MOTORHEAD – Lo shock è passato

Pubblicato il 01/12/2013 da

Il 2013 è stato un anno che non dimenticheremo facilmente per quanto riguarda i Motorhead. Il fisico di Lemmy ha presentato per la prima volta in maniera seria il conto dopo una vita da sballo vissuta in maniera scapestrata contro ogni regola salutista, ignorando la carta d’identità e vivendo nell’unica maniera che il rocker vero conosce: bere, fumare e urlare dietro ad un microfono. Tanti gli show cancellati e tante le notizie che hanno tenuto in apprensione i fan dello storico gruppo in merito alle condizioni dello storico leader… perché non stiamo parlando di una band qualsiasi, una di quelle che potrebbe avvicendare un membro e andare avanti. Questi sono i Motorhead e questa incarnazione del gruppo è la più longeva, quella che ci ha regalato tantissimi ottimi album e almeno vent’anni di grande Rock. Fra le cose positive in casa inglese quest’anno c’è stata la pubblicazione di “Aftershock”, strepitoso nuovo episodio della loro sterminata discografia. Mikkey Dee, batterista svedese della band, ha promosso a Milano l’album, noi di Metalitalia.com l’abbiamo chiamato e lui molto cordialmente ci ha parlato di cosa è successo e di cosa succederà in casa Motorhead. Tutti tranquilli: Lemmy sta bene e presto il gruppo tornerà a devastare i palchi di mezzo mondo e, chissà, forse anche quelli italiani, magari nella prossima estate

Motorhead - band - 2013

AVETE DATO A CAMERON WEBB MOLTO CREDITO PER QUESTO ALBUM. CHE CONSIGLI VI HA DATO QUESTA VOLTA PER “AFTERSHOCK”?
“Diamo tanto merito a Cameron non solo per questo album, ma per i cinque in totale per i quali abbiamo collaborato. In quest’occasione ha fatto un lavoro ancora migliore di quanto noi sperassimo. Lavoriamo molto bene insieme, lui sa come farci rendere al meglio”.

STANDO ALLA COVER, SOLAMENTE I MOTORHEAD SOPRAVVIVERANNO ALL’AFTERSHOCK?
“Sì”.

CHI HA AVUTO L’IDEA PER IL VIDEO DI “HEARTBREAKER”? COME MAI AVETE SCELTO QUESTA CANZONE?
“’Heartbreaker’ è uno dei nostri singoli. L’abbiamo scelta perché è una delle canzoni che rappresentano l’album. C’era tanta pressione per produrre la parte filmata del video e per trovare qualche idea. Questo è il risultato finale di ciò che abbiamo fatto”.

SOLITAMENTE SEI TU AD OCCUPARTI DI GRAN PARTE DELLA PROMOZIONE DELL’ALBUM. COME STA ANDANDO IL TUO PROMO-DAY ITALIANO OGGI, E POI… NON TI ANNOIA OCCUPARTI SEMPRE DELLA PROMOZIONE DEI TUOI LAVORI DOPO TUTTI QUESTI ANNI?
“La giornata sta andando bene. No, non mi dà fastidio fare promozione per l’album, è parte del dovere. Specie se hai fatto un buon lavoro con l’album bisogna promuoverlo a sufficienza. È ciò che bisogna fare. È un lavoro duro ma qualunque cosa relazionata al nostro mondo lo è: scrivere lo è, suonare lo è, registrare lo è. Promuovere il disco può essere stressante ma io mi trovo bene a farlo”.

A WACKEN AVETE SUONATO SOLAMENTE SEI CANZONI. AVETE INTERROTTO LO SHOW PERCHÉ ERAVATE PREOCCUPATI PER LE CONDIZIONI FISICHE DI LEMMY?
“A Wacken non dovevamo suonare. Avremmo cancellato lo show ma poi abbiamo deciso di vederlo come uno show bonus. Siamo saliti sul palco per suonare le canzoni che avremmo potuto suonare con Lemmy in quelle condizioni. Potevamo suonarne una come dieci. Non ci dimentichiamo che Lemmy non era nelle migliori condizioni da almeno cinque settimane! Noi non volevamo affaticarlo troppo, spremerlo oltre le possibilità del momento. Per le sei canzoni che abbiamo suonato è stato tutto eccellente, fantastico. Non c’era niente dietro. Due minuti dopo lo show eravamo seduti al tavolo nel backstage, tutto era ok, ci stavamo rilassando. Vediamo quello show come un extra, quindi. Penso che la gente quindi abbia frainteso, pensando che Lemmy fosse malato, ma non era questo il caso”.

COME STA LUI ADESSO?
“Ora è a Los Angeles e sta seguendo gli ordini del dottore. Si sta rimettendo in forma per tornare presto sui palchi”.

RECENTEMENTE HAI DICHIARATO CHE LEMMY DOVREBBE AVERE MAGGIOR CURA DI SE STESSO. COSA INTENDEVI DIRE?
“Tutti noi dobbiamo prenderci cura di noi stessi. Almeno di più di quanto facciamo ora. È la vecchiaia. Lemmy sta ancora bene. È solamente che deve prendersi cura di sé ancora di più. Più si sentirà meglio e più sarà forte. Non gli consiglio niente di speciale, ora. Personalmente mi prendo i miei momenti. Se ho un giorno di pausa ed è un lunedì o magari un martedì, e piove, io preferisco andare a dormire mentre Lemmy magari va al casinò (ride ndR). Questo voglio dire: deve riguardarsi di più così starà meglio, vedrete”.

RIMANENDO ANCORA NELLA PARTE “SALUTE” DI QUESTA INTERVISTA: COME TI PRENDI CURA DEL TUO FISICO, TU CHE PIÙ DI TUTTI NECESSITI DI STARE IN FORMA PER SUONARE DAL VIVO?
“Giusto. Ho un personal trainer e due o tre volte la settimana mi alleno con lui. Ora che l’inverno sta arrivando lavoreremo in palestra mentre d’estate gioco a football. Cerco quindi di tenermi in forma sempre col mio personal trainer. E ci riesco molto bene credo, no?”.

SUL FUTURO, ADESSO: ABBIAMO LETTO DA QUALCHE PARTE CHE MAGARI CI SARÀ LA POSSIBILITÀ CHE I MOTORHEAD PUBBLICHINO SOLO ALBUM SENZA ANDARE POI IN TOUR. COME I BEATLES DICIAMO. COSA PENSI DI QUESTA IDEA?
“Non lo so, perché non siamo arrivati ancora a quel momento. Forse verrà quel giorno ma ora non ci pensiamo”.

E SE DOVESSE ARRIVARE, NON TI MANCHEREBBE SUONARE DAL VIVO, SENTIRE LA FOLLA URLARE SOTTO I COLPI DELLA TUA BATTERIA?
“Se noi come Motorhead dovessimo fermarci non significa che io mi fermerò. Andrò in tour con qualche altra band”.

AVETE RIPROGRAMMATO LE DATE DEL TOUR MA NON VEDIAMO AD OGGI NESSUNA TAPPA IN ITALIA. NE ANNUNCERETE ALTRE IN FUTURO?
“Non lo so. Noi vorremmo venire in Italia. Ci piacerebbe fare tre date in Italia: una al nord, una al centro e una al sud. Almeno tre. Magari parteciperemo a qualche festival estivo ma non dipende da noi, dipende dai promoter. Se questi si daranno da fare noi verremo senza problemi. Ci piace l’Italia, abbiamo fan molto fedeli che ci sono stati vicini nei momenti migliori e anche nei peggiori a differenza di altri Paesi, vicini solo quando le cose andavano al meglio. L’Italia, con la Germania e la Scandinavia, ci è stata sempre vicina, quindi ci piacerebbe suonare più spesso da voi, ma ripeto: dipende dai promoter”.

COSA AVRESTI FATTO NELLA TUA VITA SE NON IL MUSICISTA? CI HAI PENSATO MAI?
“Sinceramente non lo so, perché ho suonato per tutta la vita. Ho iniziato a suonare la batteria all’età di cinque anni. Ho suonato dal vivo la prima volta a sette anni e ho iniziato a farlo in maniera professionale alle scuole superiori”.

HAI ALTRI HOBBY?
“Certo, noi tutti li abbiamo. Ho la famiglia in Svezia e quindi cerco di passare il mio tempo libero con loro, con i miei due figli”.

COME VEDI LA TUA VITA QUANDO SARÀ FINITA LA PARTE CON I MOTORHEAD? A BERE COCKTAIL AI CARAIBI?
“Non la vedo in questa maniera. Non è che ci fermeremo e basta. Io poi non penso di fermarmi, almeno per molto tempo. E neanche i Motorhead ci pensano. Ad ogni modo quando arriveremo a quel punto di sicuro sapremo cosa fare”.

OGGIGIORNO I REALITY SHOW DI TUTTI I TIPI SI SONO IMPADRONITI DEI PALINSESTI DEI VARI NETWORK TELEVISIVI. TU HAI PRESO PARTE AD UN REALITY SHOW, QUINDI TI CHIEDIAMO: PENSI CHE UNA ROCK BAND POSSA VINCERE X-FACTOR?
“No, non possono e a mio avviso neanche dovrebbero parteciparvi. Se sei una vera rock band, tanto per cominciare, non hai bisogno di qualcuno che ti dica come suonare. La cosa non funzionerebbe. Altra cosa: non bisogna diventare un prodotto da piazzare sul mercato. Una vera rock band non ha bisogno di un produttore che decida lui come produrre la band. Non dico che questa sia una cosa sbagliata perché per molti artisti è probabilmente necessario tutto ciò, ma per il rock vero no, è diverso. Se ti piace il rock decidi tutto tu. Nei reality non ragionano in questa maniera, quindi non penso che le rock band vinceranno mai o addirittura parteciperanno mai a questi reality. Qualora dovessero farlo, potrebbe essere tutto orchestrato a tavolino”.

DISCUTENDO SU FACEBOOK ALLA RICERCA DI DOMANDE ORIGINALI DA PORTI, CI SIAMO IMBATTUTI IN QUESTA RISPOSTA: “È TUTTO INUTILE: QUALUNQUE COSA VOI PENSIATE È GIÀ STATA CHIESTA AI MOTORHEAD”. ALLORA IL MEGLIO CHE SIAMO RIUSCITI A TROVARE È STATO: CHE SHAMPOO USI PER AVERE QUESTA CHIOMA FULGIDA, BIONDA E COSÌ LUCENTE?
“(ride, ndR) Oddio che domanda, giusto su Facebook potevi trovarla! Allora, che tipo di shampoo adopero, vediamo. Uso uno shampoo australiano alla Papaya. Ah, e poi bevo molta birra che contiene tanta vitamina B”.

ALMENO È STATA UNA BELLA DOMANDA DA FACEBOOK…
“Sì sì, decisamente (continuando a ridere, ndR)”.

ABBIAMO MENZIONATO I SOCIAL NETWORK. CHE NE PENSI?
“I social network sono fantastici per tante cose. Io personalmente non sono tanto bravo ad usarli. Non voglio condividere ogni fottuta ora della mia vita, fotografare le mie nuove scarpe, o vedere gente che si fotografa per far vedere quanto è fico camminare nel buio. Mi domando: qual è il problema di questa gente? Continuano a postare foto di loro stessi che sono in aeroporto o ad una festa. Questa non è la mia idea di come usarli. Ora che abbiamo l’album pubblicato ogni utente può condividere ciò che ne pensa, ecco, questo è un buon uso del mezzo che consente grandi opportunità”.

CHIARO. ALTRO DA DIRE?
“Grazie a tutti voi e speriamo di vederci presto in Italia”.

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