Neal Morse è senza ombra di dubbio uno dei più formidabili (e prolifici) compositori degli ultimi anni. Noto ai più per i suoi trascorsi nel gruppo progressive Spock’s Beard, è stato anche la mente dietro il progetto Transatlantic, supergruppo attualmente in fade di stand by. Di un paio d’anni fa la scelta (a quanto pare sofferta) di abbandonare la band madre ed i progetti collaterali per dedicarsi esclusivamente alla propria carriera solista, giunta alla sua terza release. I motivi di tale scelta risiedono nella rinnovata conversione spirituale di Morse, divenuto cattolico praticante a tempo pieno; decisioni profonde sulle quali nessuno può arrogarsi il diritto di giudicare, anche se nel corso della breve conversazione telefonica con il musicista americano, molte risposte portano a riflettere sul travaglio spirituale dell’individuo. Insomma, sentirsi citare Dio e Gesù Cristo in ogni replica non è cosa usuale nel panorama rock.
Ma veniamo all’intervista vera e propria…..
SONO CIRCOLATE MOLTE VOCI RELATIVE ALLA TUA DIPARTITA DAGLI SPOCK’S BEARD. TI VA DI RIPERCORRERE LE TAPPE CHE TI HANNO PORTATO A LASCIARE LA BAND?
“Posso dire che lasciare la band è stato come rompere il rapporto con una famiglia. Una decisione sofferta, ma necessaria. Era tempo per il sottoscritto di percorrere altre vie, le stesse che il Signore mi ha mostrato nel tempo. E’ stata una decisione prima spirituale che artistica. Voglio però ribadire l’ottimo rapporto che tutt’oggi conservo con tutti i miei ex compagni”
QUINDI RITENEVI CHE IL TUO NUOVO MESSAGGIO NON POTESSE ESSERE DIFFUSO PERMANENDO NEGLI SPOCK’S BEARD?
“Se intendi dell’impossibilità di parlare liberamente di Gesù posso darti ragione. Ripeto, erano altre le strade che dovevo seguire”.
A LIVELLO LIRICO “TESTIMONY” SEMBRA OFFRIRE QUELLE RISPOSTE CHE IN “SNOW” (L’ULTIMO LAVORO DI NEAL CON LA SUA EX BAND NDA) ERANO APPENA ACCENNATE, E DOVE EMERGEVA UN SENSO DI DISAGIO ABBASTANZA MARCATO. SEI D’ACCORDO?
“Devi considerare il modo differente con il quale mi sono rapportato ai due album. Il mio mondo interiore stava subendo profonde trasformazioni mentre incidevo “Snow”, ma non possedevo ancora quell’illuminazione divina che ho acquisito successivamente. Ho usato delle metafore per descrivere alcune situazioni, non potendo incentrare un intero album degli Spock’s Beard sulle mie vicende legate alla religione. Lavorare su “Testimony” è stato incredibilmente più semplice, essendo l’album la storia della mia vita. Dunque un disco nel quale mi sono messo a nudo, dicendo semplicemente la verità”.
QUANTO TEMPO TI HA PORTATO VIA LA REGISTRAZIONE DI “TESTIMONY”?
“Complessivamente le registrazioni sono durate nove mesi. Sono iniziate nel Settembre del 2002, approfittando anche del fatto che un tour vero e proprio di supporto a “Snow” non c’è stato”.
TI RITIENI ANCORA UN ARTISTA PROGRESSIVE?
“Si, è una definizione che non mi dispiace, anche se ovviamente con le mie peculiarità. So che molte persone e musicisti non amano questo termine, ma non mi interessa assolutamente, sono problemi loro”.
CON QUALE CRITERIO HAI SCELTO I MUSICISTI CHE FIGURANO NELL’ALBUM?
“Spiccate doti tecniche, coinvolgimento totale nel progetto, e distanza assoluta dal Demonio. Poi un ringraziamento particolare va a Chris Carmichael, fondamentale in fase di arrangiamento dei brani”.
SUL FRONTE TRANSATLANTIC COSA PUOI DIRMI?
“C’è un live album e un DVD in uscita (“Live In Europe” nda) a Novembre, ma non sono più coinvolto nel progetto. Nessun problema con i ragazzi della band, ma attualmente non sono interessato più di tanto al gruppo”.
HAI ASCOLTATO IL NUOVO ALBUM DEGLI SPOCK’S BEARD “FEEL EUPHORIA”? COSA NE PENSI?
“Bellissimo album, devo dire che sono riusciti a clonarmi alla perfezione (ride nda). E poi trovo che la prestazione di Nick D’ Virgilio dietro il microfono sia veramente convincente. Ma per me che conosco da anni le sue doti di polistrumentista questa non è una novità”.
UNA DOMANDA INEVITABILE: RITIENI POSSIBILE UN GIORNO UNA REUNION CON I TUOI EX COMPAGNI?
“Certo che la ritengo possibile. Non chiudo la porta dinanzi ad una eventualità del genere, ma ora è veramente prematuro parlarne”.
E SUL TUO IMMINENTE TOUR COSA PUOI DIRMI?
“Sta andando molto bene. Come saprai Mike Portnoy si è unito alla band da poco (l’intervista si è svolta a metà Ottobre nda) e tutti i musicisti del gruppo sono particolarmente affiatati. Ogni sera eseguiamo “Testimony” per intero, mente nei bis lasciamo spazio a brani dei Transatlantic e degli Spock’s Beard. Mi dispiace che il tour non toccherà l’Italia, in quanto arriveremo sino in Germania”.
A TE LA PAROLA PER LA CONCLUSIONE…
“Grazie a tutti voi per il supporto, mi auguro che “Testimony” sia di vostro gradimento, e che Dio ti benedica”.