MORTIFERUM – La Zona del Crepuscolo

Pubblicato il 16/02/2022 da

Con “Preserved In Torment” i Mortiferum sono riusciti nella difficile missione di bissare il successo del loro debut album “Disgorged From Psychotic Depths”, sia dal punto di vista artistico che da quello strettamente ‘commerciale’. I death-doom metaller statunitensi hanno infatti dato alle stampe una seconda prova che palesa tutte le loro note fonti di ispirazione, assieme a una musicalità e una personalità più mature e sviluppate, seguendo un intenso fil-rouge emozionale che trae linfa tanto dal death metal dei primi anni Novanta quanto dal doom più sinistro. Un nuovo persuasivo biglietto da visita che ha fatto un gran parlare di sè sul finire dello scorso anno – quando è stato pubblicato dalla nota Profound Lore Records – e che quasi certamente verrà prontamente rispolverato da tutti gli appassionati una volta che il gruppo riuscirà una volta per tutte a tornare in tour e a visitare il Vecchio Continente. Parliamo del disco e dei piani della band con il loquace cantante/chitarrista Max Bowman…

CI SONO VOLUTI DUE ANNI PER PUBBLICARE UN NUOVO ALBUM, ANCHE SE AVETE NEL FRATTEMPO FATTO USCIRE UNO SPLIT. QUESTO LASSO DI TEMPO PUÒ ESSERE VISTO COME LUNGO O BREVE, A SECONDA DI MOLTI FATTORI. COME LO VEDI TU, PERSONALMENTE? VOGLIO DIRE: LA MUSICA CHE SUONATE È MOLTO DENSA E PUÒ ESSERE PIUTTOSTO STRUTTURATA, CHIARAMENTE NON PRENDE VITA DALL’OGGI AL DOMANI. COME DESCRIVERESTI QUINDI IL ​​VOSTRO PROCESSO DI SCRITTURA?
– Se tutti i tour che avevamo previsto per supportare la pubblicazione di “Disgorged…” non fossero stati cancellati a causa del Covid, ci sarebbe voluto molto più tempo. Anche se sicuramente amiamo dedicare del tempo alla composizione, l’assenza di live durante i primi tempi della pandemia – così come il mio essere disoccupato – ci ha dato un sacco di tempo per concentrarci sulla creazione di nuova musica. Per mettere le cose un po’ più in prospettiva, il debut è uscito nell’ottobre del 2019, e poi il mondo ha chiuso a marzo 2020. Erano passati solo cinque mesi dall’uscita dell’album! Lo vedo come un lasso di tempo piuttosto breve. Puoi essere prolifico anche se vai sempre in tour, ma per scrivere un repertorio di qualità devi trascorrere molto tempo a casa. Quindi, se il Covid ha portato qualcosa di buono, direi che è stato il tempo per comporre nuove canzoni. Il nostro processo di scrittura è davvero lento, contemplativo e collaborativo: se avessimo fatto tutto i tour del primo disco come avevamo previsto, non ho idea di quando sarebbe uscito un altro album, come suonerebbe, o se sarebbe stato qualcosa di simile a “Preserved in Torment”.

COSA VOLEVATE OTTENERE CON “PRESERVED IN TORMENT”? QUALI SONO SECONDO TE LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA IL NUOVO DISCO E IL DEBUTTO?
– “Disgorged…” è un disco completamente diverso. Non sapevamo ancora come sarebbe stato fare un album come band, e suonavamo insieme solo da due anni e mezzo; avevamo registrato solo una demo e un promo tape. Il mondo era anche un posto molto diverso da quello che è ora. Con questo album, volevamo espandere il nostro sound, e ampliare un po’ di più le influenze senza compromettere il suono centrale dei Mortiferum. Alcune delle canzoni sono più lunghe di qualsiasi altra cosa presente nell’album precedente, ma siamo riusciti a scriverne anche di più brevi… Secondo i nostri standard, comunque (ride, ndR). In questa band, vogliamo che ogni singolo riff sia memorabile. Non vogliamo parti di riempimento o riff che occupino solo spazio per allungare un po’ il minutaggio. La tenebrosità e la pesantezza del death metal venato di doom sono essenziali, ma volevamo anche che questo album fosse un po’ più intricato, in un certo senso. Tuttavia, detto questo, ci sono alcune parti che sono apertamente semplicistiche e cupe. Volevamo ottenere un mucchio di strati di chitarra, assoli e altri piccoli dettagli, e volevamo che la batteria suonasse ancora più potente rispetto all’ultima volta. Ho anche detto ad Andy che volevamo che il tono di basso fosse il più pesante mai registrato (ride, ndR). Direi inoltre che abbiamo tutti puntato ad ascoltare una maggior gamma di death metal, evitando di concentrarci soltanto sulle classiche band finlandesi che ci hanno ispirato a scrivere il demo “Altar of Decay”. Personalmente stavo ascoltando un sacco di death metal sudamericano come Hadez, Headhunter D.C., Mortem, quel tipo di roba. Mi sono anche appassionato al death metal polacco – vedi i Damnation, che mi ha fatto conoscere il nostro batterista Mody – così come gli Oppressor, i Vehement Thrower e i Mordor. Queste band, provenienti da due regioni molto diverse, hanno tutte un approccio unico al riff e all’arrangiamento che mi ha dato molta ispirazione. Sento che siamo progrediti molto come band in termini di composizione, e penso che questo album lo mostri piuttosto bene.

DA QUELLO CHE HO NOTATO, “DISGORGED…” HA RISCOSSO UN AMPIO SUCCESSO NELL’UNDERGROUND DEATH METAL. AVETE SENTITO QUALCHE PRESSIONE O OBBLIGO QUANDO AVETE INIZIATO A SCRIVERE NUOVE CANZONI?
– Con tutto che siamo oltremodo grati che così tante persone ci abbiano mostrato supporto per l’ultimo album, ci spaventa l’idea di pensare o calcolare troppo il nostro processo di scrittura per compiacere altre persone, persino i nostri fan. Questo tipo di approccio andrebbe contro i nostri valori di gruppo musicale. Sappiamo che suoneremo come i Mortiferum in ogni caso, e coloro a cui piace davvero la nostra band apprezzeranno quello che stiamo facendo con questo nuovo album. Detto ciò, è stata comunque un’esperienza abbastanza diversa, sapendo che le persone avrebbero prestato attenzione al nuovo album sin dall’inizio, mentre all’epoca non avevamo idea se a qualcuno sarebbe importato o meno della demo o del primo disco. Questa volta l’attesa è stata un po’ più snervante.

MENTRE COMPONETE NUOVE CANZONI, COME VALUTATE LA QUALITÀ DELLA VOSTRA MUSICA? QUALI SONO I CRITERI CHE UTILIZZATE PER VALUTARE UNA CANZONE DEI MORTIFERUM? QUALI PASSAGGI SEGUITE PER CREARE UNA TRACCIA PERFETTA PER UN VOSTRO ALBUM?
– Quando si compone, penso che il criterio sia generalmente solo quello di assicurarsi che la canzone abbia riff death metal memorabili, un’atmosfera coinvolgente e schiacciante, oltre a una certa complessità musicale, senza però eccessivi tecnicismi. Cerchiamo di assicurarci che le canzoni e gli arrangiamenti non siano troppo prevedibili, ma anche di assicurarci di non allontanarci troppo dall’essenza della band. Siamo pronti a lavorare su una canzone all’infinito finché non sembrerà davvero finita alle nostre orecchie.

I MEMBRI DEI MORTIFERUM HANNO ESPERIENZA CON ALTRE BAND; I MORTIFERUM FUNZIONANO IN MODO SIMILE A QUESTE ALTRE REALTÀ O VI SONO PARTICOLARI DIFFERENZE NEL MODO DI OPERARE COME GRUPPO?
– Mortiferum e Caustic Wound, pur avendo molti strumentisti in comune, hanno approcci molto diversi. I riff stessi potrebbero avere alcune somiglianze, ma gli arrangiamenti delle canzoni sono molto più semplici e con un approccio quasi punk nei Caustic Wound, come penso dovrebbe essere per qualsiasi band grindcore interessante. L’approccio di Mortiferum, come ho spiegato sopra, è molto diverso. Non sto dicendo che sia migliore, è solo diverso.

QUAL È IL TUO PRIMO RICORDO SE PENSI AL DEATH METAL? QUANDO HAI CAPITO CHE IL DEATH METAL ERA UN GENERE CHE VOLEVI SUONARE E CONTRIBUIRE A SVILUPPARE?
– Il mio primo ricordo a livello di ascolto e scoperta del death metal, penso sia stato probabilmente l’ascolto di Deicide, Suffocation o Nile su una compilation allegata a Revolver magazine o qualcosa del genere… Ho iniziato a dedicarmi più alla vecchia scuola dopo aver scoperto i Death, che sono diventati una delle mie band preferite in tenera età, e da lì ho cercato di più in profondità. Una volta che ho scoperto “Leprosy” e “Scream Bloody Gore”, sono arrivato agli Autopsy, che mi hanno cambiato la vita. Avevo sempre voluto suonare qualcosa del genere, ma non ero mai riuscito a trovare le persone giuste con cui suonare, fino a quando non mi sono trasferito a Olympia e mi sono unito ai Bone Sickness, che erano la mia band locale preferita prima di entrare nelle loro fila.

COME SI È EVOLUTA NEL TEMPO L’IDENTITÀ CREATIVA DEI MORTIFERUM SECONDO TE?
– Ci è voluto un po’ per trovare la nostra ‘voce’ e dare un indirizzo preciso alla nostra musica. Ci siamo evoluti in alcuni modi e soprattutto siamo abbiamo preso maggir confidenza con noi stessi come musicisti e collaboratori. Per quanto mi riguarda, posso dire che mi sento un po’ più a mio agio con i testi. All’inizio, stavo solo cercando di scrivere qualcosa che sembrasse adatto allo stile; ora, invece, sono un po’ più basati sulla vita reale e sull’esperienza personale, pur rimanendo astratti e non troppo rivelatori.

SIETE IN GIRO DA SOLI CINQUE ANNI, MA PROBABILMENTE AVETE GIÀ VISTO ALCUNE TENDENZE DEATH METAL ANDARE E VENIRE IN QUESTO LASSO DI TEMPO. COME PENSI CHE SIANO CAMBIATI IL ​​GENERE E L’UNDERGROUND DA QUANDO SI SONO FORMATI I MORTIFERUM?
– Anche se so che le band sono sempre in qualche modo influenzate dai loro coetanei, negli ultimi due anni sembra che molte realtà stiano semplicemente copiando sfacciatamente altre band attuali senza prendersi il tempo di informarsi su ciò che ha influenzato le formazioni che stanno derubando. Non voglio essere cinico, ma la merda che leggo online rende le cose ulteriormente difficili. Ci sono molte band che si definiscono ‘death/doom’ o ‘funeral doom’ che evidentemente non hanno alcuna conoscenza di entrambi i generi. Mi sono pure imbattuto in un sito web che, recensendo il nostro album insieme a un’altra band death/doom contemporanea, ha letteralmente copiato/incollato il testo e cambiato semplicemente i nomi dei gruppi. Nel 2016/2017 ero piuttosto entusiasta della direzione in cui stavano andando le cose, ma ora molta gente si sta prendendo troppo sul serio e il mercato è troppo saturo.

VI SIETE ESIBITI AL KILL-TOWN DEATH FEST UN PAIO DI ANNI FA. CHE MI DICI DI QUELL’ESPERIENZA? COME VI SIETE TROVATI A SUONARE IN EUROPA PER LA PRIMA VOLTA?
– Suonare al Kill-Town è stato molto divertente. Sembra così lontano nello specchietto retrovisore ora, però. Sembra sia passata un’eternità da quando la pandemia ha cambiato tutto. Saremo in Europa la prossima estate/autunno con un paio di band che saranno annunciate presto. Speriamo che il mondo ce lo permetta!

COSA POSSIAMO ASPETTARCI DA MORTIFERUM IN UN PROSSIMO FUTURO, CONCERTI A PARTE? VEDI LA BAND EVOLVERSI NEL SUONO E NEL CONCEPT? QUALI SONO I VOSTRI PROSSIMI PIANI?
– Cercheremo sempre di evolverci come gruppo, ma dal momento che abbiamo trascorso così tanto tempo a lavorare sull’album, penso che i nostri piani per il prossimo futuro siano di andare in tour il più possibile e viaggiare il mondo.

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