“Netrayoni”, secondo album dei Nibiru, è come uno di quei bizzarri oggetti d’artigianato che potrebbero regalarvi i vostri amici di ritorno da un viaggio in Asia o in Africa. Non capite assolutamente la sua funzione, che cosa rappresenti, il perché della sua forma e dei suoi colori, però vi piace. E se questo oggetto lo tenete lì in bella mostra, rimirandolo un po’ compiaciuti, un po’ perplessi, ma fondamentalmente appagati di vedervelo davanti agli occhi, “Netrayoni” ve lo sparate nelle orecchie e vi annegate dentro, anche in questo caso capendoci poco o nulla, eppure consci di provare un sottile e morboso piacere. Vista la qualità del suddetto lavoro e la nebbia che lo avvolge persistentemente, abbiamo provato a diradare il mistero intorno all’opera e abbiamo raggiunto il trio torinese per un interessante excursus sul progetto Nibiru. La parola passa quindi ad Ardath, Siatris e Ri, i tre componenti del collettivo.
VISTO CHE SIETE SULLE NOSTRE PAGINE PER LA PRIMA VOLTA, VI ANDREBBE DI FARE UNA BREVE PRESENTAZIONE DELLA BAND?
Ardath: “I Nibiru nascono a metà del 2012 dopo che tutti e tre avevamo preso le distanze da un progetto che ormai non rifletteva più il nostro modo di vedere e intendere la musica, Tronus Abyss (interessante gruppo di industrial black sperimentale, consigliato l’ascolto al quarto e ultimo disco ‘Vuoto Spazio Trionfo’, ndR) . Ci siamo trovati a vivere in una dimensione musicale che avrebbe dovuto muoversi lontano da schemi preconfezionati, ma che quando ce ne siamo andati era diventata una sorta di programma di calcolo, in cui tutto era già predefinito e nessuno di noi aveva la possibilità di esprimere il proprio potenziale. I Nibiru sono stati per me una vera rinascita, mi sono trovato in perfetta comunione con Ri e Siatris e mi sono liberato da una rete di strutture che stava logorando ogni possibile creatività . Bisognerebbe eliminare i falsi guru che parlano tanto, ma vivono di opportunismo” .
ALL’INTERNO DEL LIBRETTO DATE QUESTA DEFINIZIONE DELLA VOSTRA MUSICA: “THE EXTREME ART OF IMPROVISATION”. CHE COSA INTENDETE CON QUESTA ESPRESSIONE?
Siatris: “Visto che tutto deve essere classificato, incasellato in qualcosa di breve e conciso, e visto che molte persone ci chiedono che musica facciamo, per non avvolgerci su noi stessi provando a spiegare che facciamo una sorta di sludge, rock, doom, drone, ritual molto psichedelico basato tutto sull’improvvisazione, mi è venuta in mente questa definizione che ci calza a pennello: noi siamo ‘l’arte estrema dell’improvvisazione’. Poche parole che rendono chiaro il concetto di espressione musicale dei Nibiru”.
Ardath: “Quando ho visto le grafiche all’ interno del booklet create da Siatris non ho potuto fare altro che condividere totalmente , non vi era espressione più indovinata per definire ciò che avevamo fatto. I brani del doppio cd sono nati senza calcoli nel giro di un paio di mesi, assolutamente improvvisati in sessioni intense , potenti , libere da schemi . Riascolto spesso e volentieri ‘Netrayoni’, in quanto ogni volta ritrovo quell’ assoluta assenza di ragione , quella libertà espressiva che mi fa sentire libero, sollevato, fuori dal triste spettacolo di personaggi costruiti intorno a me incapaci di qualsiasi vera emozione che sia rabbia , che sia cattiveria , che sia di quiete furibonda”.
RI: “La libertà nell’arte, soprattutto nella musica, oggi è cosa rara. Troppi obbligati compromessi portano a troppe inutili ‘opere d’arte’. La cosa che mi rende ancora più sbigottito è vedere omologazione in un substrato musicale che dovrebbe fare dell’autonomia creativa la propria parola d’ordine”.
“NETRAYONI” È IL VOSTRO SECONDO ALBUM, A UN ANNO DI DISTANZA DA “CAOSGON”. QUALI CAMBIAMENTI AVETE APPORTATO, SE CI SONO STATI, ALLA VOSTRA PROPOSTA?
Ardath: “I cambiamenti non sono stati voluti, ma è evidente il passaggio da un album rabbioso, primordiale, intenso nell’ incedere a un album che, nonostante mantenga molti elementi del primo lavoro, risulta più dilatato, più quieto nella malattia con momenti psichedelici più accentuati, un vero e proprio trip senza ritorno, quindi ancora più pericoloso da affrontare”.
RI: “Nessun cambiamento precostituito a tavolino, tutto è scivolato fuori così come lo era stato in ‘Caosgon’, anche se sicuramente, ma involontariamente, il risultato è stato ancora più libero rispetto al primo disco”.
LA VOSTRA MUSICA È MOLTO ASTRATTA, ATMOSFERICA, SGUSCIANTE DA FACILI DEFINIZIONI, È UN FLUSSO DI COSCIENZA E RUMORI AMBIENTALI E MENTALI CHE SCORRE SENZA SOSTA. COSA VI GUIDA NELLA COMPOSIZIONE? QUAL È IL NESSO LOGICO CHE TIENE ASSIEME LE DIVERSE TRACCE DEL LAVORO?
Ardath: “La tua domanda racchiude già una risposta che condivido; ‘rumori ambientali e mentali’, definizione molto interessante. Nessun calcolo, nessuna guida nella composizione, nessuna logica: ‘un flusso di coscienza’, proprio così, un incessante passaggio di energia che il più delle volte mi lascia assolutamente esausto, ma con una visione del mondo più chiara e patetica”.
“NETRAYONI” È DIVISO IN DUE PARTI: “FIRST RITUAL: THE KAULA’S CIRCLE” E “SECOND RITUAL: TEARS OF KALY” . IN BASE A QUALE CRITERIO AVETE DIVISO I PEZZI TRA I DUE DISCHI?
RI: “In base a nessun criterio credo (ride, ndR). O forse sbaglio…!”
Siatris: “L’unico criterio è una scelta puramente musicale, volevamo due cd equilibrati”.
NEL DISCO SONO PRESENTI MOLTI SAMPLES PRESI DA VECCHI FILM. MI HANNO INCURIOSITO SOPRATTUTTO QUELLI PRESENTI IN “KSHANIKA MUKTA”, CHE HANNO UN’IMPORTANZA STRATEGICA NEL DIVIDERE IN DIVERSI CAPITOLI LA TRACCIA. DA QUALE FILM ARRIVANO? PERCHÉ PROPRIO QUELLO?
Siatris: “Siamo tutti appassionati di film horror e b-movies, ed i sample di Kshanika Mukta arrivano da “La Notte Dei Diavoli” di Giorgio Ferroni, ma la scelta non sempre segue una logica, vado a sensazioni. Il film racconta una storia di Vurdalak, i vampiri dei popoli slavi e il dialogo della bambina è talmente grottesco che non potevo farmelo scappare!”.
RI: “Siamo cresciuti con quella musica, classe 60/70, non poteva rimanere fuori dai Nibiru…”.
NELLA RECENSIONE HO TRACCIATO UN PARALLELO TRA LA VOSTRA MUSICA E QUELLA DI ELECTRIC WIZARD, UFOMAMMUT, IL DARK/PROG ITALIANO, LO STONER. VI RITROVATE IN QUESTI RIFERIMENTI? C’È ALTRO CHE VI HA PORTATO A SCRIVERE QUANTO CONTENUTO IN “NETRAYONI”?
Ardath: “Se vogliamo che vi sia un parallelo con le band che hai citato e che per ora hanno un seguito maggiore di noi, sicuramente meritato, va bene , il genere indubbiamente si avvicina, ma ritengo la proposta dei Nibiru oggi più particolare e difficile da classificare, oltre che essere più mistica, più ritualistica: non dimentichiamo che anche in ‘Netrayoni’, come in ‘Caosgon ‘, utilizzo quasi del tutto il cantato Enochiano . Al momento l’ unica band nella quale avverto momenti di vero rituale sono i Dark Buddha Rising. Molto bello il loro ultimo lavoro”.
RI: “Massimo rispetto per tutte le band e i generi citati, ma nessuna band o genere ha avuto una influenza diretta nella creazione dei due album, non consciamente almeno”.
I TITOLI DELLE SINGOLE TRACCE SONO A DIR POCO ANOMALI, E DI NON FACILE COMPRENSIONE. MI PIACEREBBE CHE APPROFONDISTE LE TEMATICHE DI “APSARA” (LO SPIRITO FEMMINILE CHE SECONDO GLI HINDU È PRESENTE NELLE NUVOLE E NELL’ACQUA) E DI “CELESTE: SAMSARA IS BROKEN”, CHE CREDO SIA LEGATA AL CIRCOLO DELLA VITA SECONDO GLI HINDU, CON LA REINCARNAZIONE IN UN NUOVO ESSERE VIVENTE DOPO LA MORTE DELL’INDIVIDUO.
Siatris: “Apsara in questo caso è riferito a una succube, e ad una pratica distorta del risveglio della Kundalini, con una tecnica chiamata prayoga che porta al contatto con entità femminili. I tantrici chiamano questa entità apsara Tillotama, e porta chi la evoca alla pazzia e alla morte. Celeste invece parla della fine del ciclo delle reincarnazioni, il samsara, la liberazione dalle catene di una vita intrappolata nella figura mente/corpo. Il video di Celeste è la rappresentazione di un funerale tibetano, un corpo che viene dato in pasto agli avvoltoi. Cosa appartiene da sempre alla terra, ad un certo punto torna ad essa”.
STREGONI, PRESENZE NASCOSTE NEL BUIO, INCUBI, SPETTRI: L’IMMAGINARIO CHE EVOCATE HA MOLTO A CHE VEDERE CON SCENARI DA FILM HORROR. COME SI COMBINANO QUESTI TONI FOSCHI CON I RIMANDI ALLA SPIRITUALITÀ INDIANA?
Siatris: “Di solito quando si pensa alla spiritualità indiana ci si immagina scenari idilliaci con gente sorridente e felice che si tiene per mano e recita mantra guardando fiori sbocciare. In realtà ci sono culti che ai nostri occhi appaiono estremi ed orribili, come quelli degli aghori, oppure praticare la meditazione di Kaly sui cadaveri, nutrirsi di quegli stessi cadaveri e cospargersi delle ceneri dei terreni crematori, usare un cranio umano come ciotola per bere la propria urina… Mi sembrano immagini che si sposano bene con scenari da film horror, ed i libri di Vimalananda parlano spesso di queste visioni, anche se per un aghori è tutto assolutamente normale…”.
Ardath: Io amo vedere i fiori sbocciare dopodiché decapito la gente sorridente, ahahah… Direi che Siatris e’ stato assolutamente chiaro su quella che è la nostra idea della spiritualità indiana, anche nel rispetto di chi si tiene per mano allegramente … E si spaventa o scandalizza guardando il video di ‘ Smashanam, The Crematorium Ground Of Kaly’ (opener di ‘Caosgon’, ndR)”.
L’ORGANO E IL MINI DIDGERIDOO DANNO UNA FORTISSIMA IMPRONTA A “NETRAYONI”, HANNO UN RUOLO PRIMARIO NEL CONNOTARE IL VOSTRO SUONO. QUALI SONO LE DIFFICOLTÀ MAGGIORI NEL DOVER FAR DIALOGARE E INTERSECARE TANTI STRUMENTI DIVERSI E DARE A OGNUNO UNO SPAZIO ADEGUATO?
Ardath: “Sicuramente questo e’ un lavoro più delicato, al quale dobbiamo dedicare qualche attimo in più, ma parlo di attimi, perché in ogni caso sono strumenti e suoni che legano perfettamente con la psichedelia e la ritualità di ‘Netrayoni ‘. Poi la giusta esperienza di sicuro aiuta, pur lasciando in ogni caso viaggiare l’istinto nei fumi dell’ Aadya’s Temple, che aiutano anche di più”.
RI: “Non ho mai dovuto registrare due volte le tracce di organo o di Moog, sempre buona la prima, esattamente come se avessi suonato a quattro mani insieme al basso il pezzo improvvisato. Non chiedetemi come e perché, non saprei rispondere, è andata così”.
SEMPRE RISPETTO AL MINI DIDGERIDOO, COSA VI HA SPINTO A INTERESSARVI DELLE POSSIBILITÀ ESPRESSIVE DI QUESTO STRUMENTO A FIATO DI ORIGINE ABORIGENA?
Siatris: “Principalmente siamo stati spinti dalla curiosità del suono, siamo attirati molto da tutto ciò che è ‘vibrazionale’ ed il didgeridoo è pura vibrazione. Io e Ardath abbiamo conosciuto un grandissimo maestro di didgeridoo, Papi Moreno, e da poco tempo ci siamo fatti costruire da lui uno strumento ‘su misura’ per i Nibiru, e presto potrete sentirlo”.
IL DISCO È STATO REGISTRATO INTERAMENTE NELLA VOSTRA SALA PROVE, DENOMINATA AADYA’S TEMPLE. NON VI SIETE AVVALSI DI NESSUNA COLLABORAZIONE ESTERNA PER IL PROCESSO DI REGISTRAZIONE? QUALE È STATO IL VOSTRO METODO DI LAVORO?
Ardath: “Non vi è stata nessuna collaborazione esterna durante le registrazioni , era necessario creare momenti di assoluto distacco da ogni elemento estraneo, solo successivamente siamo passati al mixaggio presso una persona di fiducia che ha saputo capire e gestire i suoni che volevamo senza interferire in alcun modo, se non utilizzando la propria professionalità per consigliarci qualche modifica, senza per questo imporci nulla. In caso contrario, avremmo chiesto a qualcun altro di darci una mano”.
LE IMMAGINI DEL BOOKLET DOVE LE AVETE PRESE?
RI: “Dall’oceano infinito che è Internet…”.
Siatris: “In copertina c’è uno degli ingressi ai templi di Angkor Wat in Cambogia, rappresenta perfettamente l’immaginario dei Nibiru, il varcare la soglia verso qualcosa di sconosciuto, primitivo,tribale ma al tempo stesso mistico: l’immagine sembra uscire da un sogno. Sul retro c’è il tempio di Ulun Danu dedicato a Shiva, mentre tutti i tridenti all’interno del booklet sono sempre in onore di Shiva e si trovano al tempio di Guna Devi”.
QUALI SONO GLI ASPETTI CHE PIÙ VI AMMALIANO DELLA SPIRITUALITÀ INDIANA, DALLA QUALE MI PARE PRENDIATE BUONA PARTE DEGLI SPUNTI PER I TESTI E LE LIRICHE?
Siatris: “Personalmente sono molto colpito dalle pratiche estreme aghoriche , dal culto di Kaly, e dal Vama Marg, il sentiero della mano sinistra. Agli occhi di noi occidentali tutto ciò può apparire assurdo, sessualmente riprovevole e disgustoso, ma se riusciamo ad osservare il tutto sotto un’altra prospettiva si rimane affascinati”.
Ardath: “Kaly mi accompagna sempre nel bene e nel male. Anche se mi rendo conto di ribadire concetti comuni e banali , tutto ciò che accade va accettato e rispettato , tutto scompare nel nero della grande Madre”.
AVETE DATE LIVE IN PROGRAMMA NEI PROSSIMI MESI?
Ardath: “Abbiamo suonato al Cafe’ Liber a Torino sabato 7 giugno, potete vedere qualche immagine sul nostro Facebook . Per ora attendiamo nuove opportunità per fare ascoltare live la potenza e la ritualità dei nostri suoni , cosa non facile considerando che anche nella musica è necessario inserirsi in determinati flussi, al di fuori dei quali vieni accettato difficilmente. Noi riteniamo ormai di essere una realtà’ importante, come ci è’ stato più volte riconosciuto. e di certo la nostra dimensione ideale e’ quella live. Siamo pronti a metterci in gioco e i discussione con chiunque e in qualsiasi occasione , sappiamo bene dove i Nibiru possono arrivare con la giusta spinta live”.
GRAZIE PER IL TEMPO CONCESSOCI, ALLA PROSSIMA!
“Grazie a voi per la prima intervista in italiano”.