Nella semplicità spesso risiedono le migliori delle virtù.Ashmedi,leader dei mesopotamian deathsters Melechesh(che tradotto significa qualcosa come Re Del Fuoco),è una persona semplicissima,simpatica, intelligente e con la quale ognuno di noi si divertirebbe a scambiare quattro chiacchere davanti ad una birra parlando di metal e occultismo, proprio come ha fatto con il sottoscritto,con l’unico problema che le nostre birre fossero a circa 3000 km di distanza, dall’altro capo del telefono, in pratica.Raramente succede di parlare con qualcuno per una semplice intervista e divertirsi così tanto, in più se pensate al fatto che, per qualche misterioso caso mi sono visto arrivare la telefonata di Ashmedi con 24 ore d’anticipo rispetto alla data che avevo segnato sul mio promemoria(ultimamente non ho molta dimestichezza con i calendari,sorry),e che per questo ho dovuto improvvisare praticamente tutto sul momento…
Innanzitutto Ashmedi, cos’è il Mesopotamian metal?
Oh,benissimo, ci tengo molto a spiegare questa definizione e le sue motivazioni!Diciamo che il Mesopotamian metal è un tipo di musica che ha come influenza principale il feeling e le sonorità tipiche dei canti tradizionali della Mesopotamia,ma tuttavia basata su un’architettura che ha molto del metal estremo;l’idea era quella di inventare qualcosa di totalmente nuovo che partisse comunque dalle nostre radici culturali e tingendola , o meglio ancora ‘cromandola’ , delle caratteristiche del metal….come ti sarai reso conto ascoltando “Djinn”,è molto facile infatti scuotere la testa mentre si ascoltano i Melechesh! Ma nonostante ciò,dietro il discorso Melechesh si cela anche un desiderio di far conoscere a tutto il mondo questo tipo di cultura,troppo spesso ingiustamente ignorata.
Sbaglio o nelle tue parole c’è un che di nazionalistico?
E’ semplicemente l’amore per la mia terra,ma non c’è assolutamente nulla di xenofobo nelle mie parole, anzi.Non mi interessa dimostrare agli altri che la mia cultura sia migliore di quella degli altri,ma semplicemente di far conoscere in giro gli antichi miti della Mesopotamia,e di popoli come gli Assiri e i Babilonesi. Molti ad esempio non sanno che le origini della spiritualità,dell’occultismo e di tutta(o quasi) la demonologia conosciuta in occidente sono da rintracciare proprio in queste terre, e che anche tutto l’immaginario del MedioEvo cristianizzato in Occidente poggia le sue radici in Mesopotamia.
Il vostro quindi è un tributo alla vostra terra natìa…ma per quale motivo avete dovuto spostarvi in Europa?
Si,senza dubbio è questo… Sono le nostre menti malate ed il rispetto per la Madre Terra che ci portano a scrivere e cantare degli Antichi Culti mesopotamici….La ragione per cui ce ne siamo andati?Diciamo che lì non c’è molto rispetto per culti eretici,e siamo stati troppe volte additati come satanisti,e quindi perseguitati;in realtà la filosofia che seguiamo, che è comunque diversa per ognuno di noi della band, non è proprio identificabile con il satanismo.
Sei molto immerso nel discorso occultismo?
Si abbastanza.Ho studiato molto,sia dottrine basate su antichi culti mesopotamici sia il moderno occultismo europeo che è comunque basato su vecchie conoscenze del Medio Oriente….Prendi Crowley ad esempio…
La tua opinione su due grandi personalità come LaVey e Crowley, appunto?
Per LaVey c’è grande rispetto come uomo, ma non mi sento di appoggiare i contenuti delle sue opere. Per quanto riguarda Crowley invece posso dirti di non essere mai stato particolarmente attratto dalle sue dottrine,le trovo troppo confusionarie ed eccessivamente derivative,ma comunque sia ho pur sempre un grande rispetto anche nei suoi confronti.
Parliamo ora di “Djinn”,l’album da poco uscito per Osmose…Quali sono gli obiettivi che ricercavate con quest’album e quali sono le maggiori differenze con il precedente lavoro “As Jerusalem Burns…Al’Intisar”…
Ok,beh vedi il nostro primo album era fondamentalmente un black death metal album con influenze mesopotamiche, mentre invece “Djinn” parte percorre il percorso in maniera opposta,e con la promessa di forgiare un sound personalissimo.Con “Djinn” grazie anche all’ottima promozione che Osmose ci sta riservando ci promettiamo di arrivare a tutto il pubblico estremo,e testare quanto in effetti vale la nostra proposta…
Una cosa che mi ha incuriosito di “Djinn” dal punto di vista stilistico è stato l’utilizzo di alcune clean vocals, alternate all’onnipresente e comunque distintivo growling…
Si esatto, ci andava di sperimentare anche in quel senso,anche perchè credo che comunque sia per ottenere qualcosa di aggressivo non ci sia bisogno di dover urlare tutto il tempo…Prendi ad esempio la canzone “Painkiller” dei Judas Priest….le parti vocali di Rob Halford sono pur sempre una via di mezzo tra il falsetto e lo screaming, ma sono qualcosa di talmente aggressivo che fanno di quella canzone qualcosa di unico.E quindi nei Melechesh abbiamo provato ad inserire parti vocali pulite alternate al solito black metal screaming,così,anche per dare semplicemente più melodia ai brani.
Hai nominato i Judas Priest….Immagino che tu sia un grande fan dell’heavy metal…
Oh si!!! Sono un grandissimo fan di TUTTO il metal!Oggigiorno ci sono troppe divisioni all’interno della scena,gli amanti del black metal non ascoltano il vecchio heavy metal e viceversa, ma io non sono così: ho un’anima metal al 100%!Per quanto riguarda il classico amo band come Mercyful Fate,Iron Maiden,Judas Priest, Morbid Angel ma anche Deep Purple ad esempio…e poi ascolto molto thrash metal,ma su tutti per quanto mi riguarda ci sono gli Slayer…
E’ vero!Ho sentito questa influenza in un brano,mi pare sia “Kurnugi’s Reign” che comincia proprio con un tipico Slayer-riff…
Ah!!!E così tu pensi questo!!!Va bene allora possiamo anche salutarci adesso, ciao ciao!!(ahahaha risate a più non posso!!!nda) No dai a parte scherzi,non credo ci sia mai stata la volontà di rubare un riff agli Slayer, ma sai com’è,siamo tutti grandi fans di questa band che ad un certo punto è anche facile citarli senza volerlo!Comunque una band che ammiro davvero moltissimo adesso per quanto riguarda il black metal, sono i Carpathian Forest: credo che siano gli unici che tuttora riescano a mantenere quello spirito del black primordiale unito ad un feeling oscuro…
Ok Ashmedi, un’ultima domanda sul futuro dei Melechesh!
Vediamo come andrà questo album!Poi comunque sia cercheremo di continuare il nostro discorso musicale, cercando di eliminare i difetti e le imperfezioni…..Per ora credo di aver fatto un buon lavoro con la band,speriamo di continuare così anche in futuro!
Un saluto ai lettori di Metalitalia è doveroso a questo punto!
Yeah!Amiamo l’Italia,i suoi monumenti ed il cibo!E’ una terra di grande spiritualità che spero di poter visitare prima possibile!Un grosso saluto ai lettori di Metalitalia.com, mi raccomando date un ascolto ai Melechesh!Bye!