MY DYING BRIDE – Danze silenziose

Pubblicato il 25/11/2015 da

Sta diventando difficile trovare parole nuove per descrivere le opere dei My Dying Bride. I britannici non sembrano infatti conoscere momenti di scarsa ispirazione: ogni loro fatica, a parte forse il discusso “34.788%… Complete”, ha lasciato segni importanti, tanto che, anche a distanza di venticinque anni dalla loro formazione, non si riesce a immaginare la scena gothic-doom priva del talento e del contributo del gruppo britannico. L’ultimo “Feel The Misery”, come accennato, è l’ennesimo centro in una carriera semplicemente clamorosa; un carriera che, per nostra fortuna, sembra tutto fuorchè sul viale del tramonto. Da qualche tempo le novità a livello stilistico sono state pressochè abolite, ma Aaron Stainthorpe, Andrew Craighan e i loro compagni – tra cui segnaliamo il “redivivo” Calvin Robertshaw – si dimostrano sempre abilissimi nel comporre nuove canzoni in grado di superare la prova del tempo. Ascoltate un episodio come “To Shiver in Empty Halls”, contenuto proprio nell’ultimo album, per farvi un’idea della costante rilevanza di questa band. È il succitato Aaron Stainthorpe il nostro interlocutore nella breve chiacchierata che segue: risposte concise, ma che non mancano mai di svelare la passione e l’arguzia di uno dei frontman che hanno fatto la storia di questa musica…

my dying bride - band - 2015

HO LETTO CHE LE REGISTRAZIONI DI QUESTO NUOVO ALBUM SONO STATE UN PESO PER TE. COSA È ACCADUTO ESATTAMENTE?
“L’esperienza in studio non è mai semplice: personalmente non amo avere addosso la pressione di dovere fare tutto alla perfezione e nel modo più professionale possibile. Di norma trovo tutto il processo molto stancante, ma questa volta si è anche aggiunta la morte di mio padre, avvenuta proprio nel corso delle registrazioni. Come puoi immaginare, non vedevo l’ora che queste finissero…”.

NON HAI MAI AMATO REGISTRARE O QUESTO SENTIMENTO SI È SVILUPPATO DI RECENTE?
“Non posso dire che ogni sessione di registrazione della nostra storia sia stata tragica, per fortuna. Però non sai quanto riesca ad arrabbiarmi se fatico a trovare la nota giusta!”.

“FEEL THE MISERY” SEGNA UFFICIALMENTE IL RITORNO IN LINEUP DELLA STORICO CHITARRISTA CALVIN ROBERTSHAW. SIETE SEMPRE STATI IN CONTATTO IN QUESTI ANNI? CALVIN HA CONTRIBUITO MOLTO AL DISCO?
“Andrew è sempre rimasto amico di Calvin, quindi quando ci siamo resi conto che il rapporto con Hamish si sarebbe interrotto gli abbiamo chiesto di tornare nella band. E fortunatamente Calvin ha detto sì. Tuttavia la ‘reunion’ ha avuto luogo quando il disco era già stato composto, quindi non ha avuto modo di mettere nuovamente in mostra il suo talento”.

SIETE IN ATTIVITÀ DA TANTISSIMI ANNI, ORMAI. NEGLI ULTIMI TEMPI VI RISULTA DIFFICILE COMPORRE NUOVA MUSICA?
“Certo, sta diventando sempre più difficile non ripetersi e ovviamente vogliamo che la nostra musica suoni meglio di quella vecchia, almeno alle nostre orecchie. Non siamo un gruppo che si accontenta. Ci vuole pazienza, ma ci odieremmo se non provassimo a fare del nostro meglio e anche i fan se ne accorgerebbero”.

QUAL È L’ASPETTO DEL COMPORRE CHE PIÙ APPREZZI?
“Scrivere i testi. Cerco di contribuire anche a livello musicale, ma alla fine preferisco sempre concentrarmi sulle parole. Gli altri ragazzi sono sicuramente più esperti di me quando si tratta di imbracciare uno strumento”.

QUAL È INVECE L’ASPETTO CHE PIÙ TI SCORAGGIA?
“Nel comporre non trovo nulla di spiacevole, ma, come dicevo, non amo entrare in studio. È tutto troppo sterile e preciso. Mi rendo conto che, almeno in parte, l’esperienza debba essere così, ma per me è sempre difficile rapportamici. Non so mai dove nascondermi!”.

MOLTI FAN CONTINUANO A CONSIDERARE “TURN LOOSE THE SWANS” E “THE ANGEL AND THE DARK RIVER” I VOSTRI MIGLIORI ALBUM, ANCHE A DISTANZA DI DECENNI DALLA LORO PUBBLICAZIONE. INVECE DI CONCENTRARCI SULLE DIFFERENZE TRA “FEEL THE MISERY” E QUESTI CAPOLAVORI, QUALI SONO SECONDO TE GLI ASPETTI CHE ACCOMUNANO I TRE DISCHI?
“Il vero aspetto in comune è la miscela di pesantezza, atmosfere drammatiche e parole sentite che questa band propone. Siamo una realtà che da sempre crede ciecamente nella sua forma d’arte”.

COME FATE A DECIDERE SE UN BRANO È PRONTO ED È DEGNO DI ENTRARE A FARE PARTE DEL REPERTORIO DELLA BAND?
“Per questo disco in particolare abbiamo trascorso parecchio tempo sui piccoli dettagli. Abbiamo composto i pezzi, poi non li abbiamo ascoltati nè rivisitati per alcune settimane. Quindi li abbiamo ripresi e, con le orecchie fresche, abbiamo deciso di apportare alcune modifiche, fino a quando il risultato ha soddisfatto tutti. Il processo è stato lungo, ma siamo dell’idea che sia perfetto per noi, a questo punto della nostra carriera”.

ASCOLTATE ANCORA NUOVA MUSICA? VI LASCIATE INFLUENZARE DA ALTRI GRUPPI O ARTISTI?
“Personalmente ascolto sempre tantissima musica, sia vecchia che recente. Metal, opera, indie, goth, electro… credo che avere gusti ampi porti una ventata di freschezza nel processo compositivo. Qualche input differente finisce sempre per trovare il suo posto nella nostra musica e fa sì che la proposta si mantenga fresca e interessante”.

ANCORA UNA VOLTA È STATA LA PEACEVILLE A PUBBLICARE IL VOSTRO NUOVO LAVORO. QUAL È IL SEGRETO DIETRO QUESTO STABILISSIMO E LONGEVO RAPPORTO?
“Ci hanno sempre dato il 100% del controllo artistico, qualcosa che altre case discografiche avrebbero forse faticato a garantire. Abbiamo sempre avuto totale libertà nel creare la nostra arte e non abbiamo mai dovuto fare i conti con alcun genere di interferenza”.

AVETE GIRATO UN VIDEO PER LA TITLE TRACK DI “FEEL THE MISERY”. CHE SCOPO HA GIRARE UN VIDEO PER UN GRUPPO COME I MY DYING BRIDE?
“Una volta i video avevano sicuramente maggiore importanza: potevi sperare che MTV li trasmettesse e che migliaia o persino milionI di persone li vedessero. Oggi però MTV pare interessata solamente al culo di Kim Kardashian, mentre i clip musicali finiscono su YouTube. Tuttavia, si tratta pur sempre di un mezzo che può agevolare la promozione di un album. Non abbiamo enormi aspettative a riguardo, ma lo abbiamo girato con piacere”.

PENSI DI ESSERE IN GRADO DI CITARE LE TRE CANZONI PIÙ IMPORTANTI DELLA CARRIERA DEI MY DYING BRIDE? OPPURE LE TUE PREFERITE?
“Sì, posso dirti le mie preferite. ‘The Dreadful Hours’ perchè contiene tutto ciò che mi aspetterei di ascoltare da un gruppo che si chiama My Dying Bride. ‘I Almost Loved You’ perchè parla alla nostra anima senza alcuna chitarra pronta a distruggerci. Infine, ‘A Doomed Lover’, perchè… perchè è semplicemente magnifica!”.

QUALE PENSI CHE SIA IL SEGRETO DIETRO LA LONGEVITÀ E IL SUCCESSO DEI MY DYING BRIDE?
“Siamo i nostri primi fan e non abbiamo nessuno che ci metta il fiato sul collo, dicendoci cosa fare e quando. Non abbiamo alcuna pressione addosso, non dobbiamo vendere milioni di copie e non dobbiamo andare in tour se non ne abbiamo voglia. Possiamo davvero fare tutto quello che ci pare!”.

PARLANDO DI TOUR, DIVERSI ANNI FA SUPPORTASTE GLI IRON MAIDEN NEL CORSO DEL TOUR EUROPEO DI “THE X FACTOR”. QUELLO FU UN BILL PIUTTOSTO ATIPICO, E LO È ANCHE PER GLI STANDARD ODIERNI. COSA RICORDI DI QUELLA ESPERIENZA?
“Il tutto nacque quando Steve Harris telefonò ad Andrew per complimentarsi per ‘The Angel And the Dark River’. Ci chiese se eravamo interessati ad andare in tour con loro e ovviamente rispondemmo sì. Si trattò di un’esperienza fantastica: i locali in cui suonammo erano enormi e sempre pieni ed entrammo persino a fare parte dell’Iron Maiden Football Team. Rick ed Andrew segnarono diversi goal! Ho ancora bellissimi ricordi di quel tour!”.

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