I Night In Gales sono a tutti gli effetti un nome storico del death metal melodico. La loro provenienza, la Germania, li rende quasi un caso più unico che raro nella storia degli albori del genere, ovviamente quasi ad appannaggio della scena svedese di Goteborg e di qualche capolavoro estemporaneo di altre band seminali – chi ha detto “Heartwork” dei Carcass? Il melo-death dei Night In Gales, soprattutto quello dei primi due album della formazione, è sempre stato caratterizzato da una forte atmosfera crepuscolare e da corpose copulazioni con il radicato thrash teutonico, influenza piuttosto inevitabile se si è metallari estremi in Germania. Dopo una lunga pausa, l’anno scorso Bjoern Goosses e compari sono ricomparsi fra di noi, fieri e orgogliosi di presentare un back-to-the-roots album coi fiocchi, “Five Scars”. Abbiamo intervistato proprio Bjoern – vocalist del gruppo, fra l’altro legato al nostro Paese dalla passata militanza quasi ufficiale nei milanesi Infliction – in merito al gradito ritorno di questo piccolo pezzo di Storia…
CIAO, BJOERN! UN CALOROSO BENTORNATO AI NIGHT IN GALES, INNANZITUTTO! PER INIZIARE L’INTERVISTA, CHE NE DICI DI TROVARE UN MODO PER RICORDARE AI LETTORI CHI SIETE?
“Grazie mille! Be’, che dire? Chiunque adora il death metal melodico vecchio stampo e non conosce i Night In Gales, farebbe assolutamente meglio a rimediare (ride, ndR)! Prima c’eravamo, poi ce ne siamo andati via per un po’ e ora siamo ritornati, tutto qua!”.
DOPO LA PUBBLICAZIONE DI “NECRODYNAMIC” (2001), QUALCOSA ANDO’ STORTO. PERCHE’ LA BAND FERMO’ LA PROPRIA ATTIVITA’ IN STUDIO? O COMUNQUE, COME MAI ABBIAMO DOVUTO ASPETTARE UN DECENNIO PER RIASCOLTARVI NEL METAL-BIZ?
“Purtroppo un bel po’ di stronzate accaddero dopo l’uscita di ‘Necrodynamic’. Vendite non eccelse, problemi con l’etichetta (all’epoca erano sotto Massacre, ndR), il nostro batterista Christian Bass che ci lasciò…insomma, cose che non servono certo a motivarti per andare avanti! Ci sentivamo un po’ persi e avevamo davvero bisogno di fermarci. Non avevamo intenzione di fare durare la pausa dieci anni, ma così è stato. Credo che questo lungo break sia servito a far sì che il nuovo lavoro uscisse davvero tosto, e questa è una cosa positiva! Siamo stati attivi per tutto il tempo nella scena musicale, ma non come Night In Gales. I tempi però cambiano ed eccoci ancora qui! Abbiamo imparato dalle scelte fatte in passato, ma non abbiamo amarezza o rimpianti, siamo tornati per vedere cosa succede!”.
“NECRODYNAMIC” E’ UN DISCO DI THRASH-DEATH METAL IPER-VELOCE E BOMBASTICO, MENTRE ORA TORNATE CON “FIVE SCARS”, CHE E’ UNA SORTA DI COMEBACK VERSO LAVORI QUALI “THUNDERBEAST” E “TOWARDS THE TWILIGHT”. COME VI SENTIVATE A COMPORRE I NUOVI BRANI? SONO VENUTI FUORI SPONTANEI O IL BACK-TO-THE-ROOTS E’ STATO VOLUTO?
“Pensi davvero che ‘Necrodynamic’ sia bombastico? Thrashy e veloce sicuramente, ma bombastico…ma forse hai ragione, sicuramente è stato per noi un esperimento. Ma come spesso succede, ‘Five Scars’ ribalta di nuovo le coordinate. Io in verità non credo sia un ritorno alle radici come molti dicono e scrivono. Diciamo che è due passi indietro, ma anche uno di lato e uno avanti (ride, ndR). Abbiamo incorporato elementi di tutti i nostri album, così come qualche nuova influenza qua e là. Ma probabilmente tu ti riferisci anche al mood del lavoro, l’atmosfera che si percepisce…e infatti qui siamo proprio andati sull’old-school: melo-death metal come deve essere. Non solo belle melodie e sezioni aggressive mischiate a caso, ma una ben bilanciata miscela; senza dimenticare l’aspetto tragico del tutto, il nostro appeal dark e profondo. Jens (Basten, chitarrista, ndR) ha composto praticamente tutto in contemporanea, ed ecco perché ‘Five Scars’ appare così solido e coerente!”.
CREDO INFATTI CHE I NUOVI BRANI, COSI’ COME QUELLI PRESENTI SUI VOSTRI PRIMI LAVORI, TRASMETTANO UN FEELING UNICO DI EPOS E MALINCONIA, POTENTI E NOSTALGICI ALLO STESSO TEMPO. “DAYS OF THE MUTE” E “THE TIDES OF NOVEMBER” SONO DUE PERFETTI ESEMPI DI CIO’ CHE INTENDO. QUALE TIPO DI EMOZIONI VOLETE ESPRIMERE ATTRAVERSO LA VOSTRA MUSICA?
“Be’, la tua descrizione calza a pennello con ciò che risponderei io. Melodie ariose, tragiche, senza speranza. Ma creare dell’arte ‘negativa’ è spesso catartico, il che vorrebbe dire che esprimeremmo i nostri sentimenti negativi attraverso canzoni e testi. Però non è così: Jens non ha bisogno di essere arrabbiato quando scrive riff e neanche io devo mettere in versi le mie paranoie. Anzi, dovessimo fare così non funzionerebbe nulla, credo. Ecco perché, invece, scrivere di apocalissi mi mette allegria (ride, ndR)!!”.
COME FUNZIONA IL PROCESSO DI SONGWRITING NEI NIGHT IN GALES? COME NASCE UN VOSTRO BRANO?
“Come avrai intuito dalle risposte precedenti, Jens scrive la musica e io mi occupo dei testi in un secondo tempo. Tengo una sorta di quadernino degli appunti in cui raccolgo idee, titoli di canzoni, frasi o versi…ma un testo completo non sarà mai tale finché non abbiamo pronta la musica. Grazie alle tecnologie del nuovo mondo, solitamente ciò avviene in fretta, o perlomeno in modo facile. Non siamo mai stati in sala prove durante tutto il processo di scrittura”.
L’ARTWORK DI “FIVE SCARS” E’ OPERA TUA. PUOI DESCRIVERCI E SPIEGARCI IL SIGNIFICATO? IO CI VEDO UN’ISOLA ROCCIOSA FORMATA DA CINQUE SPERONI PROTESI VERSO IL CIELO…FORSE I CINQUE SFREGI RICHIAMATI DAL TITOLO?
“In un certo senso è così. ‘Five Scars’ non ricorda solamente i nostri cinque album, ma anche noi stessi quali cinque personalità maturate e tormentate. Abbiamo fondato la band che ancora andavamo a scuola, abbiamo speso alcuni dei giorni più belli e più brutti della nostra vita coi Night In Gales…e questo ti forma, ti modella e ti rende ciò che sei. Le cicatrici non sempre sono un segnale negativo e spesso si riguardano con un sorriso. Cinque album, cinque ragazzi, cinque vite, cinque cicatrici”.
NON HO A DISPOSIZIONE LE LYRICS, MA SONO RIUSCITO A COGLIERE ALCUNI VOCABOLI CHE RIPORTANO AI TESTI DEI VOSTRI PRIMI ALBUM E AI TITOLI DI VOSTRE CANZONI. COSA MI PUOI DIRE, QUINDI, RIGUARDO A CIO’?
“Oh cavolo, è un peccato! Ti mando subito i testi, man (infatti sono arrivati via mail, ndR)! Comunque hai ragione: in realtà ci sono moltissimi collegamenti ai vecchi testi. Ho voluto divertirmi a fare una sorta di best of delle lyrics. Oltre ad aggiungere nuovi input per chiudere il cerchio. Ho inserito nel disco ogni titolo di canzone dei nostri precedenti album, affinché si creasse la giusta e tragica ambientazione testuale per la più profonda ed intensa musica mai scritta dai Night In Gales. Ovviamente ritengo che la musica sia l’elemento principale per definire una band, ma altresì credo che le lyrics debbano avere la loro importanza e le mie vale davvero la pena leggerle (ride, ndR)!”.
RESTEREI ANCORA SULL’ARGOMENTO LYRICS PERCHE’, DA DIEHARD FAN QUALE SONO, HO SEMPRE APPREZZATO PARECCHIO IL TUO MODO DI SCRIVERE TESTI, ORIENTATO AL FANTASY MA IN MODO PECULIARE… QUALI FONTI DI ISPIRAZIONE HAI?
“Grazie mille! Anche se penso che il riferimento al fantasy non colga il punto. O meglio, è chiaro che i miei testi sono più astratti che reali, più filosofici che triviali. Eppure significano esattamente ciò che sono: mezzi autobiografici, mezzi ipotetici, ma sempre seri. Non punto indici, non racconto storie, preferisco cercare di dipingere immagini atmosferiche attraverso un vocabolario colorito. C’è anche spazio per interpretazioni personali, perciò non dico molto delle mie lyrics. A volte alcune metafore mi soggiungono in mente senza che io sia in grado di spiegarle con cognizione. Ma quando suonano bene, allora me le appunto. Scrivere fa parte di me e come dicevo prima è una sorta di catarsi. Non posso essere felice felice senza essere prima triste triste (ride, ndR)!”.
C’E’ QUALCOSA, A QUESTO PUNTO DELLA VOSTRA CARRIERA, CHE DAVVERO RIMPIANGETE DI NON AVERE RAGGIUNTO? E ORA CHE SIETE TORNATI, QUALI SONO LE VOSTRE SPERANZE?
“E’ normale chiedersi spesso come sarebbe stato se. Ma tutti i se di questo mondo non cambierebbero comunque niente. Il passato sono ricordi e il futuro è immaginazione. Viviamo sempre e solo il presente, quindi dobbiamo cercare di trarne il meglio. Speriamo che ‘Five Scars’ possa avere almeno la chance che si merita; speriamo di poter suonare un sacco di bei concerti, partecipare a qualche festival e fare un tour quest’anno; speriamo che qualcuno si ricordi di noi o ci scopra, compri i nostri dischi e ci supporti. In realtà queste speranze non sono così lontane dalla realtà, eppure siamo consapevoli che al giorno d’oggi non è facile ottenere niente. Ma come ti dicevo, ‘Five Scars’ è un ottimo album e merita attenzione!”.
LA SCENA METAL E’ CAMBIATA MOLTISSIMO IN QUESTA DECADE DI VOSTRA ASSENZA. SO CHE NON SIETE STATI SU PLUTONE, MA QUALI SONO LE DIFFERENZE PIU’ RILEVANTI? TUTTO SI MUOVE IN MODI DIVERSI, ORMAI…
“Penso che le strutture di base non siano cambiate così tanto. Ad esempio, prima c’era il tape trading e ora il file sharing. I due maggiori problemi sono semplicemente: il mercato è troppo vasto, siamo in troppi ad offrire e creare musica, non importa se buona o pessima, e ci sono troppe persone che tentano di viverci sopra; il secondo disastro è la mentalità usa-e-getta…ascolti al volo e butti via. Troppe persone non realizzano il sangue, il sudore, le lacrime, perfino il tempo, gli sforzi e i soldi che si spendono per scrivere, registrare e produrre un buon album. E così, questa dannatissima miscela di mercato sovraccarico e pensiero fast-food rende impossibile la vita a moltissime band. Non ti so dire come si evolverà il tutto. Voglio dire, c’è sempre l’altra faccia della medaglia e la possibilità di condividere così tanta musica è positivo. Ma te l’assicuro, dal punto di vista del musicista è una fottuta giungla!”.
UN’ALTRA DOMANDA SULLA VOSTRA STORIA. PENSI CHE I NIGHT IN GALES SIANO UNA BAND SOTTOVALUTATA? SIETE COMPARSI POCO DOPO IN FLAMES E DARK TRANQUILLITY, SEBBENE SIATE TEDESCHI… COSA PENSI DI CIO’ CHE NON E’ MAI STATO?
“Non vorrei suonare arrogante, ma, tra così tante formazioni tedesche underground, i Night In Gales sono stati sottovalutati, ebbene sì. Non dico che lo siamo tuttora, in quanto ‘Five Scars’ sta ricevendo attenzioni e buone recensioni. Quindi fra qualche mese risentiamoci, per favore (ride, ndR)! Comunque sia, la scena metal tedesca, inclusi fan, etichette, riviste, festival, eccetera, è una delle scene più grandi d’Europa. E a causa di ciò, è dura per le band tedesche sopravvivere qui. Ho sentito davvero molti gruppi che non hanno mai avuto riconosciuti dei meriti solo perché venivano da ‘dietro l’angolo’ e non magari dalla Cina, il Cile o la Scandifuckingnavia (situazione identica all’Italia, a quanto pare, ndR). Ma non mi fraintendere, non sono un razzista musicale! Ma sono fermamente convinto che se una di queste grandi band germaniche fosse uscita allo scoperto dicendo che veniva dall’estero, ebbene avrebbe avuto molto più successo! Non ho idea del perché il metallaro medio tedesco abbia bisogno del ‘fattore esotico’ per invaghirsi di un gruppo, ma questa è una stronzata totale! Già che ci siamo, eccovi un po’ di formazioni da tenere d’occhio: Undertow, Harasai, Final Depravity, Sethnefer, Perzonal War, Motorjesus, Gloryful, Aardvarks, Crack Up, Metalety, Last One Dying, Cause For Confusion, Forces At Work, Supersoma, New Damage, Guerrilla… E potrei andare avanti ancora”.
E PARLIAMO INFINE DEL FUTURO PIU’ ALLE PORTE. QUALI SONO LE PROSSIME MOSSE DEI NIGHT IN GALES?
“Chiaramente vogliamo promuovere ‘Five Scars’ con più show possibile, festival e tour! Siamo impegnatissimi nel booking in questi giorni e dovremmo confermare presto delle date. Sarebbe ottimo tornare in Italia presto! Ma oltre ciò, solo il tempo può dire cosa succederà. Il nuovo album è stato come un bisogno impellente, una dichiarazione di chiarezza in un certo senso. Mai dire mai, perciò non voglio arrischiarmi a prevedere il nostro futuro. Solo una cosa è certa: i Night In Gales verseranno sudore su qualche palco nel 2012!”.
E ABBIAMO FINITO, BJOERN. GRAZIE DAVVERO PER LA DISPONIBILITA’ E LASCIO A TE IL TERMINE DELL’INTERVISTA…
“Grazie a te! Auguro il meglio ai metallari italiani! Salute!”.