La vita dei Nightwish è dai tempi di “Once” decisamente poco tranquilla, e tra split e album sempre più bombastici e orchestrali l’hype che accompagna ogni loro mossa è ogni volta più rumoroso. Consci del fatto che nemmeno l’ultimo “Endless Forms Most Beautiful” contribuirà a ridurre il clamore attorno alla band, abbiamo optato per chiedere, in questa intervista, alla nuova cantante Floor Jansen e al bassista Marko Hietala di spiegarci un po’ come funzionano le cose in casa Nightwish, parlando con loro dell’aspetto compositivo, del rapporto trai colleghi e dei lati scomodi del successo che sicuramente hanno. I due musicisti sembrano avere apprezzato il tenore un po’ atipico dell’intervista, rispondendo in maniera animata ai vari nostri input…
VORREMMO INFORMARCI SULLO STATO DI SALUTE DI JUKKA (NEVALAINEN, ex batterista, ndR)… DOPO I PROBLEMI DI SALUTE CHE HA AVUTO E IL CONSECUTIVO ABBANDONO DEI NIGHTWISH, CI POTETE DIRE COME STA ORA?
Marko Hietala: “Il problema di Jukka è una forte forma d’insonnia. Sembra connessa al fatto di essere in tour, infatti a dispetto del fatto che lui adora assolutamente suonare dal vivo, negli ultimi periodi non riusciva a dormire nemmeno un minuto. Una volta finito il tour sembrava stare meglio, ma il problema si è verificato anche durante le prove per la registrazione del nuovo album. Abbiamo portato la sua batteria nella sala prove che usiamo, nel mezzo dei boschi, un posto tranquillo e fin dal primo giorno, per un’intera settimana, è stato lo stesso sveglio. Non ha chiuso occhio. Beh, se non puoi dormire, il tuo cervello smette in qualche modo di funzionare… sei sveglio, ma il cervello dorme. Non è una bella situazione. Questo problema se lo portava dietro da anni in verità, ma non era mai stato così grave o così debilitante. E’ stato molto coraggioso da parte sua farsi da parte in una cosa che ama così tanto e dirci: ‘Ragazzi, non posso dedicare il 100% di me in questa cosa. Qualcuno deve farlo al posto mio’. E’ stato lui stesso a contattare Kai (Hahto, batterista dei Wintersun, ndR) e ad accordarsi per la propria sostituzione. Adesso le cose gli vanno meglio, e sembra che lui sia venuto a patti con l’aver abbandonato i Nightwish addirittura prima di quanto ci siamo riusciti noi. Non è per niente fuori dai giochi comunque, è ancora una figura importante per la band, anche se non ricopre più il ruolo di musicista. E’ sempre stato bravo a curare il lato commerciale e di business, e si occupa tuttora di questo. In pratica per dormire fa quello che a me non farebbe dormire! (ride, ndR)”.
BENE, ORA CHE CI SIAMO RINCUORATI SULLE CONDIZIONI DI JUKKA, CI TOCCA PERÒ PRENDERE IL TORO PER LE CORNA. FLOOR, SE IO CHIEDESSI A QUALUNQUE FAN DI PARLARMI DI “ENDLESS FORMS MOST BEAUTIFUL”, COME PRIMA COSA LUI DIRÀ CHE È IL ‘FLOOR ALBUM’. COME AFFRONTI QUESTO FATTO? TI METTE PRESSIONE?
Floor Jansen: “Innanzitutto, cerco io per prima di non vederlo come il ‘Floor album’. Anche perché è sbagliato, ‘Endless Forms Most Beutiful’ è un album dei Nightwish, io ci canto e basta. Capisco però bene il discorso che fai tu sulle anticipazioni che i fan nutrono nei confronti di questo particolare disco. Ti dico che non mi sento troppo spaventata, dopotutto i fan mi hanno già accolto molto bene quando mi sono presentata loro la prima volta in tour, e hanno accolto molto bene anche l’album/DVD live che è uscito sopo, con me già parte della band. Quindi, per me non è tanto da considerarsi come il mio esordio con i Nightwish… però è il primo album in carriera del quale non sono almeno co-autrice”.
ECCO, QUESTO È UN PUNTO IMPORTANTE, ANCHE PERCHÉ MOLTI SONO CONVINTI CHE NEI NIGHTWISH SCRIVA TUTTO TUOMAS HOLOPAINEN… HAI LAVORATO ALLE COMPOSIZIONI IN QUALCHE MODO ANCHE TU, MAGARI NELLA RIFINITURA DELLE LINEE VOCALI?
Floor: “Si, certo, ho lavorato anche io al risultato finale. Siamo partiti dalle demo, con un pianoforte che segnava le varie linee vocali e con dei testi già scritti, ma per registrare il disco siamo ci siamo mossi tutti assieme. Abbiamo trascorso un periodo molto lungo a provare come band, e ogni parte dove senti la mia voce è stata cantata solo da me, con la libertà di usare il mio timbro e la mia impronta in ogni frangente. Non è il modo in cui lavoro di solito, negli altri miei progetti scrivo io le mie parti, ma sopratutto ci si presenta in studio dopo che le canzoni sono praticamente già pronte… Questo album invece si è praticamente costruito in sala prove, lavorando tutti assieme, una cosa cui appunto non ero abituata. Per questi motivi nego la definizione di ‘Floor Album’, quello che sentite qui è la personalità della band tutta, non è solo la nuova cantante”.
Marko: “Sono d’accordo, è un lavoro organico, in cui si sente bene la personalità dei Nightwish, non solo di Floor. Questo senza niente togliere ovviamente niente alla sua ottima esibizione”.
DI TROY (DONOCKLEY, FLAUTO E CORNAMUSE, NDR) COSA MI DITE? ANCHE LUI HA PORTATO UNA SUA IMPRONTA?
Marko: “Certo! Anche Troy non è proprio un nuovo acquisto però, faceva parte della band già dal tour. E’ una grande persona, positiva e dal grande spirito, e quindi si trova benissimo nel nostro gruppo. Comunque le demo sono state passate anche a lui, e ha avuto molto da dire la sua sulle orchestrazioni o sugli strumenti di propria competenza. Ha arricchito molti brani con i flauti o gli altri strumenti tradizionali che si sentono, e in generale ha lavorato tantissimo sui dettagli. Specifico che non c’è stata una differenza tangibile d’importanza per nessuno di noi sei… ognuno è stato ascoltato durante le prove per mettere nuovi input ad ogni pezzo. Certo, non è possibile per sei persone apprezzare veramente tutto quello che si è fatto o registrato, ma il nostro scopo e stato far sì che almeno ogni singola parte potesse essere quantomeno accettata da tutti. Se qualcosa proprio non piaceva a qualcuno, se ne parlava, incorporando nuovi input”.
QUALE È LA PARTE PIÙ DIFFICILE DEL LAVORARE AD UN ALBUM DEI NIGHTWISH? LA COMPOSIZIONE, LA REGISTRAZIONE, IL MISSAGGIO, LA PROMOZIONE…
Marko: “Dipende da come affronti ciascuna di queste fasi. Il periodo più lungo temporalmente è stato quello delle prove e della scrittura, ma non vuol dire che per me sia stato quello più faticoso. C’è stato moltissimo da fare, ma la grande motivazione e l’entusiasmo ci hanno fatto sembrare questo processo forse addirittura quello più leggero, più facile. E’ un discorso che vale per tutte gli aspetti che hai enumerato; anche la promozione, di solito più stancante, può essere piacevole se ti presenti alle giornate di interviste in buono spirito e con l’energia che abbiamo ad esempio oggi. Certo non si riesce a mantenere sempre questo tipo di umore, dopo tre giorni passati magari in tre nazioni diverse, con due aeroporti in mezzo, magari l’energia scende e l’aspetto promozionale ti sembra più duro… ma ancora dipende tutto da come affronti il lavoro e magari da quante buone notti di sonno ti sei fatto prima!”
ENTRANDO NEI DETTAGLI DELL’ALBUM, VORREI CHIEDERTI, MARKO, COME MAI SI SONO RIDOTTE LE TUE PARTI VOCALI DA SOLISTA. CANTI IN TUTTI I BRANI A DIRE IL VERO, MA SI TRATTA PRINCIPALMENTE DI BACKING VOCALS. COME MAI QUESTA SCELTA?
Marko: “Certo, in quest’album le linee melodiche soliste sono prevalentemente di Floor… beh, possiamo dire che sono stato cavaliere e, ‘prima le signore’! (ridono, ndR). Più seriamente, nell’album ho comunque tre parti nette in cui canto da solista, ma è anche vero che negli scorsi album ce ne erano di più. Semplicemente, è stato un processo naturale… non c’erano brani che richiedevano così tante linee melodiche aggressive (good punching male vocals, ndR) così come negli scorsi album. Come dici tu, mi sono impegnato molto più nei cori, che su ‘Endless Forms Most Beautiful’ sono molto bombastici e hanno bisogno di più voci”.
Floor: “Le nuove canzoni non richiedevano quel tipo d’intervento. Ma non è che per questo lo abbiamo escluso…”.
Marko: “In realtà mi sono messo a frignare… ‘buuu voglio cantare anche io!!!’ (risate, ndR). Comunque, capisco la domanda. Quando si suona in una band, si è sempre un po’ egoisti e ambiziosi. E’ obbligatorio quando si vuole riuscire in questo tipo di business. Però è anche importante sapere qual è il bene della band e comportarsi di conseguenza. Avrei potuto impormi su alcune parti vocali, ma forse sarebbero state un po’ appiccicate. Spesso ci si rende conto che non solo perché sai o puoi fare una cosa, devi veramente farla. Semplicemente, come tutti nella band, ho cercato di dare il massimo nelle parti di mia competenza. E sono felice del risultato”.
VORREI INSISTERE SULL’ASPETTO COMPOSITIVO. IN GENERE SI PUÒ CONSIDERARE IL PROCESSO DI SCRIVERE UNA CANZONE COME DIVISO IN DUE PARTI: UNA PARTE PIÙ EGOISTICA IN CUI L’ARTISTA COMPONE QUALCOSA CHE HA SIGNIFICATO PER SÈ, E UNA PARTE COMUNICATIVA, IN CUI SI DEFINISCE IL MESSAGGIO DA PASSARE AD ALTRI E AL PUBBLICO. VOI, DA COMPOSITORI, A QUALE PARTE DATE PIÙ IMPORTANZA?
Marko: “Per prima cosa una canzone deve essere bella per te che la scrivi. Poi c’è la comunicazione, ma è rivolta principalmente verso gli altri membri della band. Si condivide la tua idea, la si spiega. Questa è la comunicazione. Vedi, è innegabile è innegabile il fatto che buona parte del successo di questa band derivi dal proprio modo di comporre le canzoni e dal sound che abbiamo creato negli anni, quindi questo va sempre considerato. Io, da scrittore di canzoni, prima di tutto valuto se quanto ho scritto è adattabile allo stile dei Nightwish, poi ne parlo. So bene che quanto propongo dovrà piacere ad altre cinque persone oltre me, e andare da qualche parte con un brano che piace ad uno solo non è molto sensato. In generale la cosa migliore che puoi fare in questi casi è mantenere il tuo processo compositivo il più possibile genuino e sincero, e poi sentire i pareri degli altri. Questo è proprio quanto abbiamo fatto con quest’album, quindi sono felice che tu l’abbia chiesto”.
Floor: “Comporre un disco sulle aspettative dei fans è oggettivamente difficile. Il fan sei tu, come anche gli altri giornalisti qua fuori, così come le migliaia di persone che vengono ai concerti. Ognuno di loro ha i sui gusti. A qualcuno piace il pezzo potente, altri adorano le ballad, qualcuno impazzisce per le parti bombastiche, ma in tanti chiedono più chitarra. Non è forse impossibile accontentare tutti, ma penso che si diventerebbe pazzi in breve tempo se dovesse considerare ogni singola opinione. I fan, come dice il nostro titolo, si presentano come infinite forme, sempre più belle e meravigliose (‘Endless Forms Most Beautiful’, ndR), e la cosa migliore che puoi fare è credere in te stesso e tradurre le cose importanti per te in emozioni così che possano essere recepite dal pubblico. Ritornando alla tua domanda, come diceva Marko prima una canzone in partenza deve piacere a te, ma è anche importante non lasciare che l’ego ti blocchi su una singola posizione: devi essere disposto al confronto con il resto della band. Certo, è tuo diritto difendere la tua idea, ma non è tuo diritto di non ascoltare le opinioni degli altri”.
Marko: “C’è da dire che nel nostro genere, che non è considerabile come mainstream, abbiamo il grandissimo lusso di poter comporre le nostre canzoni senza pressioni. I Nightwish sono una band di successo, ma il successo qui è diverso da quello mainstream, dove una casa discografica decide la direzione che dovrai prendere e dove ti fai comporre i brani da qualcun altro, per suonarli e basta. Noi abbiamo il lusso di poter portare avanti la nostra idea, di definire la nostra musica, e questo è un vero privilegio”.
HAI PARLATO DI FAMA, E IO LA PRENDO COME SPUNTO PER LA DOMANDA SUCCESSIVA. SIETE UNA BAND DI SUCCESSO, È INDUBBIO. MA VORREI PARLARE DEI LATI NEGATIVI DI QUESTO SUCCESSO. VOI NE AVETE SUBITI MOLTI: OGNI VOLTA CHE C’È UNO SPLIT SE NE FA UNA TRAGEDIA, TUTTO QUELLO CHE FATE VIENE MESSO SU INTERNET E NEL 90% DEI CASI VIENE ANCHE TRAVISATO… COME VIVETE IL LATO OSCURO DELL’ESSERE NOTI?
Marko: “E’ essenziale non trasformare le opinioni altrui nelle tue, è importante non farsi influenzare. Ci sarà sempre chi parla male di te, ma è gente che non ti conosce, quindi come può giudicare con cognizione di causa? Come può il parere di uno sconosciuto su te stesso contare più del tuo? Non può. I pareri che contano li conosci, e sai che arrivano da chi conosce te. Tu sai chi sei, sai chi sono i tuoi amici e sai chi ti ama. Sono persone che avrebbero quelle opinioni anche se tu non fossi famoso. Io poi personalmente per proteggermi da questo come posso. Tendo a non andarmi a cercare volontariamente giudizi su di me… non sono su twitter, non sono su facebook, e comunico solo tramite email personali. E’ difficile per il mondo esterno arrivare a me, e se voglio, posso chiudere la finestra e ignorarlo. Mi tengo i miei contatti, so come controllarli. Non posso controllare il mondo, quindi cerco nei limiti di tenerlo fuori dalla mia vita”.
Floor: “Il punto di Marko è intelligente. Non solo non controlli il mondo, ma nemmeno spesso puoi cambiare opinione di chi parla male di te. E’ tempo perso. Mi è capitato di ascoltare i giudizi delle persone, e rimanerne veramente ferita, ma non ho potuto comunque farci niente per convincerli. Non disprezzo per questo i moderni mezzi di comunicazione, ma non trovo giusto che si possano usare per trasmettere false informazioni o addirittura odio verso qualcuno. Non è bello, a nessun livello, ma come dicevamo, allo stato attuale la cosa non è evitabile. Il meglio che si può fare è dare il giusto peso a quello che si ascolta su di sè, e andare avanti con le convinzioni che si reputano giuste”.
Marko: “Anche se siamo personaggi pubblici, siamo comunque persone. Parliamo a un pubblico, diciamo qualcosa di noi, ma queste attività non sono che graffi sulla superficie del carattere di un artista. Secondo me è difficile che le persone possano giudicare solo in base a queste informazioni”.
VORREI CHIUDERE L’INTERVISTA CON UNA DOMANDA SULL’ATTUALE FENOMENO DELLE ‘FEMALE FRONTED BAND’. I NIGHTWISH SONO ARRIVATI IN UN MOMENTO IN CUI QUESTE NON AVEVANO ANCORA IL SUCCESSO CHE HANNO ORA, E ANCHE FLOOR CON GLI AFTER FOREVER NE HA VISSUTO DI DIRITTO GLI INIZI. VI SENTITE IN QUALCHE MODO PIONIERI DI UN NUOVO GENERE?
Floor: “Siamo secondo me anelli di passaggio tra diversi generi. Di nostro non abbiamo inventato niente forse, ma siamo riusciti a trasformare qualcosa che già c’era dandone un’interpretazione diversa. E’ diverso dallo scoprire qualcosa di nuovo, come farebbe un vero pioniere”.
Marko: “Abbiamo dato una versione personale di come vedevamo ai tempi la musica che ci piaceva. Ma è solo il nostro modo di lavorare. Per quanto riguarda l’essere pionieri… beh, Neil Armstrong è un pioniere. Di qualcosa di ben più importante… (risate, ndR)”.