L’underground metal estremo alimenta la propria leggenda tramite storie come quelle di Dis Pater e dei suoi Midnight Odyssey. One-man band black metal, quella del polistrumentista australiano è una realtà che si è gradatamente fatta largo nel vasto mondo delle sonorità black metal atmosferiche, arrivando abbastanza in fretta a distinguersi dalla folta concorrenza.
Un approccio libero e senza rigidità strutturali ha portato la sua musica imperniata sui sintetizzatori e brani-fiume a un pubblico variegato e via via più ampio, man mano che i suoi album iniziavano ad affermarsi per un’impronta melodica inconfondibile e un immaginario visivo altrettanto caratterizzante.
La trilogia sulla luminescenza, la cui conclusione si è materializzata con “Biolume Part 3 – A Fullmoon Madness”, ha rimesso equilibrio tra il taglio epic metal di “Biolume Part 2 – The Golden Orb” e il black metal di grana fine del passato, regalandoci un altro disco sterminato, trascinante e gonfio di emozioni.
Il 2023 ha visto anche Dis Pater portare dal vivo la sua creatura, per quello che sembrava un evento impossibile da realizzarsi solo pochi anni fa, e invece dovrebbe avere pure dei seguiti in futuro. Di questo e altri aspetti legati alla sua arte abbiamo discusso con il musicista originario di Brisbane.
“BIOLUME PART 3 – A FULLMOON MADNESS” È IL CAPITOLO FINALE DELLA TUA TRILOGIA SULLA LUMINESCENZA. ORA CHE QUESTO VIAGGIO SI È CONCLUSO, QUALI SONO LE TUE SENSAZIONI SU QUESTA AVVENTURA MUSICALE?
– È stato un lungo viaggio, durante il quale ho potuto sperimentare cose nuove. Sono contento di aver finalmente terminato la trilogia, alcune canzoni erano praticamente pronte da tempo, per questo è bello vedere che ora tutti i pezzi sono stati pubblicati e sono disponibili a tutti per l’ascolto.
HAI DEDICATO QUEST’ULTIMO DISCO ALLA LUNA PIENA E AI SUOI EFFETTI SULLE PERSONE. CHE COSA TI HA MAGGIORMENTE ISPIRATO DELLA COSIDDETTA ‘PAZZIA DELLA LUNA PIENA’ E QUALI SONO I LAVORI ARTISTICI CHE TI HANNO GUIDATO NEL SONGWRITING E NELLE LIRICHE?
– Sappiamo bene che può succedere sempre qualcosa di strano quando appare la luna piena. La luna piena invita i ‘pazzi’ a uscire di casa, quando li vedi in giro può già sapere, senza guardare il cielo, che c’è la luna piena. Questo fenomeno è stato spesso descritto nella mitologia ed è quanto di più grande e luminoso si possa osservare nel cielo notturno. Ancora oggi, affascina e scatena interrogativi. I testi sono una prosecuzione dei due album precedenti, e sono appunto ispirati dalla mitologia classica, miti e leggende legati a Luna/Selene e antichi riti occulti.
IN “BIOLUME PART 3 – A FULLMOON MADNESS” HAI MISCHIATO L’APPROCCIO VICINO ALL’EPIC METAL DI “BIOLUME PART 2…” CON IL BLACK METAL ATMOSFERICO, CHE ERA INVECE PREPONDERANTE IN PASSATO. PENSO TU ABBIA TROVATO UN BUON BILANCIAMENTO TRA QUESTI DUE STILI, VORREI CHIEDERTI IL PERCHÉ DI QUESTA COMMISTIONE E DI RIDARE RILEVANZA AGLI ELEMENTI BLACK METAL.
– L’idea era che la parte dedicata al sole, per la sua atmosfera, avesse un indirizzo legato all’epic metal. Per l’ultimo capitolo, avente la luna al centro dei testi, ho pensato che un approccio più aggressivo fosse maggiormente indicato. “Biolume Part 3…” è la parte più ruvida della trilogia, musicalmente, qualche indizio in merito lo si poteva già cogliere in “Biolume Part 1…”.
GUARDANDO NEL COMPLESSO AI TRE DISHI DEL PROGETTO “BIOLUME”, QUALI PENSI POSSANO ESSERNE I BRANI PIÙ RAPPRESENTATIVI E CARATTERIZZANTI?
– È una domanda difficile: per “Biolume 1…” ti rispondo “When Titans Fall”, per “Biolume 2…” potrebbe essere “Rise Of Thunder”, mentre per la terza parte nomino la titletrack, “A Fullmoon Madness”. Ma ce ne sarebbero diverse altre da citare. Personalmente, le tre tracce “The Ghost Of Endymion”, “A Fullmoon Madness” e “In The Lunar Maelstrom” sono probabilmente la mia sequenza preferita tra tutti e tre gli album.
I SINTETIZZATORI SONO GLI STRUMENTI PIÙ IMPORTANTI PER LA TUA MUSICA: COME DEFINIRESTI IL RAPPORTO CHE HAI CON I SYNTH E COME LAVORI PER MIGLIORARE IL TUO MODO DI SUONARLI, DISCO DOPO DISCO?
– I synth e come sono utilizzati in Midnight Odyssey sono ciò che veramente separa questo progetto dalle altre band. Cerco di imparare nuove tecniche, trovare nuovi suoni e andare in profondità nelle mie influenze relative alla musica classica ed elettronica, per riuscire a spingere me stesso e Midnight Odyssey sempre più in là ad ogni album.
AL DI FUORI DELLA DISCOGRAFIA PRINCIPALE, CI SONO DIVERSE USCITE A NOME MIDNIGHT ODYSSEY COSTITUITE DI SOLI SINTETIZZATORI, CHE HAI RACCOLTO IN “ECHOES OF CELESTIAL RUINS”, COMPRENDENTE TRE ALBUM INTERAMENTE STRUMENTALI DI SOLA MUSICA PER SYNTH. AL SUO INTERNO VIS SONO COLONNE SONORE IMMAGINIFICHE DAL SAPORE FANTASCIENTIFICO, COME LA RAPPRESENTAZIONE DI SCENARI MEDITATIVI E PACIFICI. QUALI SONO LE IMMAGINI CHE TI SEI DIPINTO NELLA MENTE ATTRAVERSO QUESTI ALBUM E COME SI DIFFERENZIANO UNO DALL’ALTRO?
– Sono molto orgoglioso di questi dischi, realizzare musica solamente coi sintetizzatori è qualcosa che sentivo l’esigenza di fare da molto tempo. Evocano immagini di rovine aliene, la scoperta di artefatti su un altro pianeta, mentre le tracce della civilizzazione sono da tempo scomparse.
In un certo senso si concentrano sul cielo, sulla terra e sul fondo del mare, parlando di una distruzione causata dalle palle di fuoco delle stelle, la trasformazione della terra in un paesaggio tossico e inabitabile, con i mari che si sollevano per inghiottire le popolazioni di questo pianeta.
NEL 2023 HAI SUONATO DAL VIVO PER LA PRIMA VOLTA CON MIDNIGHT ODYSSEY. CHE COSA TI HA CONVINTO A INTRAPRENDERE FINALMENTE DEI CONCERTI ASSIEME AD ALTRI MUSICISTI?
– Era qualcosa che mi girava per la testa da qualche anno, il Covid ha in qualche modo cambiato la mia prospettiva sull’argomento. La musica è qualcosa sul quale spendo moltissimo tempo ed essere in grado di viaggiare per suonare dei live mi ha dato un’eccitazione e un entusiasmo per la musica che non provavo da diverso tempo.
COME TI SEI ORGANIZZATO PER QUESTI EVENTI E COME GIUDICI I CONCERTI TENUTI? HO LETTO DA POCO CHE RIPETERAI L’ESPERIENZA, VISTO CHE è Già CONFERMATO UN CONCERTO PER IL 2024, AL DARK TROLL FESTIVAL IN GERMANIA?
– L’agenzia Cult Of Parthenope mi ha contattato per suonare al Cosmic Void (festival inglese indoor dedicato al black metal, tenutosi a Londra il 15-17 settembre, ndR). Dovevo mantenere il segreto per un tempo abbastanza lungo, così non ho potuto pubblicizzare il fatto che avrei anche tenuto altri show. Velocemente mi è stato chiesto di tenere un’esibizione a Copenaghen, quindi mi sono organizzato con il mio amico Svarthen degli Aeon Winds per un concerto a Bratislava.
Sì, confermo che ci saranno altri live nel 2024 e tornerò a breve in Europa, a maggio, spero presto di poter annunciare altre date.
IL TUO VIAGGIO EUROPEO TI HA DATO PURE L’OPPORTUNITÀ DI INCONTRARE ALCUNE PERSONE IMPORTANTI PER MIDNIGHT ODYSSEY CHE, SUPPONGO, TU FINORA AVESSI CONOSCIUTO SOLO VIRTUALMENTE. CI SONO STATI INCONTRI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVI, DURANTE LA TUA PERMANENZA IN EUROPA?
– Questa è stata una parte bellissima, oserei definirla travolgente, di questo viaggio. Ho conosciuto persone con le quali finora avevo parlato solo attraverso internet, la più importante di tutte è Luciano della I, Voidhanger, la mia label: tra il concerto al Cosmic Void e quello di Copenaghen ho speso una giornata intera con lui a Palermo, finalmente ho avuto l’occasione di vedere dove vive e dove opera la casa discografica. È stato un evento molto importante per me.
E ovviamente ho incontrato diversi fan con cui avevo scambiato messaggi o chattato nel corso degli anni, è stato stupendo vedere le loro reazioni e ascoltare le loro storie quando ci siamo visti.
DURANTE GLI ANNI, A DISPETTO DEL FATTO CHE MIDNIGHT ODYSSEY è RIMASTA UNA CREATURA FONDAMENTALMENTE UNDERGROUND, L’INTERESSE PER LA BAND È CRESCIUTO E TANTE PERSONE CHE ASCOLTANO BLACK METAL HANNO INIZIATO A CONOSCERE ED APPREZZARE LA TUA MUSICA. QUAL è IL MIGLIOR COMPLIMENTO RICEVUTO A RIGUARDO? PENSI CHE LA PERCEZIONE DELLA TUA MUSICA SIA CAMBIATA MOLTO, DAGLI INIZI AL 2023?
– Vero, sono probabilmente più popolare attualmente di quanto mi immagini. Però è vero che ricevo molti pareri positivi da ogni parte del mondo, quindi ho la percezione di quanto ora Midnight Odyssey siano conosciuti e sostenuti dai fan.
Ho anche notato che, al crescere del numero di persone che ti conoscono, di pari passo aumentano i commenti negativi sul tuo operato. Come artista non ti piace mai ricevere queste opinioni negative, anche se devi accettare il fatto di non poter piacere a tutti. Pertanto, ogni complimento che ricevo è sempre bene accetto e mi fa piacere riceverlo.
IN CHIUSURA, VOLEVO SAPERE PER QUALE MOTIVO HAI DECISO DI CONFERIRTI LO PSEUDONIMO DI DIS PATER E COME TI HA AIUTATO QUESTA COSA NELLA TUA ESPERIENA ARTISTICA.
– Beh, direi che è una cosa molto black metal, avere uno pseudonimo, non credi? Tante black metal australiane hanno pseudonimi, Dis Pater andava bene per me perché con questo nome ci si riferisce alla divinità gallica-romana che regnava sul mondo dei morti. Pater è la parola latina che si riferisce a ‘padre’, mentre Dis era probabilmente il dio gallico al quale ci si riferiva per l’aldilà. Dis è inoltre anche una città dell’Inferno di Dante, il nome Dis Pater ha anche un’oscura relazione con le parole di ceppo indoeuropeo per riferirsi al dio del cielo.
Insomma, vi sono molteplici significati, che intrecciano cielo e oltretomba, tutti quanti in grado di dare una certa evocatività e rilevanza allo pseudonimo che utilizzo.