MORTUARY DRAPE – Negromanzia e spiritualità

Pubblicato il 13/04/2015 da

A dieci anni di distanza dall’ultima prova in studio, è come se nelle natie terre alessandrine le campane di tutte le chiese si fossero messe a suonare cantici funerei, in onore del rientro sulle scene dei Mortuary Drape. La creatura di Wildness Perversion, già biecamente allenata da performance live di spessore con una line-up ringiovanita e gagliarda, si è ripresentata agli ascoltatori con inediti degni in tutto e per tutto del glorioso passato. Il tempo scalfisce e smussa molti ardori, ma a quanto pare nulla ha potuto contro i culti negromantici e il black metal striato di thrash, metal classico e doom degli autori di “Spiritual Independence”, una band che ha dato tanto al metal italiano e internazionale, e vede ancora oggi ripagata tanta dedizione da un following fedele e passionale. Abbiamo sentito il gruppo, nella persona del leader e unico membro fondatore rimasto Wildness Perversion, per farci raccontare questo intenso periodo, vissuto all’insegna di concerti in ogni angolo di Europa e America e di febbrile attività in studio di registrazione.

Mortuary Drape - immagine intervista testo - 2015

VI SONO DIECI ANNI FRA “BURIED IN TIME” E “SPIRITUAL INDEPENDENCE”. PERCHÉ È PASSATO COSÌ TANTO TEMPO TRA GLI ULTIMI DUE ALBUM?
“E’ passato così tanto tempo perchè all’inizio si sono susseguite varie problematiche a livello di line-up, poi hanno pesato alcune scelte della band; bisogna anche dire che negli ultimi anni, con la nuova formazione, ci siamo dedicati molto all’attività live e questo ha allungato non di poco i tempi di stesura del nuovo album. Infine ci sono anche i tempi ‘burocratici’che servono fisicamente a mettere un disco sul mercato dopo che è stato creato”.

A COSA ALLUDE UN TITOLO COME “SPIRITUAL INDEPENDENCE”? NELLA RECENSIONE L’HO IMMAGINATO COME UN MODO PER AFFERMARE L’UNICITÀ DELLA BAND E LA PROPRIA INDIPENDENZA RISPETTO A INFLUSSI ESTERNI.
“Allude a qualcosa di molto profondo, all’Indipendenza Spirituale appunto. Hai immaginato bene, questo titolo, oltre che essere un inno all’istintualità spirituale, rispecchia appieno anche l’essenza dei Mortuary Drape, anche musicalmente parlando. E’ indispensabile per una band come la nostra non scendere a compromessi dettati da mode o mercato e continuare a seguire il nostro percorso iniziato ormai più di 28 anni fa, con coerenza ed indipendenza”.

NELL’ULTIMO LUSTRO LA LINE-UP È STATA RIVOLUZIONATA, CON L’INNESTO DI FORZE FRESCHE A TUTTI GLI STRUMENTI. CHE COSA HANNO PORTATO ALLA CAUSA I NUOVI MEMBRI DEI MORTUARY DRAPE? CHE DIFFERENZE VI SONO TRA LA LINE-UP ATTUALE E QUELLE PRECEDENTI?
“Hanno portato una grande ventata di freschezza. Sono tutte persone tecnicamente molto preparate, motivate e soprattutto serie e professionali. Si è creata una grande alchimia a livello umano, e in questo l’attività live è servita molto. Con questa line-up la musica del nuovo disco ha fatto un grande passo avanti a livello di maturità. C’è tutto quello che doveva esserci dei vecchi album e tutto quello che mancava di nuovo, ma nel pieno rispetto del passato. Ogni line-up è un discorso a sè, con pro e contro in ognuna di esse… Diciamo che la grossa differenza che ho notato col passato sta nel modo di lavorare, si lavora molto bene pur dovendo, per questioni logistiche, ottimizzare i tempi. Si è creata davvero molta intesa”.

NELLA COMPOSIZIONE DEL NUOVO ALBUM C’È STATO UN FORTE CONTRIBUTO DA PARTE DEGLI ALTRI MEMBRI DEL GRUPPO, OPPURE HAI GESTITO TUTTO TU IN PRIMA PERSONA? COME MAI SEI TORNATO A SUONARE LA BATTERIA, INVECE DI FAR SUONARE QUESTE PARTI DAL DRUMMER CHE VI SEGUE DAL VIVO?
“C’è stato sicuramente il grande contributo di tutti i nuovi musicisti, con molte ore spese in sala prove per lavorare nei minimi dettagli. Sono tornato alla batteria perchè ci sono stati problemi inaspettati col vecchio batterista, ci siamo trovati di colpo senza di lui e non era il momento giusto per mettersi a rifare tutto da capo con un nuovo musicista. Ho deciso quindi di occuparmi delle parti di batteria e devo dire di essere davvero soddisfatto di questa scelta. Forse questo ha contribuito molto a ridare un taglio molto ‘old style’ al disco”.

DOPO AVER RISCONTRATO UN CERTO AFFIEVOLIRSI DELLE ATMOSFERE ARCANE E MALEDETTE IN “BURIED IN TIME”, VI CI SIETE REIMMERSI PROFONDAMENTE COL NUOVO ALBUM. A QUALE DEI VOSTRI PREDECESSORI CREDI CHE ASSOMIGLI MAGGIORMENTE?
“Mi fai una bella domanda, non riesco a vederlo somigliante in particolar modo a nessuno dei vecchi album: questo perchè contiene elementi di ognuno di loro in maniera molto equilibrata, sia a livello di atmosfere che di musica”.

LA COVER DEL NUOVO ALBUM, ALMENO PER LA VERSIONE IN CD, RICHIAMA QUELLA DI “SECRET SUDARIA”. ANCHE I TEMI LIRICI, A GRANDI LINEE, SONO QUELLI DEL VOSTRO SECONDO ALBUM? SONO CAMBIATE DI MOLTO LE TUE FONTI DI ISPIRAZIONE RISPETTO AI PRIMI ALBUM?
“No sono praticamente le stesse, tutte tematiche a noi familiari come occultismo ed esperienze vissute da noi in prima persona. Siamo sempre alla ricerca di una dimensione tutta nostra e con questo ‘Spiritual Independence’ abbiamo voluto dare anche dal titolo l’idea chiara che questo album è proprio una personale ricerca verso la nostra indipendenza spirituale, una voglia di dire la nostra in massima libertà e senza compromessi alcuni”.

UNA VOSTRA PECULIARITÀ È QUELLA DI TENERE IL BASSO MOLTO ALTO NEL MIX E ANCHE IN “SPIRITUAL INDEPENDENCE” QUESTO STRUMENTO HA UN RUOLO IMPORTANTISSIMO PER EVOCARE SENSAZIONI MACABRE E OPPRIMENTI. QUALI SONO I MOTIVI DI QUESTA SCELTA?
“Il suono del basso è un elemento importantissimo nel nostro sound; nei vecchi album è davvero molto presente e questa è una caratteristica che non poteva e non doveva mancare in un ritorno al passato come questo. Il tutto è stato semplificato e reso naturale dal fatto che il nostro attuale bassista sia sempre stato influenzato dai vecchi album dei Mortuary Drape in maniera davvero notevole”.

HO APPREZZATO MOLTO I SOLO OLD-SCHOOL PRESENTI PER TUTTO IL DISCO. HAI CHIESTO AI TUOI CHITARRISTI DI DARGLI UN CERTO TIPO DI INTERPRETAZIONE O LI HAI LASCIATI LIBERI DI ESPRIMERSI?
“Li ho lasciati liberi di esprimersi, certo consigliando loro di tanto in tanto le soluzioni che potevano sembrarmi più adeguate per il contesto sonoro dei Mortuary Drape. Anche in questo caso, comunque, è stato quasi tutto spontaneo e naturale, senza forzature”.

IL NUOVO ALBUM ESCE IN MOLTE EDIZIONI DIVERSE, CON ALCUNI COFANETTI IN EDIZIONE LIMITATA NEI QUALI SONO PRESENTI DIVERSI GADGET CHE POSSONO INGOLOSIRE I DIE-HARD FAN. I VOSTRI ASCOLTATORI SONO PARTICOLARMENTE FETICISTI? IN QUESTO MODO AVETE ACCONTENTATO ALCUNI DESIDERI ESPRESSI DAI FAN NEL CORSO DEGLI ANNI?
“Sì, posso dirti che i nostri fan sono molto particolari come gusti e sanno che da noi si possono aspettare sempre delle edizioni speciali. Sicuramente abbiamo accontentato molti desideri di fan che ci seguono da sempre, e sempre più spesso le limited editions vanno letteralmente a ruba, diventano veri e propri oggetti quasi di culto e noi siamo ben felici di poter ogni volta trovare soluzioni sempre più originali per premiare questa dedizione alla nostra band. Il gruppo vive sì del proprio lavoro e della propria fatica, ma è altrettanto importante il supporto di tutte queste persone che ci seguono, senza le quali la musica e la band resterebbero nell’oscurià più totale”.

PENSO CHE UNO DEI MOTIVI DEL SUCCESSO UNDERGROUND DEI MORTUARY DRAPE, SOPRATTUTTO ALL’ESTERO, RISIEDA NEL TENERSI IN BILICO FRA METAL CLASSICO ED EXTREME METAL: SI SENTONO MOLTO LA NWOBHM E I MERCYFUL FATE, MA È DEGNA DI NOTA LA PRESENZA DI PASSAGGI CHE RICHIAMANO IL DARK SOUND ITALIANO, IL THRASH E IL PRIMO BLACK METAL. TU RIUSCIRESTI A DARE UNA DEFINIZIONE SINTETICA DELLA TUA MUSICA? TI SENTI DI APPARTENERE IN QUALCHE MANIERA A UN FILONE BEN PRECISO?
“Quello che dici è giusto, nella nostra musica sono sempre emerse tutte le nostre influenze ed i nostri ascolti. E i generi che hai citato penso rispecchino perfettamente la realtà. Anche la nuova formazione è composta da musicisti di provenienza metal ma con ascolti veramente poliedrici, e questo è importante. Io amo definire la nostra musica Occult Black Metal, penso rispecchi appieno l’atmosfera attorno al nome Mortuary Drape. Certo, musicalmente è riduttivo definirla tale. Non sentiamo di appartenere ad un qualche filone, a dirti la verità… Non capisco se perchè davvero non ne facciamo parte, oppure perchè giudicarsi dall’interno di una situazione è sempre più difficile rispetto a quando si vede questa situazione dall’esterno. Magari da fan ragionerei diversamente”.

SECONDO TE, PERCHÉ SIETE PIÙ APPREZZATI ALL’ESTERO CHE IN ITALIA?
“Perchè purtroppo in Italia è andata quasi completamente persa la cultura della musica metal: poco interesse, pochi spazi dedicati a questa e quindi ancora meno interesse e cultura. E’ un circolo vizioso, un cane che si morde la coda. E come se non bastasse, una buona parte di quel poco di cultura della musica metal che rimane è decisamente esterofila”.

QUEST’ANNO SIETE STATI IN SUDAMERICA PER UN BREVE TOUR. IMMAGINO ABBIATE TROVATO DEI FAN COMPLETAMENTE FUORI DI TESTA E DEVOTI ALLA VOSTRA CAUSA. CHE COSA TI HA COLPITO DI PIÙ DI QUESTA ESPERIENZA? QUALI SONO LE MAGGIORI DIFFERENZE RISCONTRATE TRA UN PAESE E L’ALTRO? A LIVELLO LOGISTICO, QUALI SONO STATE LE MAGGIORI DIFFICOLTÀ DA AFFRONTARE?
“Sì, abbiamo trovato fan davvero devoti, matti e completamente pazzi e fuori di testa per i Mortuary Drape. Mi ha colpito molto il seguito della musica metal underground presente da quelle parti: è incredibile come la gente conoscesse la nostra storia, i nostri testi, i nostri brani. E’ incredibile vedere quanto sia importante la musica per queste persone, sembra quasi di tornare qui in Europa negli anni ’80. Le differenze sono soprattutto di tipo culturale, la concezione del tempo, della vita… Spesso ciò che là è normalità qui potrebbe essere considerata follia, parlo anche di comportamenti. Poi ci sono mille eccezioni ovviamente. A livello logistico le maggiori difficoltà sono state senza dubbio le grandi distanze da percorrere. Fisicamente è statp davvero distruttivo: abbiamo preso diciassette aerei in soli 13 giorni! Comunque è stata decisamente una bella esperienza, da rifare assolutamente”.

QUALI SONO I PROGRAMMI PER IL 2015?
“I programmi per il 2015 sono concerti, concerti, concerti. Abbiamo per ora, di sicuro, l’Inferno Festival di Oslo (alla data della pubblicazione di questa intervista, i Mortuary Drape avranno già suonato al festival norvegese, tenutosi tra l’1 e il 4 aprile, ndR), e per noi è una grande soddisfazione essere nel bill di questo importantissimo festival. Altre date sono in via di conferma. Poi, probabilmente, ci saranno altre uscite discografiche, sotto forma di split album in collaborazione con altre band. Invito chiunque ci segua, e anche chi normalmente non ci segue, a venire a vederci dal vivo ed a supportare la causa della musica metal in questo paese. Sennò, qui ci si lamenta sempre ma non si fa mai nulla. Vi invito inoltre a seguirci sul nostro sito ufficiale www.mortuary13drape.com e, per chi volesse una delle nostre edizioni speciali del nuovo album, consiglio di scrivere velocemente a questa e-mail: info@mortuary13drape.com. Grazie per il supporto e per l’opportunità di apparire nei vostri spazi”.

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