NECROWRETCH – Oltre il maligno

Pubblicato il 30/03/2015 da

Di certo i francesi Necrowretch non sono uno di quei gruppi a cui piace darsi un tono e apparire sofisticati. Vlad, chitarrista, cantante e portavoce della formazione, fa anzi da sempre l’esatto opposto, sbattendo in faccia ad ascoltatori e interlocutori tutta la sua genuina passione per il metal estremo e l’annesso stile di vita. D’altra parte, basterebbe anche un sommario ascolto dell’ultimo “With Serpents Scourge” per capire attitudine e velleità del trio transalpino, che continua a procedere a rotta di collo, incurante di qualsiasi cosa ed ebbro di follia omicida. Siamo sicuramente di fronte ad una della realtà più feroci e genuinamente “ignoranti” che il panorama death-black abbia partorito negli ultimi anni: la musica dei Necrowretch è concepita esclusivamente per far male e il buon Vlad lo mette bene in chiaro da sempre…

NECROWRETCH - band - 2014

HAI CONIATO LA DEFINIZIONE “PUTRID DEATH METAL” PER DESCRIVERE LO STILE DEI NECROWRETCH. TI VA DI SCENDERE NEI DETTAGLI? CHE COSA SIGNIFICA ESATTAMENTE?
“Questa corrente ‘old school’ di cui si parla negli ultimi tempi non mi dice nulla: noi non siamo dei cloni degli Entombed o qualcosa di simile. Ci sono così tante band che sostengono di essere ‘old school’ oggigiorno, tutte con lo stesso suono di chitarra e lo stesso stile, che la scena sta sprofondando nella stupidità. Di conseguenza, abbiamo deciso di coniare la definizione ‘putrid death metal’ per provare a distanziarci dal resto. Abbiamo una nostra personale visione di come il death/black metal debba suonare e non vogliamo venire associati con nessuno. Ciò che vogliamo è distruzione!”.

IN EFFETTI IL NUOVO “WITH SERPENTS SCOURGE” È PERSINO PIÙ MALVAGIO DI “PUTRID DEATH SORCERY”. COME AVETE APPROCCIATO LA FASE DI COMPOSIZIONE PER QUESTO NUOVO ALBUM?
“Dopo aver completato ‘Putrid Death Sorcery’ abbiamo subito deciso che il suo successore avrebbe dovuto essere ancora più estremo sotto ogni aspetto: doveva essere più veloce, malvagio, disgustoso e bestial… doveva essere più Necrowretch!”.

SEMBRA INFATTI CHE LE PARTI VELOCI SIANO ANCORA PIÙ SERRATE, MENNTRE QUELLE LENTE PIÙ SOLIDE ED EPICHE. SI DIREBBE CHE IL VOSTRO SONGWRITING ABBIA GUADAGNATO IN SPESSORE, MA SENZA SCENDERE A COMPROMESSI. IMMAGINO CHE IL RISULTATO FINALE TI SODDISFI…
“Sì, siamo molto orgogliosi di quello che abbiamo realizzato con questo album. Non conosciamo la parola ‘compromesso’: l’unico obiettivo della band è quello di portare caos e desolazione nelle orecchie dell’ascoltatore e di gettarlo in un mondo di morte e degrado. Questa volta abbiamo lavorato per far sì che le canzoni fossero più memorizzabili, ma cercando di non perdere niente in termini di impatto e odio. Non sempre è stato semplice, ma credo che siamo riusciti a raggiungere il traguardo”.

ANCHE LA PRODUZIONE SEMBRA SEGUIRE QUESTA REGOLA: I SUONI SONO PIÙ CORPOSI, MA LA PRODUZIONE NON È CERTAMENTE LECCATA. SI SENTE UN APPROCCIO OLD SCHOOL…
“Sì, anche se, come ti dicevo, non ho a cuore questa definizione. Per noi il metal estremo deve suonare in questa maniera. Non conosco altri modi. Non ci importa di cosa fanno le altre band: io addirittura non so nemmeno come usare esattamente un amplificatore, mi limito a mettere gain e master al massimo. Il metal estremo non è una gara di matematica e di precisione, è musica che deve mandare un messaggio più grande della musica stessa”.

CON BRANI COME “BLACK DEATH COMMUNION”, LA TITLE TRACK E “MORTEM RITU” ORA AVETE DELLE TRACCE PIÙ ARTICOLATE NEL VOSTRO REPERTORIO. COME AVETE LAVORATO A QUESTI PEZZI CHE ESULANO VAGAMENTE DALLA VOSTRA TIPICA IMPRONTA?
“Ho notato la durata di questi brani solo dopo averli completati. Mi è subito piaciuto il fatto che suonassero aggressive nonostante tutto. ‘Mortem Ritu’ è uno dei miei episodi preferiti in questo nuovo disco: è memorizzabile nonostante sia estremamente veloce e deviata. Sicuramente in futuro cercheremo di fare altri esperimenti, ma senza perdere di vista il nostro approccio bestiale. Siamo solo all’inizio, ma posso garantirti che il futuro sarà nero come la notte e triste come la morte”.

HO NOTATO CHE DIVERSE PERSONE RIMANGONO SORPRESE DAL TUO APPROCCIO VOCALE, CHE È LONTANO DAL TIPICO GROWL DEATH METAL. SUONA QUASI COME UN SIBILO E SPESSO PUÒ RICORDARE IL BLACK METAL. TI SEI ACCORTO DI QUESTE REAZIONI?
“Il mio stile vocale si ispira essenzialmente ai Merciless, ai Dismember dei demo e ai Possessed. Solitamente quando urlo non mi chiedo se sono più vicino al death o al black metal: mi basta capire se sono infernale a sufficienza. Credo che la mia voce stia migliorando con il tempo: oggi ho più energia e posso variare più spesso. Credo che la differenza si senta molto tra i nostri due album”.

CONSIDERATO IL DISCORSO CHE FACEVAMO ALL’INIZIO, IMMAGINO CHE NON VI SENTIATE PARTE DI ALCUNA SCENA O CHE NON AMIATE VENIRE ACCOSTATI A GRUPPI COME I VARI TRIBULATION, DEAD CONGREGATION, VAMPIRE… OVVERO REALTÀ CHE SI STANNO FACENDO NOTARE ULTIMAMENTE GRAZIE AD UN SUONO CHE PARTE DALLA TRADIZIONE…
“Mi è piaciuto molto il primo album dei Tribulation e trovo che i Dead Congregation siano davvero una band talentuosa, tuttavia non credo che ci sia molto in comune tra noi e loro, al di là della passione per il metal estremo”.

TI SENTI DI AFFERMARE CHE I NECROWRETCH ABBIANO ANCHE INFLUENZE EXTRA MUSICALI?
“Direi di sì… ogni cosa morbosa, deviata e che tende a disgustare la gente normale (ride, ndR)! Visto che sei italiano, devo dirti che amo film come ‘L’aldilà’ e ‘Quella Villa Accanto al Cimitero'”.

I VOSTRI ARTWORK SONO SEMPRE MOLTO COLORATI: PRESTATE PARTICOLARE ATTENZIONE A QUESTO ASPETTO?
“Lavoriamo da sempre con un artista montenegrino chiamato Milovan Novakovic. Questa volta mi ha inviato l’artwork quando ancora stavo componendo i pezzi, così ho deciso di scrivere i testi ispirandomi alla sua opera. È stato molto divertente agire così: se presti attenzione puoi trovare vari riferimenti alla copertina nei testi del disco”.

QUALI SONO SECONDO TE I CINQUE ALBUM FONDAMENTALI PER CAPIRE IL DEATH METAL E LA BASE DEL SUONO DEI NECROWRETCH?
Possessed – Seven Churches: “Perchè tutto il metal estremo parte da qui”.

Death – Scream Bloody Gore: “Un grande classico con dei testi inimitabili. La testimonianza dell’alleanza tra Schuldiner e Reifert”.

Autopsy – Severed Survival: “Il primo album death metal a puntare molto sulla lentezza e la profondità. Ha ispirato migliaia di band”.

Morbid Angel – Altars of Madness: “Prendi il discorso fatto per gli Autopsy, ma aggiungici scariche di blast beat e degli assoli di chitarra pazzeschi”.

Sepultura – Morbid Visions: “Thrash rivisto in chiave bestiale e che sfocia nel death metal. Senza tempo!”.

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