MAYHEM – Un caos atavico

Pubblicato il 01/08/2021 da

L’uscita del nuovo EP “Atavistic Black Disorder / Kommando” è stata un’occasione ghiotta per contattare i Mayhem e fare il punto della situazione con la storica band black metal, specie in presenza di un disco composto per metà da cover di seminali band punk! Intervistare Attila, questa volta, è stato un po’ complicato, tra impegni improvvisi e difficoltà tecniche. Alla fine siamo riusciti a raggiungerlo – telefonicamente – in un pub di Budapest, e a quel punto la scelta era scontata: bere una birra insieme a distanza e partire con le consuete chiacchiere informali. Il cantante della band norvegese si è dimostrato per l’ennesima volta un interlocutore simpatico e alla mano, così, dopo aver incamerato consigli sul miglior ristorante italiano in città e qualche inevitabile scambio sulla situazione Covid nei nostri due paesi, abbiamo infine affrontato la loro ultima uscita discografica e i piani futuri – suoi e della band.

ALLORA, PARTIAMO CON IL NUOVO DISCO. DEI BRANI PRESENTI, TRE SONO OUTTAKES DI “DAEMON”, PERALTRO DUE GIÀ PRESENTI IN EDIZIONI LIMITATE DI QUEL DISCO, LE ALTRE COVER. TI CHIEDO UN PO’ DI COSE INSIEME: COME MAI LA DECISIONE DI OFFRIRE BEN QUATTRO COVER AI VOSTRI FAN, COME LE AVETE SCELTE E COME AVETE GESTITO LE REGISTRAZIONI IN QUESTO PERIODO?
– È successo che quando abbiamo registrato “Daemon” avevamo un gran numero di canzoni pronte, ed è arrivato il solito, difficile momento in cui scegliere quali pubblicare, in base alla composizione “generale” che volevamo per il disco. Sono quindi avanzate queste tre canzoni, che come hai detto due erano già state edite nelle edizioni deluxe. In aggiunta, durante le registrazioni abbiamo lavorato separati, con la batteria tenuta da registrare per ultima, e il lavoro su di essa è stato più veloce del previsto; visto che quindi avevamo ancora lo studio a disposizione per alcuni giorni, il produttore ci ha proposto di registrare qualche cover. Sono venute fuori parecchie idee, mi ricordo anche pezzi di Bathory e Morbid, e insomma abbiamo registrato le linee di batteria e le chitarre, quasi solo per divertimento, senza alcuna idea di come utilizzarle.
Poi è uscito il disco, tutto era ok ed eravamo in tour, quando è arrivato il Covid. Avevamo appena fatto in tempo a fare la prima parte del tour europeo, le date in Russia e ad arrivare negli Stati Uniti, era marzo, e il Covid è esploso anche lì. Un paio di locali avevano già annullato le date, e abbiamo capito che era il caso di annullare tutto; la situazione era complicata, ricordo che eravamo a Omaha. È stata una decisione difficile, ma giusta: sarebbe stato un disastro. Per farla breve, avevamo di fronte la certezza di non fare alcun incasso, nessuno aveva idea di cosa sarebbe successo, nel frattempo sono passati mesi. Tra noi parlavamo dell’ultimo disco, che era chiaramente il “nuovo” disco, ma già sorpassato per la stampa, era come se il calendario fosse avanzato di due anni all’improvviso, senza averlo potuto promuovere. La situazione era un casino, dovevamo provare a tenere vivo “Daemon”, e quindi ci siamo detti, “perché non fare un EP?”. Certo, è un disco un po’ particolare, con tre canzoni che avevamo già pronte e quattro cover, all’inizio ero scettico pure io. Poi ho sentito quanto registrato da Maniac e Messiah e han fatto un gran lavoro. Ecco com’è nato il disco. Da ragazzino ero anche io un amante del punk, ma all’inizio ero contrario: dovevo scegliere anche io una canzone, ma no, grazie. Alla fine, comunque, hanno scelte i brani giusti e il disco è venuto bene, per quanto non pianificato. Ci sembrava carino offrire qualcosa ai nostri fan, ma in qualche modo anche mandare un saluto ai nostri amici; Jello Biafra dei Dead Kennedys è un mio caro amico, e il secondo disco che ho mai comprato era un loro album, mi pare fosse il 1984. Il primo erano i Judas Priest. Ad ogni modo, io vengo dall’Ungheria, come puoi immaginare era difficile e caro recuperare vinili, al tempo; penso che mi potessi permettere un disco all’anno e quindi dovevo veramente fare una scelta. Per il resto, tutta la musica era in cassetta, le cassette che ci registravamo e scambiavamo a vicenda. Era difficile scegliere, per questo dico che i Dead Kennedys sono stati importanti, per me. Così come l’heavy metal di Judas Priest, Iron Maiden & co., ricordo quando presi “Defenders Of The Faith”, e dischi come quello. Così come ricordo che quell’anno, forse era il 1983, misi le mani su tre album per me fondamentali, sono stato decisamente fortunato: il secondo dei Dead Kennedys, “City Baby Attacked By Rats” dei GBH e infine uno degli Exploited, “Troops Of Tomorrow”. Questi dischi mi hanno dato una scossa, erano quello che cercavo: roba più estrema, diretta, persino futuristica, direi, comunque esaltante e folle.
A seguire ho scoperto i Venom e le prime band extreme metal, e mi hanno conquistato perché, beh, erano più estreme. Ricordo che andavo in questo negozio dove i proprietari ormai mi conoscevano, “ho questo e quest’altro che possono piacerti”, io compravo quei vinili e glieli riportavo il giorno dopo in cambio di un po’ di soldi in meno, ma almeno potevo registrarli. Cercavo musica sempre più estrema, e ricordo benissimo quando ho ascoltato i Venom per la prima volta, era “Black Metal”. Al tempo giocavo a pallanuoto, mi allenavo molto, sono andato dai miei compagni di squadra dicendo “ragazzi, non avete idea di che cazzo di musica facciano questi…”. Xenor, Venom, non si capiva nemmeno il logo, di certe band, ti ricordi?
Comunque, tutto aveva senso: si trattava di prendere del punk, del metal, e mischiarli assieme perfettamente, con il risultato di quel metal estremo primordiale, o thrash. Leggevi le interviste a band come gli Slayer, poi magari riuscivi a sentirli, e la sensazione è che prendessero dal punk, che stava finendo la sua parabola, con spruzzate di un suono nuovo, che era in parte anche quello degli Iron o di altre band classiche. E chi suonava metteva gli adesivi di tutte queste band mischiati sulle proprie chitarre. Sto semplificando, magari sbaglio anche qualche ricordo, ma io la vivevo così, al tempo.

È ESATTAMENTE COME L’HO VISSUTA IO. DA RAGAZZINO NON C’ERANO MOLTI SOLDI DA SPENDERE, E BISOGNAVA SCEGLIERE ACCURATAMENTE, MAGARI BASANDOTI SOLO SULLA COPERTINA O UNA SINGOLA CANZONE CHE RIUSCIVI AD ASCOLTARE IN NEGOZIO. PERALTRO,  L’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SENTITI, AVEVAMO GIÀ PARLATO DEL LEGAME TRA BLACK METAL E PUNK, TROVANDOCI D’ACCORDO SULLA GRANDE INFLUENZA DI QUEST’ULTIMO SUL BLACK METAL, PIÙ DEL METAL CLASSICO STESSO… COMUNQUE, QUANTO TI SEI DIVERTITO, QUINDI, A TORNARE ALL’ADOLESCENZA E REGISTRARE QUESTE CANZONI?
– È stata una grande sensazione. Amo cantare, e lo è stato anche per queste canzoni. Tutto il lavoro in studio per “Daemon” è stato piacevole, e così anche per queste cover, fatte quasi per “rilassarci” (ride, ndR). È stato divertente e penso il risultato sia buono.

 È ASSOLUTAMENTE UN DIVERTIMENTO ANCHE ASCOLTARLE!
– Sì, penso sia stata una buona idea, e riuscita. Se ascolto il pezzo dei Ramones, beh, non avrei saputo farlo meglio. È stata una grande idea anche chiamare Messiah e Maniac.

COM’È NATA L’IDEA DI COINVOLGERLI? SIETE SEMPRE RIMASTI IN CONTATTO CON LORO, IN QUESTI ANNI?
– Sì, siamo in buoni rapporti. Non ci sentiamo spessissimo, ma quando ho sentito per la prima volta le canzoni ho detto, “Maniac, tu su questa spaccheresti!” (si riferisce a “Hellnation”, ndR), sia lui che Messiah hanno dato la giusta “voce” ai brani. Io ho optato per la canzone dei Rudimentary Peni, che erano una band più underground, anche più cupa, ricordo che amavo il loro disco “Death Church”. Era roba malata, e il loro cantante sembrava uscito da un reparto psichiatrico.

TI ASSICURO CHE, DA ASCOLTATORE, È PARIMENTI UN PIACERE. LE COVER SONO AZZECCATE E I TRE BRANI DALLE SESSION DI “DAEMON” NON SUONANO PROPRIO COME B-SIDE, ANZI: PENSO CHE “VOCES AB ALTA” MERITI DI ESSERE CITATA TRA LE MIGLIORI CANZONI DEI MAYHEM.
– Grandioso, grazie! In effetti era stato difficile scegliere quali brani mettere sul disco, non so perché questo non l’avessimo ancora pubblicato. Diciamo che, se non altro, il Covid ci ha spinto a prendere qualche decisione e iniziativa.

TORNANDO AL TEMA DEL PUNK, HO AVUTO LA FORTUNA DI VEDERVI DUE VOLTE NELL’ULTIMO TOUR, PRIMA DELLO STOP DETERMINATO DAL COVID. C’ERA UNA NETTA SUDDIVISIONE DELLO SHOW, CON ALCUNI BRANI DA “DAEMON”, UNA SELEZIONE DA “DE MYSTERIIS…” E INFINE IL SET FINALE. CHE AVEVA UN TAGLIO SPICCATAMENTE PUNK E SELVAGGIO, E PESCAVA DA “DEATHCRUSH” E DAL VOSTRO PRIMO DEMO. SEMBRA, INSOMMA, CHE NEGLI ULTIMI ANNI STIATE GUARDANDO ALLE VOSTRE RADICI…
– Sì, decisamente. È una specie di viaggio indietro nel tempo, abbiamo ripescato persino canzoni da “Pure Fucking Armageddon”, l’idea era di tornare al Punto Zero. O a un “Ground Zero” (ride, ndR).

CHE POI “GROUND ZERO” ERA L’EFFETTO SUL PUBBLICO: L’ULTIMA MEZZ’ORA DI SHOW ERA DEVASTANTE.
– Oh, ne sono felice, grazie ancora!

PENSO SIA TEMPO DI FARTI RIENTRARE AL PUB, QUINDI VADO CON L’ULTIMA, SCONTATA, DOMANDA. IMMAGINO CHE, APPENA AVREMO TREGUA DAL COVID, ABBIATE GIÀ IN MENTE DI TORNARE IN TOUR. AVETE PER CASO ANCHE GIÀ NUOVO MATERIALE PRONTO?
– A dire il vero, no. Non ci siamo trovati nella situazione adatta a scrivere nuovo materiale, con la giusta ispirazione. È ancora troppo presto.
Io mi sono dedicato a un po’ di cose: c’è questo film, “Ara”, fatto con un collettivo di Berlino, che è di fondo la trasposizione di un rituale. Poi ho partecipato a una riproposizione di un’opera di Wagner a distanza, per il Covid, ovviamente, ed è stato grandioso, ho sempre sognato di cantare Wagner. Ancora, sto lavorando con Greg Anderson a una colonna sonora per un film horror, forse sarà una cosa serializzata, non ricordo… e sto anche lavorando a nuovo materiale per i Tormentor, mi piacerebbe portasse all’uscita di qualcosa!

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.