MEGADETH – “Take no shit!”

Pubblicato il 20/09/2017 da

Immaginate un afoso pomeriggio di agosto: nubi temporalesche imperversano su Sesto San Giovanni minacciando piogge in grado di trasformare il Carroponte in un Wacken nostrano. Immaginate la tensione di migliaia di persone accorse per il ‘Dystopia Tour’ dei Megadeth, che scalpitano fuori dai cancelli per entrare. Un tour lunghissimo che tocca di nuovo l’Italia da quando è cominciato e che ci ha permesso di scambiare quattro chiacchiere con il carismatico Dave Mustaine. Spocchioso? Irriverente? Attaccabrighe? Beh, il personaggio che ci siamo trovati davanti è certamente diverso da quello che era ai tempi d’oro, ma non troppo: un signore con i suoi sogni e i suoi obiettivi, ma sempre pronto ad asfaltare verbalmente il proprio interlocutore in caso di una domanda troppo azzardata. Parrebbe, comunque, che “Dystopia” e tour annesso siano andati talmente bene da aver fatto tornare un po’ di buonumore anche a uno come Dave Mustaine, visto che, nonostante fosse stanco per la quantità serratissima di concerti sostenuti, ha risposto gentilmente alla nostre domande. Certo, come di suo solito l’ha fatto glissando quelle che non gli piacevano e cambiando totalmente argomento in altre, ma nonostante il suo carattere Dave resta un mostro sacro dell’heavy metal ed è sempre un piacere sentirlo parlare della sua musica e dei suoi progetti.

Artista: Megadeth | Fotografo: Francesco Castaldo | Data: 8 agosto 2017 | Venue: Carroponte | Città: Sesto San Giovanni

 

CIAO DAVE, È UN PIACERE AVERTI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM. PRIMA DI TUTTO VORREMMO CHIEDERTI: SEI SODDISFATTO DI COME È ANDATO QUESTO ‘DYSTOPIA TOUR’ E DI COME LA GENTE HA RECEPITO IL NUOVO DISCO?
– Certo che lo sono. Sai, non ho mai scritto un disco pensando a come il pubblico l’avrebbe potuto recepire. Eppure, quando ho cominciato a girare con il tour e a leggere i commenti delle persone, mi sono sentito felice. A volte la gente non apprezza i miei dischi perché non apprezza me come persona, invece stavolta è stato davvero fantastico. Penso che sia dovuto al fatto che col tempo la gente cambia idea, persino da un anno all’altro, voglio dire: quante persone stanno ancora a guardare il logo del PMRC (ridiamo, si tratta del logo del Parental Advisory per i CD con contenuti scurrili/scabrosi, ndR)? Comunque è stato veramente fantastico: ho visto un sacco di facce nuove e platee strapiene per i nostri concerti, sembrava quasi di essere tornati negli anni Ottanta. Dal mio punto di vista è stato praticamente come rinascere, è stato un anno totalmente opposto rispetto ai primi Duemila dove stavo malissimo, quando a momenti avevo addirittura paura di fare gli assoli! Vedere che c’è ancora gente che crede nel metal è fantastico.. Mi rendo conto che prima o poi mi ritirerò anche io, ma aver fatto tutte queste date per il tour e aver conosciuto tante band nuove è una cosa che mi ha rincuorato riguardo lo stato attuale della nostra musica.

HAI GIÀ INIZIATO A PENSARE AL NUOVO ALBUM?
– Continuo a scrivere pezzi da quando ho iniziato a fare il musicista e sono sempre ispirato, oggi più che mai. Sai come diciamo noi musicisti, no? È come se avessimo una canzone nel nostro cuore. Alcune delle mie canzoni preferite le ho scritte addirittura quando ero nei Panic, come il testo di “Hangar 18” e “Jump In The Fire”. Ancora adesso, quando annuncio “Hangar 18” ai concerti, mi sento ancora come quando ero un ragazzino di quindici anni che buttava giù le sue prime idee. Quindi si, l’ispirazione c’è, vedremo cosa salterà fuori quando torneremo a casa dopo il tour.

“DYSTOPIA” È PIACIUTO A MOLTI PERCHÉ È UN DISCO MOLTO ‘TECNICO’, ANCHE GRAZIE ALLA PRESENZA DI KIKO LOUREIRO. CONTINUERAI SU QUESTA STRADA PER IL PROSSIMO DISCO?
– Assolutamente si. Kiko è stata la cosa migliore che mi sia capitata da tanti anni a questa parte: in un chitarrista cerco attitudine, abilità e modo in cui questa persona si pone sul palco. Ho varato un sacco di musicisti bravissimi dal punto di vista tecnico ma che facevano cadere le braccia quando aprivano bocca, un sacco di gente che aveva zero attitudine… Una volta chiesi addirittura a mio figlio cosa ne pensasse di un tizio e lui mi rispose “Papà, questo ragazzo è più piccolo di me”, che merda (ride, ndR)! Ero veramente disperato, alla fine ho chiesto al nostro manager di darmi una nuova lista e l’ultimo nome di questa lista era proprio quello di Kiko. Avevo intervistato chitarristi per due o tre mesi e alla fine, quando stavo per arrivare a lui, mi chiama David Ellefson e mi fa: “Ehi Dave, ho trovato un tizio spettacolare, devi assolutamente ascoltarlo”, io gli chiedo: “E chi diavolo sarebbe?” e lui mi risponde: “Kiko Loureiro”. Io scorro la lista, vedo il suo nome in fondo e rispondo a David: “Vaffanculo! Potevi dirmelo diciannove interviste fa!” (Risate generali, ndR) Con Kiko è stato amore a prima vista: ci troviamo benissimo sia in studio che sul palcoscenico: non mi succedeva da tanti anni.

CONTINUERAI A PRENDERE LEZIONI DI CANTO DOPO LA TUA OPERAZIONE ALLA GOLA?
– Si, attualmente mi sto sentendo con la cognata di Kiko e continuerò per questa strada. La voce è il mio secondo muscolo, da quando ho smesso di fumare e mi hanno operato faccio il possibile per prendermi cura di me. Ultimamente sto anche guardando dei video che si possono trovare su internet con gente come Stallone e Schwarzenegger che fa discorsi motivazionali, perché mi aiutano a tenere alto lo spirito e a ritrovare la forza anche in serate in cui non avrei voglia di uscire dal tour bus. Mi ispirano voglia di fare, un passo dietro l’altro per vincere e realizzare i miei obiettivi. Le ultime parole di “Take No Prisoners” sono “Take no shit”, ed è un concetto che ultimamente mi torna in mente parecchio. Per concludere mi fa ridere che spesso le persone vengono sui miei canali social e mi scrivono cose come “Wow, sei un idolo per me!” o “Sei un duro”… Chissà cosa penserebbero se mi conoscessero davvero (risate, ndR)!

COSA NE PENSI DI TUTTE QUELLE BAND CHE ULTIMAMENTE CELEBRANO I LORO VECCHI ALBUM CON DEI TOUR DI REUNION O CONCERTI SPECIALI?
– Intendi dire quello che molti hanno fatto per tantissimi anni (risate, ndR)? Secondo me comunque è una bella cosa se ti puoi permettere di farlo. Ci sono tante canzoni che nei tour non si possono includere facendo una scaletta e penso che molti abbiano il rimpianto di non averle mai potute suonare dal vivo, quindi non ci vedo niente di male. A mio parere puoi farlo, ma solo se senti una fiamma che ti riporta a scoprire determinate sfumature dei dischi che hai scritto.

RECENTEMENTE IL MONDO DELLA MUSICA È STATO INVESTITO DAL DIBATTITO SUI SERVIZI DIGITALI COME SPOTIFY E SIMILI: COSA NE PENSI DI QUESTE NUOVE PIATTAFORME?
– Evito di risponderti perché sicuramente qualcuno fraintenderebbe le mie parole. Purtroppo a molti non importa del fatto che stiamo chiacchierando tranquillamente davanti a una birra: ogni volta che esce una mia intervista dove parlo di qualche argomento scottante sono pronti a saltarmi sempre alla gola.

FIGURATI DAVE, CI MANCHEREBBE. PIUTTOSTO: HAI AVUTO TANTE COLLABORAZIONI NEI TUOI DISCHI, L’ULTIMA DELLE QUALI IN “DANCE IN THE RAIN” CON DAVID DRAIMAN. PENSI CHE RIFARAI ANCORA UNA COLLABORAZIONE DI QUESTO TIPO?
– Dipende. Sai, in questi casi è quando ti metti a scrivere una canzone che ti rendi conto quanto starebbe bene una voce in più rispetto alla tua, mentre se parti con lo spirito di voler includere subito qualcuno finisce per diventare una distrazione, a meno che non ci sia qualcosa di davvero particolare o qualche persona che conosci in tour che ti convince particolarmente. In questo momento la mia intenzione, comunque, è suonare il più possibile con la nuova line-up per migliorare il feeling: voglio che ognuno si rimbocchi le maniche e faccia il più possibile la sua parte.

SE DOVESSI SCEGLIERE: C’È UNA GIOVANE BAND CHE PORTERESTI IN TOUR CON I MEGADETH?
– Porterò la nuova band di Joey Jordison, i Vimic, in tour con noi per quanto riguarda le date in Sud America. Per il resto non mi viene in mente nessuno.

IN AUTUNNO FARETE UN TOUR CON GLI SCORPIONS DA CO-HEADLINER: SEI CONTENTO DI DIVIDERE NUOVAMENTE IL PALCO CON RUDOLPH SCHENKER E GLI ALTRI? SO CHE LUI È UNO DEI TUOI CHITARRISTI RITMICI PREFERITI.
– Assolutamente, non vedo l’ora! Sai, sono stato fan degli Scorpions fin da ragazzino, quando mi esercitavo facendo gli assoli di Michael (Schenker, ndR). Sono anche contento perché è parecchio che non ci facciamo una bella chiacchierata, l’ultima volta sarà stato in Arizona, mentre ricordo bene la volta prima quando siamo stati chiamati per i Classic Rock Awards a Tokyo. È difficile rimanere in contatto tra musicisti, proprio per questo sono contento del fatto che faremo un po’ di date assieme.

PENSI CHE IL METAL SIA ANCORA UN GENERE CHE SPAVENTA LE PERSONE? VOGLIO DIRE: SAPPIAMO CHE HAI SEMPRE AVUTO UN SACCO DI PROBLEMI CON POLITICI E ALTRI PERSONAGGI CHE NON CAPIVANO LA TUA MUSICA.
– Il fatto è che nessuno ha voglia di mettersi in testa di capire chi sta sul palcoscenico. La gente non ha voglia di ‘sprecare’ il suo tempo per capire gli altri e lo vediamo da quanti conflitti ci sono in giro per il mondo: sono tutti troppo impegnati a additare il diverso. Io sono diverso: se io non capisco una domanda che mi fai, molto tranquillamente, ti chiedo di ripetermela e non solo perché siamo seduti qui a fare una intervista. Lo faccio perché là fuori ci sono molti ragazzi che mi seguono e penso che se non fossi onesto l’unica cosa che farei sarebbe fare un danno a me stesso. Ogni volta che sono qui la prima cosa che faccio, non importa se è colazione, pranzo o cena, è prendermi un bel piatto di maccheroni (risate, ndR), ma in generale il cibo locale è una cosa che apprezzo sempre ovunque io vada. Molti pensano all’Italia soltanto per la moda o quelle cose, per me invece è divertente vedermi anche i paesini, sentire il calore dei fan e pensare che questa gente si spacca il culo, va all’università, lavora in qualche ditta, ha una famiglia e le sue cose a cui pensare. Eppure alla sera vengono al concerto in migliaia: io voglio che questa gente si diverta, voglio che per un’ora e mezza stacchino la testa e non pensino al sole che tramonta e al fatto che magari il giorno dopo si ricomincia con la solita routine. Se facessi i tour solamente per suonare sarebbe stupido, è meglio uscire dalla propria bolla e andare a vedere davvero come è fatta la gente dei luoghi in cui suono. Alla fine mi rendo conto che siamo tutti uguali, sia a livello umano che per gli obiettivi che perseguiamo.

GRAZIE DAVE, UN’ULTIMA DOMANDA: QUAL È IL TUO PROSSIMO OBIETTIVO?
– Ne ho parecchi, a dire la verità. Nel 2014 ho lanciato la mia cantina che sta andando benissimo, nel 2016 abbiamo fondato un birrificio, poi il Grammy… Ci sono tante cose che sto portando avanti, oltre ovviamente al finire questi ultimi concerti del ‘Dystopia Tour’. Per un mesetto purtroppo siamo stati fermati dal fatto che avevamo un management pessimo che non sapeva come funziona nel metal: non c’era connessione tra noi e le persone. Se lavori con dei metallari devi sapere come funziona: loro banalizzavano tutto, era come chiamare un cavallo bianco ‘zebra’ solo perché sta in un campo nero. Insomma, ora voglio solo pensare a finire questi ultimi concerti.

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