Facendo seguito all’intrigante viaggio musicale di “At Night We Prey”, siamo felici ospitare sulle nostre pagine per un’intervista i Nightfall, artefici con il loro suddetto ultimo album di una delle prime sorprese di questo 2021. La formazione ellenica, dopo numerosi anni di silenzio – fra l’altro preceduti da alcune opere non troppo convincenti – è tornata con un lavoro che è riuscito a riportare in alto l’asticella della propria attività discografica, scomodando paragoni con i primi apprezzati capitoli della carriera, come, ad esempio, “Macabre Sunsets” e “Athenian Echoes”. Il nostro interlocutore è ovviamente il frontman Efthimis Karadimas, da sempre leader della dark metal band di Atene e qui più che mai coinvolto nelle vesti di portavoce, dato che “At Night We Prey” è sostanzialmente un concept su un particolare aspetto della sua vita…
UN NUOVO ALBUM DEI NIGHTFALL DOPO BEN OTTO ANNI DI SILENZIO. TI SENTI REDUCE DA UN LUNGO PARTO?
– La musica ci salva. L’arte ci salva. Soprattutto in questo momento, la musica ci serve più che mai. Come band, è bellissimo avere l’opportunità di offrire un nuovo album e per me è speciale poterne parlare in sede di intervista, anche perché il disco porta un messaggio particolare e per me molto serio, come il tema della depressione.
INIZIAMO DALLA MUSICA: RACCONTACI CHE COSA VI HA ISPIRATO PER “AT NIGHT WE PREY”. SI SENTONO ECHI DEI PRIMI ALBUM DEI NIGHTFALL, COSÌ COME SOLUZIONI PIÙ VIOLENTE, IL TUTTO VALORIZZATO DA UNA PRODUZIONE AL PASSO CON I TEMPI…
– Credo che tu abbia ragione, fai bene a fidarti del tuo orecchio. “At Night We Prey” è un album che si muove senza freni, con una produzione massiccia, ma con le radici ben piantate nella tradizione dei Nightfall. Non ci siamo posti limiti a livello di ispirazione sul fronte musicale, mentre quando si è trattato di scrivere i testi, io ho appunto attinto dalla mia battaglia con la depressione. Questa lotta attraversa il disco come un flusso di emozioni.
MICHALIS GALIATSOS, IL VOSTRO PRIMO CHITARRISTA, È TORNATO NELLA BAND, E CON LUI È ARRIVATO ANCHE IL BATTERISTA FOTIS BENARDO. QUESTA RINNOVATA FORMAZIONE DEVE AVERE INFLUENZATO LA DIREZIONE DEL DISCO…
– Credo che tutti i musicisti che sono passati nei Nightfall abbiano lasciato una loro impronta. Dopo tutto, siamo sempre stati una band, non ho mai avuto intenzione di ingaggiare qualcuno per poi vietargli di contribuire. Non capisco chi lo fa e al tempo stesso ha il coraggio di reputarsi un gruppo. Un artista solista o un duo restano tali anche se si circondano di mille turnisti in studio. Nei Nightfall abbiamo sempre abbracciato i nuovi arrivati e lasciato che ognuno di essi lasciasse la sua impronta. Un nuovo approccio è sempre il benvenuto dopo così tanti anni di carriera.
A LIVELLO STILISTICO, I NIGHTFALL HANNO SPESSO OCCUPATO UN POSTO FRA DEATH E GOTHIC/DARK METAL. QUESTI GENERI HANNO POI ASSUNTO MILLE SFUMATURE NEL CORSO DEL TEMPO. DOVE VEDI I NIGHTFALL NELLA SCENA METAL ODIERNA?
– Credo che come band siamo riusciti a sviluppare una nostra identità con il passare degli anni. È chiaro che il gruppo non si è mai limitato a un singolo genere o sottogenere. Quando mi chiedono cosa suoniamo, solitamente rispondo che siamo una metal band, aggiungendo che abbiamo influenze death, black e doom, oltre a un atteggiamento progressivo. Mi piace che i nostri album suonino sempre diversi dal precedente: vi è una polifonia nella nostra musica che è stata influenzata dagli eventi di ogni era. Per noi l’importante è sempre stato soddisfare noi stessi, senza preoccuparci di altro.
DOVE SONO I COSIDDETTI MARCHI DI FABBRICA DEI NIGHTFALL IN QUESTO NUOVO ALBUM, SECONDO TE?
– Potrei citare dei riff, delle melodie o delle linee vocali, ma il primo marchio di fabbrica credo sia l’elemento sorpresa. Ricollegandomi a quanto stavamo dicendo poc’anzi, nessuno può mai prevedere con che disco torneremo. E ciò è successo anche questa volta. La nuova line-up ha introdotto nuove idee, ma al tempo stesso è riuscita a mantenere lo spirito del gruppo intatto.
PARLIAMO ORA DEL CONCEPT DEL DISCO, IL QUALE SI BASA APPUNTO SULLA TUA LOTTA CON LA DEPRESSIONE…
– Esatto, in questo album parlo di depressione. Ne soffro e ho pensato che parlarne apertamente in un album potesse essere terapeutico. So che le persone hanno sentito parlare molto della depressione, ma per qualche motivo essa è ancora una sorta di tabù nel metal. Forse perché il metal a volte va di pari passo con quello stile da macho, da cattivo ragazzo… fingiamo di essere tutti così duri e la salute mentale non è un problema. Vi è una convinzione sbagliata su questo disturbo, ovvero che le persone depresse sono deboli, guardano in basso, non parlano mai molto e cose del genere. Rido, cerco di divertirmi e cose del genere, ma quando scende la notte e ho bisogno di stare da solo, i demoni danzano nella mia mente e vengo avvolto da cattivi pensieri. Parlarne aiuta e parlare con una persona certificata mi fa sentire meglio. Questo è quello che stiamo cercando di dire ai giovani. Rilassatevi, apritevi, parlatene e non pensate che verrete rifiutati o stigmatizzati dalle persone intorno a voi. È importante ricordarsi che non si è soli. Ci siamo messi in contatto con la European Alliance Against Depression, la quale ha sede a Lipsia, in Germania, per coordinare i nostri sforzi per trasmettere il messaggio alla gente. Questi ragazzi stanno facendo un buon lavoro e hanno bisogno del sostegno di tutti.
IL RITORNO DELLA BAND STA ANCHE OTTENENDO UNA CERTA RISONANZA. TORNATE INOLTRE IN UN PERIODO IN CUI I GRUPPI STANNO TORNANDO A VENDERE COPIE FISICHE, GRAZIE ANCHE AL RITORNO DEL VINILE…
– Sì, sono contento di ciò, anche se per me non fa differenza: la gente deve sentirsi libera di ascoltare musica come desidera. I vinili sono spesso materia per collezionisti e per ascoltatori più esperti o magari attempati, mentre i giovani preferiscono lo streaming. Nessun problema da parte mia, il mondo va avanti. Dico sempre che le radici sono fatte per gli alberi, non per l’uomo.
CHE COSA STAI ASCOLTANDO ULTIMAMENTE?
– Ascolto tutto, a patto che ci sia una storia dietro e che sia ben prodotto. Con ‘ben prodotto’ intendo suono e arrangiamenti adeguati per promuovere una storia nei testi. Ultimamente ciò è diventato troppo importante per me. Al giorno d’oggi c’è molta buona musica là fuori. Ciò che manca alla maggior parte degli album è un tema interessante. Abbiamo cantato di tutto e di più su figure sataniche immaginarie e guerre contro gli dei, ora personalmente sento la necessità di ascoltare qualcosa che si basi su argomenti più seri e reali, come certe questioni sociali o altri problemi scottanti. Ricollegandomi a quanto ho fatto io, la depressione per le vecchie generazioni era quasi inesistente, perché non volevano accettarla. Il loro approccio era semplice e stupido: o sei normale o pazzo. E attraverso questa semplice equazione, innumerevoli persone che hanno sofferto di disturbi mentali e che avrebbero potuto essere curate o avere una vita normale, sono state condannate al fuoco eterno. Mi piacerebbe ascoltare più musica con messaggi simili.
QUANDO RIPENSI ALLA CARRIERA DEI NIGHTFALL, VI È UN BRANO A CUI TI SENTI PARTICOLARMENTE LEGATO E CHE HA PER TE UN POSTO SPECIALE?
– Penso ad “Agita”, sul nuovo album. Il testo è stato scritto subito dopo la morte di mia madre. La mia lunga carriera nel death metal mi è tornata utile nel momento in cui ho dovuto scegliere la sua bara tra le tante opzioni presentate a me e a mia sorella all’ufficio funerario. Un momento difficile, te lo posso assicurare.
HAI INVECE QUALCHE TIPO DI RIMPIANTO PENSANDO ALLA VOSTRA CARRIERA?
– Non credevo ai social media, quindi forse abbiamo perso il treno per essere ‘apprezzati’ da molte persone là fuori. So che è curioso, ma devo ammetterlo a me stesso. Quando tutte le band hanno promosso le loro pagine su Facebook più di un decennio fa, ho detto “fanculo, non me ne frega niente dei ‘mi piace’”. E ora vedi la pagina Nightfall con circa 10.000 follower, quando altre band simili hanno 100.000. E non si tratta di ‘mi piace’ di per sé, ma di quanto le persone prestano attenzione a questi. Sì, questo è qualcosa di cui mi dispiace.
CONCLUDENDO, QUANDO SI PARLA DI NIGHTFALL SI FINISCE SPESSO A FARE PARAGONI CON ALTRI VETERANI DELLA RINOMATA SCENA METAL GRECA, COME ROTTING CHRIST, SEPTICFLESH O VARATHRON. SI CITANO DI RADO GRUPPI EMERGENTI PROVENIENTI DAL TUO PAESE: TI VA DI PROMUOVERNE QUALCUNO?
– A me piacciono molto gli ultimi album di Daylight Misery e Yoth Iria, due band che sanno davvero il fatto loro.