NECROPHAGIST – Versus The World

Pubblicato il 10/10/2008 da
 
Che fine hanno fatto i Necrophagist? È comprensibile che parecchi fan europei si stiano ponendo da un po’ questa domanda. Del resto, dopo la pubblicazione del valido “Epitaph”, la death metal band tedesca ha speso gran parte del suo tempo negli Stati Uniti, lasciando al Vecchio Continente le briciole della sua sempre più intensa attività live. Vari fattori hanno inoltre ritardato più volte la stesura di un nuovo album, quindi Metalitalia.com si è sentita in dovere di tastare il polso al gruppo alla prima occasione disponibile, ovvero in quel di Worcester, quando i nostri hanno avuto il privilegio di supportare i Carcass nella prima data del loro tour americano. Comodamente seduti sul divano del tour bus, abbiamo intavolato una chiacchierata con il mastermind Muhammed Suiçmez e questo è quanto ne è scaturito…
 
 
SONO PASSATI QUATTRO ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DI “EPITAPH”. E NE ERANO TRASCORSI CINQUE TRA QUEST’ULTIMO E IL DEBUT “ONSET OF PUTREFACTION”. SIETE UNA BAND A CUI PIACE FARE LE COSE CON CALMA…
“Sì e no. Un tempo era senz’altro così, ma quest’ultimo intervallo non è dovuto a un nostro specifico desiderio di affrontare il songwriting per il successore di ‘Epitaph’ in una maniera più accurata del solito. Le ragioni sono altre… prima di tutto, devi considerare che la band non è la principale attività di nessuno di noi. Tutti lavoriamo o studiamo. Io sono un ingegnere e ultimamente sono stato molto impegnato con dei progetti importanti. Poi non è da sottovalutare l’intensa attività live della quale siamo stati protagonisti negli ultimi tempi: prima non suonavamo mai dal vivo, poi dopo l’uscita di ‘Epitaph’ siamo diventati all’improvviso una live band. Questo è il nostro quarto tour americano consecutivo… e ce n’è stato anche uno europeo l’anno scorso. Infine, abbiamo avuto qualche problema in più del previsto a trovare un nuovo batterista che fosse all’altezza della situazione. Quest’ultimo inconveniente ci ha portato via alcuni mesi preziosi. Insomma, è vero che mi piace dare il giusto peso al songwriting, ma non è sempre mia precisa intenzione impiegare anni per confezionare un nuovo album”.
 
IMMAGINO COMUNQUE CHE ABBIATE GIÀ PRONTI ALCUNI BRANI NUOVI…
“Sì, sto lavorando a dei brani e a varie altre idee sul mio computer portatile e posso dirti che più della metà del prossimo album è praticamente abbozzata. Sono molto entusiasta a riguardo”.
 
DACCI QUALCHE ANTICIPAZIONE, ALLORA!
“È difficile da descrivere! Di certo suona diverso dal materiale di ‘Epitaph’. È più compatto ed heavy, ma, al tempo stesso, è anche più musicale. Sono davvero stanco di tutte queste band che puntano tutto sulla tecnica e non sanno comporre vere e proprie canzoni. Con il nuovo album sto cercando di raggiungere un compromesso fra finezza e brutalità, dando inoltre tantissimo spazio alla melodia. Mi considero tutto fuorchè un esperto di death metal – non seguo la scena con molta attenzione da anni – ma non credo di aver mai sentito nulla di simile a quanto sto componendo attualmente. Credo che in molti rimarranno sorpresi”.
 
ANCHE GLI ALTRI RAGAZZI DELLA BAND TI STANNO DANDO UNA MANO A COMPORRE?
“No, nessuno si è fatto avanti o ha mostrato grande interesse nel comporre. No problem, comunque… io ho la mia visione di come i Necrophagist debbano suonare e dunque non faccio fatica a dedicarmi al songwriting. È sempre affascinante cimentarsi nella stesura di un nuovo album”.
 
AVETE GIÀ IN MENTE QUANDO ENTRARE IN STUDIO?
“Sì, stiamo pensando ai primi mesi del 2009, in modo da avere il disco fuori in estate. Siamo già stati confermati per un grosso tour negli Stati Uniti attorno a luglio, quindi sarà importante avere l’album fuori in quel periodo”.
 
SEMBRA CHE STIATE PRIVILEGIANDO IL MERCATO AMERICANO RISPETTO A QUELLO EUROPEO…
“Sì, senza dubbio! D’altronde negli USA le cose per noi si sono messe molto bene subito dopo la pubblicazione di ‘Epitaph’: il disco è andato bene e siamo stati invitati a suonare sempre più spesso. Oggi questo è il nostro mercato principale. Si tratta di un territorio enorme e sono necessari lunghissimi tour per coprirlo in maniera adeguata. Comunque, abbiamo intenzione di imbarcarci in un altro tour europeo il prima possibile… non mi va di sottovalutare l’Europa, che, dopo tutto, è casa nostra. Per il prossimo album suoneremo live come mai prima d’ora… ci vedrete ovunque. Del resto, questo ormai è l’unico modo che una band ha per raggranellare qualche soldo…”.
 
IL FILE-SHARING E IL DOWNLOAD ILLEGALE STANNO DANNEGGIANDO ANCHE VOI?
“Certo… come qualsiasi altra band del nostro calibro, del resto! Intendiamoci, suoniamo death metal, quindi l’ultimo dei nostri pensieri è quello di diventare ricchi grazie a questa musica. Tuttavia, sta diventando sempre più problematico avere a disposizione dei budget adeguati per registrare un album in maniera decente. Il downloading sta mettendo in crisi tante case discografiche e questo irrimediabilmente si ripercuote sulle band, che hanno sempre meno mezzi a disposizione e sono costrette ad arrangiarsi per poter sopravvivere”.
 
SONO SICURO CHE MOLTI DEI NOSTRI LETTORI NON SONO A CONOSCENZA DELLE DINAMICHE CHE AVVENGONO FRA LABEL E BAND AL GIORNO D’OGGI. TI ANDREBBE DI SPIEGARE IN BREVE CHE COSA AVVIENE OGGI QUANDO SI TRATTA DI REGISTRARE UN NUOVO ALBUM E DI PROMUOVERE QUEST’ULTIMO?
“Ok, ci provo! Allora, un tempo, prima che internet esplodesse, le cose funzionavano così: una casa discografica metteva sotto contratto una band, le forniva un budget per registrare un album e poi la spediva in tour a promuovere quest’ultimo. Da qui in poi, il gruppo percepiva una piccola quota per ogni copia del disco venduta e la casa discografica intascava il resto, tolte ovviamente le spese di distribuzione, pubblicità e così via. Oggi, sulla carta, il metodo è più o meno lo stesso, ma c’è una piccola differenza! In pratica, visto che il downloading sta ammazzando il mercato, le label guadagnano sempre meno, quindi per sopravvivere e per dare comunque alle band l’opportunità di registrare, sono solite dare a queste ultime un budget che viene direttamente preso dai futuri guadagni del disco in lavorazione! Insomma, è come se la band si indebitasse con l’etichetta per registrare un nuovo album e per condividerlo coi propri fan. Poi, una volta arrivato nei negozi, alla band non rimane altro da fare che suonare live il più possibile… perchè in primis deve promuovere il disco e cercare di venderlo – in modo da restituire i soldi all’etichetta e magari rimediarci la suddetta piccola quota per copia venduta – e poi perchè così facendo può farsi vedere in tour e vendere il proprio merchandise, i cui proventi, per fortuna, vanno tutti ai musicisti. Questa è, in breve, la situazione di un gruppo come il nostro”.
 
GRAZIE, MUHAMMED, SEI STATO DAVVERO CHIARO!
“No problem… ti confesso che amo affrontare questo argomento. Anzi, se mi permetti, vorrei aggiungere un paio di considerazioni. Spesso sento di band che si lamentano della propria casa discografica: per certi aspetti le capisco, a volte si ha la sensazione di venire sfruttati, ma, al tempo stesso, non mi sento di dare del tutto contro a una label. Del resto, anche chi le gestisce deve mangiare ed è legittimo adeguarsi alle regole del mercato… internet è un ostacolo che può mettere in ginocchio anche i più grossi colossi discografici. Inoltre, trovo altrettanto deprecabile l’atteggiamento di certi cosiddetti fan, che scaricano intere discografie e non si presentano neppure ai concerti. Molti sostengono che i CD costano troppo… ma non è vero, non è quello il problema. Negli Stati Uniti un album appena uscito costa poco più di 10 dollari. In Europa sicuramente di più, è vero, ma si può risparmiare molto acquistando dai negozi online. In ogni caso, si parla di cifre non esagerate. Anche uno studente, in un mese, può avere a disposizione una somma simile senza fare grossi sacrifici. Il problema risiede da un’altra parte, nell’animo umano, ed è molto semplice: perchè pagare per qualcosa che puoi avere gratis? Facciamo un esempio: io uso il mio telefono cellulare dalla mattina alla sera. Poi, quando si tratta di pagare la bolletta, anche se non è salata, ho l’opzione di non pagarla. Che cosa fa l’essere umano medio? Anche se si tratta di pochi Euro, perchè pagarli, se posso evitare? La stessa cosa accade per la musica… anche se i CD costassero 5 Euro, tanti attuali ‘fan’ di oggi non li comprerebbero comunque. Ed è una cosa che capisco… come ti dicevo, è del tutto logico. Però che non mi si venga a parlare di prezzi alti per i CD, perchè non è vero. O è vero solo in parte: se preferisci comprare in un megastore nel centro della tua città anzichè a un mailorder online specializzato in metal significa che sei stupido e hai soldi da buttare. Poi non lamentarti, però!”.
 
PENSI CHE CI POSSA ESSERE UNA SOLUZIONE A TUTTO QUESTO?
“No, ormai internet è inarrestabile e non ci si può far nulla. Bisogna accettare la cosa e arrangiarsi il più possibile. Come Necrophagist, spero solo che riusciremo sempre a vendere un numero adeguato di copie per poter registrare dei dischi in maniera decente. Come ti dicevo, ho un altro lavoro e altre priorità nella vita, quindi non sto certo facendo affidamento sul gruppo per poter campare in futuro. I fan però devono capire che noi non siamo rock star e soprattutto che la riuscita di un disco e di un tour dipendono da una serie di fattori che spesso sono estranei alla band. Se un album suona peggio del precedente è perchè quest’ultimo non ha venduto molto e, di conseguenza, il budget è stato ridimensionato. Se non veniamo a suonare in una determinata nazione è perchè il disco non lo ha comprato nessuno e non si può andare totalmente allo sbaraglio… e così via. Fate quello che vi pare con i vostri soldi, ne avete tutto il diritto, ma poi non arrabbiatevi con una band se questa non suona spesso dalle vostre parti o non si presenta con un album curato nei minimi dettagli, perchè la colpa, in parte, è anche vostra. Lungi da me, comunque, passare come uno che si sta scagliando in toto contro intenet: so per certo che per tanti gruppi è un mezzo vitale per promuovere la propria musica. Io stesso non posso farne a meno. Ma che i fan cerchino di fare un minimo di attenzione: se vi piace quello che avete ascoltato, comprate il CD originale. Oppure, se la band riesce a passare in tour, andate allo show e comprate del merchandise”.
 
GRAZIE ANCORA, MUHAMMED, DAVVERO ESAURIENTE! PER CONCLUDERE AVREI UNA CURIOSITÀ: SIETE NOTI PER PROPORRE UN DEATH METAL MOLTO RAFFINATO E TECNICO, QUINDI MI CHIEDEVO… MA TI PIACE ANCORA IL NOME NECROPHAGIST?
“Ci sono affezionato, però devo ammettere che oggi come oggi non lo sceglierei mai (ride, ndR). Quando ho dato vita alla band ero solo un ragazzino e cercavo un tipico nome death metal. Non potevo sapere che un giorno il gruppo avrebbe adottato lo stile attuale e acquistato questa notorietà. A volte ci crea dei problemi – là fuori c’è ancora un sacco di gente superficiale che solo dal nostro nome pensa che suoniamo gore-grind o roba simile – ma poco importa… dopo tutti questi anni sarebbe doloroso e stupido cambiarlo”.
2 commenti
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