Dopo undici album registrati in studio, i Necrodeath hanno ancora voglia di lasciar fluire tutta la loro energia e di lasciarsi andare a tutte le tentazioni. Ecco perchè il nuovo album è dedicato ai sette peccati capitali, presentati sulla copertina del nuovo album da una pornostar. Su questa nuova release tutto torna, il cerchio si chiude: i Necrodeath, dopo i recenti esperimenti stilistici sono tornati al passato, a quel passato che li ha resi famosi, immortali all’interno della scena estrema italiana. Abbiamo avvicinato la band alla vigilia del nostro FESTIVAL, il FESTIVAL di METALITALIA.COM al quale non poteva mancare un gruppo della loro portata. Un ottimo momento per presentare al pubblico un gruppo ispiratissimo e violento, come non accadeva da qualche anno in casa di Flegias e soci. [L’ultima risposta data dalla band è invece posteriore all’ottima prestazione fatta sul palco del nostro festival].
BENTORNATI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM! ANCHE SE SIETE UN GRUPPO STORICO E SULLA SCENA DA DECENNI, IMMAGINO CI SIA SEMPRE UN PO’ DI ADRENALINA QUANDO ESCE SUL MERCATO UN NUOVO ALBUM. QUALI SENSAZIONI AVETE PER “THE 7 DEADLY SINS”?
FLEGIAS: “Sono tutte ottime sensazioni giudicando i primi feedback. A parte i riscontri positivi, per noi un disco nuovo è come un nuovo parto in famiglia; si è sempre eccitati ed ansiosi di risalire sul palco per proporre le nuove canzoni e vedere la reazione della gente. Detto questo, c’è anche estrema serenità, siamo sempre consapevoli di cosa facciamo in studio e quindi con l’animo in pace visto che non faremmo mai uscire un prodotto che non ci soddisfi al 100%”.
E’ STATO DIFFICILE REALIZZARLO OPPURE DAL PUNTO DI VISTA STILISTICO TUTTI ERAVATE DECISI A REMARE CONTRO L’INNOVAZIONE SONORA E RITORNARE ALLE RADICI DEL VOSTRO SOUND?
FLEGIAS: “Su questo eravamo tutti d’accordo. Il nuovo disco dei Necrodeath, dopo la pausa sperimentale di ‘Idiosyncrasy’, doveva suonare grezzo e veloce, giusto per far capire alla gente che non ci siamo rammolliti. Semplicemente non vogliamo fare album fotocopia. Ci deve sempre essere un elemento distivo per ogni nostro album. Tanto se fai album tutti uguali ti criticano, idem se sperimenti, quindi non guardiamo in faccia nessuno e continuiamo a fare ciò che più ci piace”.
QUAL E’ IL MESSAGGIO CHE I NECRODEATH VOGLIONO DARE CON IL LORO UNDICESIMO STUDIO ALBUM?
GL: “Che nonostante siano passati più di 25 anni dal debutto della band e nonostante ci siano sempre molte difficoltà per un genere musicale come il nostro, siamo ancora pieni di energie e voglia di fare musica, quindi con ‘The 7 Deadly Sins’ vogliamo ribadire che i Necrodeath ci sono e che siamo una famiglia sempre più unita”.
SOTTO QUALE OTTICA AVETE DESCRITTO I SETTE PECCATI CAPITALI NEI VOSTRI TESTI?
FLEGIAS: “Sempre sotto un punto di vista personale ed a volte allegorico, un po’ come abbiamo sempre fatto per tutti gli altri album. Sappiamo di aver toccato tematiche un tantino sfruttate, ma se lo fai da un punto di vista personale nessuno potrà mai venirti a dire che sei obsoleto o banale. Ammetto che è stato facile cimentarsi in quei temi, ma allo stesso tempo molto divertente. Siamo tutti peccatori e descriverci è stato uno spasso (ride, ndA)”.
A QUANTO PARE I GRUPPI ITALIANI NON RIESCONO PIU’ A CANTARE SOLO IN INGLESE. ANCHE VOI AVETE INTRODOTTO LA LINGUA ITALIANA, L’AVETE FATTO CON INTELLIGENZA E DOSANDO LE PAROLE. SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO OTTENUTO? AVETE QUALCHE RIMPIANTO DI NON AVER FATTO PRIMA UNA SIMILE SCELTA?
GL: “Certo, siamo molto soddisfatti del risultato! A differenza degli album precedenti abbiamo introdotto alcune strofe in italiano, oltre alle parti in inglese e latino, riscontrando sin dalle prime demo che il risultato era molto soddisfacente. Sebbene questo tipo di arrangiamento non sia una novità nel panorama musicale, ci è piaciuta sin da subito l’idea di cantare nella nostra lingua madre, anche per sottolineare la nostra provenienza, visto che spesso la nostra musica viene ascoltata al di fuori dell’Italia”.
COME MAI AVETE SCELTO DI RIPROPORRE DUE BRANI TRATTI DAL VOSTRO PIU’ LONTANO ED ILLUSTRE PASSATO? FACENDO QUESTA MOSSA NON CREDETE DI SCREDITARE IN QUALCHE MODO QUANTO FATTO ALL’EPOCA? VE LO CHIEDO PERCHE’ QUALCUNO POTREBBE VEDERE LA VOSTRA SCELTA DA QUESTO PUNTO DI VISTA E PREFERIRE LE VERSIONI ORIGINARIE.
PESO: “Screditare? Esaltare vorrai dire! Credo sia difficile screditare canzoni di quel profilo scritte in tempi forse non sospetti visto la data in cui sono state composte. Esaltarle con nuove sonorità moderne e qualche piccolo ritocco di rifinitura dei ritmi e dei riff credo sia apprezzabile da fans vecchi e nuovi, poi sul gusto personale è chiaro che non si discute perchè ci sarà sempre quello che è affezionato alla band della prima era, chi alla seconda e chi a questa, che ormai dai tempi del tour di ‘100% Hell’ in Europa coi Marduk nel 2006 ha una sua stabilità e solidità sia in sede live che in studio!”.
IMMAGINO CHE OGNI CANZONE, ANCHE DAL PUNTO DI VISTA DI VISTA MUSICALE E NON SOLO LIRICO, SIA STATA ISPIRATA IN GRAN PARTE DAL PECCATO CHE RAPPRESENTA. CE NE PUOI FARE UN ESEMPIO?
FLEGIAS: “Esatto. Per ogni canzone abbiamo tirato in ballo la nostra parte più intima rispetto al peccato citato. Ti posso dire che se per ‘Lust’ è stato facilissimo, per brani come ‘Sloth’ o ‘Gluttony’ abbiamo dovuto tirar fuori le parti più nascoste nel nostro essere peccaminoso. Ti riporto appunto l’esempio di ‘Sloth’: non sono normalmente dedito a questo tipo di ‘peccato’, ma per trovare le giuste atmosfere ho cercato di calarmi nella parte più buia e misantropa di me stesso. Alla fine scrivere questo disco è stato un po’ come una seduta di psicoanalisi”.
IL BRANO “ENVY” E’ UN OMAGGIO AGLI ANNI ’80, ETA’ D’ORO PER IL THRASH METAL. ASCOLTANDO BENE IL BRANO POSSIAMO DIRE CHE LA VOSTRA ISPIRAZIONE A QUESTO GENERE MUSICALE NON DIPENDA SOLO DAGLI SLAYER COME SPESSO VI E’ STATO IMPUTATO. TROVO CHE ANCHE LA SCENA TEDESCA DELL’EPOCA VI ABBIA INSEGNATO QUALCOSA O COMUNQUE SIA AFFINE AL VOSTRO MODO DI INTENDERE IL THRASH METAL.
PESO: “Voglio svelarti un aneddoto: quando uscì il nostro primo demo ‘The Shining Pentagram’ eravamo al settimo cielo, anche le riviste erano dalla nostra parte e ricordo un’ottima recensione su Rockerilla di Adriano Bosone, che era il guru italiano in quegli anni del giornalismo estremo in Italia, per non parlare dei complimenti ricevuti da molti personaggi illustri che per il nostro esordio avevano dimostrato entusiasmo. Ma tutto ciò svanì nel mio ego quando ascoltai ‘Pleasure To Kill’ dei Kreator: una mazzata simile non si era mai sentita per potenza, violenza, dinamiche e velocità. Tutto in un unico album. Quel disco polverizzava il nostro povero demo e quando lo feci presente ai miei soci me ne diedero atto. Ed è così che poi nacque ‘Into The Macabre’, un album che strizzava l’occhio agli Slayer, ma che doveva competere con potenza e violenza ai Kreator tedeschi. Per cui non sbagli quando ti riferisci a quella scena: li abbiamo ascoltati e assimilati tutti quei gruppi, ma i Kreator ancor oggi rimangono un punto di riferimento importante!”.
“THE 7 DEADLY SINS” SEMBRA L’ANTITESI DEL SUO PREDECESSORE ‘IDIOSYNCRASY’: IN UNO GUARDAVATE AL FUTURO, MENTRE ORA VI SIETE RIVOLTI AL PASSATO PIU’ LONTATO. LA PROSSIMA SCELTA QUALE SARA’?
GL: “Sicuramente non replicare cose già fatte! Siamo sempre stimolati dal fare nuove produzioni che non siano album fotocopia del precedente e che allo stesso tempo sia sempre riconoscibile l’anima della band. Questo aspetto per noi è fondamentale ed è ciò che accomuna tutti i nostri album. Comunque ora abbiamo solo voglia di suonare dal vivo per far conoscere ‘The 7 Deadly Sins’ al pubblico, quindi direi che è un po’ presto per pensare a nuove produzioni”.
COME MAI LA SCELTA DEL SINGOLO E DEL VIDEO E’ RICADUTA SUL BRANO ‘WRATH’? FORSE PERCHE’ E’ IL BRANO PIU’ VIOLENTO DELLA RELEASE?
GL: “‘Wrath’ è stato uno dei primi pezzi composti e rappresenta in pieno ciò che vogliamo trasmettere in quest’album: brani diretti, veloci e molto old school. Quindi ne abbiamo fatto anche un video che in pochi minuti mostra cosa puoi trovare in ‘The 7 Deadly Sins’. Questo brano è disponibile oltre che per il videoclip, anche in vinile in una edizione limitata, con una confezione davvero particolare”.
SUL TRAILER DI LANCIO AL NUOVO ALBUM E SULLA STESSA COPERTINA DEL CD C’E’ LA PORNOSTAR MILA RAMOS: QUALE MIGLIOR TESTIMONIAL PER RAPPRESENTARE LA TENTAZIONE, VERA CAUSA DEI 7 PECCATI CAPITALI…
FLEGIAS: “Hai pienamente ragione. Fortunatamente Mila Ramos, oltre ad essere una buona amica è anche una grande fan dei Necrodeath. Spesso utilizza dei nostri brani nei suoi show e le è stato facile immedesimarsi nella parte peccaminosa. L’idea è nata addirittura da lei: io avevo già in mente il risultato finale dell’artwork e avevo già fatto delle prove, poi è arrivata lei e mi ha proposto il suo coinvolgimento. Inutile dirti che è stato apprezzato da tutti”.
CON LA SCARLET RECORDS AVETE FIRMATO UN CONTRATTO A VITA OPPURE VI TROVATE ESTREMAMENTE BENE CON QUESTA ETICHETTA NOSTRANA? NESSUNA LABEL IMPORTANTE EUROPEA HA CERCATO DI METTERE UN GRUPPO DI PESO COME IL VOSTRO NEL PROPRIO ARSENALE?
PESO: “Nessuna delle due (ride, ndA)! Sì, ci troviamo bene, ma ogni tanto mi fanno incazzare (ride, ndA)! Dai, sto scherzando. La verità è che non abbiamo mai firmato in vita nostra anche con altre etichette per ristampe o lavori alternativi per piu di una produzione. E’ una cosa che mi ha sempre messo l ‘ansia quella di firmare per un lungo periodo e di impegnarsi quando non sai se si riuscirà a portare a termine. Etichette come Century Media ti chiedono forse sette album in sette anni e se non li fai avrai le tue conseguenze; altre etichette ti mettono tante di quelle clausole che a volte manca solo che devi chiedere il permesso anche per andare a pisciare! Beh, con la Scarlet, a parte in un paio di episodi, ma evidentemente c’erano anche altre persone rispetto lo staff attuale, ci siamo sempre trovati bene e sempre abbiamo trovato il punto d’incontro, ma sempre da rinnovare di volta in volta. In genere la riunione base avviene sempre inizialmente per gettare le basi dei nuovi parametri tra me ed il titolare Filippo Bersani dalle mie parti in riva al mare davanti ad un moijto, che poi diventa più di uno ed è cosi che raggiungiamo entrambi il compromesso…”.
A QUALE DEI SETTE PECCATI CAPITALI NON RIUSCIRESTE MAI A RINUNCIARE?
FLEGIAS: “Alla lussuria! Banale eh?”.
IL NOSTRO PORTALE HA SEMPRE SUPPORTATO LA BUONA MUSICA, MA ANCHE LE BAND EMERGENTI ITALIANE E LA PRESENZA DI DIVERSI GRUPPI EMERGENTI AL NOSTRO FESTIVAL LO DIMOSTRA. COSA NE PENSATE, VOI CHE SIETE DEI VETERANI, DELLO STATO ATTUALE DELLA SCENA EXTREME METAL NOSTRANA?
PESO: “La scena nostrana attuale è rappresentata da band molto qualificate e preparate, è tutto quello che gira attorno ad una band emergente che manca in Italia, per cui diventa tutto più difficile. Noi siamo vecchi ormai e viviamo in uno stato di cult band per cui dobbiamo considerarci dei fortunati, ma le nuove leve devono scontrarsi coi meccanismi di internet e del download illegale e questo in realtà rende tutto piu difficile per emergere e non piu facile come volevano farci credere. Non basta cliccare ‘mi piace’ per emergere…”.
AL NOSTRO FESTIVAL SUONERANNO ANCHE GLI AT THE GATES. COSA NE PENSATE DI QUESTA BAND? NON MI RESTA CHE AUGURARVI BUON CONCERTO!”.
GL: “Gli At The Gates sono una delle mie band preferite ed è stato un vero piacere per me poter condividere lo stesso palco, al Metalitalia Festival mi sono piaciuti parecchio, nonostante l’assenza del chitarrista Anders e della scaletta ridotta. Considero gli At The Gates un’ottima band che ha scritto canzoni bellissime e mi fa piacere che siano tornati a suonare dal vivo, quindi speriamo producano ancora nuovi album! Comunque vogliamo ringraziare tutti i partecipanti al Metalitalia Festival, è stato un bellissimo festival e ci siamo divertiti parecchio! Ringraziamo il pubblico che ci ha supportato durante il nostro live, tutto lo staff e gli organizzatori dell’evento, complimenti!”.