COMINCIAMO DALL’ABBANDONO DI MICHAEL QUALCHE ANNO FA: COM’E’ STATA LA SEPARAZIONE?
“Ovviamente fu una grossa sorpresa per noi quando venimmo a sapere che Michael aveva deciso di lasciare i Mnemic, nel settembre del 2005. Fu uno shock, ci lasciò per passare più tempo con la sua famiglia e per dedicarsi a una professione più stabile. Abbiamo cercato in ogni modo di convincerlo a rimanere, convinti di quanto lui abbia contribuito al percorso artistico della band, ma di sicuro non siamo mai stati in grado di obbligare la sua scelta. Mancavano solo quattro settimane prima del tour con i Messhuggah, e dopo un meeting veloce decidemmo di ingaggiare Tony (Yelencovic – B-Thong, Transport League, M.A.N. e Angel Blake), per fare il tour e per avere un nuovo cantante in pianta stabile”.
VI E’ MAI PASSATA PER LA TESTA L’IDEA DI SCIOGLIERVI?
“No no no, anzi, l’abbandono di Michael ha indotto uno degli incontri più costruttivi nella nostra storia come Mnemic. Dopo molte ore di discussione per il nostro futuro ci siamo ritrovati davvero felici nella scelta di proseguire, nella maniera più veloce e migliore possibile”.
NON E’STATO COSI’ FACILE PERO’… COSA E’ SUCCESSO POI CON TONY?
“Conoscevamo Tony da molti anni in realtà, sapevamo che era una persona forte e un cantante potentissimo, e lo credevamo perfetto come nostro frontman. Lui accettò di esserlo per il tour, ma quando cercammo di mettergli pressione e convincerlo ad entrare in studio per le registrazioni dell’album non fu d’accordo, perché i molti progetti in cui era impegnato gli toglievano già moltissimo tempo. Comunicare ai fan che eravamo ancora senza cantante e che sarebbero iniziate delle nuove audizioni era una cosa che non avremmo mai voluto fare”.
IN EFFETTI PERDERE DUE CANTANTI IN POCHI MESI…
“E’ stato disastroso, ma devo ammettere che la nostra scelta è stata decisamente affrettata, ma presa coscienza che Tony non voleva mancare agli impegni presi in precedenza è stato meglio separarsi subito mantenendo intatta l’amicizia che ci lega. Quello che cercavamo era una persona totalmente dedita ai Mnemic, una persona che sarebbe diventata il futuro della band”.
QUINDI SONO PARTITE ALTRE AUDIZIONI…
“Esatto. Avevamo una cinquantina di cantanti tra cui scegliere, e quaranta sono stati scremati facilmente. C’erano anche nomi noti all’interno della lista, ma abbiamo deciso di non rendere pubblici questi nomi sin dall’inizio. Ai rimanenti sono state chieste delle foto e dei nastri ulteriori, fino poi ad incontrare gli ultimi cinque, provenienti da Danimarca, Svezia e Francia. Fu una scelta molto difficile perché tutti si dimostrarono molto attivi e presentarono delle idee molto buone: chiedemmo di mettere le vocals su un nuovo pezzo per avere un impatto e una percezione più chiara possibile. L’ultimo arrivato è stato proprio Guillaume, il ragazzo dalla Francia. Eravamo davvero sotto pressione durante la lavorazione dell’album, ma Guillaume si è dimostrato capace di integrarsi immediatamente e cominciare a scrivere, il tutto in una maniera intensissima. La cosa migliore di lui è che non è solo un cantante, ma è capace di suonare tutto, dagli strumenti tradizionali a quelli di registrazione a Pro Tools”.
OLTRE ALLA CAPACITA’ IN STUDIO QUAL E’ LA MIGLIOR QUALITA’ DI GUILLAUME?
“Oltre a ciò che ti ho già detto è la sua capacità tecnica vocale: ha una modo di ‘attaccare’ le vocals in maniera aggressiva che abbiamo sempre desiderato in un cantante. E’ bestiale, pazzo, malato, riesce a tirar fuori dei versi impensabili ma allo stesso tempo è capace di trasformare le vocals nelle più pulite, armoniche e potenti che possiate sentire. Può quindi ribaltare le canzoni più potenti con hook accessibilissimi e commerciali, combinando i riff tecnici ed estremi con i ritornelli dinamici e melodici – che è ciò che abbiamo sempre voluto ottenere coi nostri lavori”.
HO SAPUTO CHE HA GIA’ AVUTO DEGLI INCIDENTI IN TOUR PURTROPPO, CHE E’ SUCCESSO?
“Aveva un infortunio che si trascinava da tempo, da quando suonava con gli Scarve – non so se li avete mai sentiti, se la risposta è no ve li consiglio caldamente. Si scalmanava talmente tanto che una volta è caduto dal palco sfasciandosi il ginocchio. L’infortunio si è ripresentato quando stavamo girando gli Stati Uniti in tour, proprio nelle ultime settimane del nostro primissimo tour assieme. Era messo talmente male che fu obbligato a stare seduto sul palco come un vecchietto del cazzo!”.
CI SONO MAI PROBLEMI DI COMUNICAZIONE?
“Parliamo inglese, è l’unico modo! Nessuno di noi sa il francese, probabilmente Guillaume sarebbe felice se qualcuno lo sapesse ma non è così! In ogni caso facciamo del nostro meglio per comunicare, ma tanto lui è una persona talmente viva e aperta che non si è mai posto un problema del genere, è nuova linfa vitale nel gruppo, e i nostri compagni di bus ne sanno qualcosa!”.
PARLANDO DEL VOSTRO NUOVO ALBUM: POSSIAMO PARLARE DI CONCEPT LIRICO?
“Ti dirò… ci piace considerare i Mnemic una band sci-fi, e i nostri pezzi sono sempre imperniati su cose strane di conseguenza. Siamo anche affascinati dalla diversità della mente umana, dall’anima (vedi il precedente “Audio Injected Soul”). In “Passenger” si parla di ciò che c’è là fuori, nell’universo. Siamo solo di passaggio in questo mondo… Forse non è propriamente un concept ma c’è sempre un tema di fondo”.
COSA CI FA JEFF WALKER SULL’ALBUM?
“Abbiamo avuto la fortuna di registrare a Los Angeles, con Christian Wolbers dei Fear Factory che si è occupato della produzione. Siamo quindi venuti a sapere che erano in città sia Jeff Walker (Carcass) che Shane Embury (Napalm Death), per la presentazione del nuovo Brujeria, quindi prima ci siamo fatti qualche bicchiere nei club di Hollywood, e quando erano abbastanza ubriachi li abbiamo trascinati in studio a fare casino! E’ stata una session memorabile, due leggende del metal in studio con noi… e non avete idea di quanto siano divertenti quei ragazzi. Nella lista di collaborazioni infine c’è anche Roy Z che ci ha raggiunto per registrare un assolo, direi niente male”.
SEI SODDISFATTO DEL LAVORO DI CHRISTIAN?
“Pienamente soddisfatto. E’ stato diverso, ed è stato ciò che volevamo. Sui primi due album abbiamo lavorato con Tue Madsen, danese come noi, un produttore che oggi sta avendo un successo devastante – sta producendo praticamente tutti. Questa volta però sentivamo la necessità di cambiare, e avendo l’opportunità di volare a L.A. e di lavorare con Christian non ce lo siamo fatti chiedere due volte. Abbiamo quindi lavorato con lui due mesi, mentre il missaggio è stato poi affidato a Tue. Il suono che ci ha procurato Christian è più naturale e aggressivo, e la collaborazione è stata facilissima perché è una persona davvero simpatica e in gamba, e siccome lo conoscevamo da tempo, come il resto dei Fear Factory, non c’è stato alcun problema nel sintonizzarci alla perfezione”.
QUAL E’ IL MIGLIOR CONSIGLIO CHE CHRISTIAN E’ RIUSCITO A DARTI?
“Wow… questa è una domanda davvero difficile… abbiamo avuto delle sessioni lunghissime di registrazioni. Forse il consiglio migliore è stato quello di bere della birra messicana! (ride, ndR)”.
NON PENSI CHE LE CLEAN VOCALS POSSANO ESSERE TROPPO FACILOTTE E POSSANO INFLUIRE SULLA LONGEVITA’ DELLA CANZONE?
“Come puoi sentire nei primi due album il contrasto tra le parti dure e quelle melodiche è stato ricercato da sempre. Se la strofa è tecnica, energica e aggressiva ci piace ‘aprire’ la canzone nel ritornello, che dev’essere armonico, melodico, e deve contenere dei ganci. Per noi funziona molto bene, e se è vero che alla lunga il discorso può sembrare ripetitivo, sicuramente nella situazione dei Mnemic non lo è, per la semplice entrata in gioco di un nuovo cantante. Ritengo che sia stato fatto un lavoro eccellente per variare e rendere appetibili le linee vocali sia nelle parti estreme sia in quelle melodiche. A noi alla fine piace così”.
I CINQUE ALBUM MIGLIORI DEL 2006?
“Holy smoke (spettacolare quanto intraducibile, ndR)! Sono un grande fan di Devin Townsend, quindi ci metto sicuramente Strapping Young Lad e la Devin Townsend Band… poi diavolo non lo so… (si allontana dal telefono e cerca i CD che ha in giro! ndR) sto ascoltando molto i Messhuggah, i 30 Second To Mars, e anche il nuovo degli Smaxone che uscirà tra poco…”.
DACCI UNA TUA OPINIONE SUL PROSSIMO SMAXONE ALLORA!
“Be’… ne faccio parte, quindi mi piace!”.