L’attesa è finita, e solo pochi giorni ci separano dall’arrivo nei negozi della nuova fatica discografica dei Four Horsemen, data che verrà scolpita profondamente negli annali della storia del Metal, come ogni uscita di uno dei gruppi più influenti del nostro amato genere. La data estiva dei Metallica, oltre ad essere una ghiotta occasione che ha radunato i sostenitori da ogni parte d’Italia, ha regalato oltre alla scaletta memorabile una speranza ulteriore a tutti coloro che non hanno smesso di sperare in un ritorno alle origini, e ha concesso alla stampa di scambiare qualche battuta con la band e strappare qualche piccola anticipazione. Nel chiassoso backstage dell’Arena Parco Nord (i The Sword erano già sul palco, ndR) un vigoroso Rob Trujillo e un Lars Ulrich straripante come sempre (in una versione decisamente simpatica questa volta) non si sono risparmiati nel raccontare la loro esperienza con Rick Rubin, la direzione del nuovo album e l’inedito affiatamento con i nuovi media. Ecco il resoconto catturato dai microfoni di Metalitalia.com!
ROB:“A livello di liriche molte delle canzoni hanno a che fare con la morte. Da sempre i testi dei Metallica sono aperti a diverse interpretazioni, quindi usate pure la vostra immaginazione in maniera creativa, dipingete il vostro quadro personale. La morte a mio parere è sempre intorno a noi, anche se non è tangibile. Può essere eccitante come quando corri davanti ai tori a Pamplona, può essere spaventosa e può essere in mille altri modi”.
A CHE OBIETTIVI ARTISTICI AVETE PUNTATO PER QUESTO ALBUM?
LARS: “Rick Rubin ci ha fatto capire che sarebbe stato interessante rivisitare molte delle cose che abbiamo fatto negli anni ’80. Dopo ‘And Justice’ siamo corsi il più lontano possibile da quelle proposte, perché terrorizzati dal ripeterci. Ultimamente abbiamo risuonato ‘Master Of Puppets’ nella sua interezza per tutta l’estate, ed è stato divertente, ci ha riportato in confidenza col nostro passato, dal quale possiamo essere influenzati, senza averne paura. L’album che abbiamo registrato ora è ispirato dallo stesso modo di pensare e di registrare che avevamo negli anni ‘80”.
ROB: “James ha detto che il nuovo lavoro può essere collocato tra ‘Master’ e ‘And Justice…’, ma allo stesso tempo quest’album ha una individualità, non suona come ‘Kill’Em All’, e nemmeno come ‘Ride The Lightning’. Ogni album dei Metallica ha una identità propria”.
COME SIETE RIENTRATI IN STUDIO DOPO L’ESPERIENZA DI “ST. ANGER”, CHE HA QUASI DISTRUTTO LA BAND?
LARS: “Non so dove abbiamo trovato il coraggio. In realtà il processo di composizione di ‘Death Magnetic’ è stato davvero tranquillo: tutti potevano prendersi una pausa quando volevano, non c’era uno psicologo a rompere le scatole, nemmeno un produttore col quale lavorare a fianco – Rick si presentava una volta ogni tanto. Tutto ciò che è accaduto con ‘St. Anger’ doveva accadere prima o poi, era necessario. Se non ci fosse stato ‘St. Anger’ quest’album avrebbe suonato in maniera completamente diversa”.
COME E’ NATO MISSION METALLICA E CHE COSA AVREMO ANCORA DAL SITO?
LARS: “Rob verrà a casa vostra a pulire e a sistemarvi il tappeto (risate, ndR)! L’idea dietro Mission Metallica è quella di portare i fan dentro il processo di composizione dell’album, un concetto semplice ed efficace. Di solito le altre band, e anche noi in passato, non vanno oltre a un conto alla rovescia sui vari siti ufficiali. Il progetto è stato apprezzato moltissimo dal pubblico, ed è una finestra interessante su quello che accade negli studi di registrazione, a metà tra il caos e il predeterminato”.
ORA CHE VI SIETE AVVICINATI AI NUOVI MEDIA FARESTE ANCORA LA GUERRA A NAPSTER?
LARS: “No. E’ stato tutto un brutto sogno. Non ho nulla contro internet, è una questione di controllo. Io faccio musica e decido di regalarla: nessun problema. Tu decidi di fare musica e di regalarla: nessun problema. Se io però faccio musica e tu decidi di darla via a gratis, capite che è un’altra cosa. Ci è stato tolto quel potere decisionale, ed è una cosa che non ci piace affatto. Se ti piacciono i Metallica, devi anche volere che siano i Metallica a prendere le decisioni. Sono passati otto anni oramai da quello scandalo, ora non avrei nemmeno l’energia per intraprendere una lotta del genere, preferisco giocare coi miei figli. Oggi in ogni caso abbiamo i migliori siti internet: su Live Metallica potete scaricare i concerti poco tempo dopo che sono stati suonati, poi abbiamo Mission Metallica e abbiamo un sito ufficiale. Sono molto fiero di tutto questo”.
IN CHE MANIERA LAVORA RICK RUBIN RISPETTO AL VOSTRO PRODUTTORE DI SEMPRE BOB ROCK?
LARS: “Bob Rock è un musicista, Rick non sa suonare uno strumento. Lui ti dice se una cosa è buona o cattiva. Se Bob ti consiglia un’accordatura o una scala Rick è un uomo che considera la visione globale, ti dice ‘ok questo pezzo è molto buono’ oppure ‘potete fare di meglio’, ‘questo fa cagare’”.
ROB: “Rick è come un dottore per le canzoni. E’ un uomo molto intelligente che sa come suggestionare. Ci ha fatto rialzare l’accordatura e ha riportato James a cantare su tonalità più alte, visto che è ancora in grado. Solo questo ha contribuito a ridare quell’energia che la gente non sperimentava da parecchio tempo”.
THRASH METAL NEL 2008: COME LO VEDI RISPETTO AGLI ANNI D’ORO?
LARS: “Non saprei cosa risponderti. La mia band preferita sta suonando ora (The Sword). Amo i Mastodon, i Machine Head… non seguo la scena thrash attuale in maniera abbastanza attenta da poterti dare una risposta. Di sicuro ai tempi suonavamo più alti, ora è una gara a chi suona più ribassato. Non dico che sia meglio o peggio, ma sicuramente è una differenza che si nota immediatamente! Anche le vocals sono sempre più aspre e lontane dalla melodia, tutti cantano come mostri”.
COSA PENSI DI GUITAR HERO, ALLA LUCE DEL FATTO CHE TUTTO “DEATH MAGNETIC” SARA’ IL PRIMO TITOLO INTERAMENTE DISPONIBILE DALLA DATA DI USCITA SU UN VIDEOGIOCO?
LARS: “Guitar Hero è fantastico, e sai perché? Perché i miei figli di 7 e 9 anni hanno come band preferite Deep Purple, Black Sabbath, Aerosmith, Iron Maiden, e tutto perché sono presenti su Guitar Hero. Non ascoltano Fall Out Boy, Green Day o della merda emo, e sempre grazie a Guitar Hero, ed è una figata. Consideriamo poi che è un videogioco diverso, che non si limita a far saltare in aria qualcosa come la maggior parte degli altri giochi, si suona musica, ci si appassiona, si scoprono i classici o band nuove come i System Of A Down. Tra qualche anno tutte le band pubblicheranno i loro dischi rendendoli disponibili per titoli del genere, è anche una vetrina enorme. Non vi nascondo che anche io ho imbracciato una chitarra di plastica: sono il terzo nella graduatoria della famiglia! Il terzo posto è meglio di nulla no? Sono sempre più bravo del mio figlio quattordicenne…”.