NECROPHOBIC – The pentagram burns

Pubblicato il 18/07/2006 da


I Necrophobic non finiscono mai di stupirci e lo hanno fatto anche questa volta con il nuovissimo “Hrimthursum”, il primo album della loro carriera ad essere pubblicato dalla Regain Records. Basato sempre su un perfetto mix di death e black metal, il quinto full-length della band svedese si è però subito dimostrato il più vario ed ispirato della loro discografia, tanto che i nostri stanno venendo letteralmente sommersi di critiche positive da ogni parte del globo. Che sia finalmente giunto il momento per i Necrophobic di raccogliere quanto seminato dal 1989 ad oggi? Metalitalia.com ne ha parlato con Joakim Sterner, batterista e membro fondatore del gruppo…
Domande di Luca Pessina e Paolo Vidmar


“HRIMTHURSUM” È DA POCO ARRIVATO NEI NEGOZI, QUALI SONO I VOSTRI SENTIMENTI NEI SUOI CONFRONTI?
“Sono dell’idea che sia il nostro miglior album di sempre. Mi rendo conto che questo potrà apparire come un clichè, ma ci abbiamo messo tutto il nostro cuore e tutta la nostra anima ed è la pura verità. Credo che chiunque avrà modo di ascoltarlo potrà convenire su questo”.

COME STA VENENDO ACCOLTO DAI VOSTRI FAN? “Il responso è assolutamente magnifico. Siamo sempre stati abituati a ricevere molti complimenti da chi ci segue, ma questa volta siamo davvero rimasti senza parole. Anche i media sono impazziti e questo non fa altro che rafforzare la mia opinione: ‘Hrimthursum’ è veramente il nostro miglior album”.

COME DESCRIVERESTI “HRIMTHURSUM” A COLORO CHE NON LO HANNO ANCORA ASCOLTATO?
“I ragazzi che conoscono i nostri vecchi lavori sapranno già cosa aspettarsi, ma devono mettersi in mente che questa volta ogni aspetto del sound dei Necrophobic è stato elevato all’ennesima potenza. Non abbiamo tradito le nostre origini e, allo stesso tempo, ci siamo evoluti”.

COME SI È SVOLTO IL SONGWRITING PER QUESTO NUOVO LAVORO?
“Questa volta abbiamo lavorato in maniera diversa dal solito: anzichè trovarci in sala prove con dei riff e delle sezioni da assemblare, abbiamo preferito preparare tutto a casa, incontrandoci solo per far ascoltare agli altri dei brani già pronti e in attesa di essere arrangiati. Delle volte i pezzi sono rimasti tali e quali alle versioni originali, mentre in altre sono stati modificati dal resto della band”.

LA PRODUZIONE DI “HRIMTHURSUM” È PIÙ COMPATTA E PULITA RISPETTO A QUELLE DEI VECCHI DISCHI, SEI D’ACCORDO?
“Forse alcuni nostri fan inorridiranno a sentire la parola ‘pulita’, tuttavia è vero, questa produzione è più pulita rispetto ai nostri standard, nonchè molto più heavy e ‘in your face’. Non è leccata, è soltanto più nitida: si possono udire perfettamente tutti gli strumenti e questo ha reso il disco molto più compatto, aggressivo e pesante dei precedenti”.

IL TITOLO “HRIMTHURSUM” INCURIOSIRÀ PIÙ DI UN VOSTRO FAN: DI CHE COSA SI TRATTA? IL DISCO È UN CONCEPT ALBUM?
“Questa parola proviene dalla mitologia vichinga e significa ‘giganti di ghiaccio’. Il disco non è però un tipico concept album: i testi non sono strettamente collegati fra loro e non narrano alcuna storia. Le tematiche che affrontano sono però sempre le stesse, ovvero quelle a noi care sin dai nostri esordi. In pratica, questo album parla di riscrivere la storia, di distruggere le religioni e di ragionare con la nostra testa”.

SINO A QUALCHE TEMPO FA ERAVATE SOTTO CONTRATTO CON LA HAMMERHEART/KARMAGEDDON MEDIA, MA “HRIMTHURSUM” È STATO PUBBLICATO DALLA REGAIN RECORDS. COME SIETE GIUNTI A QUESTO ACCORDO?
“In verità, noi eravamo sotto contratto con la Hammerheart. Quando questa ha chiuso e ha cambiato nome in Karmageddon Media abbiamo deciso di andarcene, poichè quella sistemazione non ci sembrava più sicura (infatti è fallita poco dopo, ndR). Eravamo alla ricerca di una buona label, che sapesse muoversi bene nel music business e che ci permettesse di crescere ulteriormente come band. Alla fine si è fatta avanti la Regain e in breve tempo ci siamo accordati”.

PARLIAMO DEGLI ESORDI DEI NECROPHOBIC: QUALI ERANO LE VOSTRE AMBIZIONI QUANDO FONDASTE LA BAND? COSA VOLEVATE OTTENERE?
“Volevamo soltanto registrare la musica che noi stessi avremmo voluto ascoltare e magari trovare delle altre persone a cui piacesse quest’ultima. Inoltre volevamo suonare live il più possibile e diventare una band professionale. Ma il nostro obiettivo principale è però sempre stato quello di rimanere noi stessi e di non dimenticare chi eravamo e da dove provenivamo. Con questo voglio dire che i Necrophobic non hanno mai cambiato stile e non hanno alcuna intenzione di farlo in futuro: molte delle nostre band preferite lo hanno fatto e ci hanno enormemente deluso… noi non tradiremo mai i nostri fan, non scenderemo a compromessi per diventare più popolari”.

COME SI SONO EVOLUTI I NECROPHOBIC NEI QUINDICI ANNI DELLA LORO CARRIERA? E COME PENSI CHE SI SIA EVOLUTA LA SCENA METAL?
“Ricollegandomi alla risposta precedente, posso affermare che i Necrophobic si sono sì evoluti, ma non hanno affatto tradito le loro origini. Oggi il nostro stile è assolutamente unico: sono pochissime le band che si avvicinano al nostro sound, equamente influenzato da death e black metal. Per quanto riguarda la scena, quest’ultima è diventata con il passare degli anni sempre più vasta e aperta a contaminazioni stilistiche. E la cosa non mi piace per nulla, sono totalmente contro qualsiasi tipo di crossover”.

IN TUTTI QUESTI ANNI LA LINE UP è CAMBIATA DIVERSE VOLTE, MA VOI AVETE MANTENUTO SEMPRE LO STESSO STILE E LO STESSO SOUND. COS’è CHE FA DELLA VOSTRA MUSICA UN QUALCOSA DI VERAMENTE PARTICOLARE?
“La magia di far parte dei Necrophobic!”.

PENSI CHE I NECROPHOBIC ABBIANO INFLUENZATO GRUPPI APPARTENENTI ALLA NUOVA SCENA ESTREMA? HAI NOTATO ALCUNE BAND CHE RITIENI SI SIANO ISPIRATE A VOI?
“Sì, credo che al giorno d’oggi esistano gruppi che molto probabilmente hanno ascoltato i nostri dischi, però non mi va di fare nomi. In ogni caso, siamo stati una delle prime band a suonare questo tipo di musica e nonostante non avessimo un’immagine simile a quella delle altre formazioni svedesi, siamo certamente riusciti a creare un discreto scalpore”.

QUAL’È STATO PER ORA L’HIGHLIGHT DELLA VOSTRA CARRIERA?
“Non è accaduto nulla che possa definire ‘highlight’. Quel momento deve ancora arrivare (ride, ndR)!”.

PARE CHE L’OLD SCHOOL DEATH METAL STIA TORNANDO ALLA GRANDE: I DISMEMBER CONTINUANO AD ANDARE IN TOUR, GLI UNLEASHED E I GRAVE PUBBLICHERANNO PRESTO DEI NUOVI ALBUM… PENSI CHE QUESTO STILE MUSICALE POSSA TORNARE AD OTTENERE IL SUCCESSO DI UNA VOLTA?
“Sì, ne sono convinto. Ciò che è puro e sincero alla fine trionferà!”.

I DISSECTION SONO UNA BAND CHE È SPESSO STATA ACCOSTATA AI NECROPHOBIC. FORSE PER L’USO DELLE MELODIE O PER COME SIETE SEMPRE STATI SOLITI STRUTTURARE LE CANZONI. SU “DARKSIDE” INOLTRE INVITASTE JON NÖDTVEIDT A CANTARE SUL BRANO “NAILING THE HOLY ONE”. COSA PENSI DI QUESTO PARAGONE E COME VI TROVASTE A COLLABORARE CON QUEL CONTROVERSO PERSONAGGIO?
“Credo che il paragone con i Dissection ci stia, ma guai a chi osa definirci una band che suona come loro. Per loro fortuna, i Dissection hanno avuto modo di collaborare sin dall’inizio con una etichetta seria e di poter far arrivare la loro musica a tantissime persone. Noi invece siamo capitati sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato e non siamo mai riusciti a trovare qualcuno che sapesse davvero promuoverci. E’ un peccato, perchè noi e i Dissection abbiamo cominciato a suonare nello stesso anno… e la cosa bella è che provenivamo da città diverse e non ci conoscevamo affatto. Siamo entrati in contatto con loro solo successivamente. Come hai detto tu, Jon venne persino a trovarci in studio per duettare con Tobias su quella song… si trattò di una bella giornata. L’amicizia tra noi e lui dura ancora oggi”.

COSA MI DICI INVECE DELLE ALTRE BAND CHE SPESSO VENGONO ASSOCIATE A VOI PER VIA DELLA VOSTRA APPARTENENZA ALLA STESSA SCENA MUSICALE COME NAGLFAR, SETHERIAL E SPECIALMENTE LORD BELIAL?
“Cosa penso di loro? Fanno buona musica, sono brava gente e alcuni di loro li conosco pure”.

QUALI SENSAZIONI TI INFONDE L’INVERNO? SI TRATTA DI UNA STAGIONE IN CUI DIMORA QUALCOSA DI ‘MALIGNO’ SECONDO TE? A SENTIRE ALCUNE VOSTRE CANZONI SI DIREBBE PROPRIO DI SI…
“Ti dico solo che l’inverno è una stagione morta ed è dunque un ottimo periodo per registrare un album dei Necrophobic!”.

QUAL’È L’ASPETTO DELL’ESSERE UN MUSICISTA CHE PIÙ TI PIACE? ANDARE IN TOUR O COMPORRE E REGISTRARE NUOVO MATERIALE?
“Direi entrambi, ma dipende dal periodo… ogni aspetto è molto diverso dall’altro e regala sensazioni uniche”.

SONO PASSATI PERò DIVERSI ANNI DAL VOSTRO ULTIMO CONCERTO TENUTOSI IN ITALIA…
“Lo so, ma al momento non abbiamo ancora pianificato i paesi in cui suoneremo. Sono passati tre anni dal nostro ultimo concerto in Italia e non vediamo l’ora di tornarci! E ti assicuro che se il prossimo tour non prevederà delle date nel vostro paese vedremo di organizzare ugualmente una data dalle vostre parti. Prima o poi ritorneremo!”.

GRAZIE, JOAKIM. VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?
“Voglio innanzitutto ringraziarvi per il vostro supporto. Poi consiglio ai lettori di correre a comprare il miglior album dei Necrophobic e di certo il miglior disco dell’estate! Speriamo di vederci presto in tour. Peccato che la finale del campionato mondiale di calcio non sia stata Svezia-Italia!”.

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