Probabilmente nel giro di un paio d’anni i giovanissimi Morbus Chron, già definiti da un certo Tomas Lindberg “la miglior death metal band svedese del momento”, non avranno bisogno di grandi presentazioni. Da tempo si parla del quartetto come di una promessa in procinto di diventare realtà e noi di Metalitalia.com siamo dello stesso avviso, tanto da non esitare a inserire già da ora “Sweven” fra i migliori album death metal del 2014. Dopo aver omaggiato gli Autopsy con il loro debut album, gli svedesi hanno ora imboccato una strada personalissima, basata su una imprevedibile commistione di stili e registri. Lo showcase organizzato a Gothenburg per il lancio del disco, al quale hanno preso parte anche Miasmal e Vampire, è stato non a caso un successone e in quell’occasione non abbiamo potuto esimerci dallo scambiare quattro chiacchiere con il leader Robert Andersson, ragazzo umile e disponibile, ma anche decisamente timido!
“SWEVEN” E’ SICURAMENTE UNA DELLE SORPRESE DEL 2014. AVEVATE GIA’ FAVOREVOLMENTE IMPRESSIONATO CON I VOSTRI VECCHI LAVORI, MA IL NUOVO ALBUM SEGNA UNA DECISA MATURAZIONE…
“In molti ci stanno dicendo che siamo passati dall’essere una tribute band degli Autopsy a qualcosa di ben poco definibile. Onestamente, trovo difficile descrivere la nostra musica o parlare di come sia stato scritto questo album. Per me l’influenza primaria rimangono gli Autopsy, oppure i primissimi Death, ma questa volta ho cercato di mischiare i loro insegnamenti con delle trovate mie, non necessariamente derivate dall’ascolto di altra musica metal. Se poi siamo finiti ad assomigliare ad altri gruppi, allora non so cosa rispondere, perchè la mia cultura in materia metal è tutto sommato limitata; non sono esattamente un collezionista o un cultore, non conosco tanti gruppi quanto altri miei amici o coetanei”.
SO PERO’ CHE SEI L’UNICO COMPOSITORE DELLA BAND…
“Sì, diciamo che ho composto da solo il 90% del nostro repertorio. Non vorrei però che l’apporto degli altri ragazzi passasse inosservato: i pezzi vengono arrangiati insieme in sala prove e ognuno è libero di portare qualche input. So suonare più o meno tutti gli strumenti della nostra band, ma il tocco degli altri ragazzi è indispensabile”.
FORSE IL VOSTRO SOUND E’ ORA DIVENTATO MOLTO PERSONALE PROPRIO PERCHE’ NON TI SEI LASCIATO CONDIZIONARE DALL’ASCOLTO DI ALTRE METAL BAND…
“Sì, può essere così, anche se, intendiamoci, io il metal lo ascolto, eccome! Semplicemente, oltre agli Autopsy o ai Death, non so citare gruppi che mi abbiano realmente impressionato. La musica recente dei Morbus Chron deriva da miei esperimenti con altre sonorità, mescolati appunto con l’amore che nutro per queste due band storiche”.
IL VOSTRO DEBUT ALBUM, “SLEEPERS IN THE RIFT”, E’ STATO DA PIU’ PARTI CELEBRATO COME UN ECCELLENTE RIELABORAZIONE DEL SUONO AUTOPSY. PERCHE’ GLI AUTOPSY TI PIACCIONO TANTO?
“Non so spiegarlo con esattezza. Dal primo momento in cui li ho ascoltati, ho capito che il loro era il death metal che faceva per me. E’ sporco, sguaiato, sghembo, ma anche imprevedibile e attento alla melodia. Mi piace tutto di quella band: il suono di chitarra, la voce, le ritmiche…”.
CON “SWEVEN” VI SIETE PERO’ ALLONTANATI DA QUESTO REVIVAL OLD SCHOOL CHE TANTO CLAMORE HA GENERATO NEGLI ULTIMI ANNI…
“Sì, noi continuiamo a considerarci una death metal band, ma non ci sentiamo esattamente parte di un filone specifico. Da qualche tempo suoniamo e componiamo con molta spontaneità, senza voler rientrare a tutti i costi in una determinata scena. ‘Sweven’ è il frutto di questa attitudine, mentre il debut album era stato scritto con determinati parametri in mente: volevamo suonare alla Autopsy e lo abbiamo fatto”.
COSA NE PENSI DI MIASMAL E VAMPIRE, VOSTRI NUOVI COMPAGNI DI ETICHETTA E PROTAGONISTI ASSIEME A VOI DI QUESTO SHOWCASE? PENSI CHE SI POSSA PARLARE DI UNA NUOVA ONDATA DI DEATH METAL BAND SVEDESI, SIMILE A QUELLA CHE SCOSSE LA SCENA NEI PRIMISSIMI ANNI NOVANTA?
“Entrambe queste band mi piacciono molto, anche e soprattutto perchè ognuna di esse ha un proprio stile. Per questo motivo, venendo alla seconda parte della tua domanda, non credo che tutti noi possiamo essere così facilmente accostati ai vari Entombed e Dismember, che erano i leader dell’ondata di cui parli. Quelle formazioni erano legate da profonda amicizia, avevano lo stesso background e degli stili molto simili. Vuoi per il tipo di influenze o per il produttore, erano facilmente inseribili in un singolo filone. Noi, Vampire e Miasmal non abbiamo granchè in comune. Certo, suoniamo death metal, ma le influenze, i suoni, il modo di stare sul palco sono molto diversi. Per ora ci sentiamo legati gli uni agli altri solo perchè svedesi e facenti parte della stessa casa discografica”.
COME E’ STATO LAVORARE CON NICKE ANDERSSON E FRED ESTBY IN SEDE DI PRODUZIONE? HAI NOMINATO ENTOMBED E DISMEMBER E LORO SONO STATI A LUNGO I LEADER DI QUESTI DUE GRUPPI…
“Ci è piaciuto molto lavorare cone entrambi: Nicke ci ha dato una grossa mano agli esordi, mentre Fred ci ha seguito per gli ultimi due lavori. Sono due persone decisamente esperte e molto pratiche: sanno come lavorare in studio e sanno come maneggiare il death metal. Non credo che in Svezia esistano molte persone più ferrate di loro per questi due aspetti. E’ stato come seguire dei maestri e indubbiamente la loro mano si è fatta sentire. Come dicevo, con Fred abbiamo già collaborato un paio di volte e già ora posso dirti che non mi dispiacerebbe appoggiarmi a lui anche in futuro”.
SIETE STATI INVITATI DAGLI AT THE GATES PER APRIRE IL LORO PROSSIMO TOUR EUROPEO. PENSO SIATE ENTUSIASTI DELLA COSA…
“Sì, certamente. Per noi è un onore essere stati scelti da una band così importante. Ci hanno voluto perchè sono fan della nostra musica e ciò è davvero fantastico. Sarà il nostro primo vero tour europeo e non vediamo l’ora di misurarci con dei palchi tanto importanti”.
VI CONSIDERATE UNA LIVE BAND?
“Sinora non abbiamo suonato tantissimo, ma credo che stiamo migliorando. Di recente abbiamo tenuto alcune date con i Necrowretch e ci siamo accorti di come il nostro affiatamento stesse crescendo di concerto in concerto. Per ora abbiamo suonato quasi sempre il materiale degli esordi, ma il prossimo tour ci vedrà proporre parecchi pezzi di ‘Sweven'”.
CHE OBIETTIVI AVETE COME BAND? DOVE VI VEDETE DA QUA A CINQUE ANNI?
“Non so esattamente cosa rispondere. Non crediamo di essere fatti per andare in tour sei mesi all’anno. Credo che, rispetto ad altre band nostre coetanee, cercheremo di tenere un profilo più basso e di suonare solo quando ci saranno le giuste condizioni. Entro cinque anni avremo sicuramente pubblicato almeno un altro album e spero che questo concida con un miglioramento della nostra proposta e delle nostre esibizioni live. Non so che altro aggiungere!”.