NIGHTLAND – Cosmo, amore e morte

Pubblicato il 01/01/2020 da

Giunti al secondo album, i Nightland si confermano come una delle band più interessanti nel panorama italiano. Il loro è infatti un death metal decisamente personale, altamente sinfonico ma anche dotato di un gusto melodico che non teme di osare e sfociare in un’orecchiabilità difficile da riscontrare in altre band del genere. “Umbra Astra Luna” è un album composito, molto ben architettato, ma al contempo godibile: un lavoro che, come pochi, può trovare apprezzamenti in modo trasversale tra ascoltatori di ogni sorta. In questa intervista la band pesarese racconta il loro percorso, la voglia di non rientrare in nessun accostamento forzato e il desiderio di incidere sul serio nel metal italiano contemporaneo.

“UMBRA ASTRA LUNA” ARRIVA DOPO I CONSENSI CHE AVEVANO CIRCONDATO IL VOSTRO ESORDIO “OBSESSION”: SENTITE DI AVER FATTO UN PASSO VERSO UN’ULTERIORE RICERCA MUSICALE O PENSATE DI STAR PROCEDENDO IN UN PERCORSO COERENTE CON IL DEBUTTO?
– Crediamo con “Obsession” di aver gettato le basi per il sound che più ci identifica, e su quella strada stiamo continuando a lavorare cercando di migliorarci sempre di più. “Umbra Astra Luna” condivide con il lavoro precedente gran parte degli elementi musicali dominanti, ma che sentiamo di aver arricchito e curato maggiormente nei dettagli. È vero che abbiamo deciso di integrare qualche novità, anche prendendoci i dovuti rischi, ma crediamo di essere stati comunque coerenti con il percorso intrapreso al nostro debutto e ne siamo pienamente soddisfatti.

IL VOSTRO È UN DEATH METAL CHE FA AMPISSIMO USO DI PARTITURE SINFONICHE E ACCOGLIE A PIENE MANI SCELTE MELODICHE ANCHE MOLTO ‘CATCHY’: TANTO DA RENDERE I NIGHTLAND UNA BAND DIFFICILE DA CATALOGARE NEL PANORAMA METAL. COME DEFINIRESTE LA VOSTRA MUSICA?
– È vero, è difficile catalogarci in un contenitore ben definito. Per gli schemi del death metal, nonostante sia un genere che gode di molte declinazioni, siamo troppo ‘leggeri’ e poco tecnici; per il symphonic metal classico siamo troppo ‘duri’ e non abbiamo l’impostazione female fronted tipica del genere. Allo stesso tempo però, quando ci dichiariamo a metà strada, ovvero symphonic death metal, subito veniamo accusati di non essere negli standard di velocità e tecnicismo dei nostri connazionali Fleshgod Apocalypse, portabandiera del genere. A confondere ancora di più le idee c’è la voce, che strizza l’occhio in molti punti più al black metal che al death. Per questo riteniamo che ognuno sia libero di farsi la propria idea su di noi, sperando prima o poi di essere abbastanza maturi da poter convincere il pubblico ad attribuirci uno stile nostro, o semplicemente a riconoscerci per quello che siamo, e non necessariamente per quello che si aspettano che facciamo.

IL VOSTRO SOUND È MOLTO RICCO, VARIEGATO, A VOLTE SPIAZZANTE – OLTRE A ESSERE PERSONALE. DA GRANDI APERTURE SINFONICHE SI ARRIVA BRUSCAMENTE A FEROCI BLAST BEAT PASSANDO MAGARI PER RITORNELLI MEMORABILI. SI TRATTA DI UNA CIFRA STILISTICA DELIBERATA A MONTE O IL TUTTO HA PRESO FORMA UNENDO LE VARIE ANIME DEL GRUPPO?
– Per questa domanda rispondo in prima persona poiché mi occupo io, Ludovico, di curare complessivamente la parte artistica e creativa della band. Il nostro sound è così vario non perché sia una scelta presa a monte, ma perché è il naturale risultato di tutto il lungo processo compositivo. Per la scrittura dell’album sono passato attraverso momenti e mood molto contrastanti fra loro, e in base a ciò che in quel preciso istante del brano o dell’album volevo esprimere ho deciso di enfatizzare al massimo tale stato d’animo. Per questo ci sono parti molto cupe e atmosferiche, altre decisamente più epiche e gonfie di orchestra, altre più melodiche e ‘leggere’ all’ascolto. Filippo (il batterista) è intervenuto nell’arrangiamento delle parti di batteria per arricchirle e conferire ad esse un tocco personale, coerentemente con l’intenzione e il mood della canzone. Ho cercato il più possibile, nonostante l’eterogeneità della musica, di mantenere un filo conduttore stilistico e contenutistico che guidasse l’ascoltatore dall’inizio alla fine dell’album senza “perdersi” o avere la percezione di ascoltare brani di band diverse; ma anzi di servirsi di questa varietà per stimolare sempre l’attenzione e condurre l’ascolto con interesse.

IL PROGETTO NIGHTLAND È SENZ’ALTRO ACCATTIVANTE E IN GRADO DI INCURIOSIRE IL PUBBLICO TRASVERSALMENTE, MA “UMBRA ASTRA LUNA” È COMUNQUE UN ALBUM AUTOPRODOTTO: È UNA SCELTA DELIBERATA O IL FRUTTO DI ALCUNE CONTINGENZE?
– È frutto di una serie di situazioni vissute in passato e di proposte ricevute dagli ‘addetti ai lavori’ che ci hanno fatto perdere un po’ di fiducia e motivazione nei confronti delle etichette alla nostra portata. Essendo null’altro che una piccola band underground, non possiamo ambire a grandi nomi o sperare di destarne l’interesse; quindi piuttosto che rivolgerci a realtà locali o generalmente poco ‘attrezzate’ abbiamo deciso di autoprodurci, con tutte le difficoltà a cui eravamo consapevoli di andare incontro. Prima fra tutte la capacità di farci sentire nel panorama musicale, di essere considerati da webzine, riviste di settore, locali, eventi, festival. Stiamo lavorando sodo per riuscire a costruire autonomamente una rete di contatti (negli anni precedenti abbiamo potuto contare sull’aiuto di Rockshots Records, che ci ha dato una grande mano a farci conoscere al di fuori dei confini con il nostro debut album) ma ci rendiamo conto che è davvero molto complicato, e senza dei collaboratori dedicati esclusivamente alla promozione rischiamo di essere completamente ignorati. In merito a questo, vorrei proprio ringraziare voi e chi si è messo a disposizione per aiutarci ad avere un minimo di visibilità con recensioni oneste e precise, interviste altrettanto serie e diffusione del nostro nuovo materiale.

NEI VIDEOCLIP REALIZZATI DI SUPPORTO ALL’USCITA DELL’ALBUM C’È UNA SORTA DI NARRAZIONE CHE UNISCE I DUE VIDEO E CHE È ANCHE FEDELE AL MOOD DELL’INTERO DISCO: CE NE PARLATE?
– Esattamente, i videoclip sono due episodi della stessa storia, che in modo molto condensato e riassuntivo descrive simbolicamente il concept dell’intero album. È la traduzione terrena di una storia d’amore che ha luogo nell’oscurità del cosmo (Umbra), dove il personaggio principale (la luce dell’universo, Astra) si ritrova ad intraprendere un lungo viaggio attraverso i lati più oscuri della propria anima (ossessioni di onnipotenza, egoismo, egocentrismo) fino ad incontrare un’entità (Luna) che mette in discussione ogni sua certezza, facendogli per la prima volta scoprire la propria umanità, debolezza, mortalità; facendogli dunque capire che quell’animo tormentato potrà trovare pace solo laddove c’è l’amore, e dove può valere la pena brillare e sprigionare luce fino ad esaurirsi un giorno, purché sia al fianco di qualcuno, piuttosto che eternamente solo.

VENITE SPESSO ACCOSTATI AI CONNAZIONALI FLESHGOD APOCALYPSE: SECONDO VOI È UN’ADIACENZA CHE HA SENSO? O VI SENTITE DIVERSI DA QUESTI MOSTRI SACRI DEL DEATH SINFONICO?
– Indubbiamente si tratta un accostamento sensato, visto che siamo accomunati entrambi da una componente orchestrale molto presente. Tuttavia ci sentiamo altrettanto diversi per molti aspetti, primo tra tutti il fattore velocità, che perfino nei nostri brani più spinti non si avvicina minimamente ai loro standard. Inoltre, tralasciando l’orchestra, il resto della band ha uno stile ed un sound estremamente diverso. Noi puntiamo ad una scrittura decisamente più semplice e lineare, che personalmente sentiamo più vicina a band come Dimmu Borgir (con la quale troviamo maggiore vicinanza anche dal punto di vista vocale e per qualche inflessione black abbastanza ricorrente nei nostri riff). Cogliamo l’occasione per mettere in luce un dato che negli ultimi anni, con le nostre esperienze all’estero, abbiamo raccolto e trovato rilevante a tal proposito: la percezione di similarità con i Fleshgod Apocalypse non è molto sentita al di fuori dei nostri confini, dove invece siamo stati molto più spesso accostati a band come Dimmu Borgir, Rotting Christ e perfino Dark Funeral (per via dei costumi di scena che indossavamo fino a poco tempo fa, e che evidentemente avevano catturato molto l’attenzione del pubblico). Detto questo, è normale e più che legittimo per gli ascoltatori italiani fare immediatamente riferimento alla formazione perugina, che porta orgogliosamente alta la nostra bandiera nel mondo e di cui dovremmo essere davvero tutti fieri.

IN TUTTA ONESTÀ: COME VEDETE O PERCEPITE IL PANORAMA METAL ITALIANO?
– Crediamo che nel panorama nazionale ci siano tantissime band valide, molte delle quali ancora perfettamente sconosciute e che meriterebbero maggiore visibilità. Siamo anche convinti che però, purtroppo, nel nostro underground esista un sentimento di profonda negatività molto diffuso tra le band, locali, agenzie, etichette e stessi fan. Sentiamo molto spesso parlare con grande invidia e disprezzo di band che riescono a fare qualche passo avanti, mentre invece dovremmo essere tutti grati e orgogliosi se qualche piccola realtà col proprio duro lavoro riesce a dare un minimo di risonanza alla nostra nazione oltre i confini. Non possiamo vantare una grande quantità di band famose come in altri paesi d’Europa o d’oltreoceano, ma qualitativamente abbiamo già dato prova di poter sfornare progetti di altissimo valore e dal grande potenziale. Chiaro, nell’ardua impresa di emergere fanno la loro parte anche i famosi ‘addetti ai lavori’ di cui parlavamo prima, che in rari casi si comportano molto professionalmente, ma che in molti altri casi approfittano dell’ingenuità e dell’inesperienza delle giovani formazioni per poter farsi uno stipendio a discapito di tutto il sistema. In tale giro vizioso abbiamo tutti delle responsabilità, e se qualcosa non funziona dovremmo puntare ogni tanto il dito verso noi stessi, e domandarci se ciò che facciamo è giusto, corretto, leale, utile per la comunità. Un vero e proprio esame di coscienza al quale sarebbe bene che tutti ci sottoponessimo: band, locali, agenzie, etichette, pubblico, ecc.

SIETE ATTIVI ORMAI DA DIVERSI ANNI, MA I VOSTRI FULL-LENGTH ALL’ATTIVO SONO SOLTANTO DUE. L’IMPRESSIONE, ASCOLTANDO GLI ALBUM, È CHE C’È UN LAVORO LUNGO E CERTOSINO SU OGNI DETTAGLIO DI OGNI BRANO: È PER QUESTO CHE I NIGHTLAND SONO MENO PROLIFICI RISPETTO AD ALTRE BAND?
– Prima del nostro debutto ufficiale nel 2015 siamo stati rallentati da molti cambiamenti e incertezze all’interno della formazione. La band è nata praticamente per gioco tra i banchi del liceo molti anni prima, quindi ci è voluto tanto tempo per crescere, prendere una direzione chiara e capire chi di noi fosse intenzionato a investire seriamente sul progetto. Dalla pubblicazione di “Obsession” invece le cose sono cambiate, e se abbiamo aspettato quattro lunghi anni prima di uscire con un secondo capitolo è perché, come hai detto tu, abbiamo svolto un lavoro certosino in ogni aspetto della produzione. Volevamo che non solo fosse minuziosamente curato in ogni dettaglio sotto il frangente musicale, ma che anche testi, video, artwork, costumi di scena e tutto quello che ruota attorno all’immagine della band fosse perfettamente coerente con l’album. Nulla lasciato al caso, tutto che ritrova una logica, se pur ben nascosta, in ogni facciata del lavoro. Abbiamo concepito il tutto con l’intenzionalità di essere sia ‘catchy’ e d’impatto per l’utente un po’ più distratto (e senza troppa voglia di approfondire), sia per non tradire o deludere gli appassionati del dettaglio, quelli che leggono i testi nel booklet, che cercano di capire i significati più profondi dietro ad una canzone, un video, un simbolo.

COME VI PONETE NEI CONFRONTI DELLA DIMENSIONE LIVE? DATE PARTICOLARE IMPORTANZA AI VOSTRI SHOW? RIPRODURRE DAL VIVO SCELTE MUSICALI COSÌ MAGNILOQUENTI PUÒ SEMBRARE UNA SFIDA.
– Sì, senza dubbio diamo una grandissima importanza ai nostri show. Facciamo il possibile con i nostri mezzi e le nostre disponibilità per creare una performance unica e che lasci un piacevole ricordo al pubblico. Essendo sostanzialmente sconosciuti, ci ritroviamo a suonare in contesti dove la stragrande maggioranza della gente ci vede e ascolta per la prima volta, quindi dobbiamo giocarci il tutto per tutto al fine di fare una bella impressione, cercando di colpire i nuovi potenziali fruitori con un sound d’impatto e uno show coreograficamente molto studiato; siamo molto attenti a ricreare anche visivamente quegli alti e bassi, momenti di tensione e distensione che caratterizzano i nostri album per mantenere sempre alta la concentrazione su ciò che accade sul palco. Per quanto riguarda la ‘sfida’ del riprodurre live certe scelte musicali, ovviamente non è cosa facile, ma se si è seguiti da un bravo fonico che conosce bene i brani e la strumentazione tutto è fattibile. L’importante è sempre confrontarsi, accettare consigli ed eventualmente cambiare qualcosa per migliorarsi, fidandosi di chi sta dietro al mixer di sala e ha la giusta percezione di ciò che accade durante lo spettacolo.

I TESTI DI “UMBRA ASTRA LUNA” SEMBRANO FRUTTO DI UN IMMAGINARIO DENSO, CON ESITI QUASI POETICI: UN LAVORO CHE SEMBRA TUTT’ALTRO CHE CASUALE, DATA L’ATMOSFERA DELL’ALBUM.
– Anche a questa domanda rispondo in prima persona (Ludovico). È proprio così, è letteralmente il frutto di tanta immaginazione, derivata dall’osservazione curiosa del cielo stellato, dalla lettura di libri e poesie, il tutto filtrato attraverso il mio personale stato emotivo di quei precisi momenti. Musica e testi vanno di pari passo; quando ho iniziato la prima stesura musicale dei brani avevo già ben chiara la collocazione degli stessi nell’album e di conseguenza necessariamente la tematica di ogni singolo testo, dovendo seguire un iter ben preciso lungo la tracklist. Ho impiegato molto tempo a trovare la forma adeguata per la scrittura facendo in modo che fosse sufficientemente poetica ed elegante, e sono felice di averci dedicato la giusta attenzione poiché credo che nel risultato finale questo abbia rappresentato un valore in più.

POSSIAMO ASPETTARCI UN NUOVO ALBUM A BREVE? UN TERZO LAVORO DEI NIGHTLAND, DATA LA PORTATA DI QUESTO “UMBRA ASTRA LUNA”, RICHIEDERÀ SENZ’ALTRO UNA PROVA DEFINITIVA DEL VOSTRO TALENTO.
– Assolutamente sì, ora che siamo tornati in attività vogliamo mantenere alta l’attenzione e non esitare a ragionare su un terzo capitolo mentre contemporaneamente faremo di tutto per portare in giro “Umbra Astra Luna” con i nostri concerti (non sarà impresa facile, specialmente in Italia… ma ci proveremo con tutte le nostre forze). Anche con il terzo lavoro non ci risparmieremo sulla cura dei dettagli, ma faremo in modo di accorciare i tempi e magari trovare qualcuno che creda realmente nel progetto e sia interessato e disposto a prendersi l’impegno di pubblicarlo.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.