepire l’hic et nunc di un album è un qualcosa di altamente emotivo, il mero simulacro del formato digitale è solo un surrogato effimero relegato a fini pratici. Quindi per me è ancora lontano il sopravvento.
Definirei impeccabile lavoro svolto dalla Black Widow Records, ma d’altronde non può essere altrimenti, se passate da Genova e vi recate da Massimo Gasperini oppure ascoltate le sue interviste che si trovano su YouTube, capite bene che tutto ciò che lui ha edificato è solo frutto di una passione e uso il termine ‘poetica’ perché è solo con quella che si smuovono macigni.
LA MUSICA DI MATER A CLIVIS IMPERAT ATTINGE DECISAMENTE DAL PASSATO. NON TEMETE CHE CI POSSA ESSERE UN PROBLEMA DI FRUIZIONE? PENSATE CI SIANO ANCORA ASCOLTATORI PREPARATI A QUESTE SONORITA’?
Samael: – Sì, penso che il disco dei Mater A Clivis Imperat sia fruibile dalle persone della mia età, ma vedo senza stupore che viaggia tra le mani di ascoltatori di musica estrema e questi ne sono compiaciuti.
Non ho feedback di appassionati del genere prog o degli amanti di colonne sonore di film come “Chi L’Ha Vista Morire” o “Profondo Rosso”. Almeno non ancora. Se credi possa piacere ai giovani di oggi, beh… Il loro panorama musicale è estremamente avvilente, figli di format come “Amici” o “X- Factor”, per non parlare della corrente trap che ormai ha preso piede. A loro non sono rivolte le mie note, senza tralasciare il fatto che per loro la musica deve essere gratuita, quindi non spenderanno una lira (euro) per acquistare il formato fisico.
Elisa: – Come per il cinema o l’arte in generale, il concetto di ‘tempo’ è relativo: ci sono film che, pur con il passare degli anni, restano vivi e amati da generazioni differenti; così anche la musica può scavalcare gli ostacoli del tempo e mantenere una certa freschezza di linguaggio. Certo, è più facile capirne il senso se si possiedono cultura e chiavi di lettura che permettono all’ascoltatore di riconoscere i riferimenti e le scelte di stile, però non dimentichiamo che il prodotto musicale dovrebbe nascere da una ispirazione artistica, da un’idea viva, qualcosa di ineffabile che arriva dal presente, dal ‘qui e ora’.
“Carmina Occulta” è un insieme di momenti veri e di idee pulsanti, e speriamo che questo riesca ad arrivare a tutti gli ascoltatori, al di là delle scelte stilistiche adottate.
Molti appassionati di cinema e musica cosiddetta ‘vintage’ avranno probabilmente piacere a ritrovare certe sonorità e ambientazioni, ma oggigiorno molti giovani adorano il culto degli anni ’70/’80 e la musica pop moderna è tornata ad utilizzare moltissime delle caratteristiche tipiche della musica del passato.
Wally: – “Carmina Occulta” irrompe in un periodo di grande fermento musicale, ormai siamo sommersi da un mare magnum di prodotti musicali che giornalmente vengono eruttati sulla scena.
La fruizione è legata non tanto alla musica proposta, bensì al tempo che il fruitore gli dedica: umanamente è impossibile ascoltare tutto.
Io sono una persona molto fortunata perché mi viene concesso di poter ascoltare musica mentre lavoro e quindi sono più di vent’anni che ascolto otto ore di musica al giorno. Nonostante questo, è irreale riuscire a stare al passo, quindi anche gruppi validissimi passano per un fugace ascolto per poi magari essere ripresi dopo un po’ di tempo.
Il vantaggio e il punto di forza dell’ultimo lavoro dell’orchestra samaeliana è che risulta bello dal primo ascolto e quindi il fruitore lo attraversa agilmente in tutta la sua durata. Questo è davvero un grande pregio, perché un lavoro criptico e macchinoso cozza con il mondo frenetico fatto di ascolti brevi.
Gli ascoltatori, per questi aspetti, possono godere a pieni polmoni di questa release.
I DUE ALBUM DI MATER A CLIVIS IMPERAT, COME GIA’ RIBADITO, SONO PIENI DI COLLABORAZIONI ECCELLENTI. POTENDO, INVECE, SCEGLIERE UN ARTISTA DEL PASSATO, ITALIANO O NON, CON CUI COLLABORARE IN UN IPOTETICO FUTURO, CHI SAREBBE COSTUI?
Samael: – Mi piacerebbe collaborare con Titta Tani, un batterista di livello e un caro amico. Potrei aggiungere anche Diego Banchero de Il Segno Del Comando o Fabio Pignatelli dei Goblin ma, essendo bassisti, credo che Wally mi ucciderebbe (risate, ndr). In tutta franchezza direi Titta, Fabio Frizzi e il maestro Agostino Marangolo.
Elisa: – Robert Fripp. Perché è uno dei pochi artisti, a mio avviso, che non solo ha sempre rinnovato il suo stile in modo imprevedibile nel corso degli anni, ma perché ha creato quel suono che mi ha fatto innamorare del progressive rock (parlo dei primi album), dove tutto era ancora da scoprire e sperimentare, dove il lato oscuro degli strumenti musicali, mellotron in primis, veniva celebrato in strati sonori complessi ma meravigliosamente evocativi e liberi da schemi.
Nella mia produzione musicale degli ultimi anni sono molto incentrata sulla ricerca, sul creare nuove strade sonore per esprimere concetti e stimolare il cervello ed il cuore di chi ha voglia di ascoltare: non avrei dubbi che, in un ipotetico futuro in una utopica collaborazione, nascerebbero delle cose che nessuno potrebbe immaginare, nemmeno la sottoscritta!
Wally: – Io nel mio piccolo ho davvero collaborato con moltissimi nomi, a me cari, del panorama italiano. Il mio carattere mite e ‘friendly’ mi ha portato ad attraversare decenni senza cicatrici purulente delle malelingue sempre presenti nel nostro territorio.
Ho un sogno nel cassetto che non si realizzerà mai, ma che mi farebbe brillare di immane luce. Naturalmente è davvero un sogno, ma in quanto tale perché non esternarlo?
Io suono il basso fretless da più di trent’anni ed è stata una cosa che ha da sempre contraddistinto i miei lavori. Quando iniziai, conobbi i lavori di Michael Manring e imparai ad amare la poesia del suo tocco e la magia dell’atmosfera così calma che trasmetteva con la sua celestiale musica.
In particolare, un pezzo che si chiama “Geometry” mi iniziò all’uso del tapping, tecnica che ho portato avanti in tutti questi anni e che continuo imperterrito a eseguire. Una collaborazione con questo gigantesco maestro sarebbe veramente la sublimazione massima che un bassista possa chiedere. Riconosco che sia una cosa molto pretenziosa ma lui è il mio ‘alter deus‘ da sempre.
MATER A CLIVIS IMPERAT E’ LA NATURALE PROSECUZIONE DI UN CERTO FILONE ‘CIMITERIALE’ IN AMBITO PROG CHE E’ PECULIARE DEL NOSTRO PAESE. SENTITE DI FAR PARTE DI UNA TRADIZIONE IMPORTANTE? QUALE PENSATE SIA LO STATO ATTUALE DELLA MUSICA IN ITALIA?
Samael: – Molti dicono che noi siamo il nuovo dark sound italiano ma non saprei… Non riuscirei a catalogare la musica di Mater A Clivis Imperat, anche se so che è più facile vendere un prodotto etichettato.
Penso che la scena italiana sia ottima non solo in ambito prog o dark, grazie appunto a band come Il Segno Del Comando, Malombra, Runeways Totem, Il Tempio Delle Clessidre e tutta la discografia di Elisa Montaldo, ma anche nel genere estremo con i Cinerarium piuttosto che i Cerebral Extinction, gli Incantvm piuttosto che i Notturno, i Crimson Dawn, o altri.
COSA FARETE IN FUTURO? AVETE GIA’ PRONTO DEL NUOVO MATERIALE? SE SI’, CHE DIREZIONE INTRAPRENDERA’?
Samael: – Guarda, ho un paio di brani abbozzati ma credo che mi prenderò una pausa. Nel frattempo, ho realizzato un brano che vedrà la luce nel 2024 come sette pollici picture flexi limitatissimo, in trenta copie più o meno, sempre per la Black Widow Records, e in formazione ci sarà una sorpresa che svelerò in futuro.
AVETE INTENZIONE DI SUONARE L’ALBUM DAL VIVO? SE SI’, COME FARETE, CONSIDERANDO IL NUMERO ELEVATO DI MUSICISTI COINVOLTI NELLA REGISTRAZIONE DELL’ALBUM?
Samael: – L’idea sarebbe quella di portare il progetto sui palchi d’Italia, ma è un’impresa ardua. Vedremo in futuro.
Ti ringrazio per lo spazio dedicatoci e ti ringrazio per l’ottima recensione. Vi esorto ad acquistare il nostro disco “Carmina Occulta” come i lavori di Elisa Montaldo nonché le band di Wally Ache sperando che possano emozionarvi anche solo la metà di quanto mi sono emozionato io nell’ascolto.