“La musica non vende più formati fisici”, “Il metal è una musica per vecchi”, “Il vero spirito underground è finito”: sono tante le affermazioni riguardo la nostra musica del cuore che sentiamo continuamente e che vengono spesso prese per buone. Per buone, non definitive.
Come mai? Basta guardare una band come i Miasmic Serum: death metal old-school, età media non elevatissima, giusta attitudine, un buon concept dietro alla musica e merch interessante. Una band di nicchia, forse, ma l’ennesima conferma che l’underground alla fine non cede mai del tutto, che un po’ di fisico si vende ancora e che la vecchia guardia ha passato più di qualche lezione spirituale a chi è venuto dopo di loro.
Avanti ancora, dunque, con il bell'”Infected Seed”, uscito da poco, già in curriculum. Ne abbiamo parlato con il chitarrista Vanny Piccoli.
CON QUALI PRESUPPOSTI NASCONO I MIASMIC SERUM?
– La band nasce un po’ per caso grazie ad una coincidenza: erano più di dieci anni che non suonavo death metal in una band e durante la pandemia ho iniziato a pensare a come scrivere e registrare un disco old-school death metal, giusto per il gusto di farlo. Una sorta di tributo al genere, insomma.
Poi, nella primavera del 2022, ho conosciuto Gabriele (alla batteria, ndr) e abbiamo iniziato a suonare assieme. Una volta scritta la prima metà di quello che poi è diventato “Infected Seed”, ci siamo detti “Questa roba ci piace! Proviamo a mettere in piedi una band vera e propria per suonare questi pezzi in giro”.
Ad inizio 2023 si è aggiunto Julian (basso e voci insieme a Vanny, ndr) e il percorso della band è andato verso le sessioni di registrazione arrivate pochi mesi dopo.
LA BAND, SEPPUR PIUTTOSTO GIOVANE, IN FORMAZIONE HA DIVERSI MUSICISTI GIÀ ATTIVI CON BAND PIÙ O MENO NOTE NELL’UNDERGROUND. PUOI DARCI UNA MAPPATURA DI CHI È COINVOLTO?
– Io fino alla pandemia suonavo in giro con i The Mild, abbastanza spesso, direi. Tornando indietro con gli anni ho suonato negli Angler e prima ancora con i From The Shores, per circa un anno.
Gabriele ha avuto un paio di progetti thrash metal negli anni e ormai da più di un anno è fisso negli Afraid Of Destiny.
Julian infine, dirige i Restos Humanos da più di dieci anni e la band continua il suo percorso più che bene. Canta inoltre nei Tetsuo e ha avuto l’occasione di suonare nei Sepolcro per un po’ di tempo. Alla fine, abbiamo tutti la nostra più o meno rodata esperienza, anche se con altre band.
FATE PARTE DI UNA NUOVA ONDATA DI DEATH METAL CLASSICO. PERCHÉ SECONDO TE, È TORNATO TUTTO QUESTO INTERESSE PER QUESTO GENERE?
– Ovviamente non esiste una risposta esatta e sicura, però ti posso dire la mia opinione, anche se sicuramente non è da prendere troppo sul serio: credo che, a partire dall’ondata deathcore dei primi 2000, il metal abbia vissuto varie correnti estreme che si sono sviluppate cercando di alzare l’asticella della tecnicità sempre di più sotto ogni punto di vista, con band sempre più tecniche e produzioni forse un po’ troppo ‘plasticose’ per i miei gusti.
Penso che per il death metal ad un certo punto si sia arrivati ad un momento in cui era necessario rispolverare il genere in chiave ‘vecchia scuola’, ma con la freschezza di adesso. Ovviamente poi, le band di questa new wave stanno dimostrando di mettere in gioco della buona musica e questo rimane l’elemento principale secondo me. Vediamo come questa corrente si svilupperà, visto che la storia ci insegna la ciclicità delle cose, da sempre.
Alla fine, sono in tutta sincerità contento di come sta andando il genere e mi fa piacere che ci sia una sorta di riconoscenza delle band più datate verso quelle giovani, visto che, in assenza di nuovi gruppi, ogni genere finisce per stagnare e non evolversi più.
ALLO STESSO MODO, COSA PENSATE DI POTER AGGIUNGERE DI ‘DIFFERENTE’ RISPETTO ALLE BAND CLASSICHE?
– Ti ringrazio per questa domanda. In realtà, personalmente, non ci ho mai pensato. Non ho iniziato il progetto pensando di voler aggiungere qualcosa al genere, oppure di aggiungere qualcosa di diverso a ciò che era già stato fatto in passato.
Principalmente mi sono concentrato sullo scrivere riff e canzoni che di base mi piacessero, senza sentire la necessità di dimostrare qualcosa a qualcuno. L’obiettivo era quello di scrivere un disco in chiave old-school death metal senza strafare e ci siamo divertiti nel farlo, quindi già a questo punto sono più che felice per com’è andata (ride, ndr).
QUANTO CONTA IL MERCHANDISE PER UNA BAND OGGI? VOI AVETE GIÀ DATO PROVA DI ESSERE ATTENTI A RIGUARDO, CON UNA SORTA DI FIALA DI ‘VELENO’ VERDE CHE HO VISTO AI VOSTRI BANCHETTI… CI SPIEGATE DI COSE SI TRATTA?
– È il nostro Serum. Raccontiamo sia veleno letale, visto che tutto il nostro immaginario gira attorno ad avvelenamenti e intossicazioni. Ovviamente non lo è, si tratta del classico detersivo per piatti. Mi piace pensare che le persone ne possano fare buon uso a casa pensando a noi (ride, ndr).
Ad ogni modo, il merch è importantissimo oggi e lo era anche in passato: probabilmente oggi lo è ancora di più dal punto di vista visivo e aiuta a dire qualcosa in più rispetto alla sola musica. Alla fine l’immagine di una band qualsiasi di oggi è data dall’insieme di musica, estetica nelle grafiche, nel merch e soprattutto nel modo di comunicare, a mio parere e soprattutto una band deve essere riconoscibile facilmente anche al di fuori del sound e dei riff.
Comunque i migliori sono i Frozen Soul, visto che hanno fatto la paletta per togliere il ghiaccio dal parabrezza della macchina, il tutto con il loro logo sopra. Per me un’idea di questo tipo arriva a battere la musica e qualsiasi pazzo di merch come il sottoscritto, potrebbe comprarla senza nemmeno avere ascoltato una canzone della band precedentemente.
DA AMANTI DEL DEATH METAL, QUALI SONO LE BAND STORICHE OGGI ANCORA PARTICOLARMENTE IN FORMA CHE REPUTATE COME VOSTRI MODELLI?
– Vorrei evitare di rispondere con il classico listone di band storiche ma alla fine credo sia impossibile (risate, ndr). Dal punto di vista dello stile e sonorità ti direi Malevolent Creation e Morbid Angel, ma ovviamente non posso non menzionare gli Obituary, i Death ed infine, anche se marginalmente, i Suffocation.
ANCHE SE NON SI TRATTA DI UN RACCONTO VERO E PROPRIO, MI PARE CI SIA UN TEMA CHE PERCORRE I PEZZI DEL DISCO, LA COPERTINA E IL MONIKER, QUELLO DEI MIASMI, DEI VELENI E COMPAGNIA. CE NE POTETE PARLARE?
– Mi riallaccio al discorso iniziato prima parlando del merch. Durante la scrittura dei testi di “Infected Seed” abbiamo pensato a cosa raccontare e a che tipo di immaginario fare riferimento per la nostra musica, in modo che fosse comunque contestualizzabile e coerente con il death metal.
Gabriele è un grandissimo appassionato di rettili. A casa ha scorpioni velenosi del Vietnam, tarantole del Sud America, dell’Africa e dell’India. Inoltre ha anche undici pitoni e mi sembrava figo mettere in luce questa sua passione e costruirci qualcosa attorno. Collegandoci ai rettili, abbiamo deciso di mettere in relazione i testi e l’aspetto visivo della band con l’avvelenamento, l’intossicazione in generale, piante tossiche, veleni animali e anche precedenti esperienze psico-nautiche personali.
Infatti, ci piace dire che ‘Miasmic Serum’ è l’espressione che sta per un’esalazione malsana di un siero, che può essere identificato anche nel regno animale e vegetale. Poi per scrivere il testo di “Infected Seed” (la canzone) ci siamo ispirati ai Misteri Eleusini, antichi rituali religiosi celebrati annualmente nel santuario di Demetra in Grecia. L’ispirazione ci è venuta anche dal libro di Gordon Wasson e Albert Hofmann, intitolato “La strada per Eleusi”. Si accenna anche al Kykeon, la bevanda rituale utilizzata durante i Misteri Eleusini, che conteneva segale infetta e per questo motivo, abbiamo scelto il titolo “Infected Seed”.
Come vedi prendiamo spunti diversi da più fonti ma cerchiamo di fare girare tutto attorno al tema del veleno, dai testi al merch, fino alle grafiche.
QUANTO CONTA SUONARE LIVE NEL 2024? QUANTO CONTA PER VOI?
– Personalmente io credo che conti tantissimo e lo è sempre stato. Non vorrei aprire un discorso banale ma alla fine è vero, più suoni in giro e più vai in tour, più hai la possibilità di conoscere persone nuove, tutte cose che stando a casa sul divano o sui social non puoi fare, o almeno non allo stesso modo.
Poi io adoro suonare live ed è una cosa a cui non vorrei mai rinunciare. Credo che non abbia troppo senso scrivere e pubblicare dischi se poi non li si possa suonare mai dal vivo, è un peccato enorme. Vediamo come si metterà la situazione in futuro, alla fine siamo una band nuovissima ed è normale iniziare piano per poi crescere, speriamo di suonare più spesso nei prossimi mesi.
SIETE UN TRIO DAL VIVO, NON PROPRIAMENTE UNA FORMAZIONE PER UN DEATH METAL ABBASTANZA COMPLESSO COME IL VOSTRO. SCELTA?
– Diciamo che è stata una scelta puramente pratica. Quando Julian si è aggiunto ci siamo ritrovati in tre, con due voci, quindi nel pratico è stato possibile costruire la scaletta per i live. Non ti nascondo che vorrei un chitarrista in più, sarebbe estremamente utile, sia in sede live che per il songwriting.
Ovviamente suonare in tre ha l’enorme vantaggio logistico: b analmente puoi andare in tour con un’auto normale e senza troppi problemi, infatti con i The Mild ho fatto tre eurotour con un furgoncino Fiat! Girare con un unico mezzo, senza dover noleggiare altro, fa sì che i costi si abbassino, i ‘guadagni’ aumentino e magari si riesce a portare a casa un tour andando in pari.
Poi c’è da dire che per il momento non siamo ancora riusciti a trovare altri musicisti che fossero liberi per aggiungersi al progetto in pianta stabile. Ad ogni modo, cerchiamo di dare il 110% anche se siamo solo in tre sul palco!
COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DA VOI NEI PROSSIMI DODICI MESI?
– Nei mesi di attesa per la promo di “Infected Seed” ci siamo messi a scrivere una manciata di nuovi brani, visto che avevamo delle idee già pronte. Quindi sicuramente andremo avanti a scrivere roba nuova, se poi ne uscirà un nuovo album o uno split, lo vedremo con il tempo e con le occasioni che si presenteranno.
Per quanto riguarda i live, stiamo cercando di capire se è fattibile uscire dall’Italia e mettere in piedi qualcosa per l’anno prossimo. Grazie mille per lo spazio concesso e alla prossima!