Il nuovo tassello della sterminata carriera di Neal Morse è un lavoro a dir poco ambizioso: un vero e proprio musical, una rock opera da portare in teatro, che racconti la storia di Gesù Cristo. Eravamo curiosi di vedere come il musicista avrebbe affrontato un tema che è già stato tradotto in ogni forma d’arte possibile ed immaginabile, dalla musica al cinema, passando per la pittura, la scultura e ogni possibile altra arte figurativa. Per fortuna, il buon Neal non si è fatto intimorire e ha costruito un bellissimo lavoro di progressive rock, che riesce a rendere bene le vicende raccontate nei Vangeli, senza essere pedante o didascalico. Con molto piacere, dunque, abbiamo potuto approfondire la storia e le tematiche di “Jesus Christ The Exorcist” con Neal Morse in persona.
CIAO NEAL, BENTORNATO SU METALITALIA.COM! INIZIAMO QUESTA INTERVISTA PARLANDO DEL TUO NUOVO ALBUM E PARTENDO DAL PRINCIPIO: HO LETTO CHE CI SONO VOLUTI QUASI DIECI ANNI PER COMPLETARE QUESTA ROCK OPERA. D’ALTRA PARTE DEVE ESSERE DIFFICILE PROVARE A RACCONTARE UNA STORIA CHE HA GIA’ AVUTO MIGLIAIA DI RAPPRESENTAZIONI, IN TUTTE LE ARTI. QUAL E’ STATO IL TUO APPROCCIO ALLA COMPOSIZIONE?
– Dunque, quando ho preso coscienza di voler davvero fare questa cosa, e mi ci è voluto un po’ di tempo, ho aperto la mia Bibbia e ho iniziato a leggere il testo, scrivendo semplicemente la musica e le liriche che più si adattavano a ciò che stavo leggendo. Tutto ha iniziato a prendere forma quando ho avuto l’dea di partire dalla fine della storia, con Gesù sulla croce, e di muovermi poi con un flashback all’inizio del suo ministero, tre anni prima. Questa soluzione mi è parsa la migliore per il lavoro che avevo in mente. Nella prima versione, che avevo scritto nel 2008, c’era parecchio materiale in più rispetto a ciò che si può ascoltare oggi: il tutto durava circa due ore e mezza! Nel 2018, quindi, mi sono rimesso al lavoro e ne ho fatto una nuova versione che, a grandi linee, è quella che puoi ascoltare oggi.
DURANTE LA COMPOSIZIONE TI E’ CAPITATO PIU’ SPESSO CHE LA MUSICA PRENDESSE FORMA SULLA BASE DEL TESTO OPPURE IL CONTRARIO?
– Onestamente questo non lo ricordo, perché dalla prima versione sono passati dieci anni, però credo che le due cose siano nate più o meno in contemporanea. Quando scrivo questo genere di canzoni, anche la musica racconta una storia. E’ come se nella mia mente cercassi di visualizzare la scena, immaginando quale musica sarebbe la più adatta ad accompagnarla. In altre occasioni, invece, ho in mente la musica e mi ritrovo a pensare a quali parole potrebbero essere le più adatte per raccontare quello che devo dire in quel momento, per portare avanti la narrazione nel migliore dei modi.
QUESTO LAVORO E’ STATO SCRITTO NELLA FORMA DEL MUSICAL. QUALE SONO LE DIFFERENZE E LE DIFFICOLTA’ CHE HAI RISCONTRATO NELL’UTILIZZO DI QUESTO LINGUAGGIO?
– In realtà mi è già capitato in passato di scrivere alcuni musical e, quindi, ho una certa familiarità con il genere, sebbene non abbia avuto molto successo in questo campo! La differenza principale è che la musica e i testi devono sempre portare avanti una storia, il che non è necessariamente uno degli obiettivi quando ti trovi a scrivere un album normale. Anche quando si tratta di un concept album, il discorso non cambia, l’approccio è comunque diverso: hai più libertà nello scrivere quello che ti sembra più adatto. Nel musical non è così, ciò che conta è portare avanti la storia e far sì che ogni testo abbia una sua importanza.
TI VA DI SPIEGARCI LA SCELTA DI UN TITOLO COME “JESUS CHRIST THE EXORCIST”? BISOGNA DIRE CHE “L’ESORCISTA” NON E’ ESATTAMENTE L’APPELLATIVO PIU’ COMUNE ASSOCIATO ALLA FIGURA DI GESÙ…
– Come ti dicevo, ho composto questo disco consultando costantemente la Bibbia e sono rimasto affascinato dalla capacità di Gesù di scacciare i demoni e gli spiriti maligni. E’ così teatrale! Sono sempre stato affascinato dagli aspetti più drammatici e teatrali delle storie… Così mi sono ritrovato a scrivere più di un pezzo in cui Gesù è intento a compiere questa azione, tanto che, nel momento in cui mi sono trovato a dover scegliere il titolo dell’album, ho pensato a “Jesus Christ The Exorcist”. Sapevo che sarebbe stato più difficile da comprendere, ma al tempo stesso forse avrebbe avuto un maggiore impatto, rendendolo immediatamente riconoscibile. Di certo non stavo facendo alcun riferimento al famoso film degli anni Settanta o cose del genere.
COME TI SEI MOSSO, INVECE, NELLA SCELTA DEL CAST? BISOGNA DIRE CHE TUTTI HANNO SVOLTO UN LAVORO INCREDIBILE IN QUESTO SENSO.
– Ho avuto un po’ di aiuto da parte di mia moglie! E’ stata lei a suggerirmi Eric Gillette come batterista e anche Talon David per il ruolo di Maria Maddalena. Non so cosa le abbia fatto venire in mente Talon, ma sono molto contento che mi abbia fatto il suo nome, perché ha fatto davvero un lavoro eccezionale in questo ruolo. Alcuni protagonisti del cast erano quasi ovvi, come ad esempio Ted Leonard: ho pensato a lui immediatamente per il ruolo di Gesù. Per altri, invece, ho dovuto davvero fare delle ricerche, anche tra persone con le quali non avevo mai lavorato in vita mia, come ad esempio Rick Florian e Jake Livgren. Li avevo già sentiti cantare, ma non sapevo se sarebbero stati adatti al ruolo. Invece, ovviamente, tutto è andato per il meglio, in maniera quasi miracolosa.
PENSI CHE LA FEDE SIA UNA CONDIZIONE NECESSARIA PER AVVICINARSI ALLA TUA MUSICA?
– No, assolutamente. Un sacco di miei fan sono atei e penso che questo sia grandioso! Sono molto grato del fatto che ci siano tante persone con una mentalità aperta, che permette loro di apprezzare la mia musica e addirittura alcuni miei testi, pur senza aver avuto un’esperienza di fede in Cristo. Io stesso sono stato un ateo per gran parte della mia vita eppure amavo la musica di Bach o di tanti altri compositori cristiani. Non penso, quindi, che l’avere fede debba fare una grande differenza sotto questo punto di vista.
SE DOVESSI SCEGLIERE UN EPISODIO DEI VANGELI A CUI SEI PARTICOLARMENTE LEGATO, QUALE SCEGLIERESTI?
– Penso che sceglierei quando Gesù incontra la Maddalena al sepolcro. E’ un momento speciale all’interno della Bibbia e lo stesso vale anche in “Jesus Christ The Exorcist”. Quel momento in cui lei lo riconosce, in cui Gesù la chiama col suo nome e lei si rende conto che è davvero lui. Per Maria, in quel momento, l’intero mondo si apre e cambia davanti ai suoi occhi: tutto ciò che deve fare Gesù perché il nostro mondo cambi è chiamarci per nome.
VORREI FARTI UNA DOMANDA SUL PERSONAGGIO DI GIUDA. MI PARE CHE VENGA RACCONTATO COME UNA PERSONA NON PIENAMENTE CONSAPEVOLE DELLE CONSEGUENZE DEL SUO GESTO. GIUDA NON SI ASPETTA CHE IL SUO TRADIMENTO POSSA EFFETTIVAMENTE PORTARE ALLA MORTE DI GESÙ…
– Mi fa piacere che tu mi abbia fatto questa domanda. Ho voluto dare una lettura un po’ diversa del personaggio di Giuda. Ho voluto raccontarlo come un vero discepolo che, però, voleva spingere Gesù ad uno scontro, anche fisico, con i Romani, non immaginando che invece Gesù avrebbe permesso di farsi crocifiggere. Credo che sia questo il motivo per cui alla fine si pente delle sue azioni, tornando dal Sommo Sacerdote dopo l’arresto di Gesù. Se la sua intenzione fosse stata solo quella di far arrestare Gesù, non avrebbe avuto ragione di pentirsi, anzi, sarebbe stato contento del suo successo. Invece è come se fosse deluso e incredulo rispetto a quello che era successo. Questo pensiero mi ha portato a scrivere un brano come “Heart Full Of Holes”.
NELL’ALBUM HAI TENUTO PER TE IL RUOLO DI PONZIO PILATO. C’E’ UN MOTIVO, UN SIGNIFICATO, OPPURE, MOLTO SEMPLICEMENTE, AVEVI BISOGNO DI QUALCUNO CHE COPRISSE QUEL RUOLO?
– Semplicemente è l’unico ruolo che fossi in grado di cantare! Ero entusiasta durante la scrittura di “Jesus Christ The Exorcist”, perché potevo permettermi di scrivere per altre voci, una cosa molto stimolante e divertente per me. Non ho un’estensione vocale molto ampia, quindi quando scrivo per me devo necessariamente pensare delle linee melodiche più basse. Questa volta, invece, stavo componendo canzoni pensando ad uno show di Broadway, quindi ho spedito tutte le parti vocali, anche quelle maschili, nella stratosfera! Mia moglie mi ha convinto a tenere per me un ruolo all’interno dello show e questo è l’unico a cui posso anche solo avvicinarmi.
DURANTE L’ASCOLTO, HO AVUTO LA SENSAZIONE CHE NON VOLESSI PORRE UN’ECCESSIVA ATTENZIONE A TUTTO L’EPISODIO DELLA PASSIONE DI CRISTO.
– Se ti riferisci alla crocifissione, nello spettacolo l’idea è quella di rappresentarla durante il lungo assolo di chitarra verso la fine del brano dedicato proprio alla crocifissione. Dato che non ci sono molti dialoghi in quel momento, non riuscivo ad immaginare delle parti cantate che si adattassero, e questo è il motivo per cui c’è una lunga parte strumentale in quel punto. Sul disco non si riesce a cogliere pienamente, perché tutta la scena è immaginata come una rappresentazione teatrale, da vedere sul palco. Quindi no, non c’è stata una volontà specifica di non enfatizzare l’episodio della morte di Gesù. Al tempo stesso, però, mentre scrivevo, mi sono focalizzato di più sulla narrazione del suo ministero, dei suoi insegnamenti e del suo potere di scacciare i demoni. Probabilmente perché credo che questi aspetti non siano trattati con la dovuta attenzione nelle numerose rappresentazioni artistiche del Vangelo.
SENTI MAI, INVECE, IL DESIDERIO DI TORNARE A SCRIVERE MUSICA NON RELIGIOSA?
– Sì, e qualche volta lo faccio. Così come avviene nelle conversazioni, dove non si parla sempre e solo dello stesso argomento, allo stesso modo faccio musica che spesso parla delle mie relazioni. Però devo dire che, quando mi ritrovo a scrivere album epici, ho la sensazione che non ci sia nessun argomento che sia epico e maestoso quanto l’amore di Dio!
CREDI CHE SARA’ POSSIBILE ASSISTERE AD UNA RAPPRESENTAZIONE DI “JESUS CHRIST THE EXORCIST” SUI PALCHI DI TUTTO IL MONDO?
– Lo spero.
GRAZIE MILLE, NEAL. UN’ULTIMA DOMANDA, ANCHE SE SONO CONSAPEVOLE CHE LE POSSIBILITÀ SIANO SCARSE: UNO DEI PIU’ IMPORTANTI CANTAUTORI ITALIANI, FABRIZIO DE ANDRE’, COMPOSE NEL 1970 UN ALBUM BELLISSIMO SULLA VITA DI GESU’. L’ALBUM SI CHIAMA “LA BUONA NOVELLA” E HA ANCHE UN MOTIVO DI INTERESSE IN PIU’ PER CHI AMA IL PROGRESSIVE, PERCHE’ LE PARTI STRUMENTALI ERANO SUONATE DALLA PRIMISSIMA INCARNAZIONE DELLA PFM, CHE ALL’EPOCA SI FACEVA CHIAMARE CON UN NOME DIVERSO. PER CASO L’HAI MAI ASCOLTATO?
– No, non lo conoscevo, ma sembra fantastico! Sono un grande fan della PFM. Pensa che li vidi suonare quando ero un ragazzo al Whiskey A Go Go di Los Angeles. Sembra davvero spettacolare!