I Megadeth sono tornati in ottima forma con il loro nuovo “Dystopia”, ed è indubbio come nuova linfa vitale sia stata portata anche dai recenti innesti di Chris Adler alle pelli e di Kiko Loureiro come chitarrista. Ed è proprio con il talentuoso brasiliano che abbiamo avuto il piacere di intrattenere una lunga chiacchierata, piena anche di intermezzi divertenti sul clima, la cultura e le città italiane che vi risparmiamo a beneficio della scorrevolezza e del contenuto musicale.
“Ciao, come stai? Tutto bene?” (in italiano, ndR)
CIAO KIKO! MA PARLI ITALIANO?
“No, non parlo italiano, solo un mix di italiano, poi spagnolo, portoghese: tu sai che c’è la convivenza con Fabio Lione, quindi parliamo un macchiato (sic) di [quelle lingue elencate] e di inglese…insomma, un casino totale! Però, per ogni imprevisto, meglio inglese, you know! (da qui in poi, si conviene di passare all’inglese, appunto, ndR)”.
COME VA, SEI GIÀ TORNATO A CASA IN BRASILE?
“No, sono a Los Angeles, mi sono fermato questa settimana per il Namm Show, una mostra mercato di strumenti musicali con gente da tutto il mondo, ne approfitto per incontrare un po’ di amici, anche dall’Italia. Amo davvero l’Italia e la vostra cultura, e non perché sto parlando con te: Da Vinci, Caravaggio, anche Garibaldi!”.
BE’, SAI CHE ANCHE L’ITALIA AMA TE E I MEGADETH, QUINDI TI CHIEDEREI DI INCOMINCIARE RACCONTANDO AI FAN ITALIANI CHE COSA POSSONO ASPETTARSI DA QUESTO “DYSTOPIA”.
“A mio parere è un album che suona davvero ‘Megadeth’, allineato con quello che è il concept della band, veramente ‘back to the basics’, ma senza ripetizioni e con la capacità di portare un suono nuovo, fresco, davvero 2016; certo, io sono in una posizione diversa rispetto a Dave e David, quindi per me è tutto nuovo ed eccitante, ma ho potuto constatare che anche loro la vivono così: sono veramente entusiasti del nuovo album, perché sanno che siamo riusciti a ottenere un perfetto incontro tra tradizione e modernità. E’ intenso, potente, politico, molto musicale. Ci sono grandi riff, grande gusto musicale, assoli, lunghe intro… ecco, in sintesi è un potente album thrash, con grande musicalità e una certa attitudine progressive; certo, non nel senso del rock progressivo, ma per le lunghe e complesse intro o la cura con cui sono conclusi i brani; è un album moderno di una band leggendaria, lo pensiamo tutti, nella band. E anche Chris, che si trova in una posizione simile alla mia, è entusiasta di trovarsi a lavorare in una band così iconica”.
GUARDA, NON POSSIAMO CHE ESSERE D’ACCORDO: ABBIAMO DAVVERO APPREZZATO L’ALBUM, E NONOSTANTE CI FOSSERO TANTE ASPETTATIVE PER UN ALBUM DI RITORNO AL PASSATO, ANCHE PER ALCUNE DICHIARAZIONI DI DAVE, C’È MOLTO DI PIÙ: È FRESCO, DIRETTO E COME DICEVI TU AFFONDA LE RADICI NEL PASSATO MA GUARDA ASSOLUTAMENTE AL FUTURO.
“Ah, certo! Penso che Dave sia davvero un grandissimo songwriter, sa scrivere belle melodie con un grande stile; non posso che ammirarlo, davvero: suono la chitarra in diverse band da più di vent’anni, ma ammiro chi dopo una vita sa ancora sperimentare; hai una storia alle spalle e degli album leggendari, eppure vuoi ancora mettere qualcosa di nuovo. Se guardi a molte band, non solo metal, ci mettono un sacco a comporre un nuovo album, perché la gente si aspetta comunque qualcosa di specifico. Ma se inizi a vent’anni o giù di lì, come fai a trenta o quarant’anni a suonare le stesse cose ed essere ancora interessante? Ci vuole impegno e coraggio a proporre qualcosa di nuovo a chi si aspetta sempre le stesse cose. Ecco perché ammiro la capacità di restare umile, innocente in qualche modo, sempre fresco; e i fan se ne accorgono, quando vuoi proporre qualcosa di interessante”.
HO LETTO NELLE NOTE DEL PROMO CHE SEI STATO COINVOLTO NELLA COMPOSIZIONE DI ALMENO QUATTRO TRACCE; HO I MIEI SOSPETTI DI QUALI SIANO, PERCHÉ SI SENTE DECISAMENTE UN SUONO ‘KIKO’ QUA E LÀ. POI MAGARI ANALIZZEREMO LE CANZONI, MA UNA DOMANDA VIENE SPONTANEA: STAI GIÀ CERCANDO DI RUBARE IL POSTO COME COMPOSITORE PRINCIPALE A DAVE?
“(ride, ndR) No, no! Anzi, ti dirò: anche negli Angra non sono mai stato un compositore in senso stretto; certo, negli anni ho acquistato più fiducia, ho registrato anche i miei album da solista, e ho imparato a godermi questo processo. Quindi, semplicemente, quando sono arrivato in studio, con una band completamente nuova, nuovi fan, un altro livello della scena musicale, ho cercato prima di tutto di osservare e ricevere degli input, piuttosto che dare io delle idee. Osservare e assorbire cosa stava accadendo, quali risultati si cercavano, cosa fossero i Megadeth. Poi poco alla volta sono diventato più sicuro di me, e ho iniziato a inserire piccole cose, delle note, delle idee qua e là; sai, quando sono entrato nella band il grosso dei riff e della struttura dei brani erano già pronti, o quantomeno il processo era già in corso. Sono stato sei settimane in studio a conoscere i ragazzi, di cui due dedicate alle mie registrazioni, e penso di aver dato il mio piccolo aiuto: amo scambiare opinioni e contribuire. Alcune mie idee non erano perfettamente allineate coi Megadeth, altre lo erano del tutto… insomma, penso che la cosa principale, in studio, sia scambiarsi idee, anche quelle che poi non verranno utilizzate. E così, alla fine, man mano che cresceva la mia sicurezza, alcune idee sono rimaste sull’album, ed è una grande cosa!”.
ABBIAMO AVUTO COMUNQUE LA SENSAZIONE CHE ALCUNI ASSOLI SIANO DECISAMENTE SUONATI DA TE, SI SENTE IL TUO TOCCO. PER ESEMPIO “POISONOUS SHADOWS” HA DEGLI ELEMENTI DECISAMENTE ‘CLASSICI’, CHE FANNO PENSARE CHIARAMENTE AL TUO CONTRIBUTO.
“Be’, sai anche Dave e gli altri ragazzi amano la musica classica, e qualche tocco non è una novità, nei Megadeth. Dave ha registrato qualcosa anche con l’orchestra di San Diego, se non sbaglio, e persino la prima canzone del loro primo album [Last Rites, ndR] inizia con un pianoforte! Per cui sapevo che portare qualcosa del genere avrebbe funzionato in un album dei Megadeth; chiaro, non puoi fare un album sinfonico, ma un piccolo tocco è decisamente in linea con la band, per tanti esempi di orchestrazioni presenti nei loro album, anche se non puoi usarle in ogni brano. E quindi ecco che ero semplicemente seduto al piano a strimpellare e ci siamo detti ‘perché non utilizzarlo per l’outro di alcuni brani?’, dando un tocco à la Chopin. E’ così che funziona il processo creativo in studio, come detto prima, cercando la miglior soluzione per ogni brano”.
VERISSIMO, QUESTI ELEMENTI CI SONO SEMPRE STATI. QUINDI DICIAMO CHE IL TUO INSERIMENTO NELLA BAND È STATO PERFETTO PER QUESTO TIPO DI SONORITÀ. E’ ABBASTANZA EVIDENTE COME, SIA TU CHE CHRIS, SEBBENE ENTRATI DA POCHI MESI, SIATE DECISAMENTE ORGANICI, NEL SUONO DEI MEGADETH. COSA PENSI DI QUESTA LINE-UP? HO LETTO IN UNA RECENTE INTERVISTA CHE LO STESSO DAVE VI VEDE COME LA MIGLIOR FORMAZIONE DA PARECCHIO TEMPO A QUESTA PARTE.
“Sai, è bello sentire sensazioni positive, e sicuramente c’è una bella vibrazione. Amicizia, la voglia di fare grandi cose; io posso solo dire che spero di essere a un ‘livello Megadeth’: sono una band che ha fatto grandi cose negli anni ’80, cose leggendarie nei ’90, album storici. Quello che possiamo ottenere è che i fan pensino ‘wow, questa line-up è potente, si divertono e suonano grande musica’. La musica è la miglior risposta, il resto non conta. Penso che ci sia un elemento che non viene mai citato: il tempo. Abbiamo un nuovo album appena uscito, quindi ora è un momento di ottimismo, ma al tempo stesso, quando hai alle spalle album leggendari, è difficile confrontarsi o far meglio; parliamo di album che, senza esagerare, hanno segnato la vita di tanta gente per vent’anni. Perché è così per tutta la musica, ma soprattutto per l’heavy metal: diventa la colonna sonora della tua vita. E non puoi cambiarlo: ragazzi cresciuti ascoltando ‘Rust In Peace’ o ‘Killing Is My Business’… ecco, sono parte della loro vita, gliel’hanno cambiata, è qualcosa di ormai immutabile. Non potremo mai fare qualcosa di meglio di quello, almeno per quelle persone, capisci cosa intendo?”.
NON DIRMELO: ERAVAMO RAGAZZINI QUANDO USCIRONO QUEGLI ALBUM, E NON È SOLO QUESTIONE DI NOSTALGIA PER QUEI TEMPI!
“Esatto, ti connetti a un’altra parte del cervello, e non lo batterai mai. Ma puoi fare comunque qualcosa di esaltante e qualcuno di quei ragazzi dirà ‘Wow, amo ancora questa band!’. Perché suonano ancora grandi, notevoli e questo nuovo album, magari, diventerà la colonna sonora di questo momento della loro vita. Penso che la cosa bella dell’avere me e Chris nei Megadeth sia che abbiamo grande esperienza nel suonare in una band, del fatto di vivere di musica; anche per me risentire ‘Angels Cry’, che è del 1994, è qualcosa per cui penso ‘caspita, irripetibile’, qualcosa di difficile da battere, ma puoi sempre fare qualcosa di nuovo e di esaltante. E devo dire che fin’ora tutti i commenti sono positivi, e ne sono davvero felice. E magari qualcuno che ha quattordici anni oggi ci scoprirà con ‘Dystopia’ e diventerà il suo album mitico”.
CONFERMIAMO TUTTO, COMPRESO L’APPREZZAMENTO PER “ANGELS CRY”. E DOBBIAMO CONFESSARE CHE, SEBBENE I MEGADETH SIANO SEMPRE STATI UNA BAND DIGNITOSA, IL VOSTRO APPORTO SI SENTE, IN QUESTO ALBUM; LA SENSAZIONE CHE NEI PRECEDENTI LAVORI DAVE (E DAVID) AVESSERO AL LORO FIANCO DELLE SPECIE DI TURNISTI O POCO PIÙ ERA FORTE; SENZA PARTICOLARI CONNESSIONI, SENZA QUEL LAVORO INSIEME IN STUDIO DI CUI PARLAVI. “DYSTOPIA” È DAVVERO UN ALBUM CHE ABBIAMO ASCOLTATO PER UN MESE CON PIACERE, GODENDOCELO.
“Grazie, grazie mille (in italiano, ndR). Guarda, penso che ci siano vari modi per ottenere quelle vibrazioni particolari, un processo creativo che esula dall’andare in studio e suonare le giuste note. La magia è quasi intangibile, non è misurabile, la musica la senti (‘you feel it’, ndR) e stop. Non voglio diventare troppo filosofico, ma è una questione di vibrazioni ed energia che crei in studio tra i musicisti e se lo fai bene puoi sperare che chi lo ascolta pensi ‘ecco, la band sta facendo qualcosa di speciale’. Ecco perché ci sono dei gruppi e degli album veramente speciali, anche tra band eccezionali. Tipo ‘The Dark Side Of The Moon’ o ‘Led Zeppelin IV’: c’è sempre qualcosa di magico, a un certo punto, nella storia di alcune band”.
E NON È SOLO QUESTIONE DI QUALITÀ. QUALCHE VOLTA C’È DAVVERO UNA MAGIA, UN CLICK SPECIALE, DIFFERENTE.
“Esatto, scatta qualcosa anche solamente nel processo di registrazione. Parlo in generale, quindi non solo dei Megadeth o degli Angra, ma spesso capita di inseguire una formula che funziona e perdi completamente quella magia; non funziona, ma è impossibile deciderlo a priori, provi, sbagli, riprovi”.
E POI NON CI SAREBBE NESSUNA SORPRESA PER I FAN; QUINDI FORSE, A VOLTE, VALE LA PENA DI PROVARE E SBAGLIARE. E OTTENERE POI COME RISULTATO CHE QUALCUNO POSSA DIRE CHE DYSTOPIA È GRANDIOSO, CHE FA PENSARE A “RUST IN PEACE”… DIREI CHE È BELLO OTTENERE QUESTO EFFETTO.
“Sì, ritengo che quello sia l’obiettivo; che i fan pensino ‘amo questa band e tutto quello che ha fatto’, ma qualche album risulta speciale per molte persone. E spero che questo disco possa diventare una pietra miliare nella discografia dei Megadeth, che venga visto come un momento particolare nella loro storia. Avere diversi momenti unici, e io sarei felice di esserne parte con ‘Dystopia’”.
FACENDO UN VELOCISSIMO TRACK-BY-TRACK DELL’ALBUM, DICIAMO, “DYSTOPIA” INIZIA CON UNA SEQUENZA DI CANZONI MOLTO CLASSICHE QUANTO A SUONO MEGADETH, COME “THE THREAT IS REAL”, LA STESSA TITLE TRACK, O “FATAL ILLUSIONS”, CHE CI HANNO DECISAMENTE RIPORTATO AI FASTI DEL PASSATO, CON QUALCOSA CHE RICORDA “PEACE SELLS…” O “RUST IN PEACE”, COME GIÀ DETTO; MA AL TEMPO STESSO, CI SONO DIVERSI TOCCHI PARECCHIO MODERNI O PARTICOLARI, COME “POISONOUS SHADOWS”. E ANCORA SPERIMENTAZIONI: SOPRATTUTTO PER IL CANTATO, COME IN “POST AMERICAN WORLD”, PER QUANTO SIA SEMPRE MOLTO RICONOSCIBILE LO STILE DI MUSTAINE. E’ CHIARA LA SENSAZIONE CHE VI SIATE DIVERTITI, A REGISTRARE QUEST’ALBUM.
“E’ esattamente così, come ti accennavo. Abbiamo provato roba diversa: nella pura struttura delle canzoni, nell’inserimento di passaggi acustici, nella ricerca di riff davvero ‘heavy’, orchestrazioni…sì, insomma: ogni canzone ha qualcosa di speciale, a modo suo”.
UNA CANZONE CHE CI HA PARTICOLARMENTE COLPITO, DOVENDO SCEGLIERNE UNA, È PROBABILMENTE PROPRIO “POST AMERICAN WORLD”: UN PERFETTO EQUILIBRO TRA LE MELODIE, IL CANTATO PIÙ ABRASIVO DI DAVE, UN RIFF POTENTE, GRANDI CORI. POSSIAMO CHIEDERTI QUAL È LA TUA CANZONE PREFERITA?
“Uhm, ti dirò: vedo l’album come un insieme completo, non mi piace scegliere un pezzo. Mi piace ‘Dystopia’, poi ‘Poisonous Shadows’ perché ha un mood diverso, mi pace che siamo riusciti a creare qualcosa di diverso dal puro suono dei Megadeth. Ma, appunto, vedo l’album come un lavoro unico, una sinfonia, con le sue diverse parti. Ma questa è una domanda a cui non so rispondere per nessuno degli album che ho registrato: si tratta sempre di qualcosa che identifico con un momento e una situazione specifica: [in questo caso] sei settimane a Nashville, ero nuovo nei Megadeth, e tutti i ricordi collegati. Le sensazioni sono tutte connesse, amo un riff qui, una melodia là, un passaggio di basso… Se dovessi scegliere, be’, sicuramente è stata una sfida, per me, registrare ‘Conquer Or Die’, non perché sia il pezzo migliore, ma perché è uno strumentale, ed è particolare; o, sicuramente, amo ‘Dystopia’, la stessa ‘Post American World’ o cito di nuovo ‘Poisonous Shadows’, per la possibilità di creare qualcosa che suonasse ‘Kiko’, pur restando dura, cupa senza grande sfoggio di chitarra. Pur restando una bella opportunità per far sentire che ci sono anch’io, nella band”.
E DECISAMENTE LA TUA PRESENZA SI SENTE, NON SI HA SOLO L’IDEA CHE CI SIA UN NUOVO CHITARRISTA E STOP, COME DETTO: SI SENTE CHE QUESTO CHITARRISTA È KIKO LOUREIRO. CAMBIANDO ARGOMENTO, PUOI DIRMI QUALCOSA DEI TESTI? L’IDEA CHE CI SIAMO FATTI È CHE SI PROSEGUA NEL TIPICO SOLCO DEI MEGADETH, CON UNA CERTA VISIONE SULLA POLITICA E LA SOCIETÀ, FORSE CON QUALCHE SEGNALE IN PIÙ DI SENSAZIONI PERSONALI.
“Sai, questa domanda sarebbe da fare a Dave, che ha scritto tutte le lyrics. Posso dirti che, sicuramente, c’è la solita presenza di politica, di fatti di cronaca e del lato oscuro della società. Ho letto uno striscione qualche giorno fa che proponeva Dave come presidente, o qualcosa di simile (ride, ndR): sai, molte persone si rendono conto che [Dave] è diverso da molti altri cantanti, ti fa pensare, e questa è una cosa davvero positiva, che qualcuno ascolti una canzone e pensi ‘ma cosa vuol dire? Fammici pensare!’. E devo confessare che, essendo stato in studio mentre realizzava i testi, sono stato felice di seguirne il processo dall’interno: è davvero un grande songwriter, specie in ambito heavy metal; ha la grande capacità di esprimere il suo punto di vista e approfondire molti temi, anche con grande cura per la forma”.
PUOI ESTENDERE ANCHE I NOSTRI COMPLIMENTI A DAVE PER I TESTI. ANCHE QUANDO LO ASCOLTAVAMO VENT’ANNI FA E PIÙ, LE SUE LYRICS AVEVANO DECISAMENTE UNA PROFONDITÀ DIVERSA DALLA MEDIA DEGLI ALBUM THRASH DEL TEMPO.
“Sì, Dave ha la capacità di andare in profondità, è un uomo…non so se intelligente sia la parola giusta, ma è uno che pensa, legge molto, ha il suo punto di vista. E non importa se sei d’accordo con lui o meno, diciamo”.
PERSONALMENTE, A VOLTE CI TROVIAMO PARECCHIO IN DISACCORDO CON LE SUE OPINIONI O ALCUNE SUE DICHIARAZIONI.
“Sì, è il mio stesso pensiero: comunque sia, ti fa riflettere e polarizza un’opinione; non sono d’accordo, alle volte, ma ci rifletto. Sai, è anche cresciuto in un’America diversa dalla mia, ma è anche un uomo che – come tutti noi musicisti che ci imbarchiamo in tour – ha girato ovunque, il che ti aiuta molto ad avere opinioni personali sulla politica o su come vada il mondo. Suoni in Scandinavia, poi in India, Sudamerica: hai modo, insomma, di formarti un pensiero”.
POSSIAMO CHIEDERTI QUAL È IL TUO EFFETTIVO COINVOLGIMENTO CON LA BAND? E’ CHIARO, DA QUANTO CI HAI DETTO, CHE TI SEI DEDICATO AL 100% A QUESTO ALBUM, MA CI CHIEDEVAMO SE RIUSCIRAI A CONCILIARE QUESTO IMPEGNO CON IL TUO RUOLO NEGLI ANGRA, DI CUI SEI PUR SEMPRE UN MEMBRO FONDATORE.
“Ne parlavo proprio l’altro giorno con Dave, nel preparare il tour dei Megadeth. Ho suonato fino all’anno scorso con gli Angra, ma adesso c’è questo ragazzo, Marcelo Barbosa, che suona al posto mio in tour: purtroppo sono una persona sola, non posso essere in due posti al tempo stesso. Ma è stato deciso tutto serenamente coi ragazzi degli Angra, sono assolutamente contenti per me, mi supportano, ma ovviamente non possono aspettare che io finisca il tour dei Megadeth e non suonare: è una cosa che amano anche loro ed è anche la fonte di sostentamento, ovviamente! Sono sempre in contatto con loro, per aiutarli e per qualunque cosa di cui abbiano bisogno: sono sempre la mia famiglia. Sono la mia band ben al di là della sola dimensione musicale, ma parlando anche con il management e con Rafael era chiaro che non potevo stare in due band allo stesso tempo. Forse se avessi vent’anni in meno, non avessi una figlia potrei anche stare in giro per un anno intero, senza ricordarmi di avere una casa. Ma per ora è meglio così, penso”.
MA POSSIAMO QUINDI RITENERE CHE SARAI ALMENO PARTE DEL PROCESSO CREATIVO PER I PROSSIMI LAVORI DEGLI ANGRA?
“Uhm, non so: ora è troppo presto per dirlo, vedremo. Certo, posso comporre qualcosa, e vedere se ai ragazzi piace e poi magari lo registreranno loro, non penso sia un problema, l’ho già fatto per altri artisti. Vediamo col tempo, ma per ora non è previsto. Comunque ho visto i ragazzi a settembre, dopodiché han fatto tre date, si son fermati e stanno decidendo cosa fare, ma tutto procede tranquillamente; penso sia diversa la situazione per Chris Adler, che è coinvolto al 100% in una band che va alla grande, sempre in tour, e di cui è forse anche il frontman, per certi versi”.
ULTIMA DOMANDA, ALLORA [PRIMA DELLA QUALE, SOGGHIGNANDO, KIKO CI HA FATTO NOTARE CHE AVEVA SOLO VENTI MINUTI, MA NON SI È ACCORTO CHE CHIACCHIERAVAMO DA QUASI TRE QUARTI D’ORA, NDR]. SEI SULLA SCENA DA QUASI VENTICINQUE ANNI, ORMAI, E QUINDI IN QUALCHE MODO SEI UN PADRE DEL METAL. COM’È STATO DA QUESTO PUNTO DI VISTA LAVORARE CON DEI VERI NONNI, AL CONFRONTO, COME DAVE E DAVID?
“Be’, sì, sono in giro da un bel pezzo, ma loro sono partiti dieci anni prima, il che fa una gran differenza: sai, quando ho iniziato la mia carriera loro avevano già fatto uscire dei veri classici del genere, mi ricordo di essere andato a vederli nel 1992 al Rock In Rio, con Marty Friedman e Nick Menza, e anche in altre quattro o cinque occasioni, finché non ho anche suonato a festival assieme a loro con gli Angra. Che dire? C’è un sacco da imparare da loro: quello che hanno fatto negli anni ’80 e all’inizio dei ’90… insomma, quando io sono arrivato sulla scena avevano già dieci-quindici anni di successo, e un successo di un altro livello, oltre al rapporto con un’industria discografica di un altro livello. Se questa era la domanda, ti dico: entrambi loro sono dei mentori. Certo, ho una buona esperienza per poter discutere con loro, ma, appunto, sono dei veri maestri”.
GRAZIE DELLA BELLA E LUNGA CHIACCHIERATA, KIKO!
“Grazie a voi, ci vediamo al Gods Of Metal!”.