MUNICIPAL WASTE – Spazio, Ultima Frontiera

Pubblicato il 20/05/2012 da

Ryan Waste ce lo immaginiamo su un divano sfondato, coi piedi sul tavolino, mentre sorseggia una birra. Un ghigno soddisfatto stampato sul volto, la pancia alcolica che spunta sotto una maglia ingrigita dei Judas, e una stanza in disordine riflessa nelle lenti a specchio dei suoi occhiali da ciclista, orrendamente fuori moda. Ce l’ha fatta, in fondo. Non fa il commesso di un negozio di fumetti e nemmeno il cuoco da McDonalds, anche se sembra aver sorpassato le 88 miglia orarie e vive nella sua anacronistica dimensione parallela, Ryan è un vincente. Il sorriso lo si percepisce attraverso il modo di parlare, nella chiacchierata in cui il chitarrista dei Municipal Waste ci racconta il ritorno dei campioni del crossover thrash, proiettati nello spazio per una nuova avventura dopo la firma per la prestigiosa Nuclear Blast

QUALCUNO HA DEFINITO I MUNICIPAL WASTE COME GLI ‘AC/DC DEL CROSSOVER THRASH’, NEL SENSO CHE NON AVETE ALCUN BISOGNO DI EVOLVERE IL VOSTRO SOUND. COSA NE PENSI?
“Oh! Penso sia un grande complimento a dire il vero, gli AC/DC sono il gruppo preferito del nostro batterista, sarà molto felice quando glielo dirò!”.

PENSI SIA VERO CHE NON AVETE BISOGNO DI CAMBIARE?
“Penso che un’evoluzione avvenga, ogni album. Chi ascolta veramente lo può constatare. C’è un progresso costante, e questo disco lo dimostra di nuovo. Ogni volta cerchiamo di alzare la barra e far meglio del disco precedente, che sia anche solo per velocità o intensità della nostra musica. A mio parere ‘The Fatal Feast’ raggiunge tutti questi obiettivi”.

QUAL E’ IL VOSTRO APPROCCIO AL MOMENTO DI SCRIVERE? AVETE UN OBIETTIVO IN PARTICOLARE?
“Come ho già detto volevamo far meglio di ‘Massive Aggressive’, ma volevamo anche divertirci e riportare nel nostro suono gli elementi che hanno caratterizzato gli album precedenti. Il concept di ‘Waste In Space’ ce l’abbiamo in testa da dieci anni, finalmente vede oggi la luce del Sole”.

SONO STATE DELLE SESSIONI FELICI O DIFFICILI?
“Questa volta ci siamo presi un anno intero per scrivere il disco. Non l’abbiamo mai fatto prima, di conseguenza non abbiamo mai avuto un approccio tanto rilassato alle registrazioni in studio. Essere freschi, in salute e riposati ha giovato non poco all’energia che riesce a trasmettere il disco”.

COME LAVORATE DI SOLITO? SIETE UNO DI QUEI GRUPPI CHE REGISTRA UN SACCO DI PEZZI E NE SCARTA ALTRETTANTI, PER ARRIVARE A QUINDICI?
“Abbiamo registrato ventuno canzoni, ne abbiamo tagliate cinque per arrivare a sedici, mai fatto prima d’ora. Abbiamo tenuto solo il meglio del meglio per ‘The Fatal Feast’! Le canzoni che non hanno trovato posto molto probabilmente andranno in qualche altra pubblicazione. Abbiamo fatto più di quanto ci servisse, questa volta”.

SCRIVI MEGLIO QUANDO SEI IN UN PARTICOLARE STATO D’ANIMO?
“Non necessariamente. Lo facciamo da talmente tanto tempo che ci viene naturale. Io e il bassista Phil ci stuzzichiamo a vicenda, ci spingiamo l’un l’altro per ottenere il meglio. Non è mai una persona sola a creare, siamo sempre in tre o quattro. L’energia che ci caratterizza viene dallo stimolo che siamo capaci di darci a vicenda”.

LA STAMPA E I FAN SI ASPETTANO CHE SIATE SEMPRE DELLE PERSONE SIMPATICHE E GIOVIALI, COME POTREBBE CONSEGUIRE DALLA VOSTRA MUSICA. COME GESTITE QUESTA ASPETTATIVA?
“Ci piace essere quello che siamo. Non c’è niente di pianificato in noi, ci piace suonare vicino alla gente, vogliamo assicurarci che tutti si stiano divertendo: questo è il nostro obiettivo, sin dall’inizio. Certo potremmo forzare questi atteggiamenti, ma penso si capisca. Siamo persone positive, ed esserlo ci aiuta molto nella vita che abbiamo scelto”.

VI FACCIO ANCORA UNA VOLTA I COMPLIMENTI PER LA BELLISSIMA COPERTINA. C’E’ QUALCHE DETTAGLIO NASCOSTO CHE DOVREMMO NOTARE?
“Grazie! Gli elementi nascosti dovete trovarveli da soli, non posso svelarti tutto, amico! E’ come una copertina degli Iron Maiden, ci sono un sacco di dettagli sfiziosi. E’ la mia copertina preferita, se devo dire il vero. Devo fare i complimenti a Justin Osbourn, con cui ho collaborato, per il risultato finale davvero incredibile, e per l’atmosfera di lavoro molto gradevole”.

COME HANNO FATTO I BEER BONGS E LE BODY BOARDS A DIVENTARE PARTE DELLA VOSTRA ESPERIENZA LIVE?
“Il beer bong lo portavamo noi ad ogni concerto, sin dagli inizi. Era un mio dovere. Farci bere una attraverso era un nostro omaggio ad un fortunato spettatore: a volte andava bene, altre meno, e ci causava problemi. Successivamente, quando è iniziato il passaparola e il gruppo è diventato conosciuto, sono stati gli stessi fan a portare oggetti come body boards, palloni da spiaggia, materassini dalle forme più curiose, tutto per rendere il party selvaggio e indimenticabile. E’ stato un movimento spontaneo e meraviglioso. Oggi ogni sera è diversa!”.

C’E’ STATA QUALCHE SERA IN CUI QUALCUNO SI E’ SPINTO TROPPO OLTRE?
“Ho vomitato sul pubblico una volta. Penso sia decisamente troppo per qualsiasi ammiratore (risate, ndR)”.

SUL VOSTRO BANCHETTO HO VISTO TOPPE, CAPPELLI, BANDANA… C’E’ UN CAPO O UN GADGET DEL VOSTRO MERCHANDISE CHE AMI IN PARTICOLARE?
“Mi piacciono le toppe giganti, quelle da mettere dietro la giacca, e anche i pantaloncini che abbiamo fatto tempo fa. Ora stiamo lavorando a un fresbee dei MW, penso vi piacerà moltissimo, a me fa impazzire! Ci sono cose originali è vero, ma non abbiamo mai esagerato con le stronzate, non bisogna mai sorpassare un certo limite a mio parere”.

HAI QUALCHE MEMORIA DALLA TUA VITA IN TOUR CHE VUOI CONDIVIDERE?
“Memoria? Di solito sono troppo ubriaco per ricordare qualcosa”.

I TANKARD CHIAMANO LA LORO MUSICA ‘ALCOHOLIC METAL’. COME CLASSIFICHERESTI I MUNICIPAL WASTE?
“Io ci definirei semplicemente speed metal punk”.

CHE MUSICA CI SAREBBE NEL TUO INFERNO PERSONALE?
“Mi piacerebbe ci fossero i Mercyful Fate, perché li adoro ed è a loro che penso quando si parla di musica cattiva. Ma immagino Dante Alighieri non sia d’accordo, dunque preferisco pensare che la colonna sonora del mio inferno personale sia fatta da tutto quel metalcore dalle acconciature accurate, quella massa di merdose poser band del cazzo!”.

QUALI SONO LE TUE PASSIONI, OLTRE LA MUSICA?
“Al numero uno c’è l’heavy metal. Sono un grande fan dei Judas Priest, adoro la loro musica e sono loro che mi hanno spinto ad essere un musicista e ad essere un metallaro. Ho altre passioni, ovviamente: mi piace tutto ciò che è science fiction degli anni ’80, come potete ben intuire dai nostri dischi”.

VUOI CONSIGLIARCI UN FILM IN PARTICOLARE?
“Uno dei miei film preferiti è ‘Blood Diner’ (‘Il Ristorante All’Angolo’, del 1987, ndR), abbiamo scritto anche una canzone che lo omaggia, ovvero ‘Blood Hunger’ su ‘Waste ‘Em All’. Dovete vederlo, lo consiglio a tutti! Mi piacciono anche i film di Carpenter, e ‘Fatal Feast’ contiene molti omaggi alle sue pellicole. Apprezzo le opere di Dario Argento come ‘Suspiria’, ‘Opera’, ‘Profondo Rosso’ e altri”.

NULLA DI RECENTE, VEDO…
“Sono della vecchia scuola, non vado mai al cinema a vedere i campioni di incassi del momento. Anche per la musica è la stessa cosa, mi piace rovistare nel passato”.

PER FINIRE, UN BEL QUESTIONARIO VELOCE.
METALLICA O MEGADETH?
“Metallica, ma i primi”.
SUICIDAL TENDENCIES O D.R.I.?
“Eh cazzo, questa è difficile. Non ce la faccio. Dico D.R.I., devo scusarmi coi Suicidal, siamo amici di entrambi i gruppi, è dura!”.
PUBLIC ENEMY O BEASTIE BOYS?
“Public Enemy”.
BIRRA IN LATTINA O IN BOTTIGLIA?
“Bottiglia! Non ve l’aspettavate, eh?”.
VINILE O MUSICASSETTA?
“Vinile, sicuramente!”.

 

 

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