MAZE OF SOTHOTH – Sacrificio divino

Pubblicato il 30/03/2017 da

L’Everlasting Spew si conferma una piccola scopritrice di talenti. Dopo il chiacchieratissimo EP dei Gaerea e la ristampa di “Primordial Dominion” degli Skeleton of God, l’etichetta nostrana estrae dal cilindro un’altra perla, questa volta appartenente al circuito underground del Bel Paese e da annoverare tra gli esordi death metal più interessanti degli ultimi mesi. Miscelando con disinvoltura vecchia e nuova scuola, i Maze of Sothoth hanno infatti centrato un bersaglio di tutto rispetto, tanto che in molti stanno già parlando di “Soul Demise” come di una riuscitissima aggiunta al catalogo delle grandi opere di genere italiane, sotto ovviamente i vari “Architecture of Lust”, “Cobra Verde” e “Sedition”. Il tempo è comunque tutto dalla parte dei ragazzi di Bergamo, e non è detto che affinando ulteriormente la formula e insistendo sull’attività live il quartetto non riesca presto a sfidare gente come Antropofagus e Hour of Penance…

BENVENUTI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM. QUESTA E’ LA VOSTRA PRIMA INTERVISTA PER IL NOSTRO SITO, INIZIAMO QUINDI CON IL PRESENTARE LA BAND AI LETTORI: COME, QUANDO E PERCHE’ NASCONO I MAZE OF SOTHOTH?
“I Maze of Sothoth nascono per necessità di Fabio nel 2009, quando trovandosi in una situazione di stallo con altre band decise di creare un gruppo dove poter esprimere appieno la sua creatività musicale. Dopo aver iniziato a comporre i primi pezzi indipendentemente, Fabio conobbe Matteo e da quel momento i Maze of Sothoth iniziarono a prendere forma attraverso l’arrangiamento dei pezzi già composti, i quali da lì a poco sarebbero stati incisi sull’EP ‘Guardian of the Gate’. Col tempo e dopo vari cambi di line-up, trovammo stabilità con Cristiano e Riccardo, continuando a comporre pezzi al fine di distribuire un full length che potesse esprimere la nostra musica al meglio, cosa che abbiamo conseguito solo ora nel 2017, senza però rimorsi sul tempo che è passato. In questi anni abbiamo infatti arricchito il nostro stile, studiato i pezzi e ‘creato alchimia’ tra i vari componenti come persone e come band”.

AVETE DA POCO PUBBLICATO IL VOSTRO DEBUT ALBUM, “SOUL DEMISE”. COME LO DESCRIVERESTE AD UN ASCOLTATORE NON ANCORA ENTRATO IN CONTATTO CON LA VOSTRA MUSICA?
“Come detto, l’album ‘Soul Demise’ scaturisce da anni di lavoro assieme, e proprio per questo risulta vario nella sue sfumature ed influenze. Di sicuro non può essere un lavoro che appare uniforme e noioso; dietro ad ogni pezzo, infatti, c’è una storia di ideazione, evoluzione, ristrutturazione e finale incisione. Speriamo quindi possa offrire all’ascoltatore un death metal diretto, senza troppi fronzoli, ma neanche banale o ripetitivo, che dimostri il nostro impegno e coinvolgimento; dove la tecnica non è mai fine a se stessa ma utilizzata per esaltare la musicalità del brano”.

SUONATE IN MODO ULTRA CLASSICO E – AL TEMPO STESSO – RELATIVAMENTE MODERNO, COLLOCANDOVI IN UN LIMBO EQUIDISTANTE DA VARIE SCUOLE DEATH METAL. COME AVETE RAGGIUNTO QUESTO COMPROMESSO?
“Siamo semplicemente noi stessi. Nella composizione non ci diamo dei paletti, lasciamo spazio alla nostra pura creatività. Può esserci il pezzo che nasce da un’idea puramente old school o moderna, che tramite l’introduzione delle influenze dei singoli viene evoluto facendo coesistere, senza parassitismo ed in maniera naturale, vari volti del death metal. Non ci sentiamo però obbligati in questo a miscelare varie influenze, per esempio un brano può nascere con un’idea e concludersi su quella strada, risultando completo senza bisogno d’altro. In poche parole, ogni brano è sé stante, non ci limitiamo né ci sentiamo obbligati a dargli connotati particolari, a stravolgerlo”.

COME NASCE SOLITAMENTE UN VOSTRO BRANO? E QUALI RITENETE ESSERE GLI EPISODI PIU’ SIGNIFICATIVI DEL DISCO?
“Ci sono brani e brani, alcune parti sono composte dalla singola persona e poi arrangiate e sviluppate da tutti, mentre altri vengono composti in sala prove dall’intera band. Dipende comunque molto dal feeling che riceviamo nell’arrangiare i brani in sala prove, ci possiamo rendere conto che è la strada giusta, e quindi lavorarci, mentre in altri casi sentiamo il bisogno di stravolgerlo o addirittura lasciarlo da parte e passare a nuovo materiale”.

UNO DEI PUNTI A FAVORE DEL DISCO E’ SENZA DUBBIO L’ECCELLENTE PRODUZIONE. CHI SE NE E’ OCCUPATO? COME SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI?
“Non smetteremo mai di ringraziare David Zampini di A Mano Armata Dischi per l’eccellente lavoro! Siamo contentissimi del lavoro svolto, la passione e la professionalità. Le registrazioni si sono divise in due studi: prima la batteria, registrata al Cool Blue Studio di proprietà di Marco Preziosa, un lavoro eccelso, per poi spostarsi nello studio di David, dove abbiamo proseguito con le chitarre, il basso e le voci”.

COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON L’EVERLASTING SPEW? VI SENTITE SODDISFATTI DEL LAVORO SVOLTO FIN QUI DALL’ETICHETTA?
“Siamo entrati in contatto con Giorgio della Everlasting Spew Records grazie a conoscenze di Cristiano, instaurate durante la nostra continua frequentazione dei locali che propongono musica live”.

COME MOLTI ALTRI GRUPPI BLACK E DEATH METAL, VI ISPIRATE ALLA LETTERATURA DI H.P. LOVECRAFT PER LA CREAZIONE DEL VOSTRO IMMAGINARIO. COSA VI AFFASCINA DI PIU’ DI QUESTO AUTORE? A QUALI SUE OPERE FATE RIFERIMENTO NEI TESTI?
“Siamo tremendamente affascinati da questo autore per la sua capacità di inquietare senza identificarne, nella maggior parte dei casi, l’oggetto, il quale può essere liberamente interpretato dall’immaginario del lettore; e anche quando l’oggetto è meticolosamente descritto, il significato che può assumere varia da persona a persona. Le opere che ci hanno ispirato maggiormente sono ‘Il Richiamo di Cthulhu’, ‘Le Montagne della Follia’, ‘L’estraneo’”.

COME GIUDICATE L’ATTUALE PANORAMA DEATH METAL (IN PARTICOLARE QUELLO ITALIANO)?
“E’ sicuramente un genere molto attivo in italia, specialmente negli ultimi anni, con l’affermarsi di band come Antropofagus, Hour of Penance, Ade, Hideous Divinity, Warmblood, Grind Zero, Integral, Ad Nauseam, Helion. E’ stimolante per tutti essere in un contesto sano ed in crescita, acconsente di condividere grandi serate, vedere fedeli appassionati del genere e sempre più band che si buttano nel genere con grande entusiasmo”.

COME AVETE SCOPERTO IL DEATH METAL E PERCHÈ VI SIETE INNAMORATI DI QUESTO GENERE MUSICALE?
“Per tutti è una passione nata nell’adolescenza e coltivata in un susseguirsi di ascolti di varie band, che nella somma dei singoli ci ha fornito il bagaglio compositivo che ci caratterizza. Il death metal fornisce un ricco terreno, secondo noi, per coltivare diverse influenze e connotazioni, perciò rende ancora più interessante comporre pezzi liberamente, provando sempre più soluzioni. Inoltre, niente è meglio che suonare questo genere per sfogare creatività e rabbia in assoluta simbiosi”.

AVETE GIA’ CONFERMATO DIVERSE DATE A SUPPORTO DI “SOUL DEMISE”. QUANTO E’ IMPORTANTE PER VOI LA DIMENSIONE LIVE? PENSATE DI IMBARCARVI IN QUALCHE TOUR NEI PROSSIMI MESI?
“La dimensione live è importantissima! E’ estremamente piacevole vedere l’interesse del pubblico durante le nostre esibizioni. Come detto prima, ciò che percepiamo dalla sala prove per strutturare e costruire i pezzi è molto importante, ma il feedback ottenuto dal pubblico sotto al palco è il sigillo che ci conferma l’efficacia di un pezzo e la nostra capacità di trasmetterlo, in modo che qualsiasi ascoltatore possa emozionarsi o semplicemente farsi coinvolgere per quei minuti. Per ora i tour sono ancora in programmazione, speriamo presto di esportare la nostra musica ovunque sia apprezzata (e non)”.

CHI SONO I MAZE OF SOTHOTH NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI?
“Ingegneri, tecnici di laboratorio, operai, fidanzati”.

QUALI SONO I DISCHI CHE PIU’ ATTENDETE QUEST’ANNO?
“Siamo curiosi di assaporare i riff che scaturiranno dal nuovo disco in programma dai Morbid Angel, inoltre attendiamo con ansia le nuove fatiche di Dying Fetus ed Immolation (l’intervista è stata fatta a gennaio, ndR). Tutti gruppi che fanno parte delle nostre playlist da anni e anni. Parlando a livello locale, non vediamo l’ora che gli Antropofagus rilascino il nuovo album. Siamo poi sempre pronti ad offrire un ascolto a nuove uscite che non conosciamo; è sempre bello scoprire una nuova band da seguire. Certo, c’è chi tra noi sogna ancora un nuovo album dei Necrophagist”.

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