Finalmente, il ritorno dei Necromass è un dato di fatto. Non potevamo non incontrare la storica band italiana per cercare di conoscere di più del loro nuovo album e tirare le somme sulla loro carriera che da poco ha ripreso vita dopo una pausa lunga più di dieci anni! I Necromass hanno risposto al nostro invito: Ain Soph Aour, Nachzehrer Mara e JC Chaos sono tutti membri attivi della band e dimostrano grande dedizione a questa creatura. Purtroppo non sempre ci si imbatte in gruppi come i Necromass, aperti alle critiche e attivi nel cercare di far comprendere il proprio messaggio anche a parole. Questi sono i Necromass del 2013…
FINALMENTE A BREVE ESCE IL VOSTRO ALBUM! QUALI SONO LE EMOZIONI CHE PROVATE? AD OGNI MODO DEVE ESSERE UNA BELLA SODDISFAZIONE RIPRESENTARSI DOPO TUTTI QUESTI ANNI DI SILENZIO…
A.S.A: “E’ una bella sfida che abbiamo raccolto sin dall’inizio ed uno stimolo che non ci siamo lasciati scappare; dopo tutto questo tempo è molto elettrizzante tornare a calcare i palchi e comporre musica; era una lacuna che andava colmata!”.
N.M.: “Siamo incuriositi da come sarà accolto e recepito il nostro nuovo album, sappiamo già che alcuni sono e saranno entusiasti, mentre altri si lanceranno in critiche pungenti e feroci. Noi comunque siamo certamente soddisfatti del nostro ritorno sulla scena, gli anni sono passati, ma sono passati benissimo: ognuno di noi ha avuto esperienze diverse in vari settori artistici, che a loro modo ci hanno fatto crescere. Siamo soddisfatti della nostra alchimia che si è tramutata e rafforzata, soddisfatti dell’ingresso del nuovo batterista Charun che ha ridato vigore, spessore e passione all’interno della band e soprattutto siamo soddisfatti del risultato finale di ‘Calix.Utero.Babalon.'”.
UNA QUINDICINA DI ANNI D’INATTIVITA’ E’ UN’ETERNITA’. QUANTE ENERGIE AVETE SPESO PER CERCARE DI RECUPERARE LO STILE NECROMASS DI UN TEMPO? PENSATE DI ESSERCI RIUSCITI PIENAMENTE?
N.M.: “Direi che non abbiamo speso troppe energie per ‘recuperare lo stile Necromass’, dal momento che stilosi lo siamo sempre stati e oggi ancora di più. Probabilmente, la parte più impegnativa è stata la selezione per il nuovo drummer e, una volta trovato, rimettere in sesto con lui tutti i vecchi brani. Per quanto riguarda la stesura di ‘Calix’, dico apertamente che è il miglior prodotto Necromass di sempre, istintivo e ragionato nella giusta misura, abbiamo finalmente curato quasi tutto noi dall’inizio alla fine e il nostro stile è sempre lo stesso: è sempre lo stesso il modo di intendere la nostra musica, è sempre nostra la testa che la crea e sempre nostre le mani che la suonano. Naturalmente cambia e si evolve il modo di proporla, cambiano le tecnologie con cui si registra in studio, ma lo scheletro, l’ossatura è sempre coerente al nostro linguaggio. Inoltre se ci conosci bene, fin dagli esordi non abbiamo mai amato troppo ripeterci e fare sempre le stesse cose, però direi che ascoltando i vari lavori si sente bene che la matrice è la stessa”.
COME APRIPISTA AL NUOVO ALBUM AVETE RISTAMPATO I VECCHI LAVORI, UN MODO INTELLIGENTE PER FAR CIRCOLARE NUOVAMENTE IL NOME NECROMASS SUL MERCATO. AVETE RICEVUTO DIRETTAMENTE UN FEEDBACK? CREDETE DI AVER RISVEGLIATO MAGGIORMENTE L’INTERESSE DEI VECCHI FAN OPPURE IN MOLTI SI SONO AVVICINATI PER LA PRIMA VOLTA AL VOSTRO GRUPPO?
N.M. “Erano anni che ci dicevamo che sarebbe stato bello ristampare il tutto per rendere giustizia a certi aspetti della nostra musica che in passato non ci avevano convinti del tutto, ma poi l’idea sfumava in un niente di fatto. A reunion in corso si sono fatti avanti i ragazzi della Funeral Industries con una proposta interessante e non abbiamo certo perso tempo, ci sono subito piaciuti: propongono e fanno, senza tante menate intermedie, dimostrando un grande entusiasmo per il progetto Necromass che esula forse anche dal business vero e proprio, anche se parlare di business nel nostro caso è ridicolo. A conti fatti penso che le ristampe abbiano accontentato un po’ tutti, vecchi e nuovi fan”.
IL TITOLO SCELTO PER IL NUOVO ALBUM PUO’ ESSERE ASSOCIATO ALLA SFERA DELLA RITUALITA’. QUAL E’ IL SIGNIFICATO SPECIFICO CHE AVETE DATO A “CALIX. UTERO. BABALON”?.
A.S.A.: “Adesso come in passato, la scelta del titolo, che rappresenta la quintessenza dell’album, non è stata facile; ma un giorno ci è venuto spontaneo legare queste tre parole in un unico significato simbolico, e come tu saprai per noi i simboli sono molto importanti. Babalon rappresenta l’espressione terrena dell’archetipo femminile, sessuale e ricettivo dell’universo. Utero: il ventre che genera nuova vita. Calix: la coppa, rappresenta la vagina, la Kteis, il mezzo con cui la donna riceve il seme e l’energia maschile… oltre al simbolismo rituale, tutto ciò rappresenta anche il nostro stato attuale: la nostra energia creativa indirizzata verso un obiettivo per generare qualcosa di nuovo, per fissare ciò che abbiamo incamerato in questi anni dandogli una vita propria, individuale e unica. E credo – perdona il mio entusiasmo – che ci siamo pienamente riusciti!”.
CREDO CHE I VOSTRI FAN SARANNO DISORIENTATI DALLA NUOVA RELEASE: DA UN LATO SI TRATTA DI UN ALBUM MOLTO BELLO, MA INEVITABILMENTE IL SOUND E’ CAMBIATO. HO RISCONTRATO UNA PESANTE INFLUENZA DEL SOUND BLACK/DEATH SVEDESE NEI VOSTRI NUOVI BRANI…
N.M.: “E’ meraviglioso disorientare qualcuno, significa che si è smosso qualcosa, ciò che prima era orientato adesso non lo è più. Non riesco a trovare questa similitudine che tu dici col black/death svedese, in quanto ne ho ascoltato sempre pochissimo e molto superficialmente. Personalmente ritengo che la musica sia fatta di vibrazioni e quindi di note, per forza di cose si può assomigliare a qualcuno pur cercando di essere originali, le nostre influenze poi sono molteplici, ma sarebbe troppo lungo fare la lista adesso. Per ciò che riguarda il sound posso dirti che ‘Calix’ suona davvero come volevamo noi: registrare ai Nadir Studio, con un amico di vecchia data come Tommy, è stato fantastico ed i suoi geniali suggerimenti sono stati davvero preziosi, dico che ha fatto un lavoro eccezionale a livello di sound e di missaggio, nonché nella gestione delle nostre risorse umane e nella gestione dei tempi. Naturalmente il sound è cambiato, per fortuna gli studi del 2013 non sono quelli del 1994/96, se ad esempio ‘Mysteria’ avesse avuto a disposizione suoni migliori tipo questi, avrebbe perso qualcosa in termini di oscurità e malvagità, ma certamente ne avrebbe guadagnato in nitidezza e brillantezza, direi in sostanza che tutto è rapportato ai tempi in cui viene fatto. Se avessimo usato oggi i suoni catarrosi, cupi e piatti che ci sono su ‘Mysteria’ non solo sarebbe stata una cosa ridicola, ma sarebbe stato solo un inseguire un passato che non c’è e non deve esserci più”.
ASA: “In passato con ‘Abyss’, molti rimasero spiazzati dal cambiamento verso un sound molto più progressive e con strutture dei brani molto più tecniche. A distanza di anni nessuno mette più in discussione la scelta stilistica operata in quel periodo, sebbene molti nostri fan siano molto attaccati a ‘Mysteria’, ma il primo disco è sempre qualcosa di speciale. In quest’ottica non abbiamo mai cercato di ripetere o riproporre le stesse cose perché inevitabilmente cambiano i tuoi gusti e le tue influenze ed inevitabilmente cambia anche il tuo modo di comporre! Siamo convinti che il nuovo disco rappresenti un punto di sintesi con i nostri precedenti lavori, un qualcosa che racchiude l’istintività e l’immediatezza di ‘Mysteria’, ma anche la melodia e potenza di ‘Abyss’, il tutto raffinato da una produzione che decenni fa non potevamo nemmeno immaginare. Per quanto riguarda l’influenza swedish ci sono gruppi come gli At The Gates che in passato ci hanno segnato, ma questa cosa riguarda forse molto di più i nostri esordi che non le composizioni attuali”.
LA PRODUZIONE E’ OTTIMA E NON E’ QUESTO L’ELEMENTO CHE HA ‘MODIFICATO’ IL SOUND DEI NECROMASS, QUANTO PIUTTOSTO L’ASSENZA O L’ESISTENZA IN MINIMI TERMINI DI ATMOSFERE OCCULTE. I BRANI HANNO UNA LORO ATMOSFERA E SONO MOLTO COINVOLGENTI, MA IL MOOD DI UNA VOLTA A MIO AVVISO E’ ANDATO IRRIMEDIABILMENTE PERDUTO. FORSE ERA IMPOSSIBILE PRESERVARLO DOPO COSI’ TANTI ANNI…
N.M.: “Sarebbe molto interessante parlare anche del presente e di ciò che effettivamente c’è in questo nuovo album, invece di parlare troppo di ciò che non c’è più o ciò che c’era prima. Comunque ci possiamo riallacciare a quanto detto sopra: da una parte il sound modifica, eccome, il suono più o meno ‘occulto’ di un album, ma in definitiva è che questo occultismo di cui parli non è stato fissato in uno schema rigido, si è evoluto, ha preso altre direzioni, è cambiato perché inevitabilmente e fortunatamente siamo cambiati noi. Ma non penso assolutamente che la nostra dimensione sia ‘andata irrimediabilmente perduta’, anche perché le parti ‘occulte’ ci sono ancora e le tematiche dei testi sono, se vuoi, molto più approfondite e più raffinate rispetto a diciassette anni fa. Già da ‘Mysteria’ ad ‘Abyss’, un sacco di fan se la menarono per il nostro cambio di stile, questa cosa è sempre stata nel nostro DNA, non ci piace ripeterci troppo. Si cresce e quindi si cambia, seppur in un contesto coerente. Ti faccio un esempio stupido per farti capire meglio: facciamo finta che tu adesso abbia trent’anni, pensi di ragionare o scopare come quindici anni fa? Usi sempre la testa per pensare e l’uccello per scopare, quindi sei sempre coerente nello schema delle cose, ma sicuramente avrai affinato la tecnica sessuale e penserai in maniera più vasta, perché avrai avuto molte più esperienze in entrambi i settori, no? Ecco quindi spiegata in maniera ironica la nostra situazione… è praticamente impossibile arrestare il tempo e arginare i cambiamenti che il suo scorrere comporta, preservare come dici tu, o riproporre per forza certi aspetti della nostra musica, sarebbe stato molto deludente, almeno per noi che amiamo suonare solo ciò che ci piace o viene naturale”.
CI SONO UN PAIO DI NUOVI BRANI DAVVERO INTRIGANTI, MA IL MIGLIORE DI TUTTI E’ A MIO PARERE “THE BORNLESS ONE”, CE NE VOLETE PARLARE?
JC Chaos: “‘The Bornless One’ è un pezzo che ho scritto molto a ridosso delle registrazioni, in parallelo a ‘Dawn of Silver Star’. Non so se sia davvero il migliore dell’album, ma credo che incarni bene la classica violenza targata Necromass, con stacchi potenti ed evoluzioni melodiche che possono tranquillamente essere accostati ad un album come ‘Abyss’, il tutto coniugato al presente, secondo il nostro modo di comporre e arrangiare la musica oggi. Secondo me, comunque, la vera forza dell’album sta nella sua interezza: per apprezzarlo pienamente bisogna ascoltarlo dall’inizio alla fine, abbandonandosi senza pregiudizi al flusso tutto concatenato di atmosfere, melodie e testi che formano questa opera. Purtroppo oggi molti ascoltano la musica a spizzichi e bocconi, frammenti di canzoni o brani in ordine casuale. Per godere pienamente di quest’opera, invece, bisognerebbe rispettare la sua forma di album, esattamente come l’abbiamo concepita. A questo proposito mi spiace constatare che nella tua recensione ‘traccia per traccia’ hai storto il naso per la conclusiva ‘Mater Triumphans’, perché è un pezzo che ci emoziona tantissimo e che si propone come chiusura perfetta di un ciclo, dato che si tratta della rivisitazione su cetra, suonata da un grande Vince Mustone, dell’intro dell’album. Per noi, non poteva esserci miglior finale”.
DI COSA TRATTANO I NUOVI TESTI? CI SONO ANCHE ALCUNI RIFERIMENTI ALLE STELLE E AL COSMO SE NON ERRO. IN QUALE OTTICA QUESTI ARGOMENTI RIENTRANO NELLA SFERA OCCULTA DEI TEMI CHE I NECROMASS HANNO SEMPRE TRATTATO?
A.S.A.: “‘Ogni uomo e ogni donna è una stella’ così è scritto nel libro che Aleister Crowley ci ha presentato, il ‘Liber Al Vel Legis’, da cui sono tratte alcune citazioni presenti nei testi, e lui di occulto se ne intendeva! Occulto è ciò che è nascosto, velato, sotterraneo… difficile è dare un volto, una connotazione a ciò che non si conosce se non ci si passa attraverso. La maggior parte dei brani in questo album sono legati alla figura di Babalon, che rappresenta l’archetipo dell’energia femminea dell’universo incarnata nella donna, la donna scarlatta che cavalca la bestia, la grande meretrice descritta nell’Apocalisse di Giovanni. ‘The Bornless One’ e ‘Ad Luciferis Vim’ invece sono legati insieme nella ricerca del profondo dell’inconscio, un viaggio attraverso l’oscurità, che ci avvolge senza alcuna forma, e un inno al Signore della Luce, Lucifero, che in essa è celato, e al mitico titano, Prometeo, che ha rubato il ‘fuoco sacro’, la conoscenza, agli dei per donarlo agli uomini: entrambi hanno pagato un prezzo altissimo per aver trasmesso la conoscenza”.
STILISTICAMENTE IL NUOVO ALBUM SI AVVICINA MAGGIORMENTE AD “ABYSS CALLS LIFE” RISPETTO AL VOSTRO ESORDIO ANCHE SE SU “CALIX. UTERO. BABALON” I BRANI SONO FORSE PIU’ ESTREMI, MA ANCHE TANTO PIU’ MELODICI…
N.M.: “Personalmente ritengo che ‘Calix’ rappresenti la sintesi quasi perfetta tra ‘Mysteria’ ed ‘Abyss’, anche se naturalmente si può fare sempre di meglio e, a livello compositivo, secondo me è il lavoro più maturo che abbiamo mai fatto. I pezzi sono immediati, meno articolati e ridondanti di quelli di ‘Abyss’ anche se ne conservano l’animo, ma sono sicuramente molto più aggressivi, violenti e immediati, quindi più in stile ‘Mysteria’. Sulla melodia direi che siamo i figli di Paganini e Rossini, la melodia è sempre stata ben presente nei nostri lavori e secondo me è stata la nostra grande fortuna ‘preservarla’. Personalmente odio quei dischi di cui, dopo il loro ascolto, non ti rimane in testa neanche una nota, un passaggio. La musica è musica e ha parametri e connotazioni ben specifiche, sicuramente l’aria o la melodia ne sono elementi portanti. Se ascolti bene le nostre vecchie cose la sentirai sempre ben presente, il nostro senso melodico malsano, possente, triste e talvolta osceno, è il marchio di fabbrica Necromass!”.
CI SARA’ CERTAMENTE UNA FRANGIA DI PUBBLICO CHE CONTESTERA’ LE SCELTE STILISTICHE ADOTTATE SULLA NUOVA RELEASE. MA QUALI ‘ACCUSE’ PER VOI SAREBBERO DAVVERO INACCETTABILI PERCHE’ NON CORRISPONDENTI AL VERO?
N.M.: “Le ‘accuse’ sono tutte accettabili, perché personalmente non me ne può fregare di meno, la musica è la nostra, non è un business per noi e quindi la facciamo soltanto per ripagare noi stessi. Se a noi piace va bene, cosa dice la gente che ci odia a priori non ci cambia la vita, anzi ci fa sorridere e andare avanti molto più sereni e motivati”.
IN QUESTI ANNI DI INATTIVITA’ ALCUNI DI VOI SONO STATI ATTIVI IN GRUPPI EBM, SUL NUOVO ALBUM PERO’ DI ELETTRONICA, FORTUNATAMENTE, NON C’E’ TRACCIA. NON SIETE STATI TENTATI DI EVOLVERE IL SOUND DEI NECROMASS VERSO QUESTA DIREZIONE?
A.S.A.: “Onestamente non abbiamo mai pensato di utilizzare l’elettronica nelle nostre composizioni, primo perché quando abbiamo rimesso in piedi il progetto Necromass lo abbiamo fatto con la consapevolezza di riformare un progetto black metal, poi perché è inutile contaminare troppo il nostro sound: volevamo fare un disco che suonasse potente e soprattutto ‘suonato’ nel senso tradizionale del termine. Per quanto poi riguarda la sperimentazione di altri generi fortunatamente esistono i progetti paralleli, che ti permettono di esprimere cose diverse da quelle che fai abitualmente, ma questa è un’altra cosa…”.
SE VI CHIEDESSI QUAL E’ IL VOSTRO MIGLIOR ALBUM, E’ LECITO PARAGONARE LA NUOVA RELEASE ALLE VECCHIE OPPURE NON SAREBBE CORRETTO?
A.S.A.: “Dal punto di vista strettamente musicale penso che non sia mai corretto fare certi paragoni, dal momento che ogni disco ha una storia a se stante, legata ad un certo periodo di vita e di influenze musicali come a certe dinamiche all’interno di un gruppo, che lo rende unico… Come ‘Abyss’ era un disco diverso da ‘Mysteria’, in ‘Calix’ c’è ancora qualcosa di diverso, e così sarà sempre in ogni disco che faremo, poiché non rientra nella nostra attitudine ripetere sempre i soliti schemi. Posso affermare invece che dal punto di vista della realizzazione come prodotto finito, questo disco rispecchia al 100% ciò che avevamo in mente di fare sin dall’inizio se non addirittura meglio; dalla musica alla produzione, della copertina alle foto, tutto è stato gestito in maniera impeccabile!”.
C’E’ UN BRANO O UN PASSAGGIO IN PARTICOLARE SUL NUOVO ALBUM CHE SI PUO’ PRENDERE A MANIFESTO DEL VOSTRO STILE ATTUALE?
A.S.A.: “Personalmente penso che ogni brano rappresenti una diversa sfaccettatura dello spirito di questo disco e di questo periodo di rinascita, ma se proprio dovessi scegliere dei pezzi che secondo me sono più rappresentativi sceglierei ‘Scarlet Void of Lust’ o ‘Dawn of Silver Star'”.
E’ GIA’ PRONTO IL TOUR A SUPPORTO DEL VOSTRO RITORNO? IN UN FUTURO CON QUALE GRUPPO STRANIERO VI PIACEREBBE SUONARE?
JC Chaos: “Il tour è in via di definizione proprio in questi giorni. La prima data sarà ad Atene il 14 settembre: siamo contentissimi di iniziare questo tour proprio in Grecia, un paese che, a parte le difficoltà attuali, ha sempre rappresentato una seconda casa per noi, d’altra parte l’etichetta di ‘Mysteria’ era greca ed abbiamo sempre avuto un forte seguito da quelle parti, anche se finora non ci abbiamo mai suonato. Poi abbiamo già fissato una data a Milano e ne stiamo vagliando diverse altre: le comunicheremo appena avremo le conferme da parte degli organizzatori che stanno pianificando il tutto”.
COMPLIMENTI ANCORA PER IL VOSTRO ALBUM E GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’. UN SALUTO AI VOSTRI FAN CHE HANNO ATTESO IL VOSTRO RITORNO DOPO TUTTI QUESTI ANNI…
JC Chaos: “Vi aspettiamo ai nostri concerti: the wait is over!”.