I Megadeth esistono ancora, e la prova è il fiammante “United Abomination”, un disco che torna alla pesantezza del glorioso passato con l’ispirazione che mancava al precedente “The System Has Failed”. Ne parliamo con il canadese Shawn Drover, ultimo arrivato alla corte di Dave Mustaine, canadese e fratello del chitarrista Glen: sotto fresche frasche nel backstage del Gods of Metal il batterista si dimostra una persona sveglia e loquace, nonché piena di sincero entusiasmo nel far parte dei Megadeth. Ecco Shown ai microfoni di Metalitalia…
“UNITED ABOMINATION” E’ STATO ACCOLTO IN MANIERA MOLTO CALOROSA NELLE CHART DI MEZZO MONDO: VI ASPETTAVATE UN RESPONSO TANTO CALOROSO?
“Era quello che speravamo, in realtà non sai mai quello che potrà accadere nelle classifiche di vendita. E’ stata una sorpresa molto piacevole scoprire di essere entrati così in alto in così tanti paesi”.
COME E’ NATO L’ALBUM?
“E’ nato prevalentemente durante lo scorso tour. Abbiamo cominciato a mettere giù qualcosa durante i soundcheck o nel backstage, e quando Dave decise di mantenere in vita i Megadeth abbiamo definito quelle bozze per circa un anno nei ritagli di tempo”.
IL PROCESSO DI STESURA DEI PEZZI PARTE SEMPRE DA DAVE?
“La grande maggioranza delle volte si, è un suo riff a far partire tutto, e pian piano ci si costruisce una canzone attorno. Dave ci coinvolge parecchio nel processo compositivo, e chiede sempre consigli e pareri sul suo operato, anche avendo l’ultima parola sulla canzone vera e propria. Ognuno poi è in grado di dare il suo contributo personale, ma la prolificità di Dave con in braccio una chitarra è devastante: abbiamo ancora moltissimo materiale di ottima fattura che può essere sviluppato…”.
I TESTI SONO RICCHI DI RIFERIMENTI POLITICI PIU’ O MENO ESPLICITI: CONDIVIDI LA PASSIONE PER LA POLITICA?
“No, non lo sono affatto. Dave si interessa costantemente, al contrario io sono nato in Canada, e anche se vivo negli Stati Uniti non mi sento parte della loro cultura, non in completamente almeno, quindi non mi piace seguire le questioni politiche statunitensi. In realtà ogni volta che accendo la televisione il TG trasmette qualcosa di brutto, e io tutta quella merda non la voglio neanche vedere, vorrei non venirci mai a contatto. La passione di Dave invece è esplicita, e con la grande conoscenza che ha accumulato è giusto che si esprima attraverso i suoi testi anche in quel senso. Certo ci viene presentato e sottoposto il tema e il testo di una canzone, e lo si modifica spesso assieme, ma non discutiamo certo di politica all’interno della band”.
COME SEI STATO SCELTO COME MEMBRO DELLA LINEUP?
“Glen ha avuto il posto per primo, ma all’ultimo momento, sei giorni prima dell’inizio del tour, Dave decise che voleva un altro batterista. Mio fratello mi propose subito, e poche ore dopo mi trovavo a Phoenix col resto della band. Quattro giorni di prove ed ero in tour… è stato rapido come uno schioccare di dita! Ero eccitatissimo, e questa carica mi ha permesso di imparare, in pochissimo tempo, tutti i pezzi degli anni ’90 – che non conoscevo affatto a dire il vero: le vecchie canzoni le sapevo a memoria ma niente di ‘System Has Failed’ perché non era ancora in commercio. Ho dovuto cancellare immediatamente quella voce che continuava a ripetere ‘Oh mio dio sono nei Megadeth!’ per lavorare il meglio possibile”.
SCEGLIERE IL REMAKE DI “A TOUT LE MONDE” COME PRIMO SINGOLO E’ UNA SCELTA ABBASTANZA DISCUTIBILE: CE LA SPIEGHI?
“Semplicissimo: è stata una scelta della casa discografica! Per quanto mi riguarda è una canzone molto buona e Cristina ha fatto un gran bel lavoro su di essa. Se mi avessero coinvolto avrei scelto qualcosa di più pesante, adoro i pezzi più heavy… ovviamente ‘A Tout Le Monde’ può raggiungere molte più persone anche al di fuori della scena metal, ha fatto estremamente bene il lavoro di singolo promozionale e anche il video è davvero ben riuscito”.
E DEI LACUNA COIL COSA MI DICI?
“Li adoro! Sono un grande gruppo e Cristina è una ottima cantante, li ho conosciuti dalla loro apparizione all’Ozzfest e successivamente mi sono procurato anche i vecchi lavori. Quando si parlava di un duetto Cristina è stata la prima cantante che mi è venuta in mente. Dopo aver vagliato diverse opzioni siamo tornati proprio su di lei, che si è dimostrata subito assolutamente entusiasta e partecipe: il risultato finale parla da solo!”.
E’ LA TUA PRIMA ESPERIENZA CON UNA ETICHETTA IMPORTANTE COME LA ROADRUNNER?
“E’ stata la mia prima esperienza, anche perché appena arrivato nella band i Megadeth avevano lasciato la Sanctuary: eravamo in tour senza etichetta. Stare sotto Roadrunner è veramente bello, perché ha una grande storia, è ancora una grande etichetta e a livello di promozione non c’è nulla di paragonabile, ad oggi hanno fatto un ottimo lavoro”.
SI PARLA TANTO DELLA FEDE RITROVATA DI DAVE MUSTAINE: NE PARLA MAI CON VOI COMPAGNI DI BAND?
“Crede in Dio. Non so se si possa parlare con cognizione di una fede ritrovata. Quello che è certo è che non ne discute molto, e la vive come una scelta assolutamente personale, privata. Non è che per far parte dei Megadeth si deve essere cristiani come lui, è una cosa distante anche dalla stessa band, e lo trovo giusto perché la religione è un argomento davvero grosso per essere discusso con tutti i fan del gruppo”.
…MA SI DICE CHE NON ABBIA VOLUTO DIVIDERE IL PALCO CON DEI GRUPPI APERTAMTENTE “SATANICI”…
“Onestamente non so dirti cosa accadde veramente, dissero che era stata una decisione di Dave, ma non so cosa è successo realmente o se le motivazioni sono state davvero quelle: il fatto è che non sono stato coinvolto e non posso di certo dire chi ha detto cosa a riguardo di chi. Di sicuro si tratta di un fatto isolato”.
LE CANZONI DEI MEGADETH INFLUENZANO CENTINAIA DI RAGAZZI: COME VIVI QUESTA SITUAZIONE?
“E’una sensazione bellissima. Agli show vedo molti giovanissimi con la maglia dei Megadeth, è un onore che tanti ragazzi si appassionino alla musica anche grazie a noi”.
COME TI TROVI ALL’INTERNO DEL GRUPPO? ESISTE QUALSIASI TIPO DI TENSIONE O MALCONTENTO?
“Andiamo molto d’accordo tra di noi, e questa è una cosa importante quanto essere un buon musicista. Se si creano delle tensioni, se vai sul palco e non riesci a star bene con un tuo compagno di gruppo il divertimento finisce. Questo non lo considero un lavoro, è quello che faccio per vivere ma deve rimanere anche una cosa che mi piace fare: è lo stesso per gli altri ragazzi del gruppo e a mio parere quando la gente ci guarda sul palco se ne può accorgere. Per questo posso dirti di far parte di una formazione stabile”.
COSA PENSI DELLO STATO ATTUALE DEL METAL?
“In Europa penso che il metal sia più popolare rispetto agli States, qui è pieno di ragazzi che sono veramente appassionati e che lo vivono come stile di vita. In America esiste tutto questo ma in una dimensione minore, perché gli appassionati di musica devono dividersi in altri generi molto popolari come il country e l’hip hop. Lo stato attuale è buono, molto meglio di una decina di anni fa, quando la musica grunge ha ucciso il genere quasi. L’Ozzfest l’ha riportato grande il genere in questi ultimi anni. In Europa non è mai morto per fortuna, e lentamente sembra stia crescendo anche qui, in maniera più lenta ma costante”.