NAHEMAH – Cieli Stellati

Pubblicato il 17/08/2009 da

“The Second Philosophy”, quando uscì, fu una vera e propria sorpresa; “A New Constellation”, secondo lavoro targato Lifeforce Records per i tristi spagnoli Nahemah, rappresenta la conferma della bontà della band in questione, capace di imporsi alla nostra attenzione grazie ad un disco carico di feeling oscuro, attitudine sperimentale e classe cristallina. Tra post- e prog-rock, dark-wave e soprattutto metal atmosferico, la formazione di Alicante è fra le più interessanti mai uscite dalla Spagna. Pablo Egido, vocalist e paroliere, è di nuovo il nostro interlocutore: poche parole ma chiare…


PABLO, BENVENUTO DI NUOVO SULLE NOSTRE PAGINE-WEB! PRIMA DI PARLARE DI “A NEW CONSTELLATION”, MI PIACEREBBE SAPERE COSA PENSI ORA DEL VOSTRO PRECEDENTE LAVORO, “THE SECOND PHILOSOPHY”? LO REPUTI UN DISCO DI SUCCESSO?

“Ciao, mi fa piacere poter scambiare qualche chiacchiera con voi di nuovo! Per quanto concerne la tua domanda, noi crediamo che ‘The Second Philosophy’ sia stato l’inizio, l’incipit della nostra big thing. E ci ha aiutato ad essere ascoltati praticamente in ogni parte del mondo, senza contare le esperienze dal vivo che abbiamo avuto in buona parte dell’Europa. Diciamo quindi che, nel nostro piccolo, è stato sicuramente un bel successo!”.

COME VI SIETE APPROCCIATI ALLA COMPOSIZIONE DEL NUOVO DISCO? ERAVATE NERVOSI, ECCITATI O COS’ALTRO?
“Be’, il processo di songwriting non è stato molto differente da quello di ‘The Second Philosophy’. Però in effetti abbiamo dovuto fare tutto con una certa frenesia, perché stavolta avevamo una deadline da rispettare ed entro la quale presentare il lavoro all’etichetta (la Lifeforce Records, ndR). All’epoca del precedente album fu tutto molto più calmo e rilassato. Come avrai potuto sentire, con ‘A New Constellation’ abbiamo voluto dare un’impronta più dark e profonda alla nostra musica, così come ci pare di aver scritto del materiale molto all’avanguardia”.

CREDO VOI ABBIATE SVILUPPATO UNO STILE PIUTTOSTO ORIGINALE GIA’ CON IL CITATO “THE SECOND PHILOSOPHY”. COSA AVETE CERCATO DI CAMBIARE E/O MIGLIORARE DURANTE LE FASI DI SCRITTURA DELL’ULTIMO NATO?
“In ‘A New Constellation’ abbiamo voluto dare al nostro suono un marcato accento sperimentale, inserendo passaggi meno consoni alle strutture già poco classiche del passato. In più, ci siamo concentrati parecchio sull’atmosfera generale del lavoro, che doveva essere molto evocativa e particolare”.

COME MAI AVETE SCELTO UN TITOLO COME “A NEW CONSTELLATION”? E PARLAMI UN PO’ ANCHE DELL’ARTWORK, DECISAMENTE OSCURO E DEPRIMENTE…
“Abbiamo scelto quel titolo perché da sempre stiamo cercando di tracciare una linea di passaggio tra una nostra release e l’altra, in modo da riflettere la visione delle cose e l’evoluzione della band nel tempo. Il nuovo disco per noi è proprio come una nuova costellazione di suoni e atmosfere più spirituali, che ci permettono di raggiungere uno stato mentale più elevato. Come ti ho detto prima, volevamo dare di noi un’immagine più dark e avanguardistica: il cover artwork è una rappresentazione astratta del mood dell’album, una composizione cubista e simmetrica circondata da un’oscura atmosfera”.

IL PEZZO “MUCH US” E’ UN’OPENING-TRACK SUPERLATIVA CHE, ESCLUDENDO LE TRACCE STRUMENTALI, E’ ANCHE L’UNICA A NON AVERE VOCI PULITE. COME DECIDETE SE E QUANDO UN BRANO NECESSITA DELLE CLEAN VOCALS?
“Ciò che avevamo in mente era dare al disco una bella ed energica apertura, ecco perché abbiamo scelto come opener l’unica traccia senza voce pulita. Il testo di ‘Much Us’ è in pratica un attacco verbale molto erotico e sensuale, ricreabile solo, per non perdere l’efficacia e l’aggressività del suo messaggio, con la voce gutturale. E’ la musica stessa che decide per noi quando e come è meglio inserire le clean vocals oppure mantenere il registro screaming-growl. Non facciamo scelte a tavolino, seguiamo solo il mood dei suoni e del testo”.

COME RIUSCITE A MANTENERE IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA L’ESSERE MUSICALMENTE METAL E AGGRESSIVI E, ALLO STESSO TEMPO, MOLTO ATMOSFERICI E RIFLESSIVI?
“Ecco, questa è sicuramente la parte più difficile del nostro essere musicisti, ma io penso che finora siamo riusciti sempre a raggiungere dei compromessi davvero soddisfacenti. L’unico modo per restare coerenti con noi stessi è inglobare nel nostro sound tutte le influenze che ci guidano, in modo da essere dei semplici catalizzatori di queste ultime. Poi però è ovvio che la rielaborazione e la trasmissione di ciò che ci ispira deve avvenire tramite il nostro linguaggio. La nostra forza credo sia quella di saper riflettere nella musica ciò che le nostre personalità hanno da esprimere, non importa quali sentimenti”.

COSA MI DICI RIGUARDO LA SCELTA DI USARE “THE PERFECT DEPTH OF THE MERMAIDS” COME PROMOTING SONG? LA TROVO APPREZZABILE, MA A MIO PARERE UN BRANO COME “FOLLOW ME” SAREBBE STATO MEGLIO…
“Hai ragione, ‘Follow Me’ è un vero e proprio radio-hit, ma in vero noi volevamo mostrare al pubblico tutti (o quasi tutti) gli elementi distintivi del suono dei Nahemah. ‘The Perfect Depth Of The Mermaids’ è la scelta perfetta in questo senso, perché è forse la traccia più completa e varia di tutto il disco”.

DIMMI QUALCOSA DI PIU’ A PROPOSITO DI “SMOKE’S MEN”, LA CANZONE PIU’ SPERIMENTALE DEL LOTTO: IL TITOLO E’ STRANO, COSI’ COME ANCHE L’USO DELL’ELETTRONICA E IL MOOD GENERALE…
“Verissimo, è il pezzo più sperimentale dell’album ed è anche la song che più mi ha coinvolto in fase di scrittura: parla della gente che opprime e ti fa sentire una nullità giorno dopo giorno; è dedicata a coloro i quali riescono a ferire nel profondo e a farti sentire come se stessi esplodendo dentro. Mette in chiaro il valore che questa gente ha come esseri umani…le nullità sono loro, uomini fatti di fumo”.

PER QUANTO CONCERNE L’ATTIVITA’ DAL VIVO, COME ANDRETE A SUPPORTARE “A NEW CONSTELLATION”? VI VEDREMO IN ITALIA?
“Ebbene, stiamo preparando un tour europeo, ma ti dico che non partirà prima dell’autunno. Credo proprio che passeremo anche per l’Italia e ovviamente speriamo di vedere un bel po’ di gente ai nostri spettacoli”.

IL VOSTRO STILE, COME DETTO PRIMA, PARE BEN COSTRUITO ALLO STATO ATTUALE DELLE COSE. MA SE DOVESTE SCEGLIERE UNA NUOVA DIREZIONE IN CUI MUOVERVI IN FUTURO, QUALE ASPETTO DELLA VOSTRA MUSICA CERCHERESTE DI ESPLORARE DI PIU’?
“Noi ci sentiamo artisti e, in quanto tali, abbiamo il dovere di fare evolvere le nostre menti. Non ci fermeremo nel modificare il nostro percorso e la nostra ricerca musicale, anzi, credo proprio che andremo ad aggiungere altri elementi. Ora come ora, ti posso dire che tutto fa pensare ad una maggiore considerazione delle parti elettroniche e dell’emozionalità che traspare dai nostri brani”.

BENE, E’ TUTTO, PABLO! TI RINGRAZIO MOLTO PER LA TUA DISPONIBILITA’ E TI LASCIO CONCLUDERE COME PREFERISCI…
“E’ stato un onore parlare di nuovo con voi, ragazzi, e spero che tutta l’audience di Metalitalia.com apprezzi il nostro nuovo disco. Al suo interno troverete molta varietà e molta spiritualità, proveniente dal più profondo delle nostre anime. Grazie di tutto”.

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