MR. BUNGLE – Il passato non muore mai

Pubblicato il 11/06/2024 da

Magari i lettori più giovani non se lo ricorderanno, ma ci fu davvero un periodo durante gli anni Novanta e Duemila in cui Mike Patton spuntava letteralmente da ogni angolo con progetti uno più folle dell’altro, senza contare il contributo che i Faith No More stavano dando alla contaminazione dei generi in ambito hard rock.
In questo’Patton-verse’, se ci scusate il neologismo, una delle band che a nostro avviso ha avuto un successo artistico e di pubblico maggiore sono i Mr. Bungle: sin dalla formazione originale hanno incluso musicisti come Trey Spruance e Trevor Dunn, musicista eclettico alla corte di John Zorn e con contributi anche nel mondo Melvins. E’ proprio con Trevor che abbiamo discusso il loro ritorno sulle scene degli ultimi anni, della loro ultima stramba uscita discografica (la ri-registrazione del demo “The Raging Wrath Of The Easter Bunny” con l’aggiunta di Scott Ian e Dave Lombardo in formazione) e di tanto altro. La band sarà nuovamente in Italia fra qualche giorno, lunedì 17 giugno, in occasione dell’usuale rassegna estiva del Magnolia.

QUALCHE ANNO FA, DOPO UNA PAUSA DURATA CIRCA DUE DECADI (L’ULTIMO DISCO, “CALIFORNIA”, E’ ADDIRITTURA DEL 1999) VI SIETE FATTI RISENTIRE CON UN PRODOTTO DECISAMENTE ATIPICO, OVVERO LA RI-REGISTRAZIONE DEL PRIMO DEMO CHE AVEVATE FATTO USCIRE A METÀ ANNI ‘80. È UNA SORTA DI DOPPIO SALTO TEMPORALE, A MIO AVVISO: GIÀ L’INDUSTRIA DISCOGRAFICA E IL MERCATO SONO COMPLETAMENTE DIFFERENTI DAGLI ANNI NOVANTA E DAI VOSTRI TRE DISCHI PRINCIPALI, FIGURIAMOCI DAI TEMPI DI “THE RAGING WRATH OF THE EASTER BUNNY” CHE E’ DEL 1986…
– Secondo me le cose sono meno differenti di quanto può sembrare. Siamo sempre stati del metallari, in qualche modo. Molta della musica del demo è stata suonata regolarmente durante gli anni ‘90, nei nostri concerti, infilata in varie altre canzoni o sotto forma di medley, ma quasi nessuno sapeva realmente di cosa si trattasse,  anche perché col tempo del nostro demo giravano solo cassette di qualità veramente bassa.
Quella musica ci è sempre stata cara e quindi quando siamo andati a ri-registrarla abbiamo chiesto l’aiuto di musicisti come Dave Lombardo e Scott Ian, gente che quel tipo di musica l’ha inventata; per noi è stato importante farlo perché volevamo rendere giustizia a quelle composizioni, in modo che potessero suonare come avrebbero dovuto farlo.
A metà anni ‘80 eravamo dei teenagers e ci sono voluti trent’anni, ma ne è valsa la pena. Il cuore di quella musica è decisamente Mr. Bungle.

CHE TIPO DI PUBBLICO SECONDO TE, AL DI LA’ DI QUESTA RI-REGISTRAZIONE, PUO’ ESSERE INTERESSATO AI MR.BUNGLE NEL 2024? FAN VECCHI, NUOVE GENERAZIONI DI ASCOLTATORI?
– Il nostro pubblico di riferimento che ci ha sempre seguito è invecchiato insieme a noi, ovviamente.
Di questi, alcuni hanno accettato la ri-registrazione e il nostro ritorno di buon grado, altri decisamente no! Questi fans non credono siano i veri Mr. Bungle – cosa che io reputo esilarante a dir la verità – ma io non sono loro, perciò… (risate, ndr).
Quando scriviamo musica non pensiamo realmente al nostro pubblico, scriviamo ciò che vogliamo scrivere e siamo sempre stati veramente fortunati di avere un’audience e persone che ci ascoltano e ci seguono, perché in fondo siamo davvero ‘arroganti’ quando si tratta di decidere cosa pubblicare o meno.
No, non abbiamo un ‘target audience’ e dopo quarant’anni da musicista professionista, posso dirti che non è possibile basare quello che si scrive su cosa vuole il pubblico, perché non è possibile accontentare tutti. Suonerà anche come un cliché, ma è necessario prima soddisfare se stessi. Anche perché così la musica è completamente onesta e i veri fan lo percepiscono.

SIETE STATI DEFINITI CON LE PAROLE ‘SPERIMENTALI’ O ‘AVANTGARDE’. COSA SIGNIFICANO QUESTE DEFINIZIONI PER TE?
– Personalmente ho qualche problema con la definizione di musica sperimentale, perché per me significa principalmente essere a casa da soli a provare nuova musica, con alcuni risultati positivi ed altri negativi. Può esserlo anche in un contesto pubblico, dove si improvvisa davanti a delle persone. Come tutti gli esperimenti, il risultato può essere totalmente sbagliato o di successo: è parte della bellezza della musica improvvisata.
Quando parliamo dei Mr. Bungle, alle persone dico sempre che si tratta di musica rock, o avant-rock o rock strano! Oppure musica rock che non passerà mai in radio. Ci sono troppe categorie per definirlo, credo che alla fine sia un genere a sé e le etichette possano solo essere d’aiuto nel capire in che parte del negozio di musica andrai a cercarci, se così posso definirlo (ride, ndr): i dischi dei Mr. Bungle sono nella sezione rock, vicino ai Mr. Mister o Lana Del Rey.

I MR. BUNGLE HANNO SEMPRE CREATO MUSICA DIFFICILE, PARTICOLARE CHE IN GENERALE NECESSITA ATTENZIONE E RIPETUTI ASCOLTI. NELL’ERA DI SPOTIFY, DOVE BUONA PARTE DEL PUBBLICO SPESSO SI FA UNA PROPRIA IDEA ASCOLTANDO UN PAIO DI MINUTI DEL PRIMO BRANO, COME POSSONO POSIZIONARSI I MR.BUNGLE NEL 2024? IL MERCATO, COME ABBIAMO GIA’ ACCENNATO, E’ MOLTO DIFFERENTE DA QUELLO IN CUI VI MUOVEVATE NEGLI ANNI ‘90…
– Continuiamo a fare le cose come le abbiamo fatte finora. Siamo ‘old-school’ in questo, io ho cinquantasei anni e sono cresciuto con i vinili, con un lato A che va girato se si vuole ascoltare il lato B. Questo tipo di fruizione è sempre stata parte di me, un modo che considera per esempio anche l’ordine in cui le canzoni sono messe in un disco, quando lo si ascolta dall’inizio alla fine. L’ordine spesso ha un preciso senso emozionale, con l’ascoltatore che percepisce ‘alti e bassi’, alternanze fra canzoni in toni differenti che spesso aiutano anche nella fruizione.
Non voglio fare il vecchio che si lamenta dei giovani d’oggi, ma è chiaro che c’è un diverso tipo di ascolto tramite le piattaforme di streaming. Secondo me però ci saranno sempre due tipi di ascoltatori: alcuni saranno più attenti e riflessivi e passeranno più tempo ad ascoltare.
Spesso sono i musicisti ad essere fatti così, ma non è detto. Noi non ce ne curiamo più di tanto e anzi, consideriamo ancora la questione della progressione, del lato A e del lato B, anche se sappiamo che uscirà in formato CD. Analogamente, quando scriviamo le canzoni, lo facciamo pensando al brano nella sua interezza e non in termini di ritornello.
Ci interessa trovare il modo di scrivere un buon pezzo che possa accompagnare l’ascoltatore in un viaggio. Nella musica serve pazienza e curiosità. 

BEH, A QUESTO PUNTO, COSA E’ UNA BUONA ‘CANZONE’ PER TE? I MR. BUNGLE HANNO SCRITTO MOLTA MUSICA CHE NON E’ CONSIDERABILE COME UNA CANZONE…
– Anche se è difficile rispondere, la forma è qualcosa che definisce una canzone. I fondamentali della musica sono noti: armonia, melodia.
In “California” abbiamo scritto tante canzoni che in qualche modo hanno una loro forma e una melodia. Anche in “Disco Volante” è possibile ritrovare elementi precisi che combinati creano canzoni, anche se in questo caso non ci sono spesso melodie vere e proprie. Non ho mai pensato in questi termini, però credo che ci siano sempre una forma (elementi che si ripetono) e una melodia. Almeno questi.

QUALI SONO ARTISTI CHE SECONDO TE HANNO LO STESSO PIGLIO MUSICALE DEI MR. BUNGLE? ARTISTI CHE SENTITE AFFINI? NON DEVONO POI PER FORZA PRODURRE MUSICA SIMILE ALLA VOSTRA, MA AVERE IL VOSTRO SPIRITO…
– Quando abbiamo scritto la maggior parte della musica per il demo ed eravamo alle scuole superiori, era un periodo in cui stavo imparando anche il jazz e la musica classica. Alcune idee che mi sono venute per scrivere quei brani arrivarono ascoltando un compositore di nome americano di nome Vincent Persichetti, che si occupava anche di scrivere musica pensata per i musicisti adolescenti che stavano imparando. Molte idee le ho prese da lì.
I Mr. Bungle hanno sempre fatto così: ci siamo chiesti tante volte, scrivendo la nostra musica, come fosse possibile prendere elementi e stili dal jazz e dalla musica classica e in qualche modo rileggerli in un’ottica differente. In fondo, ogni musicista cerca di fare lo stesso: riprende musica fatta da altri e cerca di interpretarla in un modo personale, senza per forza copiare.

QUANDO AVETE REGISTRATO IL PRIMO DEMO, ERAVATE DAVVERO DEI ‘METALLARI’ COME LI POSSIAMO VEDERE NEL FAMOSO DOCUMENTARIO “HEAVY METAL PARKING LOT”? E’ DIFFICILE IMMAGINARVI COSI’…
– Oh, invece lo ero! Avevo la giacca in jeans con i loghi delle band e mi ricordo anche una camicia color militare con una grande toppa dei Corrosion Of Conformity! Avevo anche i capelli lunghi! Il mio look era esattamente quello dei Metallica nelle foto di “Kill’em All”.
Ero completamente coinvolto nel movimento, un po’ come tutti: partito dagli AC/DC, mi sono mosso verso il metal estremo nel momento in cui usciva: prima lo speed, poi il thrash e infine il death metal. Erano tempi eccitanti, in cui aspettavamo il ‘gruppo successivo’ a quello che stavamo adorando al momento.
Quando più veloce poteva essere il basso o la batteria? Poi è uscito “Reign In Blood” degli Slayer e abbiamo avuto la nostra risposta (ride, ndr)!

BEH, MA POI AVETE INIZIATO A SCRIVERE TUTT’ALTRO…
– Sì, vero. Ascoltavamo molti altri generi di musica e pian piano abbiamo voluto provare a scrivere musica per il sassofono o altri fiati. Abbiamo iniziato ad essere influenzati da gruppi come i Fishbone o gli Oingo Boingo (la band dei compositori di colonne sonore Danny Elfman e Steve Bartek, ndr). Il metal non ci ha mai abbandonato come spirito di ricerca sonora e comunque, nel primo disco ci sono diverse influenze decisamente metal. 

IL PUBBLICO METAL PERO’ NON E’ NOTO PER ESSERE MOLTO ACCOMODANTE PER CHI CAMBIA GENERE… CHE TIPO DI FEEDBACK AVETE AVUTO AL TEMPO E NEL TEMPO?
– Beh, positivo direi. Abbiamo iniziato ad avere particolarità nel suono quasi subito, quando non avevamo ancora un pubblico vero e proprio se non quello degli amici. Abbiamo poi iniziato ad aprire per gruppi come i Primus o le band funk metal e i feedback sono stati sempre sufficientemente positivi. Abbiamo avuto la fortuna di continuare a fare ciò che volevamo! 

COME CONSIDERI I TRE DISCHI DEI MR.BUNGLE ORA, DOPO VENT’ANNI?
– Non li ascolto più di tanto, ora. L’ho dovuto fare per le edizioni in vinile nel box fatto dalla Rhino, visto che dovevamo ascoltare i test pressing.
E’ stato un viaggio nel passato e come lo direbbero i giovani di oggi, quando faccio queste operazioni di riscoperta del mio passato musicale, c’è sempre un po’ di elemento ‘cringe’: molte cose avrebbero potuto essere fatte meglio, soprattutto a livello tecnico, ma le registrazioni catturano sempre un momento specifico nel tempo e tutti e tre gli album hanno diversi elementi che migliorerei.
Ma va bene così: sono stati dischi audaci, in cui abbiamo veramente fatto quello che volevamo. Di questo sono veramente orgoglioso.

DI QUALI ALTRI PROGETTI MUSICALI IN CUI SEI COINVOLTO SEI PARTICOLARMENTE ORGOGLIOSO?
– La mia band, il Trio Convulsant (che ora è formato da sette persone e non tre)! L’ultimo album è uno dei dischi di cui sono più orgoglioso. Lì non svolgo il ruolo di gregario che in qualche modo aiuta un leader. Lì è una mia creatura personale, dove il leader sono io!

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