NEBULAE – Ascoltare, comprendere, reagire

Pubblicato il 11/02/2020 da

Nati nel 2014, i casertani Nebulae hanno compiuto già un percorso che li ha portati a trovare un suono che riesce a combinare fattori parecchio diversi fra loro in una sintesi omogenea e personale: il recente album, dal titolo “Pulse”, riesce a conquistare attraverso le composizioni che si possono porre nel filone metal alternativo con voce femminile, ma che affascinano fin dal primo ascolto e fanno capire che c’è una cura particolare nei dettagli di ogni brano composto. Ecco perchè è doveroso ascoltare e comprendere ciò che i Nebulae hanno da dire…

COME DEFINIRESTE IL VOSTRO GRUPPO?
– Potremmo passare per snob ma non ci piacciono le etichette: però ci piace essere definiti alternative metal per comodità… Siamo in attività dal 2015 e veniamo dalla zona di Caserta. Inizialmente il progetto presentava una formazione tutta al femminile, ma ora sono mutate molte cose che hanno portato alla line-up attuale: il suono con il tempo si è trasformato di pari passo con ciò che avveniva al gruppo ma le intenzioni di base sono rimaste le stesse, ovvero suonare assieme e crescere grazie alle esperienze che viviamo ogni giorno.

COME SIETE ARRIVATI AD INCIDERE “PULSE” E QUANTO TEMPO HA RICHIESTO LA COMPOSIZIONE DI QUESTI BRANI?
– Forse ci abbiamo messo poco tempo perchè erano strutture che vivevano già dentro di noi: il nostro metodo di scrittura dei brani ha fatto sì che ciò che avevamo in mente, maturato con l’esperienza del precedente “Carbon”, prendesse forma tutto d’un fiato. La produzione con Mimmo “Pentothal” Musto ha contribuito poi molto per quanto riguarda la timbrica, il suono e la particolare cattiveria che si sprigiona da esso.

L’ISPIRAZIONE PRINCIPALE CHE HA DATO IL VIA ALLA COMPOSIZIONE DI QUESTE CANZONI DA DOVE VIENE?
– Con “Pulse” vogliamo portare avanti quello che è sempre stato il nostro mantra, ovvero “Ascolta, Comprendi e Reagisci”. I testi che fanno parte di questo album sono un insieme di esperienze di vita che fanno parte di ognuno di noi dei Nebulae ma anche di chi ascolta. Abbiamo voluto cambiare molto i temi coinvolti, parlando di argomenti sociali come l’omofobia, la guerra, il distacco delle classi sociali ma anche materie più generali come l’amore e ciò che comporta. Nel fare ciò abbiamo seguito il nostro mantra, reagendo a tutto ciò che ci circonda, affiancandovi l’impulso di sopravvivere. Speriamo che “Pulse” calzi a pennello a chiunque lo ascolti, così come è successo a noi durante la sua scrittura.

IL TITOLO “PULSE” SEMBRA COLLEGARSI MOLTO BENE AL VOSTRO NOME, DANDO UN RESPIRO COSMICO AL TUTTO. COME LA VOSTRA MUSICA SEMBRA PULSARE ED ESPANDERSI QUALE UNA MATERIA VIVENTE NELLO SPAZIO. DA DOVE LA SCELTA DI QUESTO TITOLO?
– Diciamo che è come se fosse la descrizione dello stato d’animo che come unico organismo sotto il nome di Nebulae ci ha contraddistinto nell’ultimo periodo prima e durante la composizione dell’album. Spesso lavoriamo a distanza e magari dalla chitarra tutto parte e viene condiviso, o a volte le idee vengono da altri di noi ma ogni volta andiamo a finire ciò che abbiamo cominciato, anche se dobbiamo riscriverlo da capo. Come già detto, “Pulse” è nato tutto d’un fiato, i brani si sono susseguiti così come si possono ascoltare sul CD.

QULI CANZONI POTREBBERO RAPPRESENTARE IN MAGGIORMENTE QUESTO ALBUM?
– Domanda difficile, perchè nove brani sono pochi ma contengono davvero tutto quello che avevamo dentro nell’arco di tempo in cui si è generato l’album: ecco, sinceramente forse l’album deve essere rappresentato dai nove brani in sequenza, così come abbiamo fatto durante gli ultimi live.

LA VOSTRA GRANDE DUTTILITÀ DAL PUNTO DI VISTA STILISTICO SI RIFLETTE ANCHE NELLE MELODIE CHE CREATE E NEI GENERI CHE ANDATE A TOCCARE: QUANTO È DIFFICILE CONIUGARE TUTTE QUESTE COSE? OVVERO, LE IDEE BASE RICHIEDONO MOLTO TEMPO PER ESSERE AFFINATE?
– Siamo consapevoli che spesso, quando si mischiano troppe cose, c’è il rischio che tutto diventi un grossolano mix di ingredienti che non si coniugano tra di loro, come l’acqua e l’olio. Ma noi non facciamo nessuno studio apposito, siamo in grado di attingere dalle nostre influenze musicali quel tanto che serve senza particolare difficoltà: ci accorgiamo quando qualcosa è di troppo e lo limiamo subito. Eduardo, il chitarrista, è quello che ritmicamente dà il maggior contributo nel definire l’impasto della band, riuscendo anche ad utilizzare “citazioni” musicali di altre nostre band di riferimento.

I VOSTRI SPETTACOLI DAL VIVO HANNO QUALCHE TEMA PRINCIPALE?
– Non c’è un vero e proprio tema, ma sicuramente l’energia è al primo posto! Vi invitiamo a scoprire quanto siamo incazzati dal vivo!

I GRUPPI CON VOCE FEMMINILE DEDITI AL METAL SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO: AVETE QUALCHE PUNTO DI RIFERIMENTO A RIGUARDO E COSA VI PIACEREBBE CHE LA GENTE PENSASSE DI VOI QUANDO VI ASCOLTA?
– Diciamo che ci sono gruppi di grande rilievo come gli Arch Enemy, gli In This Moment e soprattutto gli attualissimi Jinjer, che apprezziamo per la grande professionalità (e vorremmo essere considerati almeno pari da questo punto di vista), accanto a gruppi altrettanto blasonati che adoriamo come i Gojira ed i Loathe.

COSA RAPPRESENTA L’IMMAGINE RAPPRESENTATA SULLA COPERTINA DI “PULSE”?
– Una crisalide, metaforicamente lo scudo embrionale che ci ha tenuti avvolti e protetti da tutte quelle insidie che le piccole band subiscono e che spesso ne portano allo scioglimento. Dentro c’è un’anima pulsante (e di qui di nuovo il titolo dell’album) che vuole esprimersi al massimo, senza riserve.

COSA NE PENSATE DEL METAL ODIERNO?
– Da paese a paese ci sono varie tendenze musicali che hanno il sopravvento: in alcuni casi il metal è in grado di rinnovarsi e tenere il passo coi tempi che cambiano ed i Nebulae di certo non ragionano in maniera nostalgica. Purtroppo questo genere musicale in Italia non è attualmente tra le priorità delle classifiche e questo un po’ è dovuto alle richieste del pubblico, ma secondo noi anche da chi produce e distribuisce metal, che potrebbe fare queste cose in maniera più propositiva. Non basta fare solo buona musica, cosa già di per sè difficile, ma c’è bisogno di tutto ciò che le gravita attorno, la sua sub cultura.

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