MOONSPELL – Intervista a Fernando Ribeiro

Pubblicato il 01/10/2003 da

I Moonspell sono una band che negli ultimi anni è stata soggetta a più di una mutazione, lasciando spesso disorientati i propri fan e, di conseguenza, ricevendo sempre grosse critiche. Dopo due capolavori come “Wolfheart” ed “Irreligious” – il primo grandioso esempio di come il black metal non dovesse per forza di cose essere legato alla scandinavia, il secondo uno dei migliori album di gothic metal mai realizzati – la band ha dato inizio alla sua metamorfosi che, soprattutto all’inizio, l’ha portata lontana da sonorità metalliche e allo stesso tempo dall’affetto di molti tra coloro che la seguivano. Nel 1997 “Sin/Pecado” diede  il via (insieme a “One Second” dei Paradise Lost) nella scena metal al poi diffusissimo revival del Depeche Mode sound, un lavoro questo per l’epoca molto coraggioso che attirò le ire del 90% dei fan della prima ora. Due anni dopo fu il turno di “The Butterfly Effect”, lavoro più duro ma sempre ultra moderno… e questa volta le critiche piovvero per alcune similitudini con la proposta dell’odiatissimo Marylin Manson! Il ritorno ad un sound più improntato sulle chitarre, rappresentato da “Darkness And Hope”, fu invece accolto tiepidamente solo a causa della qualità dei suoi brani, decisamente altalenante!
C’è proprio da riconoscere che la band lusitana non hanno mai avuto paura di osare e di fare ciò che realmente si sentisse ma, a conti fatti – e lo dice uno che ha apprezzato qualsiasi periodo – le cose migliori i Moonspell le hanno realizzate quando si sono espressi tramite sonorità metal. Oltre ai primi, celebratissimi, capolavori ne è un chiaro esempio il nuovo “The Antidote”, un disco che, pur non rinnegando certi elementi del recente passato, ha il pregio di recuperare molta dell’irruenza e delle atmosfere degli esordi, presentando una serie di canzoni curatissime sotto ogni aspetto e rivelandosi senz’ombra di dubbio il miglior lavoro che i nostri abbiano realizzato dai tempi di “Irreligious”. Qualcosa per cui la Century Media e ovviamente il gruppo stesso devono andare fieri, un album che quest’anno va a collocarsi tra le più alte espressioni di questo genere di musica e che forse riuscirà a far riconciliare i nostri col loro vecchio pubblico. I Moonspell sono tornati più forti e convinti che mai ed è un vero piacere ospitarli sulle pagine di Metalitalia.com. Qui di seguito trovate il resoconto dell’intervista con il gentilissimo leader Fernando Ribeiro avvenuta negli uffici di Rock TV alcune settimane fa. Nostra compagna di intervista è stata la simpaticissima Micol di Kronic, il cui apporto è stato considerevole nella riuscita di questa conversazione.

VOGLIAMO INIZIARE PARLANDO DEL LIBRO BASATO SU “THE ANTIDOTE” CHE VERRA’ ALLEGATO ALLA PRIMA EDIZIONE DEL CD?
“Sì… allora, mentre stavamo preparando le canzoni per ‘The Antidote’ abbiamo incontrato questo scrittore a cui noi e il metal piacevamo molto. Abbiamo iniziato a sentirci regolarmente, discutendo su quanto fosse difficile realizzare un disco e lui, ad un certo punto, ci ha detto che voleva scrivere un libro su quello che stavamo preparando! Noi ovviamente siamo stati d’accordo: se ci fai caso i Moonspell in qualche modo hanno sempre avuto qualcosa in comune con la letteratura, pensa ad esempio a brani come ‘Opium’ o ‘Then The Serpents In My Arms’. Riteniamo che questo sia il punto più alto raggiunto nel corso della nostra carriera… abbiamo ispirato un libro! E’ qualcosa di molto speciale anche perché questo scrittore è la più grande promessa della scrittura portoghese, ha già moltissimi fan in tutto il mondo, persino in Italia. Crediamo che questa collaborazione abbia contribuito a rendere il disco ancora più memorabile”.

PUOI SPIEGARE IL TITOLO DELL’ALBUM, “THE ANTIDOTE”?
“Credo che sia una parola molto speciale, ha diversi tipi di significato. Quando abbiamo intitolato il disco in questo modo non stavamo facendo riferimento ad un antidoto per un veleno o a qualcosa del genere. Credo che ognuno possa dare a questa parola una sua interpretazione… in fin dei conti quello che per me può essere un antidoto per te può essere un veleno, e viceversa! Anche la copertina rappresenta questa sorta di ambiguità: vi è raffigurato un teschio, ovvero il simbolo del veleno, e il titolo è ‘The Antidote’! Credo in definitiva che sia un titolo interessante, che provoca emozioni e che spinge le persone a riflettere”.

PARLIAMO ORA DEL SONGWRITING E DELLE REGISTRAZIONI DELL’ALBUM. QUESTA VOLTA AVETE PRE-PRODOTTO IL TUTTO IN PORTOGALLO E POI REGISTRATO IN FINLANDIA…
“Il processo di songwriting per ‘The Antidote’ è stato piuttosto lungo, abbiamo iniziato a comporre le canzoni più o meno quando ‘Darkness And Hope’ è stato pubblicato. Credo che il disco suoni così potente perché è stato composto in parte mentre eravamo in tour, non c’è stata nessuna pausa tra un disco e l’altro, dopo qualche mese avevamo già pronte quasi tutte le versioni definitive dei pezzi. Credo che ‘The Antidote’ sia un album che ci portavamo dietro, dentro di noi, da molto tempo e non è stato difficilissimo da scrivere. Abbiamo lavorato a Lisbona con Waldemar Sorychta, che ci ha aiutato a completare alcuni arrangiamenti, poi abbiamo trascorso tre settimane in Finlandia nei Finnvox studios con il produttore Hiili Hiilesmaa per registrare. Credo che lavorare con tutte queste persone di talento abbia contribuito a creare un lavoro che, secondo me, è davvero molto valido”.

PRIMA DELLE REGISTRAZIONI AVETE PERSO SERGIO, IL VOSTRO BASSISTA. LE SUE PARTI SONO STATE INCISE DA NICLAS ETELAVUORI, BASSISTA DEGLI AMORPHIS. VUOI SPENDERE QUALCHE PAROLA SU QUESTO ARGOMENTO?
“Sergio ha lasciato la band perché non parlavamo più lo stesso linguaggio musicale. Noi volevamo fare qualcosa di realmente potente ma lui non era molto interessato in questo tipo di musica. Si è trattata di una separazione amichevole, dovuta solo a divergenze di questo tipo. Niclas è un nostro buon amico nonché un ottimo bassista: abbiamo fatto un tour americano con gli Amorphis e partecipato a tanti festival insieme anche qui in Europa. Lui è sembrato subito molto felice di registrare qualcosa che fosse più brutale di quanto è solito suonare con la sua band, così si è unito a noi per le registrazioni. Ha fatto un ottimo lavoro e anche dopo aver concluso le sue parti è venuto spesso in studio per vedere cosa stavamo combinando, un ragazzo fantastico”.

ORA PER I LIVE SHOW VI SERVIRETE DI UN BASSISTA PORTOGHESE, VUOI PRESENTARLO?
“Sì, è un musicista molto professionale che suona per molte band in Portogallo. Ha una grande passione per la musica metal, lo abbiamo reclutato in seguito ad una audizione in cui ci ha molto impressionato sia per la sua tecnica che per il suo modo di interpretare la musica. Al momento le persone che lo hanno visto all’opera sono rimaste tutte soddisfatte”.

IERI SERA TI SEI ESIBITO COME DJ AL MIDNIGHT (NOTO PUB DI MILANO, RITROVO DI MOLTI DEI METALHEAD DEL CAPOLUOGO LOMBARDO, nda), COME TI SEI TROVATO IN QUESTO RUOLO?
“E’ stato molto divertente, in passato ho provato a farlo in Portogallo ma solo davanti a qualche mio amico. E’ un modo diverso di provocare reazioni nelle persone. Ieri ho messo dischi di band che hanno rappresentato una grossa influenza per i Moonspell: Celtic Frost, Bathory e un sacco di death metal! E’ stata una serata votata all’estremo e le persone accorse sono state tutte molto gentili, un modo interessante per incontrare molti fan. Di solito in occasione dei concerti non c’è mai molto tempo per parlare con loro e ieri mi è piaciuto tanto”.

SU “SIN/PECADO” E “THE BUTTERFLY EFFECT” IL VOSTRO SOUND ERA DIVENTATO MOLTO MODERNO ED ELETTRONICO. CON “DARKNESS AND HOPE” E IL NUOVO ALBUM SEMBRA INVECE CHE SIATE RITORNATI SUI VOSTRI PASSI, TORNANDO AD UN SOUND PIU’ GUITAR ORIENTED. COME LO SPIEGHI?
“Con quei dischi, e soprattutto con ‘The Butterfly Effect’, volevamo spingere la nostra voglia di sperimentare con la tecnologia oltre ogni limite. Una volta realizzato quest’album siamo tornati a comporre in modo più libero e il nostro sound è tornato a farsi mistico, più atmosferico, pesante e umano. Se pensi alla batteria di ‘The Antidote’ la troverai quasi tribale ed ipnotica, ispirata alla natura. Vogliamo sempre cambiare qualcosa di album in album: anche le tastiere questa volta sono state utilizzate in maniera ed in misura differente”.

FERNANDO, QUANTO TI SENTI IL LEADER DI QUESTA BAND?
“Non lo so, non ci ho mai pensato molto. Certo, io sono la persona che parla, che scrive i testi, ma non mi sento un leader. In seno al gruppo posso essere il punto di riferimento per alcuni aspetti ma Mike lo può essere per altri e Pedro o Ricardo per altri ancora. Abbiamo quattro personalità molto diverse ma per ogni decisione che deve essere presa parliamo sempre molto tutti assieme. C’è una grande amicizia tra tutti noi, sappiamo cosa vogliamo e facciamo sempre tutto insieme. Ogni anno che passa la nostra amicizia diviene più forte e questo è senz’altro un bene”.

ABBIAMO AVUTO MODO DI VEDERE IL VIDEO PER “EVERYTHING INVADED”, QUALCOSA DI REALMENTE PROFESSIONALE! CHE CI DICI A RIGUARDO?
“Il video è stato diretto dallo stesso regista che aveva lavorato con noi in occasione di quello per ‘Nocturna’. Abbiamo deciso di dargli il singolo da ascoltare e poco dopo lui ci ha proposto una storia molto interessante. Sosteneva infatti che il pezzo fosse ottimo per una colonna sonora di un film horror, un gran complimento per noi, così ci ha proposto di realizzare il videoclip come se fosse il trailer di un film di questo tipo. La storia parla di due ragazzi che partono per trascorrere del tempo in campagna e poi, toccando le cose sbagliate, fanno scatenare il male”.

SEMBRA CHE PEDRO ABBIA ABBANDONATO LE TASTIERE PER DEDICARSI ALLA CHITARRA…
“Pedro è un ragazzo molto attivo, dedica molto del suo tempo a far pratica con gli strumenti. Ama molto suonare la chitarra ma continuerà a suonare anche le tastiere. In studio ha inciso le parti per entrambi gli strumenti e anche dal vivo, a seconda del pezzo che suoneremo, si alternerà tra chitarra e tastiera”.

PARLIAMO ALLORA DEI VOSTRI PROSSIMI IMPEGNI LIVE…
“Sì, stiamo definendo le date del tour europeo in questi giorni. Si tratterà di un tour targato Century Media: infatti per la terza volta in pochi anni uniremo le forze con i Lacuna Coil e prima di noi suoneranno Passenger, Poisonblack ed Extol. Credo che il tutto partirà in dicembre quindi dovremmo arrivare in Italia per gennaio (il 5, per l’esattezza, nda)”.

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