MICHAEL ROMEO – Attraverso i Mondi con la mia musica

Pubblicato il 05/09/2018 da

Michael Romeo, da sempre leader e mente dei Symphony X, approfittando del fatto che la sua band è in pausa, ha finalmente deciso di realizzare un disco solista, nel quale si sforza soprattutto di dare maggiore spazio ed enfasi alle orchestrazioni rispetto alla sua band principale, coinvolgendo però pure altri musicisti ad accompagnarlo. Abbiamo dunque approfondito alcuni aspetti legati a questo suo nuovo lavoro, parlando di quelli che erano i suoi obiettivi, di come è nata l’idea, che tipo di differenze ci sono rispetto agli album con i Symphony X e quali sono state le principali difficoltà che ha incontrato. Infine, gli abbiamo chiesto qualche piccola anticipazione sulla seconda parte, non ancora del tutto ultimata che seguirà a questa già pubblicata.

CONSIDERI IL TUO PRIMO ALBUM SOLISTA “THE DARK CHAPTER” O IL TUO NUOVO LAVORO “WAR OF THE WORLDS”?
– In realtà, considero questo il mio primo album solista. Avevo realizzato “The Dark Chapter” prima dei Symphony X, era un semplice demo. Lo avevo fatto nel mio vecchio appartamento con un equipaggiamento economico, molto tempo fa. Poco dopo che pubblicammo con i Symphony X il nostro primo CD, l’etichetta giapponese mi chiese di tirare fuori qualcosa, io dissi: “Certo”, ma era soltanto un demo.

COME MAI HAI SCELTO DI REALIZZARE UN ALBUM SOLISTA IN QUESTO MOMENTO?
– Lo scorso anno la band ha preso una piccola pausa, dato che alcuni dei ragazzi erano impegnati in altre cose, così mi è sembrato un ottimo momento per mettere insieme alcune idee e realizzare un album solista. Avevo pensato già a qualcosa, ma il tempo era stato sempre un problema, così avendo avuto un po’ di tempo a disposizione l’anno scorso, mi ha permesso di far combaciare tutto.

PER QUEST’ALBUM HAI LAVORATO CON NUOVI MUSICISTI: NEL PRESENTARCELI, PUOI DIRCI IN BASE A QUALE CRITERIO LI HAI SCELTI?
– Sono tutti miei buoni amici ed è questo che volevo per questo progetto. Conosco John Macaluso da anni, è un grande batterista e una gran persona e abbiamo sempre parlato di fare qualcosa insieme. JD e io andavamo insieme alla scuola superiore, così siamo amici sin da quando eravamo ragazzi. Ho molto rispetto per questi ragazzi, sono stati una scelta ovvia per me. Così per Rick, ci siamo incontrati sette o otto anni fa. Stavo jammando con alcuni vecchi amici, eravamo usciti, qualche birra, ci divertivamo e un amico mi ha presentato a Rick. Abbiamo passato la giornata facendo jam su alcune canzoni classiche, Sabbath, Priest, Rush, questo genere di roba. Ho pensato che Rick fosse davvero grande e siamo rimasti in contatto. Ho sempre pensato che se avessi avuto un progetto solista o qualcos’altro, avrei chiamato Rick e così ho fatto.

QUANDO HO SENTITO CHE AVRESTI PUBBLICATO UN ALBUM SOLISTA, MI ASPETTAVO UN DISCO PIU’ FOCALIZZATO SULLA CHITARRA O MAGGIORMENTE DIFFERENTE DALLO STILE DEI SYMPHONY X, INVECE QUANDO HO ASCOLTATO IL DISCO, SONO RIMASTO ALQUANTO IMPRESSIONATO DAGLI SPLENDIDI ARRANGIAMENTI PER OGNI SINGOLO STRUMENTO E DALLE MAGNIFICHE ORCHESTRAZIONI: POSSIAMO DIRE CHE AVREBBE POTUTO TUTTO SOMMATO ESSERE UN NUOVO ALBUM DEI SYMPHONY X, SENZA CHE IN REALTA’ LO SIA?
– Beh, ci sono chitarre ovunque e ci sono molte differenze con la band. Naturalmente con i Symphony X mi occupo della maggior parte della composizione, così, sì, ci saranno alcune cose simili, perché ci sono certe cose che mi piace fare quando si tratta di musica. Volevo fare però qualcosa di diverso dalla band, con più elementi cinematografici ed elettronici. Non penso che “Fucking Robots” sia qualcosa che la band farebbe, ma per un album solista è ok. Si tratta solo di essere creativo e divertirmi, tutto qui.

A PROPOSITO DI “FUCKING ROBOTS”, COME MAI HAI PENSATO A USARE QUESTO TIPO DI SONORITA’ E DI SOLUZIONI?
– Mi piacciono tutti i generi di musica, non soltanto metal, ma anche musica da film e musica elettronica. Volevo incorporare alcune di quelle cose qui, ribadisco, per rendere quest’album un po’ differente dai Symphony X. “Fucking Robots” è un buon esempio, alquanto differente. Anni fa avevo sentito per caso che i miei bambini stavano ascoltando qualcosa di musica elettronica, roba dubstep. Pensavo che sarebbe stato bello aggiungere delle chitarre, una piccola orchestra e una voce a quel tipo di cose. Così quando ho iniziato a lavorare al disco solista, ho contattato il mio amico Marco, chiamato ‘Sciatica’. Si occupa di realizzare musica e sonorità elettroniche: abbiamo tirato fuori alcune idee a riguardo ed è venuta fuori “Fucking Robots”. Ci siamo divertiti con questo brano.

ALCUNE TRACCE, COME PRIMA ACCENNAVI, HANNO UN APPROCCIO CINEMATOGRAFICO E SEMBRANO COME DELLE PICCOLE COLONNE SONORE: ERA QUESTO IL TUO OBIETTIVO? E QUALI AUTORI O FILM TI HANNO ISPIRATO?
– Assolutamente, era questa la mia idea sin dal principio. Quando ho iniziato a comporre musica per quest’album, volevo che fosse molto orchestrale, molto cinematografico, che ci sarebbero stati gli usuali riff heavy e gli elementi progressive, ma con molta interazione tra la chitarra e l’orchestra. Inoltre, volevo che l’aspetto orchestrale avesse un’atmosfera sci-fi o ‘epico-spaziale… sì, un po’ alla Star Wars. Volevo provare a dare a parte della musica una qualità da musica da film. Amo queste cose, gente come John Williams o Hans Zimmer, la loro musica riesce ad essere così potente. Roba che è in grado di ispirare parecchio.

I TESTI SONO ISPIRATI AL ROMANZO OMONIMO DI H.G.WELLS: HAI SEGUITO LA STORIA ORIGINALE O HAI CAMBIATO QUALCOSA?
– I testi non seguono la storia esattamente. Non è una rinarrazione del romanzo di Wells, ma viene usata come un tema globale, o come uno sfondo. Musicalmente, ho cercato di creare idee che avrebbero rappresentato quel tipo di cose, come “Introduction”, dove provo a dipingere un quadro che dia una sensazione di ‘spaziale’ o elementi sci-fi. Tuttavia, dal punto di vista dei testi, alcune canzoni toccano un po’ la storia di Wells, ma per altre canzoni abbiamo pensato che i ‘Mondi’ riflettessero cose diverse, come i mondi della politica o della religione, ecc., così ogni canzone è un po’ differente.

HO LETTO CHE LA CANZONE “CONSTELLATIONS” TI HA PRESO PIU’ TEMPO RISPETTO ALLE ALTRE: QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFICOLTA’ CHE HAI TROVATO MENTRE LA COMPONEVI E COSA HAI VOLUTO ESPRIMERE CON QUESTO BRANO?
– Non si è trattato tanto della composizione, quanto piuttosto la registrazione delle orchestrazioni, specificatamente le performance orchestrali. C’era molto lavoro da fare e andava fatto tutto insieme. Ho segnato la maggior parte di questo brano su carta ed era tutto ok, ma il fatto di creare l’orchestra e i synth con la band e ogni altra cosa ha richiesto un po’ di lavoro. Ogni strumento suona per quasi tutta la sua durata e questo ha richiesto un po’ di tempo, ma penso che alla fine tutto funzioni bene. Al giorno d’oggi, ci sono molti strumenti a disposizione di un compositore per permetterti di creare ogni cosa che senti nella tua testa. Richiede solo tempo e molto caffè (risate, ndR).

QUALI SONO I TUOI PROGETTI PER IL FUTURO? PENSI DI PROMUOVERE L’ALBUM SUONANDO QUALCHE CONCERTO?
– In realtà, quando ho cominciato a scrivere la musica, non avevo pensato nulla riguardo la possibilità di fare tour. Ero più concentrato sul creare i paesaggi sonori del disco. Con i Symphony X sappiamo che dovremo suonare il materiale dal vivo, così durante le sessioni di registrazione, sei consapevole di questo e provi a non andare in alto mare con troppa roba su quello su cui stai lavorando. Questa era una situazione differente, se una canzone aveva bisogno di venti tracce di chitarra, l’orchestra che suonava e un mucchio di synth pulsanti tutti nello stesso momento. Così per uno scenario live, ci sarebbe da fare del lavoro e alcuni ritocchi negli arrangiamenti. Niente è fuori discussione, ma dobbiamo solo prendere le cose giorno per giorno.

QUESTA E’ LA PRIMA PARTE DI “WAR OF THE WORLDS”: COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DALLA SECONDA PARTE? E’ GIA’ STATA COMPLETATA? QUANDO SARA’ PUBBLICATA? CI SARANNO DIFFERENZE CON LA PRIMA PARTE?
– La musica delle parti I e II è stata scritta nello stesso periodo, così come la maggior parte delle registrazioni, così fondamentalmente stavo facendo due album nello stesso momento. Sapevo che sarebbe stato spezzato in due parti separate, ma siamo andati avanti e abbiamo registrato la batteria, il basso, le chitarre e la maggior parte della voce per tutto. Così, in qualche momento del prossimo futuro, potrò tornarci e completarlo. Giusto poche parti vocali, assoli di chitarra e qualche ritocco nelle orchestrazioni, quindi in effetti non dovrebbe volerci troppo tempo.

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