MY DYING BRIDE – Spettri Nella Nebbia

Pubblicato il 06/04/2009 da
 
Con “For Lies I Sire”, i My Dying Bride sono giunti al monumentale traguardo del decimo full-length album in carriera. Una carriera vissuta sempre nel segno della personalità e della spontaneità, che li ha visti passare dallo status di band di buone speranze della nascente scena death-doom britannica nei primi anni ’90, a quello di vera, ultima grande icona di tali sonorità nel nuovo millennio. E’ un gruppo, quello dei My Dying Bride, che comunque è ben lungi dall’accontentarsi dei successi passati e dall’adagiarsi sugli allori. Lo dimostra appunto il nuovo ‘For Lies I Sire’, ennesima dimostrazione di come i nostri siano ancora in grado di scrivere musica di qualità, sempre superiore a qualuque cosa partorita dalla concorrenza. Ne abbiamo parlato con i membri cardine della formazione – il cantante Aaron Stainthorpe e i chitarristi Andrew Craighan e Hamish Hamilton Glencross – in un bel pomeriggio di febbraio negli uffici londinesi della Snapper Music, società che possiede la storica Peaceville Records, da sempre casa discografica del gruppo…
 
 

 
“FOR LIES I SIRE” E’ IL DECIMO FULL-LENGTH DEI MY DYING BRIDE… UN TRAGUARDO NON DA POCO, CONGRATULAZIONI! SECONDO VOI QUAL E’ IL SEGRETO DIETRO QUESTA LONGEVITA’? DOVE TROVATE L’ISPIRAZIONE PER ANDARE AVANTI E COMPORRE TUTTO QUESTO MATERIALE?
Andrew: “Ce lo chiedono tutti e non sappiamo mai cosa rispondere! Uno dei segreti è senza dubbio il fatto che non abbiamo mai visto la band come un lavoro. Avremmo potuto sfornare dischi con la fotocopiatrice, passare mesi in tour ogni anno e così via, ma la cosa non ci ha mai entusiasmato. Ci è sempre piaciuto suonare e scrivere musica senza avere alcun tipo di pressione addosso, con tutta calma, e questo ci ha senz’altro aiutati ad andare avanti così a lungo. Poco stress e tante soddisfazioni. E pazienza se ci tocca lavorare come tutti ogni settimana, non ho mai pensato alla mia musica come a qualcosa con cui pagarmi la spesa”.
 
COME AVETE AFFRONTATO LA STESURA DI “FOR LIES I SIRE”? IL DISCO SUONA UN PO’ DIVERSO DAGLI ULTIMI DUE LAVORI…
Andrew: “Il materiale è stato composto da me e da Hamish e poi rivisto con tutti gli altri ragazzi, che ci hanno aiutato ad arrangiare le singole parti. Personalmente, ho scritto la musica come sempre. Ho un metodo tutto mio: mi metto davanti al testo di ‘Symphonaire Infernus et Spera Empyrium’ e cerco di comporre musica adatta a quelle parole. Per come la vedo io, qualsiasi cosa partorita dai My Dying Bride dovrebbe potenzialmente essere in grado di fare da accompagnamento a quel testo. Non puoi sbagliare, con questo metodo ogni cosa che esce dalla tua chitarra suonerà al 100% My Dying Bride (ride, ndR)”.
Hamish: “A livello stilistico, credo che l’unica cosa che abbiamo cercato di fare in maniera un po’ diversa dal solito è stata di prestare un po’ più attenzione allo sviluppo della tracklist e alle sue dinamiche. Non ti nascondo che sia ‘Songs Of Darkness, Words Of Light’ che ‘A Line Of Deathless King’ sono in parte stati composti con un’attitudine volutamente anti-commerciale. Sono entrambi album molto crudi e difficili… in quel periodo volevamo proprio dar sfogo al nostro lato più doom. Con ‘For Lies I Sire’ siamo tornati a un modo di scrivere più spontaneo, che in un paio di casi ha poi dato vita a dei brani maggiormente ritmati e orecchiabili. Ma ovviamente prendi quest’ultimo aggettivo con le pinze (ride, ndR)! Nel complesso, penso che sia un album più completo e anche più facile da ascoltare, rispetto ai due che lo hanno preceduto”.
 
AVETE DEI MODELLI MUSICALI CHE CERCATE DI SEGUIRE? VI SONO ANCORA DELLE BAND CHE POSSONO ESSERE CONSIDERATE UN’INFLUENZA PER I MY DYING BRIDE?
Andrew
: “Sicuramente i soliti Black Sabbath, Celtic Frost, Trouble, Candlemass… queste sono le uniche band che ci hanno influenzato nel corso degli anni. Personalmente – e so che gli altri ora inizieranno a ridere – da qualche tempo mi sento di aggiungere i Naglfar alla lista. Loro mi prendono in giro, ma non ci posso fare niente… adoro i Naglfar! Sono l’unica black metal band che ascolto, la loro musica mi dà i brividi! Li ho scoperti quasi per caso, ma non posso farne a meno (ride, ndR)”.
 
“FOR LIES I SIRE” SEGNA IL RITORNO DEL VIOLINO NELLA MUSICA DEI MY DYING BRIDE. COME AVETE MATURATO QUESTA DECISONE?
Aaron: “Tutto è nato con l’arrivo di Katie in formazione. Vedevamo in lei la nostra nuova tastierista, ma poi ha dato prova di sapersela cavare molto bene anche con il violino, così abbiamo pensato di tornare a utilizzarlo. Le linee di violino sul nuovo album sono state composte anche da lei, quindi possiamo dire di aver trovato anche un nuovo membro in grado di comporre musica. La collaborazione è solo agli inizi, ma per ora va tutto per il meglio con lei… non vediamo l’ora di cimentarci nella stesura di un nuovo album con lei dall’inizio”.
Andrew: “In molti ci hanno chiesto perchè non abbiamo voluto trovare subito un nuovo violinista… la risposta è che quello che stavamo componendo dopo l’abbandono di Martin Powell per noi andava benissimo così com’era, senza violino. Prendi ‘The Dreadful Hours’, ad esempio… quel disco è perfetto così com’è, per me non vi è una sola nota fuori posto. Ora, dopo qualche anno, ci è nuovamente tornata la voglia di sperimentare un po’ con il violino… e lo stiamo facendo. Ma senza aver dovuto forzare le cose o aver subito alcun tipo di pressione. La spontaneità è un fattore molto importante nei My Dying Bride”.
 
AVETE ANCHE UNA NUOVA BASSISTA, LENA ABE’, DA QUALCHE TEMPO… AVETE CERCATO APPOSITAMENTE DELLE RAGAZZE PER COMPLETARE LA FORMAZIONE?
Andrew
: “So dove vuoi arrivare, ma no, le ragazze sono entrate nella lineup semplicemente perchè sanno suonare perfettamente i loro strumenti e perchè sono delle persone in grado di andare d’accordo con noi tre. Non le abbiamo scelte per poi piazzarle davanti a tutti nelle foto session, come invece fanno gruppi come i Nightwish (ride, ndR). Credo che nessuno possa negare il fatto che noi tre siamo il cuore della band… i My Dying Bride non sono una band pronta ad abbassarsi a simili espedienti. Non ci interessa avere le copertine od ostentare il fatto che abbiamo delle ragazze in formazione. Sarebbe un insulto sia a Lena che a Katie… e anche un insulto all’intelligenza di chi ascolta la nostra musica”.
 
SONO ORMAI ANNI CHE NON VI IMBARCATE IN UN VERO E PROPRIO TOUR. PRESUMO ACCADRA’ LO STESSO PER “FOR LIES i SIRE”…
Aaron: “L’idea, infatti, è ancora quella di tenere date singole, possibilmente in festival o in eventi di alto profilo. Avendo dei lavori e, in certi casi, delle famiglie, è difficile trovare il tempo per partire per un tour. Inoltre quella è una dimensione che non ci piace moltissimo… il fatto di viaggiare in lungo e in largo, aspettare ore prima di salire sul palco o magari essere costretti a fare il sound check di fretta… non sono cose che ci ispirano granchè. A oggi preferiamo suonare nei weekend, in date singole, magari con band scelte da noi. Oppure, come ti dicevo, nei festival… possibilmente di sera”.
 
INFATTI HO AVUTO MODO DI VEDERVI VARIE VOLTE LIVE E AVETE DATO SEMPRE IL MEGLIO QUANDO VI SIETE ESIBITI IN UN CLUB DA HEADLINER OPPURE IN UN FESTIVAL A TARDA ORA…
Aaron: “Esatto. Ad esempio, noi tutti amiamo suonare in Italia, ma ricordo un vecchio show al Gods Of Metal, quando ci esibimmo nel tardo pomeriggio. Faceva caldissimo e c’era ancora il sole… credo che la nostra musica perda sensibilmente di efficacia quando viene proposta in un contesto come quello”.
 
E SE ARRIVASSE LA PROPOSTA DI PARTIRE PER UN TOUR CON PARADISE LOST E ANATHEMA? SARESTE PRONTI A SACRIFICARVI? LE DATE CHE AVETE TENUTO A LONDRA E A PARIGI IL SETTEMBRE SCORSO SONO STATE UN SUCCESSO…
Hamish: “Effettivamente in quel caso potremmo anche pensare di fare un’eccezione. Non ti nascondo che per me è stato davvero emozionante dividere il palco con i Paradise Lost e gli Anathema. Sono nostri cari amici… grandissimi musicisti e persone fantastiche. Greg (Gregor Mackintosh, chitarrista dei Paradise Lost, ndR) è sicuramente tra i miei migliori amici. Se si presentasse una tale possibilità, la prenderemmo almeno in considerazione. Trovo difficile che si avveri, visto che tutte le band sono solite avere molti impegni e priorità differenti, ma non ti nascondo che sarebbe bello”.
Andrew: “Concordo con Hamish, quelle serate sono davvero speciali. Ricordo che mentre i Paradise Lost stavano suonando, fra di noi abbiamo riflettuto su quanto ci stessimo divertendo. Tutti siamo stati concordi sul fatto che quello sarebbe stato uno show epocale anche senza la nostra presenza… il classico show al quale saremmo andati anche da semplici fan”.
 
OGGI SIETE AMICI, MA COM’ERANO I RAPPORTI FRA LE TRE BAND AGLI INIZI DELLA CARRIERA?
Aaron
: “C’era una certa rivalità, inutile negarlo… ma, al tempo stesso, esisteva anche una profonda amicizia e una immensa ammirazione nei riguardi di quello che ognuno di noi stava facendo. Anzi, ricordo che agli inizi noi evitavamo accuratamente di ascoltare gli Anathema per non rimanerne influenzati! Io personalmente rimasi molto colpito dai loro primi demo… ricordo che portai delle idee in sala prove, ma poco dopo mi accorsi che erano davvero simili al materiale degli Anathema che avevo ascoltato poco tempo prima. Così vietai a me stesso di ascoltare i loro lavori, per evitare di rimanerne troppo influenzato. Ho recuperato e ascoltato gli album di Danny e soci – così come quelli dei Paradise Lost – solo più avanti negli anni, quando ormai era difficile correre simili rischi (ride, ndR)”.
 
I PARADISE LOST SONO TORNATI SULLA CRESTA DELL’ONDA DOPO ALCUNI ANNI TRASCORSI UN PO’ IN SORDINA, GLI ANATHEMA HANNO DA SEMPRE UN PUBBLICO MOLTO FEDELE, PUR AVENDO PROFONDAMENTE CAMBIATO STILE. COM’E’ INVECE LA SITUAZIONE PER I MY DYING BRIDE? COME GIUDICATE LO STATO DELLA VOSTRA POPOLARITA’?
Aaron: “Devo dire che è davvero buono. Intendiamoci, per come siamo soliti vedere la band e la musica, penso proprio che andremmo avanti a suonare anche nel caso in cui nessuno là fuori fosse interessato ad ascoltarci, tuttavia pare che oggi ci siano moltissime persone che ci seguono… il che è strano, se pensi alla crisi che affligge il mercato discografico. Sembra che più andiamo avanti, più ci siano ragazzi interessati a noi. Sicuramente l’opposto di quello che purtroppo sta accadendo a tante altre band uscite nel nostro stesso periodo, agli inizi degli anni ’90.
Andrew: “Ancora più strano se pensi al fatto che, come stavamo dicendo, siamo un gruppo che non si fa vedere molto spesso dal vivo! Forse è proprio questo nostro modo di fare che attira la gente… ogni nostro album, ogni nostro show sembra sempre un piccolo evento”.
 
VOI, GLI ANATHEMA E I PARADISE LOST PROVENITE DALLO YORKSHIRE, REGIONE NEL NORD DELL’INGHILTERRA. UN POSTO CHE NON SI PUO’ ESATTAMENTE DEFINIRE SOLARE… PENSATE CHE IL LUOGO IN CUI SIETE CRESCIUTI ABBIA INFLUITO SULLA VOSTRA MUSICA?
Aaron: “Sicuramente… sono luoghi assai affascinanti, a mio avviso, ma di certo non puoi dire che siano solari. Senz’altro ci hanno aiutato a sviluppare meglio questa nostra vena decadente e malinconica… non credo che saremmo riusciti a suonare in questa maniera se fossimo stati originari di un posto caldo e ricco di colori accesi. La campagna dello Yorkshire, così come città come Liverpool, hanno un’atmosfera che oserei definire spettrale. Se nasci e cresci in quei posti, e successivamente inizi a suonare musica, è difficile restare immuni a quello che l’ambiente che ti circonda ti trasmette”.
 
PER CONCLUDERE, RAGAZZI, DOVE VI VEDETE TRA CINQUE ANNI DA ORA?
Hamish
: “Se tutto va bene, ci vediamo intenti a comporre un altro album, sucessore degli altri due che avremo composto in quel lasso di tempo. La nostra musica non deve ingannare… dopo tutto, siamo persone molto positive. Amiamo quello che facciamo e non siamo costretti a comporre per pagare le bollette: la situazione è ottimale, siamo tutti assolutamente rilassati, quindi perchè mai dovremmo fermarci?”.
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