MAZE OF SOTHOTH – La mutazione del male

Pubblicato il 17/06/2023 da

Se dal canto nostro ci eravamo quasi dimenticati di loro, vista un’assenza dalle scene durata sei anni, non si può dire che i Maze of Sothoth si siano scordati come realizzare un disco death metal con tutti i crismi del mestiere. “Extirpated Light”, licenziato ancora una volta dall’attenta Everlasting Spew, ci ha infatti ripresentato la band bergamasca in ottima forma e intenta a rielaborare la lezione di maestri come Morbid Angel, Nile ed Hate Eternal secondo un’autorevolezza e un gusto che ormai potremmo definire tipicamente italiani, per un comeback avvincente e rifinito in ogni suo aspetto. A fronte di una prova tanto solida, in linea con l’esordio “Soul Demise”, va da sé che una chiacchierata con il quartetto fosse quantomai dovuta…


LA PRIMA DOMANDA È ANCHE LA PIÙ SCONTATA: COS’È SUCCESSO AI MAZE OF SOTHOTH DOPO LA PUBBLICAZIONE DI “SOUL DEMISE”? SE NON RICORDO MALE, IL DISCO ERA STATO ACCOLTO BENE UN PO’ OVUNQUE, EPPURE L’IMPRESSIONE È CHE NON NE ABBIATE CAVALCATO L’ONDA…
Matteo: – Il disco è stato accolto molto bene, abbiamo ricevuto un sacco di recensioni più che positive, poi l’album è passato un po’ in sordina, e troviamo questo un po’ inspiegabile, soprattutto quando ti relazioni con altre band che riescono a stare a livelli più alti, ma poi i loro lavori sono un po’, come dire… insipidi. Ma sai, il mondo gira così, come sempre si tratta di avere gli agganci giusti. In tutta sincerità, ci aspettavamo qualcosa di più. D’altra parte, penso che inconsciamente questa cosa ci abbia spinto a lavorare ancora meglio sul nuovo lavoro.

COME PENSATE SI SIA EVOLUTA LA VOSTRA PROPOSTA IN QUESTO LUNGO LASSO DI TEMPO? SU QUALI ASPETTI VI SIETE CONCENTRATI DI PIÙ DURANTE LA FASE DI SONGWRITING?
Matteo: – Il lungo lasso di tempo tra un disco e l’altro è un tema ricorrente che in molti cavalcano, ma sai: siamo stati colpiti dal COVID, con due anni di stop, il nostro batterista vive a all’estero e faticavamo a trovarci anche per altri motivi… insomma, diciamo che le circostanze hanno un po’ rallentato l’avanzamento di tutto il processo, ma abbiamo colto l’occasione per studiare tutto nel dettaglio, fino ai più piccoli particolari. L’aspetto portante durante la fase di songwriting è stata la stesura di brani più complessi, senza però mai eccedere nella ricerca del tecnico ad ogni costo.

DA UN PUNTO DI VISTA DEL CONCEPT, MI SEMBRA CHE ABBIATE VOLUTO AFFRANCARVI – ALMENO IN PARTE – DA CERTE TEMATICHE LOVECRAFTIANE. DI COSA PARLA “EXTIRPATED LIGHT”? E SOPRATTUTTO, QUANTO SONO IMPORTANTI PER VOI I TESTI?
Matteo: – In questo album le tematiche lovecraftiane sono state in parte accantonate. Abbiamo voluto ricercare nei testi una parte più oscura, blasfema, forse più cattiva. Si è trattato di un leggero cambio di stile, ma ne siamo più che soddisfatti. La possiamo vedere come un’evoluzione che ci ha seguito anche in termini di composizione dei brani.

A DISTANZA DI SEI ANNI, VI SIETE AFFIDATI NUOVAMENTE ALL’EVERLASTING SPEW, ETICHETTA CHE DAL 2017 HA FATTO PASSI DA GIGANTE DIVENTANDO UN PUNTO DI RIFERIMENTO NEL PANORAMA UNDERGROUND DEATH METAL. IMMAGINO SIATE STATI FELICI DI RINCONTRARVI…

Matteo: – Con Giorgio siamo rimasti continuamente in contatto dall’uscita di “Soul Demise”. È professionale e sa fare il suo lavoro egregiamente! Possiamo ritenerci più che soddisfatti della nostra collaborazione.

ANCHE SE MI RENDO CONTO SIA DIFFICILE RISPONDERE, PERCHÉ – SECONDO VOI – UNA PERSONA CHE NON VI CONOSCE DOVREBBE DARE UNA CHANCE AD “EXTIRPATED LIGHT”?
Matteo: – Ma sai, una chance gliela si dà sempre ad un disco, e non perché si tratta del nostro. Credo comunque che abbia qualcosa in più a livello di suoni, acustica e composizioni, che riesca ad avvicinare più orecchie. A nostro avviso, non si tratta del solito album copia-e-incolla come può capitare di sentirne tanti in giro, e crediamo che con “Extirpated Light” si possa percepire la complessità che abbiamo voluto ricercare.

IL VOSTRO AMORE PER LA SCUOLA AMERICANA DI FINE ANNI NOVANTA/INIZIO ANNI DUEMILA È COME SEMPRE EVIDENTE, INSIEME A QUELLO PER ALCUNI GRUPPI EUROPEI PARTICOLARMENTE TECNICI E BRUTALI (PRIMI DECAPITATED, AD ESEMPIO). COSA VI AFFASCINA MAGGIORMENTE DI QUELLO STILE E DI QUEL PERIODO? NON ERANO TEMPI FORTUNATISSIMI PER IL GENERE, EPPURE REALTÀ COME NILE ED HATE ETERNAL RIUSCIRONO A FARE BRECCIA E A RISOLLEVARE LE QUOTAZIONI DEL MOVIMENTO…
Matteo: – Non credo ci siano mai stati tempi fortunati per il death metal (ride, ndR). Scherzi a parte, siamo cresciuti con quelle band, quegli album, abbiamo vissuto l’intera adolescenza con quei dischi e possiamo dire che ci hanno fatto le ossa. Ovvio che quando prendi in mano lo strumento il tuo inconscio ti porta a suonare quel tipo di death metal! Quello che ci affascina maggiormente delle band che hai citato è la loro capacità di riuscire a coniugare tecnica e ottimo songwriting senza mai far prevalere la prima sul secondo.

TRATTANDOSI DI UNA DELLE VOSTRE INFLUENZE PRINCIPALI, COSA NE PENSATE DEI MORBID ANGEL DI QUESTO SECONDO PERIODO CON STEVE TUCKER ALLA VOCE?
Matteo: – Chi non ha amato tutti i lavori con Vincent fino a “Domination”? Ma ritengo che con l’uscita di “Formulas” i Morbid Angel abbiano raggiunto un’evoluzione come modernità e aggressività che si possa ricondurre solo ed esclusivamente al loro stile. Di conseguenza, il ritorno di Tucker lo vedo come la solidificazione della band death metal per eccellenza. Ritengo invece il secondo periodo con Vincent molto infelice, per non parlare di “Illud”…

TRA LE VECCHIE GLORIE, C’È UN GRUPPO CHE PER QUALCHE RAGIONE CONSIDERATE SOPRAVVALUTATO? E UNO CHE INVECE PENSATE AVREBBE MERITATO MAGGIOR FORTUNA?
Matteo: – Dipende molto dai gusti, ed è giusto poi che alcune band sovrastino altre come onda mediatica e passaparola nel genere. La prima band che mi viene in mente (Matteo), che in parte ha goduto di meno fortuna rispetto a quella che merita, sono gli Psycroptic, anni fa li ascoltavo veramente ossessivamente. Ho visto che sono in tour con gli Archspire in questo periodo, e ciò non può che farmi piacere (l’intervista si è svolta a marzo, ndR).

COME PER OGNI ASCOLTATORE E/ O ASPIRANTE MUSICISTA, LA FORMAZIONE PASSA ANCHE DAI CONCERTI. QUAL È STATO IL PRIMO SHOW DEATH METAL A CUI AVETE PARTECIPATO DA RAGAZZI? CHE EMOZIONI E RICORDI ASSOCIATE A QUEL MOMENTO?
Fabio: – Nel 2005, a 18 anni, ho partecipato al mio primo concerto death metal a Trezzo sull’Adda, ancora nella vecchia location, ed è stata la prima volta che ho visto i Morbid Angel dal vivo… non c’è bisogno di aggiungere altro.
Matteo: – Al mio primo concerto death metal ‘serio’ mi sono goduto i Suffocation. Niente da aggiungere anche qui.
Cristiano: – Il mio risale al 2011, a Rossiglione. Partecipai al Metal Valley Open Air e vidi i Deicide!
Riccardo: – Rainbow, 2007, tour di “The Apostasy”, quando i Behemoth raggiunsero l’apice del death metal, accompagnati da Kataklysm e Aborted!

QUAL È L’ULTIMO DISCO DEATH METAL CHE VI HA DAVVERO IMPRESSIONATO?
Matteo: – “Neathereven” dei Revocation.
Fabio: – “Cancer Culture” dei Decapitated
Cristiano: – “Imperative Imperceptible Impulse” degli Ad Nauseam
Riccardo: – “Relentless Mutation” degli Archspire

LA VOSTRA LINE-UP È STABILE DA PIÙ DI UN DECENNIO. QUALE PENSATE SIA IL VOSTRO SEGRETO?
Matteo: – La nostra la possiamo definire una buona ricetta: ognuno ha il suo carattere, ma riusciamo ad amalgamarci e a lavorare bene insieme!

QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI PER IL FUTURO?
Matteo: – Ovviamente la priorità è l’uscita dell’album, poi abbiamo già in programma tre date insieme ai Devangelic. Confidiamo che questo lavoro ci porti più visibilità per riuscire a suonare anche in Europa! Ci sono festival veramente fighi ai quali ci piacerebbe partecipare, e crediamo di avere tutte le carte in regola per poterlo fare.

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