Poche settimane fa il vostro portale preferito ha recensito l’attesissimo “Das Kapital”. Ora è venuto il momento di sottoporvi una interessante intervista agli autori di quel bel dischetto: ai nostri microfoni c’è Gary D’Eramo, il chitarrista dei Node!
“DAS KAPITAL” E’ IL VOSTRO TERZO ALBUM E A MIO MODESTO PARERE E’ IL PIU’ CURATO E VALIDO DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA. COME SI SONO SVOLTI IL PROCESSO DI SONGWRITING E LE REGISTRAZIONI?
“Grazie del complimento! Per quanto riguarda il songwriting, a differenza di ‘Sweatshops’, questa volta ci siamo voluti mettere in discussione musicalmente o, meglio, in un certo senso è scattato qualcosa che ci ha stimolato a ricercare qualcosa di diverso dai lavori precedenti, diverso nell’approccio prima di tutto. Da un riff grezzo siamo arrivati a sviluppare tutti gli arrangiamenti in sala prove, facendo in modo che ciascuno di noi ponesse il proprio stile e le proprie influenze all’interno del pezzo. Per quanto riguarda le registrazioni abbiamo lavorato tre settimane per la realizzazione del disco, una in più del precedente ‘Sweatshops’. Inoltre abbiamo partecipato ancora più attivamente alla produzione sedendoci noi stessi dietro al mixer e lavorando per conto nostro mentre il nostro producer andava a casa alla sera”.
PER LA SECONDA VOLTA SIETE VOLATI IN SVEZIA PER REGISTRARE IL DISCO. CREDI CHE IN ITALIA SIA ANCORA DIFFICILE RIUSCIRE A TROVARE DEGLI STUDI ALL’ALTEZZA DI QUELLI ESTERI? COME VALUTI OGGI LA SCENA ITALIANA IN TUTTI I SUOI ASPETTI?
“Sicuramente agli studi italiani mancano produttori che ti possano tirare fuori un prodotto competitivo sotto tutti i punti di vista. Questo anche perché non abbiamo la cultura Metal ancora radicata al 100% nella nostra scena musicale. Il metal Made in Italy è una realtà florida e concreta. Ci sono un sacco di band che non hanno nulla da invidiare a tantissimi gruppi stranieri. Sembra che nessuno qui in Italia creda che possa uscire qualcosa di buono dal nostro paese. E se esce qualcuno ha sempre qualcosa da dire in negativo. Solo qui da noi esiste questo pregiudizio, è frustrante a volte, ma ti dà lo stimolo ad andare avanti e non mollare”.
LE NUOVE COMPOSIZIONI CREDO SIANO LE PIU’ COMPLESSE MA AL TEMPO STESSO LE PIU’ “FLUIDE” DA VOI MAI REALIZZATE… VI RITENETE MATURATI COME SONGWRITER?
“Mah….spero di sì, se dopo tre album non vedi un miglioramento è meglio lasciare perdere, che dici?”.
OLTRE AD ESSERE MEDIAMENTE COMPLESSI, I BRANI DELL’ALBUM SONO DECISAMENTE ETEROGENEI, SI PASSA DA PEZZI PIU’ DIRETTI COME LA TITLE TRACK AD ALTRI PIU’ MEDITATI COME “OUTPOST”, A MIO AVVISO IL BRANO PRINCIPE DEL LOTTO, O “THE EAST GHOST”. PENSI CHE IN FUTURO VI CONCENTRERETE SU UNO SOLO DI QUESTI ASPETTI OPPURE CONTINUERETE AD ALTERNARE DIVERSI REGISTRI?
“Penso che non si possa prevedere cosa faremo in futuro. Sicuramente tutto ciò che abbiamo tirato fuori in ‘Das Kapital’ verrà ancora utilizzato. Vogliamo progredire, questo è senza dubbio l’obiettivo che ci siamo posti… ma vogliamo anche mantenere il nostro stile in tutta la sua integrità. Non si smette mai di imparare, per cui faremo tesoro di tutte le sperimentazioni fatte fino ad ora”.
“DAS KAPITAL” E’ UN CONCEPT ALBUM. SE NE E’ GIA’ PARLATO MA TI ANDREBBE DI RIASSUMERE GLI ARGOMENTI TRATTATI?
“‘Das Kapital’ è la storia di sempre, la storia che si ripete. Guardando indietro, esaminando i fatti accaduti in passato ci siamo accorti che tutto si sta ripetendo di nuovo, con uno scenario sociale e politico diverso. C’è un nesso cronologico nelle prime otto canzoni che va dalla Prima Guerra Mondiale alla resa della Germania. Esaminando bene i fatti non ti sembra di rivedere quello che è successo in Jugoslavia, in Afghanistan e poco tempo fa in Iraq? E questa attuale quiete temporanea ricca di tensione per gli attentati non è pari alla paura di un conflitto nucleare che caratterizzò gli anni della Guerra Fredda alla fine degli anni Settanta fino alla metà degli Ottanta? E tutto oggi ancora di più viene pilotato dai soldi… l’economia, quello che nell’album chiamiamo il ‘Kapital’. Da ‘One Way Media’ in poi invece trattiamo Il ruolo dei media, la virtuale pluralità dell’ informazione, il vuoto ideologico creato dal crollo dell’ URSS e la guerra incessante che ogni giorno avanza, sono effetto di ciò che è stato e causa di nuovi eventi. Anyway, war goes on, la guerra ricomincia…”.
C’E’ UN BRANO CHE RITIENI IL PIU’ RIUSCITO DEL DISCO? CHE NE DIRESTI DI COMMENTARE BREVEMENTE OGNUNI DI ESSI? PERSONALMENTE, OLTRE ALLA SOPRA CITATA “OUTPOST”, HO APPREZZATO MOLTISSIMO “TWENTIES”, “”FEW WORDS AGAIN” E LA TITLE TRACK.
“Anche a me piace tantissimo ‘Outpost’, era un pezzo molto diretto che poi insieme abbiamo riarrangiato stravolgendolo completamente. ‘War Goes On’ e ‘Twenties’ invece sono state scritte partendo da alcuni riff di Marco, mentre Daniel ha messo la sua impronta su ‘Plot Sickens’, ‘Few Words Again’, ‘Weaknessphere’ e ‘Retreat’42’. Io ho buttato giù ‘Das Kapital’, ‘Outpost’, ‘One Way Media’ e ho curato il riarrangiamento delle chitarre di ‘Empire’. Come vedi lavoriamo tutti insieme partendo da parti singole e mettendo tutto in discussione tra di noi sfruttando le nostre maggiori influenze. Da qui poi partono i vari arrangiamenti definitivi. Ogni track è un pezzo di tutta la band con l’impronta stilistica di un singolo. Questo commento credo riassuma tutta la tecnica di stesura delle canzoni dell’album in maniera molto semplice”.
SU “DAS KAPITAL” HA ESORDITO UFFICIALMENTE IL VOSTRO NUOVO BATTERISTA, MARCO DI SALVIA. COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LUI? COSA CREDI CHE ABBIANO GUADAGNATO I NODE CON IL SUO ARRIVO? COSA E’ ACCADUTO CON MARIO GIANNINI?
“Di ciò che è successo con Mario Giannini preferisco non parlare, non ne vale la pena. Marco è con noi dall’Ottobre 2003. Siamo venuti in contatto con lui tramite internet, dopo appena 5 minuti di jam insieme abbiamo capito che era lui l’uomo che faceva per noi: violento, tecnico e con un groove che nella band forse è sempre mancato in una maniera o nell’altra. Lo ritengo il miglior drummer che i Node abiano mai avuto da dieci anni ad ora. Inoltre la sua cultura musicale spazia a 360 gradi, questo ci ha permesso sicuramente l’inserimento di qualcosa di diverso nel nostro stile. Con Marco i Node hanno guadagnato prima di tutto una persona seria dietro le pelli, finalmente! Tutti i suoi predecessori o non avevano tutte le rotelle a posto oppure non volevano saperne di sacrificarsi per la causa della band e pretendevano solo gli utili senza versare un soldo per le spese. Inoltre Marco ha dimostrato in studio di avere due palle quadrate registrando le parti di batteria in due giorni… hai sentito cosa sono le parti di batteria? Qui ho detto tutto…”.
VE L’AVRANNO GIA’ CHIESTO IN MOLTI, COMUNQUE… COME SONO NATE LE COLLABORAZIONI CON JACOB DEGLI HATESPHERE E PETRI DEI CARNAL FORGE? SODDISFATTI DEL LORO OPERATO? AVETE IN PROGRAMMA ULTERIORI COLLABORAZIONI?
“Jacob è un nostro amicone e già da diverso tempo manifestava la voglia di cantare nel nostro nuovo album… e l’abbiamo accontentato! Invece la collaborazione con Petri Kuusisto ci è stata suggerita da Pelle Saether poiché non riuscivamo a trovare un assolo particolare che potesse precedere quello jazzato di ‘Weaknessphere’. Petri lo ha trovato in due orette… siamo ipersoddisfatti del loro operato, hanno dato un tocco in più di classe e di cattiveria nel disco. In futuro comunque non possiamo sapere se ci saranno ancora collaborazioni, è ancora presto”.
TROVO SEMPLICEMENTE FAVOLOSA LA COPERTINA DI “DAS KAPITAL”, TI VA DI PARLARCENE?
“La copertina è stata realizzata da Lasse Hoile, un artista danese che ha già firmato le cover di Hatesphere e Porcupine Tree. L’abbiamo scelta tra molte bozze che ci ha fatto vedere. Raffigura l’uomo che uccide se stesso, in pratica la tematica di tutto il concept di ‘Das Kapital’. Vuoi una chicca? Il vecchio rappresentato sulla copertina è il padre di Lasse, un gran bel personaggio, che dici?”.
“DAS KAPITAL” E’ IL SECONDO ALBUM CHE INCIDETE PER LA SCARLET, COME VANNO LE COSE CON LORO?
“Molto bene, direi. Ci stanno supportando nonostante il momento difficile che le etichette stanno passando in questi anni. Stefano e Filippo hanno avuto ancora fiducia in noi, e la fiducia è stata ripagata anche con il buonissimo successo del tour con i Lacuna Coil che si sta concludendo in questi giorni. Abbiamo venduto quasi tutto il merchandise e gli album messici a disposizione in questo mese, segno che i fan dei Lacuna ci hanno apprezzato alla grande, alla faccia di chi mi ha detto all’inizio del tour che l’accoppiata non poteva funzionare a causa del diverso stile musicale… mah…”.
A PROPOSITO DI TOUR, COSA AVETE IN PROGRAMMA NEI PROSSIMI MESI?
“Per ora abbiamo confermato lo Springtime Festival all’Indians Saloon di Bresso, altre date saranno confermate a giorni, per cui tenete d’occhio il nostro sito web www.node.it“.
CHE COSA GIRA NEGLI STEREO DEI NODE ULTIMAMENTE? GRUPPI CHE VI HANNO COLPITO E CHE CONSIGLIERESTE AI NOSTRI LETTORI?
“Noi tutti abbiamo gusti diversi, da parte mia posso dire che ultimamente sto ascoltando il debut album di Melissa Auf der Maur: uno stile molto particolare, una gran voce e una gran gnocca! Per quanto riguarda il metal, consiglio vivamente l’ultimo degli Orphaned Land”.
SIAMO ALLA FINE, GRAZIE GARY PER IL TEMPO CONCESSO A METALITALIA.COM. A TE LA CONCLUSIONE!
“Grazie a te e a tutti i lettori di Metalitalia.com, ci si vede on stage! This blood is what you are!”.