Avevamo lasciato i Necrodeath con la raccolta autocelebrativa dello scorso anno: li ritroviamo ora, forti di un album che presumibilmente dividerà, a causa di scelte stilistiche che, in alcuni casi, esulano dal classico trademark della band. Se in passato il quartetto cantava”Perseverance Pays”, il presente offre “Identity Crisis”. Per intendersi, la base e la quasi totalità del lavoro sono rimasti ancorati a stilemi black-thrash imprescindibili, ma comunque la strada è segnata, rispetto al passato è stato compiuto un notevole passo avanti, anche se ancora non è chiaro dove porterà. Il leader Peso risponde alle nostre domande con entusiasmo e convinto di aver svolto un lavoro ottimo sotto tutti i punti di vista: la parola a lui.
INNANZITUTTO BENTORNATI: IMMAGINO CHE DALL’USCITA DEL VOSTRO BEST OF VI SIATE DEDICATI ALLA STESURA DEL NUOVO ALBUM…
“Dall’uscita di ‘Ton(e)s Of Hate’ ci sono state un po’ di vicissitudini all’interno del gruppo, dovute al fatto che Claudio non poteva più essere disponibile al 100%… Per cui abbiamo cercato un rimpiazzo temporaneo, che alla fine si è ritrovato anche in studio per registrare le partiture di chitarra del nuovo album ‘100% Hell’. Il processo di composizione, per cui, questa volta è avvenuto solo dal sottoscritto, ma i primi riff diciamo che sono nati subito dopo ‘Ton(e)s Of Hate’. Nel frattempo abbiamo compiuto vent’anni e li abbiamo celebrati con la compilation, ma fin dall’anno scorso parte del materiale era a livello embrionale già composto… Non è stato facile questa volta non avere Claudio al fianco, ma diciamo che quello che ci ha impartito in tutti questi anni passati insieme è stato ben assimilato da noi tutti, per cui la band prosegue seguendo come sempre le proprie radici!”.
COME NASCE GENERALMENTE UNA CANZONE DEI NECRODEATH?
“Come ti dicevo prima, la composizione delle canzoni, sin dai tempi del demo ‘The Shining Pentagram’, è sempre stata affidata a Claudio e al sottoscritto, e di solito parte sempre da un riff di base composto a casa propria e non in sala prove…io per esempio compongo su una vecchia chitarra acustica con quattro corde. Una volta che si ha del materiale, inizio sempre a casa mia ad assemblarlo in modo da esporre ai ragazzi quella che potrebbe essere una potenziale canzone…al che intervengono John e Flegias con i propri arrangiamenti e consigli! Le partiture di batteria hanno una vita a parte, perchè in fase di ‘armonia’ e ‘melodia’ mi limito a suonare degli standard di base che rimarranno tali finche la canzone non avrà preso consistenza…al che una volta che so come suonerà il brano definitivo mi concentro sui pattern da cambiare, scrivere e arrangiare”.
DICCI QUALCOSA SULLA PRODUZIONE E IL MIXING: CHI SE NE E’ OCCUPATO? E COME VI SEMBRA IL RISULTATO FINALE?
“Anche quest’anno ci siamo rivolti a Giuseppe Orlando e siamo rimasti chiusi un mesetto negli Outer Sound Studios di Roma! Sono sicuro sia stato fatto un ottimo lavoro, questa volta anche con la collaborazione dell’ assistente di studio Max Pagliuso! Nulla da eccepire sulle precedenti produzioni made in Svezia, ma ogni album è a sè e la brillantezza di ‘100% Hell’ calza a pennello con la composizione delle canzoni stesse! Per la masterizzazione invece siamo ritornati in Svezia presso i Mastering Room, affidando il compito al guru Goran Finnberg!”.
SUL VOSTRO SITO UFFICIALE CI TENETE A RIBADIRE CHE “100% HELL” E’ IL VOSTRO MIGLIOR ALBUM DI SEMPRE: IN COSA E’ MIGLIORE DEI SUOI PREDECESSORI?
“Sulle news attuali del nostro sito c’è semplicemente una quote di Flegias che esprime il suo compiacimento su un lavoro durato per noi quasi due anni, sbilanciandosi, come giusto che sia, dicendo che probabilmente è il nostro miglior album! Sono d’accordo con lui ma, fermo restando che qualsiasi produzione musicale è soggettiva, forse’100% Hell’ ha una marcia in più… Forse è più maturo, forse questo pizzico di nuova componente melodica ha dato un pathos maggiore al songwriting, e così facendo mette anche in evidenza maggiore le parti dove invece non si fanno prigionieri! Detto questo, non voglio togliere nulla agli album precedenti che reputo tutti ad un buon livello e competitivi anche all’estero”.
NON HO A DISPOSIZIONE I TESTI DELLE NUOVE TRACCE: CI POTETE DIRE DI CHE COSA TRATTANO?
“L’inferno al 100% non è altro che il mondo in cui viviamo. Lamaggior parte dei testi sono una visione reale di diversi fatti che avvengono tutti i giorni o avvenuti, e in ognuno di loro c’è una parte totale o parziale di quello che voglio intendere come inferno… Forseil più drammatico è proprio ‘The Wave’ che vuole rievocare la tragedia dello tsunami che molti invece hanno già dimenticato…è stato veramente deplorevole vedere nuovi turisti arrivare dopo l’uragano per farsi le loro vacanzine a basso costo e scattare fotografie in quei posti con loro che prendevano comodamente il sole… Anche ‘Beautiful-Brutal World’ ricalca un po’ questo tipo di sadismo, mettendo in evidenza come i media siano cosi interessati al dolore della gente per ottenere maggior audience o vendite. La title track invece si accosta all inferno in maniera differente… E’ un viaggio immaginario nei gironi danteschi, ispirato appunto dalla Divina Commedia, dalla quale abbiamo recuperato anche dei versetti, per cui per la prima volta Flegias si cimenta pure in italiano antico! So che molti penseranno che abbiamo scopiazzato l’idea dai Sepultura, ma ti garantisco che non abbiamo bisogno di emulare un gruppo brasiliano che si ispira al sommo poeta italiano che per anni abbiamo studiato al liceo… Questo brano dura circa dieci minuti e ha avuto circa un anno e mezzo di gestazione…per cui nessun riferimento alla band di Belo Horizonte”.
AVETE UN NUOVO CHITARRISTA, PIER, CHE HA SUONATO NEI LABIRYNTH, BAND DIVRSISSIMA DALLA VOSTRA: COME SIETE ARRIVATI A SCEGLIERE PROPRIO LUI? E COSA PENSATE CHE PORTERA’ ALL’INTERNO DELLA BAND?
“Come già detto la defezione di Claudio ci ha portato a suonare con un sostituto per diverse date dal vivo e anche per la registrazione delle tracce di chitarra! Il ragazzo in questione averebbe avuto tutte le carte in regola, visto l’ottima tecnica manuale sullo strumento in suo possesso, ma ha fatto di tutto per non essere della partita: finite le registrazioni di ‘100% Hell’, il nostro rapporto di collaborazione è cessato per cui, visto gli imminenti nonchè importanti appuntamenti live in programma ci siamo rivolti ad un professionista quale Pier per sostenere il ruolo di chitarrista e prendere parte agli impegni dal vivo che seguiranno! Abbiamo delle date italiane e un tour europeo a maggio insieme ai Marduk da portare a termine, in più il Gods of Metal e altre richieste che stiamo valutando… Pier è attualmente il nostro chitarrista live, per cui vedremo come si evolverà il nostro rapporto in futuro. Il fatto che lui suoni in una band così diversa da noi non ha nessuna importanza, in quanto Pier è un chitarrista eclettico capace di suonare qualsiasi cosa nell’ambito metal e rock… In più ha una passione sviscerata per gli Slayer, per cui il fatto di essere con noi sul palco gli sta facendo esternare la sua parte più scura e incazzata”.
AVETE AVUTO L’ONORE DI INCIDERE UN BRANO CON IL MITICO CRONOS DIETRO AL MICROFONO: COME E’ NATA QUESTA COLLABORAZIONE E COME E’ STATO LAVORARE CON LUI?
“Sin dagli esordi, i Venom sono stati una delle band che più ci ha influenzato, forse non troppo nel songwriting ma in tutto ciò che era estremo, voce in primis! Ho avuto un primo contatto con Cronos qualche anno fa, quando molto gentilmente ci aveva fatto i complimenti per ‘Mater Of All Evil’, mandando addirittura una recensione track-by-track… L’idea di avere lui come ospite è sempre stato comunque un mio sogno, soprattutto da grande Venom-fan quale sono! Tramite mister Bosio siamo riusciti ad avere il suo benestare e con grande soddisfazione possiamo dire che anche il padre di tutto il movimento estremo ha collaborato per la ciliegina finale di questa ultima nuova fatica”.
OLTRE A CRONOS AVETE COLLABORATO ANCHE CON ALTRI ARTISTI SULL’ULTIMO LAVORO: CE NE VUOI PARLARE?
“Certamente, così colgo l’occasione per ringraziarli! Il brano più sperimentale dell’album è senza dubbio ‘Identity Crisis’ e per realizzare quello che avevo in testa avevo bisogno di una voce francese e di diversi violini! La parte vocale femminile non è stata difficile da realizzare, tra l’altro il fatto di essere di Genova e vicini alla Costa Azzurra francese ha facilitato la cosa! Per cui per questo abbiamo utilizzato la voce di una giovane attrice francese, Bea Drovan. Per i violini invece la cosa si è fatta più difficile anche perchè ho notato in questa esperienza che i musicisti provenienti dalla musica classica non sono così facili da gestire, o forse io, con tutto il background di rock ‘n roll sulle spalle, non ho la pazienza di seguire le loro paturnie… Così mi sono rivolto a Federica Badalini dei Soul Takers che con il suo synth poteva tranquillamente risolvere ogni problema logistico, e così è stato… Infine per il brano di chiusura, la title track appunto, una voce femminile esoterica andava benissimo per un paio di interventi, per cui ci siamo rivolti a Sonya dei Theatres Des Vampires”.
MESI FA, IN UNA PRECEDENTE INTERVISTA, DICHIARASTE CHE UN VOSTRO SOGNO NEL CASSETTO SAREBBE QUELLO DI SUONARE IN GIAPPONE: SI SONO CREATI I PRESUPPOSTI PER UNA VOSTRA CALATA IN ESTREMO ORIENTE?
“No, purtroppo non sono scattati i meccanismi per far accadere questa cosa”.
FARETE PARTE DEL BILL DEL GODS OF METAL, NELLA GIORNATA DEDICATA ALLE BAND ITALIANE: CREDETE CHE SIA GIUSTO INSERIRE I GRUPPI ITALIANI IN UN SOLO GIORNO O SAREBBE STATO MEGLIO PIAZZARE SOLO I PIU’ MERITEVOLI NELLE VARIE GIORNATE?
“Guarda, sinceramente non so cosa risponderti… Noi abbiamo già suonato al Gods, nella giornata dove gli Slayer erano gli headliner e abbiamo suonato alle 11 del mattino. Ora quest’anno suoneremo mi sembra intorno alle 17… Non so cosa sia meglio: te lo potrò dire dopo il 2 giugno. Sono curioso anche io di sapere come sarà la risposta del nostro pubblico, ma se è vero che per statistica al Gods il 50% dei biglietti sono da abbonamenti, credo che la giornata italiana non sia una giornata ghettizzata, ma una giornata di un così grande evento messa a disposizione a noi band nazionali, dove avremo l’opportunità di suonare di fronte ad un pubblico vasto che forse non lo vedi neanche alle 11 del mattino quando sei insieme a band internazionali… Comunque sia per noi sarà comunque un grande giorno dove tra l’altro divideremo il palco con cari amici, e per di più stiamo cercando di convincere Claudio a fare una rimpatriata per almeno un paio di brani su quel palco”.
MI HA PARECCHIO COLPITO LA TITLE TRACK DI “100% HELL”: UN BRANO ATIPICO PER LA BAND, DOVE AL VOSTRO CLASSICO TRADEMARK VENGONO AFFIANCATE DIVERSE INFLUENZE, LA PIU’ CHIARA SEMBRA ESSERE QUELLA DEI MERCYFUL FATE: CE NE PUOI PARLARE?
“Grande! Sei il primo che nota questa cosa! Considero i Mercyful Fate una grandissima band e un album come ‘Melissa’ l’ho ascoltato fino alla noia! Certo che anche loro rientrano nelle nostre influenze e nel nostro background, e poi essendo anche loro di quell’epoca sono sempre rimasti nel nostro cuore! Anche in ‘Ton(e)s Of Hate’ ho scritto un brano molto progressive ispirandomi a loro, ‘Blood Stain Pattern’, ma forse in ‘100% Hell’ si nota di più, probabilmente nella parte centrale dove il tiro rallenta e le voci si fondono in risate malsane, anche se a onor del vero quelle cose noi le facevamo già nell’85… Ascolta il demo ‘The Shining Pentagram'”.
COME VI TROVATE CON LA SCARLET? MI SEMBRA CHE FINO AD OGGI L’ETICHETTA VI ABBIA PROMOSSO A DOVERE…
“Con la Scarlet ci troviamo bene, ma forse perche dopo quasi ormai 10anni di collaborazione si è instaurato un rapporto molto amichevole e confidenziale! Sappiamo benissimo che sono un’etichetta indipendente e loro sanno benissimo che noi non siamo la band da un milione di copie… Ma loro lavorano sempre con noi dandoci una certa priorità e noi ricambiamo sempre lavorando con molta professionalità, sotto tutti i punti di vista. Il primo feedback che stiamo ricevendo entrambi da questo ultimo nostro lavoro è entusiasmante: anche riviste straniere che fino all’altro ieri ci hanno snobbato ci stanno contattando per saperne di più…e in effetti è la prima volta che mi trovo così tanto di fronte a domande di ogni tipo. Gli stessi distributori associati alla Scarlet si stanno muovendo come non mai…non so, vedremo cosa accadrà, anche perchè in realtà il disco deve ancora uscire, per l’esattezza il 17 aprile (l’intervista si è svolta a fine marzo, ndR)! Comunque, tornando alla Scarlet, il merito che dò loro nella nostra relationship è il fatto di lasciarci liberi di agire come vogliamo, dandoci sempre e comunque il loro consiglio e punto di vista, ma senza mai imporre nulla”.
INSIEME AI DEATH SS, SIETE LA BAND ITALIANA PIU’ LONGEVA ATTUALMENTE IN ATTIVITA’: COSA SI PROVA AD ESSERE CONSIDERATI UNA CULT BAND?
“Non dimenticarti degli Schizo che stanno registrando il loro album del ritorno! Un ritorno in pieno stile anni Ottanta con vecchio logo e chitarrista originale! Essere una cult band significa essere stati coerenti per tutti questi anni e aver suonato comunque sempre quello che ti piace fare! Il successo non sappiamo cosa sia, ma ti assicuro che le soddisfazioni che abbiamo ricevuto durante il nostro cammino sono inspiegabili! Finchè avremo la passione e la salute dalla nostra, continueremo comunque per la nostra strada indipendentemente dallo status della band”.
AVETE CONSERVATO NEGLI ANNI UNO STILE IMMEDIATAMENTE RICONOSCIBILE, MA PROPRIO PER QUESTO I DETRATTORI VI ACCUSANO DI IMMOBILISMO STILISTICO: COS’AVETE DA DIRE A TALE PROPOSITO?
“Pensa invece che abbiamo anche dei detrattori che dicono che non siamo più quelli di una volta, o che abbiamo perso l’attitudine… Insomma, come vedi i cervelli sono quello che sono… Noi lasciamo che ognunod ica la sua senza intervenire, anche perchè, quando componiamo una canzone, nel momento in cui piace a noi quattro, ogni indagine di mercato o opinione altrui è totalmente superflua! Noi continuiamo sempre per la nostra strada cercando di essere quanto più professionali possibile e dimostrando dal vivo che siamo una band capace di spaccare il culo ai passeri, come si dice dalle nostre parti… E poi questi detrattori, che non si capiscono neanche tra di loro, alla fine sono simpatici, perchè comunque parlano sempre di noi e questo è solo positivo… Quando non avremo più detrattori non avremo più neanche fan, e quel giorno probabilmente potremo chiudere baracca”.
COME VANNO I VOSTRI PROGETTI PARALLELI? VI SONO NOVITA’ ALL’ORIZZONTE O PER ORA SIETE CONCENTRATI ESCLUSIVAMENTE SUI NECRODEATH?
“Mentre gli altri continuano con Cadaveria e Dynabyte, personalmente io mi sono fermato coi Raza de Odio… Essendo ormai il compositore nonchè portavoce della band, non ho più tempo da dedicare ora ad altri progetti, considerando poi che ho parallelamente un’attività didattica sulla batteria che mi impegna tutti i giorni”.
GRAZIE PER IL TEMPO CONCESSOCI, LASCIO A VOI LO SPAZIO CONCLUSIVO…
“Visitate il nostro sito http://www.necrodeath.net e guardate nella sezione live dove suoneremo! Inoltre abbiamo messo un mp3 di un brano del nostro nuovo album! Ascoltatelo e se vi piace acquistate il cd! Non masterizzatelo! Grazie a tutti per il supporto e lo spazio concessomi”.
NECRODEATH – L’Inferno è qui!
Pubblicato il 21/04/2006 da Luca Filisetti
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