“Pariah” è il quarto full-length degli svedesi Naglfar, una formazione che, pur essendo ben conosciuta ed apprezzata, vuoi anche per la particolare difficoltà di pronuncia del nome, non è mai andata più in là di una posizione, sportivamente parlando, fra i primi rincalzi dei titolari. Con l’ultima creazione, però, e grazie anche alla visibilità che la promozione Century Media è in grado di fornire, la band di Umea potrebbe finalmente conquistare un posto inamovibile fra l’undici migliore che la Svezia abbia mai potuto schierare in ambito estremo. Intanto noi abbiamo avuto il piacere di conversare con un affabile Andreas Nilsson, pacato e gentile chitarrista del gruppo. Ecco il resoconto della chiacchierata telefonica…
ALLORA, ANDREAS, TANTO PER INIZIARE CON UNA DOMANDA CHE ANCORA NESSUNO TI AVRA’ FATTO: COME MAI JENS HA DECISO DI ABBANDONARE I NAGLFAR?
“Be’, molto semplicemente Jens ha fatto una scelta di vita: voleva assolutamente proseguire gli studi, per avere solide basi su cui costruire un futuro più sicuro rispetto a quello che può avere un cantante di metallo estremo. Con questo non voglio dire che non sia più interessato alla musica, anzi, è ancora molto appassionato, però il suo interesse per il graphic design si è dimostrato prioritario rispetto al resto. Inoltre, si è dovuto trasferire a Stoccolma, 750 chilometri più a sud: era logisticamente impossibile per lui provare in modo regolare con il resto della band e spostarsi a piacimento per i concerti. E’ stata una separazione triste, ma doverosa”.
MA CREDI CHE SIA UNA SCELTA DEFINITIVA? TERMINATI GLI STUDI, NON POTREBBE RIPENSARCI?
“Non lo so, sinceramente la vedo una cosa un po’ difficile: gli studi dovrebbero durare almeno un paio di anni e Jens mi è sembrato piuttosto deciso…vuole proprio concentrarsi su quello che sarà il suo lavoro. Inoltre, noi non possiamo proprio lamentarci: Kristoffer (W. Olivius, bassista e nuovo cantante dei Naglfar, nonché vocalist dei Setherial, ndR) ha svolto un ottimo lavoro e tutti noi siamo più che soddisfatti di avere lui dietro il microfono ora!”.
I NAGLFAR NON SONO CERTO RINOMATI PER LA LORO PROLIFICITA’…DA “SHEOL” A “PARIAH”, PERO’, SONO TRASCORSI SOLO DUE ANNI! COME MAI QUESTA INCONSUETA RAPIDITA’?
“(ride, ndR)…Hai perfettamente ragione! Sia ‘Diabolical’, sia ‘Sheol’ sono arrivati parecchio tempo dopo il loro predecessore…ciò è dipeso da vari fattori che, evidentemente, non si sono ripresentati in questi ultimi anni! In passato, possiamo pure dire che non abbiamo avuto molta fortuna, in quanto una serie di intoppi di vario genere non ci permisero di velocizzare i lavori: avevamo innanzitutto poche possibilità di provare in uno studio serio…assemblavamo le canzoni a casa, ognuno per conto proprio, e il tempo trascorso a trovare i giusti arrangiamenti era davvero esorbitante; poi, alcune scelte stilistiche ci hanno portato a dover ricomporre da capo, talvolta, parecchie canzoni; infine, bisogna dire che spesso le etichette hanno dimostrato poco interesse nella nostra musica, o comunque un interesse minore a quello che noi ci aspettavamo. Oggi, con la Century Media, molto è cambiato: i ragazzi della label sono costantemente in contatto con noi, ci spronano vigorosamente al componimento del materiale…insomma, ci sentiamo davvero stimolati! Abbiamo poi avuto la possibilità di provare i pezzi nello studio allestito da Marcus (V. Norman, l’altro chitarrista, ndR)…abbiamo scritto e arrangiato il materiale tutti assieme, in modo molto più facile e rapido. Credo che l’utilizzo di questo buon metodo di composizione si senta sull’album: ‘Pariah’ contiene le migliori canzoni mai scritte dai Naglfar”.
MA QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA “PARIAH” E “SHEOL”? CONSIDERI IL NUOVO DISCO L’IDEALE PROSECUZIONE DEL PRECEDENTE?
“Mah…in un certo senso ‘Pariah’ è per forza la prosecuzione di ‘Sheol’…in fondo siamo sempre noi i compositori della musica dei Naglfar. Penso, tuttavia, sia molto diverso: gli arrangiamenti sono migliori, sono più curati e tutto l’insieme risulta più immediato e diretto. I brani sono veri pugni in faccia!”.
NON VI E’ MAI PASSATO PER LA TESTA DI RISPOLVERARE LE SONORITA’ DI “VITTRA”? LE PARTI ACUSTICHE E LE ATMOSFERE FOLK DI QUELL’ALBUM SONO DI CERTO FRA LE COSE MIGLIORI DA VOI MESSE SU DISCO…
“Vedi, io apprezzo tuttora ‘Vittra’…è un bellissimo disco, grazie al quale i Naglfar si sono fatti conoscere. Capisco a cosa ti riferisci quando parli di atmosfere folk…era un’influenza minore, ma c’era sicuramente. ‘Vittra’ però l’abbiamo già composto: quando cominciammo a scrivere i brani per quello che poi andò ad essere ‘Diabolical’, vennero fuori molto simili alle composizioni del nostro debutto. Ad un certo punto, poi, ci rendemmo conto di come noi non volessimo assolutamente fare un ‘Vittra parte seconda’…quindi buttammo via tutto il materiale e ci mettemmo a ricomporre l’album. Non voglio dire che in futuro non inseriremo parti acustiche all’interno della nostra musica, ma per ora vogliamo andare avanti con sonorità più aggressive e dirette”.
DA SEMPRE LE COPERTINE DEI VOSTRI ALBUM SONO PARTICOLARMENTE BELLE…QUELLA DI “SHEOL” ERA DAVVERO STREPITOSA, MA ANCHE QUEST’ULTIMA NON SCHERZA…COME LA DOBBIAMO INTERPRETARE?
“E’ una domanda che mi mette un po’ in difficoltà…avresti dovuto farla a Kristoffer, è lui che ha collaborato con l’artista che ha preparato la cover (Ralph Manfreda, ndR). Ti posso solo dire che è un disegno molto soggettivo, ognuno può interpretarlo come crede…io, ad esempio, lo vedo come una rappresentazione dell’Umanità squarciata in due da quei coltelli, lanciati da qualcuno di indefinito…ma gli altri ragazzi ti direbbero cose diverse, probabilmente…”.
VENIAMO BREVEMENTE ALLE LYRICS, ALLORA…C’E’ UN TEMA CONDUTTORE ALL’INTERNO DEI TESTI?
“In un certo senso sì: non è assolutamente un concept-album, ma le lyrics vertono più o meno tutte su sentimenti di odio, fastidio e disprezzo…disprezzo nel sentirsi alienati dalla razza umana, fastidio nel sentirsi un paria, appunto, un reietto della società. Più in generale, è la qualità stessa della vita ad essere messa in discussione”.
PUOI DIRMI LE CANZONI CHE RITIENI PIU’ RAPPRESENTATIVE? QUALI SONO I BRANI SU CUI FARESTI AFFIDAMENTO SE DOVESSI CONVINCERE QUALCUNO AD ACQUISTARE “PARIAH”?
“Mah…come potrai immaginare, ad album appena registrato, praticamente ogni canzone la trovo perfetta ed esaltante, quindi ti dovrei dire in blocco tutta la tracklist. Inoltre, ogni volta che sento il disco, cambio idea: un giorno posso considerare la migliore ‘And The World Shall Be Your Grave’, un altro giorno mi può travolgere la furia di ‘The Perpetual Horrors’…e così via. Non riesco a dirti un pezzo preciso. Credo che l’album sia da ascoltare nella sua interezza, ponendo attenzione sulla direzione generale intrapresa, davvero molto in-your-face”.
SIETE DA POCO PASSATI IN ITALIA DI SUPPORTO AI FINNTROLL…AVETE IN PROGRAMMA QUALCHE FESTIVAL ESTIVO? E PER L’INVERNO PROSSIMO?
“Sì, per quanto riguarda la prossima stagione ci imbarcheremo in un tour europeo sicuramente. Presumo saremo di supporto a qualche nome di grosso richiamo, in quanto non abbiamo ancora il materiale adatto per fungere da headliner (e qui avrei qualche dubbio, insomma…, ndR). Per l’estate abbiamo in programma il Tuska Festival di Helsinki, in Finlandia, ed il Wacken Open Air. Inoltre, posso aggiungere che a breve gireremo un videoclip e che stiamo già componendo nuove canzoni…”.
OTTIMO, ANDREAS! PER IL VIDEO CI PUOI DARE QUALCHE ANTICIPAZIONE?
“Be’, la canzone scelta è ‘The Perpetual Horrors’. Le riprese inizieranno fra un paio di settimane (l’intervista risale a circa un mese fa, ndR) e saranno orchestrate da Roger Johansson, il quale ha lavorato ultimamente con Dark Tranquillity, In Flames e Hammerfall. Sarà quindi un bel video…ci saremo noi che suoneremo, nella migliore tradizione dei clip metal, ma suppongo Roger aggiungerà qualcosa di speciale per dare spessore al filmato”.
PRIMA DI CHIUDERE I BATTENTI DELL’INTERVISTA, UN PAIO DI DOMANDE DI “ATTUALITA’ METALLICA”…COSA PENSI DI TUTTE QUESTE BAND AMERICANE CHE SUONANO SVEDESE O, PERLOMENO, SI ISPIRANO MOLTISSIMO AL SOUND DEI GRUPPI CAPOSTIPITE DELLO SWEDISH METAL?
“Se devo essere sincero, è un genere di metal che non ascolto e che non seguo con attenzione. Ho sentito per caso un paio di canzoni dei Killswitch Engage e non mi dispiacciono. Non ci trovo nulla di male in questo trend…voglio dire, perché no? Anche le band europee sono state molto influenzate dal modo di suonare americano…questo scambio di influenze mi sembra più positivo che negativo. Buon per gruppi come gli Shadows Fall e i Killswitch Engage, comunque, bravi a sfruttare il momento propizio”.
E COSA PENSI, INVECE, DELLA QUESTIONE RIGUARDANTE DAVE MUSTAINE E I GRECI ROTTING CHRIST, VENUTA ALLA RIBALTA DI RECENTE, CON IL PRIMO CHE HA FATTO CANCELLARE DUE DATE DI SUPPORTO DEI SECONDI, SOLO PER QUESTIONI DI CARATTERE RELIGIOSO?
“Ah, non ne sapevo niente! Ma era un festival oppure un tour? No, perché se era un loro tour i Megadeth sono liberi di scegliere il supporto che vogliono…se invece si trattava di un festival, è stata davvero una cosa molto stupida!”.
CREDO SI TRATTASSE DI DUE DATE DEL TOUR, MA IL SUPPORTO PROBABILMENTE ERA STATO SCELTO DALLA AGENZIA ORGANIZZATRICE, NON DIRETTAMENTE DA MUSTAINE…
“Una via di mezzo, quindi…be’, comunque sia, questi sono atteggiamenti da rockstar che, detto tra noi, fanno davvero schifo…”.
BENE, ANDREAS, GIUNTI ALLA FINE, NON RESTANO CHE I SALUTI. GRAZIE MILLE PER LA GENTILEZZA!
“Grazie a te! Spero che il pubblico italiano ascolti bene e riesca ad apprezzare ‘ Pariah’…a nostro giudizio, è stato il massimo che potevamo fare. Alla prossima!”.