NECRODEATH – Tonnellate di odio per voi!

Pubblicato il 10/10/2003 da

Ad un paio d’anni di distanza dall’acclamato “Black As Pitch”, tornano alla ribalta i leggendari Necrodeath con “Ton(e)s Of Hate”, lavoro che proietta i nostri in una dimensione per loro inedita, che li vede cimentarsi in brani più elaborati e tecnici rispetto ai loro abituali standard. Un album ambizioso e ‘difficile’ che però pare stia convincendo critica e pubblico. Ne abbiamo parlato con il frontman  Flegias, che non si è affato risparmiato nell’illustrarci tutti i dettagli del disco e i prossimi impegni che vedranno impegnati i nostri…

VORRESTI PRESENTARE IL NUOVO ALBUM AI NOSTRI LETTORI?
“Volentieri, si tratta di un capitolo leggermente diverso della reunion Necrodeath. Infatti, oltre alla solita ‘tonnellata di odio’, puoi trovare ampi spazi di respiro, atmosfere più lugubri e meno dirette. Sentivamo l’esigenza di proporre qualcosa che si discostasse dai precedenti lavori, e sono nati così brani come ‘Queen of Desire’ o ‘Evidence from Beyond’ e la conclusiva ‘Blood Stain Pattern’, canzoni dalla struttura atipica per un gruppo come il nostro. Per la prima volta, per quanto mi riguarda, mi sono cimentato in cantati diversi, più interpretativi. Ovviamente non mancano le canzoni più tirate nel classico trademark Necrodeath, ‘Perseverance Pays’ e ‘Last Ton(e)s of Hate’ ne sono un chiaro esempio. Anche la grafica ha cambiato stile. Questa volta me ne sono occupato personalmente e credo che differenza si noti”.

PER QUALE MOTIVO AVETE DECISO DI REGISTRARE IL DISCO IN ITALIA? COME VI SIETE TROVATI NEGLI OUTER SOUND STUDIOS?
“Per i motivi sopra citati. Consci di aver fatto un album ‘diverso’, avevamo bisogno di una produzione diversa, più calda se vogliamo così definirla, lontano dalle seppur ottime produzioni svedesi a cui eravamo abituati. Dopo un’assidua ricerca fatta di ascolti dei vari promo e cd in circolazione, ci siamo messi in contatto con Giuseppe, titolare nonché fonico dello studio e ci siamo intesi subito. La sua professionalità unita alla nostra chiarezza di idee, ha permesso che tutto si svolgesse in perfetta armonia, senza i soliti stress da studio legati a vincoli di orari o da incomprensioni sul risultato da ottenere. La goliardia dei nostri amici romani poi ha fatto sì che le serate passassero all’insegna del puro divertimento, creando quel sano spirito di rock’n’roll che ci alimenta”.

PUOI SPIEGARCI IL SIGNIFICATO DEL TITOLO E DELLA COPERTINA?
“Presto detto. Come già in ‘Black As Pitch’ amiamo giocare con i doppi sensi. La ‘e’ tra parentesi permette di interpretare in due modi il titolo, può essere tradotto come ‘tonnellate di odio’ oppure come ‘note d’odio’… insomma l’odio c’è sempre (ride, nda). E’ un sentimento forte, che permette a tutti noi di liberare tutta l’energia sia in fase compositiva, sia on stage. La cover voleva dimostrare questo tipo di sentimento, così ho cercato di interpretarlo mettendo delle forbici in mano alla modella che le scaglia con furia cieca (ecco il perché della benda sugli occhi) contro una bambola insanguinata, simbolo di un’infanzia lacerata (simbologia che si rifà al testo di ‘Mealy-mouthed hypocrisy’)”.

SU QUALI TEMI SONO INCENTRATI I TESTI DELL’ALBUM?
“La maggior parte delle lyrics è opera di Peso. Lui ama trattare argomenti inerenti a omicidi, serial killer, e psicopatici in generale. ‘Last Ton(e)s of Hate’ è una delle poche nella quale ho messo lo zampino ed è più legata alla tradizione ‘satanica’ se così vogliamo definirla: parla di una antica leggenda legata ad un luogo sacro vicino alla mia terra. Ma come già detto si tratta solo di una parentesi, insieme a ‘The Flag’, scritta da Ingo, all’interno dell’album”.

DA DOVE E’ NATA LA VOLONTA’ DI COMPORRE BRANI PIU’ COMPLESSI E SFACCETTATI?
“Più che altro dalla voglia di non ripeterci, di osare di più. Altro fattore da non sottovalutare è la nostra crescita come musicisti, nell’arco di questi anni abbiamo preso più confidenza tra di noi e con il nostro strumento, abbiamo voluto metterci alla prova. Se avessimo fatto un album simile a ‘Black as Pitch’, sono sicuro che sarebbe passato in secondo piano, di qui la volontà a rinnovarci leggermente”.

PER QUALE MOTIVO AVETE SCELTO DI REGISTRARE DI NUOVO “THE FLAG OF THE INVERTED CROSS”?
“Ormai è un classico dei Necrodeath della reunion quello di ‘coverizzarci’: nel primo abbiamo rifatto ‘Iconoclast’ tratto dal demo, sul secondo ‘Sacrifice’ presa da ‘Fragments of Insanity’, ora toccava ripescare qualcosa da ‘Into the Macabre’ e la scelta è ricaduta sull’opener track”.

COME E’ NATA LA COLLABORAZIONE CON CARMELO DEI NOVEMBRE SU “BLOODSTAIN PATTERN”?
“Siamo amici dei Novembre da una vita e, visto che siamo andati a registrare praticamente a casa loro, l’idea è nata spontaneamente. Inutile aggiungere quanto siamo rimasti soddisfatti di questa piccola unione di stili da entrambe le parti.  Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente Carmelo e tutti gli ospiti su questo disco”.

AVETE IN PROGRAMMA UN TOUR O DELLE DATE DAL VIVO PER SUPPORTARE “TON(E)S OF HATE”?
“Nessun tour, solo date sporadiche qua e là. Per ora, di definitivo, posso dirti che suoneremo quest’anno a Roma, Genova, Lucerna. Per il prossimo anno si vedrà, abbiamo ricevuto molte offerte ma purtroppo non riusciremo a suonare ovunque. Posso ancora dirti che è prevista una data in marzo 2004 a Milano”.

AVETE IN PROGRAMMA LA REALIZZAZIONE DI UN VIDEOCLIP?  QUALCHE ANTICIPAZIONE?
“Sì, il video che abbiamo scelto di fare è ‘The Flag’. Chi possiede il satellite lo può già vedere in rotazione su Rock tv. Si tratta di immagini molto psicotiche. che ritraggono me e una modella con un vestito da sposa insanguinato, alternate a delle immagini live girate in occasione del Tattoo the Planet con gli Slayer a Milano. Pochi fronzoli e un montaggio molto ritmato sono gli elementi che contraddistinguono questo video”.

SIETE ANCORA SODDISFATTI DEGLI ALBUM REALIZZATI IN SEGUITO ALLA REUNION? CAMBIERESTE QUALCOSA OGGI?
“Per quanto mi riguarda (ma credo di parlare a nome di tutti), non cambierei una virgola delle precedenti produzioni, per il periodo e per il songwriting sono perfetti così. Hummm… forse la grafica… sì, avrei optato per qualcosa di diverso”.

COME VEDETE LA SCENA ESTREMA ITALIANA E QUELLA INTERNAZIONALE? QUALI SONO GLI ULTIMI ASCOLTI DEI NECRODEATH?
“Ad esser sincero, non mi sono mai occupato di guardare le varie scene, sia italiane che estere, mi limito a suonare e ascoltare quello che mi piace. Il resto sono chiacchere che si possono fare tra amici ma nulla di più. Gli ultimi ascolti Necrodeath non so quali siano, quelli di Flegias sono: ‘Ton(e)s of Hate’, l’ultimissimo Cadaveria (in uscita a novembre), e gli In Flames”.

COME PROCEDE IL PROGETTO RAZA DE ODIO?
“Presumo bene. Anche loro dovrebbero uscire presto con il debut album. Non ho avuto modo di ascoltarli molto, ma quel poco che ho sentito promette bene: puro odio misto ad un’originalità unica”.

CHE COSA VI ASPETTATE DA “TON(E)S OF HATE”? QUALI SONO OGGI GLI OBIETTIVI DEI NECRODEATH?
“Con gli anni e le esperienze passate non mi faccio illusioni, tutto ciò che verrà di buono sarà ben accetto, le critiche e le delusioni non ci scalfiranno, siamo forgiati. Spero solo di andare a far una ‘capatina’ nel paese del sol levante a fare qualche concertino…”.

GRAZIE INFINITE, E IN BOCCA AL LUPO PER IL FUTURO! UN SALUTO PER I LETTORI DI METALITALIA.COM?
“Grazie a te e a tutti coloro che continuano a supportarci. Vi aspettiamo sotto il palco a massacrarci per bene”.

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