Il fucile è ancora caldo e fumante, il proiettile è da poco stato sparato: i Node sono tornati con un disco a dir poco deflagrante! “As God Kills”, a differenza degli altri lavori della band milanese, si presenta come un album straight-in-your-face e con pochissimi compromessi, forte di un groove, di una velocità e di un appeal davvero invidiabili e degni dei grandi maestri del thrash-death europeo e mondiale. A pochissimi giorni di distanza dallo showcase tenutosi al Transilvania Live di Milano, un cordiale e disponibile Daniel Botti, voce e chitarra dei Node, risponde alle nostre domande a tutto campo. Andiamo a leggere…
ALLORA, DANIEL, DALLA PUBBLICAZIONE DI “DAS KAPITAL” AD OGGI SONO SUCCESSE UN BEL PO’ DI COSE… A DISTANZA DI DUE ANNI, COME GIUDICHI QUEL DISCO? E’ STATO UN BUON SUCCESSO?
“Io credo proprio di sì. La gente si ricorda bene di quel disco e tutti lo valutano ancora oggi come uno dei migliori dischi death-thrash italiani. Noi siamo ancora pienamente soddisfatti di quell’album. Era davvero curato e prodotto bene; rappresentava un grande stacco rispetto a ‘Sweatshops’. Come d’altronde consideriamo ‘As God Kills’ un nuovo capitolo molto interessante della band. Siamo soprattutto contenti di riuscire a fare dischi sempre diversi uno dall’altro, cosa non molto di moda in questi tempi”.
AVETE ABBANDONATO L’ITALIANA SCARLET RECORDS PER ACCASARVI CON LA TEDESCA MASSACRE, UN’ETICHETTA CON UN OTTIMO PASSATO, MA CON UN PRESENTE SCARSINO… A COSA E’ STATO DOVUTO IL CAMBIO DI LABEL?
“Il cambio di label è scaturito da una iniziale incomprensione sul budget: non accettavamo l’idea di dover risparmiare sulla produzione. Ho lavorato in Scarlet per diversi anni e conosco abbastanza bene le problematiche inerenti al pareggio costi ed ai risicatissimi margini di guadagno. Ho sempre però separato bene l’ ambito lavorativo dalla mia attività musicale. Ne è scaturita una decisione che agli occhi di un addetto ai lavori può sembrare irrazionale: abbiamo deciso di autoprodurre il disco come avremmo voluto in partenza (da Pelle Saether agli Underground Studios) e di accordare assieme ai ragazzi della Scarlet la possibilità di farlo sentire a nuove label. Come ho già detto in altra sede, non abbiamo volutamente contattato label italiane. Per noi la Scarlet è la migliore sul nostro territorio. Sul presente della Massacre posso dire che tutto va visto in relazione a chi sei e dove vuoi andare. Per i Node, la Massacre è una buona chance per una maggiore visibilità in Germania e in Italia rimane distribuita Audioglobe. Sappiamo che la promozione che fa Scarlet in Italia è superiore, ma la nostra scelta è stata presa con ampio respiro, con la prospettiva di crescere laddove siamo poco o niente. Insomma, è giunto il momento di buttare fuori il naso dal nostro Paese. Partire con un’etichetta tedesca non ci sembrava una cattiva idea. Per ora stanno lavorando molto bene e stanno soddisfacendo ogni nostra minima richiesta con la massima precisione e puntualità (qualità non sempre facili da riscontrare dalle nostre parti)”.
E COMINCIAMO ALLORA A PARLARE DEL NUOVO NATO, “AS GOD KILLS”: UN DECISO CAMBIO DI ROTTA, ALMENO A MIO PARERE. COME MAI AVETE SCELTO DI COMPORRE UN DISCO TOTALMENTE DIVERSO DAI PRECEDENTI LAVORI?
“Il disco rispecchia quello che era il nostro desiderio più grande: fare un album cattivo. Non è stata una decisione più o meno premeditata. Era nell’aria, avevamo il bisogno di fare questo disco in questo momento. Volevamo l’oscurità, la cattiveria, la provocazione e la crudezza. Ci sono attimi di respiro, ma in tutto l’album non si concedono veri e propri momenti di luce. Anche l’uso delle voci è diverso. Più thrash, più dinamiche, più acidità e molti meno ‘standard death metal’”.
QUESTO E’ IL PRIMO ALBUM CHE COMPONETE NELLA FORMAZIONE DEL PRECEDENTE. FINALMENTE AVETE TROVATO UN ASSETTO STABILE. E’ CAMBIATO QUALCOSA NELL’APPROCCIO ALLA REALIZZAZIONE DEL MATERIALE?
“Che piacere sentire queste parole! E’ vero. E’ il primo disco (ed è il quarto!) che mantiene la stessa line up del precedente. Sì, direi che questa è la formazione dei Node per eccellenza. I nostri problemi sono sempre arrivati dalle pelli. Marco (Di Salvia, batteria, ndA), nonostante la sua follia e la sua estrema imprevedibilità, si è dimostrato un grande batterista ed una persona in fin dei conti affidabile. Rispetto a ‘Das Kapital’, l’approccio alla realizzazione dell’album è stato il medesimo. E’ l’album che è venuto diverso! E questa è una cosa molto positiva”.
LA PRODUZIONE E’ DAVVERO ENTUSIASMANTE, EPPURE GLI STUDI SON SEMPRE I SOLITI UNDERGROUND DI VASTERAS. COSA AVETE OTTENUTO IN PIU’ DA QUELLE STRUMENTAZIONI? E, DOPO COSI’ TANTA FEDELTA’, NON AVETE VOGLIA DI CAMBIARE?
“Dalle strumentazioni non abbiamo ottenuto proprio nulla in più. E’ Pelle il segreto di questa magnifica produzione. Qui viene fuori davvero ‘il Produttore’: quello che fa cento dischi e non ce n’è uno che suona uguale all’altro. E’ il risultato di molti anni di esperienza (da parte di Pelle ovviamente) e di altre due precedenti esperienze fatte con lui dalla band (‘Sweatshops’ e ‘Das Kapital’). Il feeling che si è creato tra noi e Pelle è stato qualcosa di speciale. Non c’è stato bisogno di fare grandi discussioni. Mano a mano che si registrava, Pelle capiva che i pezzi avevano un’attitudine diversa dai pezzi di ‘Das Kapital’ e capiva che anche il sound avrebbe dovuto rispecchiare quell’approccio. Non finiremo mai di ringraziarlo per il grande lavoro svolto in questi tre dischi. Tutti differenti e tutti di alta qualità. Con ‘As God Kills’ riteniamo comunque che sia stata raggiunta la miglior produzione dei Node in assoluto (senza dubbio, ndA). Voglia di cambiare? Troppo presto adesso per dirlo. In ogni caso, se dovessimo lavorare con un nuovo produttore in futuro (cosa che non si può escludere a priori), penso ci dispiacerebbe molto anche solo dal punto di vista umano. Lo consideriamo un po’ il nostro fratello maggiore”.
LA COVER E’ UN PO’ ENIGMATICA: SI INTUISCE CHE E’ PRESENTE UN PROIETTILE… NON CORRETE IL RISCHIO DI RISULTARE UN PO’ ANONIMI, ALMENO A PRIMA VISTA E PER CHI NON VI CONOSCE?
“La cover è stata attaccata da molti. E’ semplicemente un proiettile che esce dalla canna di una pistola. Se uno prova a pensare alla cover di ‘Das Kapital’ può trovare un nesso abbastanza logico… La cosa che ci interessava di più era avere il titolo ben leggibile (ed è leggibilissimo) e che fosse ben visibile il logo della band: sono caratteristiche fondamentali per arrivare a chi non ti conosce ancora, e che mancavano un po’ alle cover di ‘Sweatshops’ e ‘Das Kapital’”.
PER QUANTO RIGUARDA I TESTI, SUPPONGO “AS GOD KILLS” NON SIA UN CONCEPT…SEBBENE ALCUNI TITOLI POSSANO FAR PENSARE A DECISE CRITICHE VERSO LA SOCIETA’ AMERICANA. O SBAGLIO?
“’As God Kills’ non è un concept. I testi affrontano diversi aspetti della realtà e di solito, quando uno strilla per un’ora come un pazzo, forse non vuole dire che è precisamente tutto ok e che non vede l’ ora di riabbracciare la propria fidanzata… Non siamo però antiamericani. Gli Stati Uniti rappresentano nella maniera più visibile ed accentuata un modello preciso di società. Gli USA sono il modello al quale guarda tutto il cosiddetto Occidente. Solo che le contraddizioni che vengono a galla in maniera più o meno tiepida qui in Europa, là saltano all’occhio come un pugno. Non si tratta di essere antiamericani, ma avere un occhio critico nei confronti delle nostra stessa civiltà (quella che consideriamo come unica civiltà degna di continuare la Storia). ‘Shotgun Blast Propaganda’, ad esempio, mette in evidenza un problema tipico degli USA: la facilissima diffusione delle armi da fuoco e l’altrettanto frequente follia di giovanissimi armati che compiono vere e proprie carneficine nelle scuole. Poi salta fuori che la colpa è di qualche disco che incita alla violenza ed il processo che doveva essere fatto ai mercanti di polvere da sparo, viene scaricato su quattro capelloni che suonano. Questo sarebbe ridicolo se non vi fossero in gioco le vite di migliaia di innocenti. Ma il problema non è quello di scaricare merda sugli States, venendone fuori come i saggi popoli del Vecchio Continente… Il problema è capire dove stiamo andando tutti insieme, che strada stiamo percorrendo”.
SIA TU CHE GARY, NEI SUOI INTERVENTI COME SECONDA VOCE, AVETE CAMBIATO ABBASTANZA EVIDENTEMENTE IL VOSTRO APPROCCIO VOCALE. CONSEGUENZA DELLA PIEGA PRESA DAL NUOVO MATERIALE OPPURE VOLEVATE IN PARTENZA PROVARE QUALCOSA DI DIVERSO?
“Il mio obiettivo era quello di tirar fuori più gola e più acidità. Se nei dischi precedenti ho badato di più alla pasta tipicamente ‘scream’ della voce, a questo turno ho proprio soltanto gridato come se stessi imprecando dietro a uno stronzo in macchina. Gary (D’Eramo, chitarra e seconda voce, ndA) ha curato in particolar modo i due ritornelli di ‘Hellywood’ e di ‘Through Fail And Foul’: credo abbia fatto un ottimo lavoro, creando due momenti di vera apertura in due punti fondamentali del disco (le tracce sono la terza e la ottava). Dall’inizio della stesura dei riff in sala prove, quando si prova a buttare giù delle improvvisazioni, ho subito cercato di adottare questa soluzione vocale proprio perché tutti volevamo fare un disco crudo. Gary ha invece concentrato i suoi interventi in due soli momenti del disco (mentre in ‘Das Kapital’ erano cinque o sei i pezzi nei quali interveniva), ma ha appunto lavorato per ottenere due refrain dannatamente efficaci!”.
COME VI SIETE DIVISI IL LAVORO DI COMPOSIZIONE? DA CHI SONO PROVENUTE IN MAGGIOR PARTE LE IDEE PER IL NUOVO ALBUM?
“La parte musicale è stata composta interamente da Marco e Gary. Io e Klaus (Mariani, basso, ndA) ci siamo limitati alla collaborazione in sala prove ed a piccoli suggerimenti di modifica di alcune parti. Mano a mano che Marco e Gary portavano in sala i riff, decidevamo insieme quali sarebbero stati i migliori. Proprio ultimamente ci siamo ricordati, chiacchierando del più e del meno, che su ‘As God Kills’ non compare uno dei pezzi che ci aveva gasato di più all’inizio della stesura del materiale…sarà per il prossimo disco! Al di là di questo, le decisioni definitive vengono prese sempre in quattro e se c’è qualcuno a cui non piace qualcosa, si ridiscute e si modifica. Io mi sono occupato delle liriche”.
AVETE INSERITO DIVERSI SPEZZONI DI FILM CULTO ALL’INTERNO DEL DISCO. QUELLO INIZIALE TRATTO DA “FULL METAL JACKET” CREDO SIA UN’INTRODUZIONE MAGNIFICA PER “SHOTGUN BLAST PROPAGANDA”! SU CHE BASE AVETE SCELTO GLI SPEZZONI INSERITI?
“(ride, ndA) Eravamo chiusi nel nostro mini-appartamento con cinque DVD. Di sera non avevamo troppi soldi per andare a fare baldoria e quasi sempre si rimaneva in studio… Credo di aver visto ‘Full Metal Jacket’ almeno dieci volte in dieci giorni. Alla fine quei film sono stati parte integrante della nostra quarta esperienza in studio: dovevano in qualche modo fare il loro ingresso tra le song. E così è successo: ‘Shotgun Blast Propaganda’ non ha un testo esattamente aderente alla tematica del film, ma era un’introduzione ideale per tutto il contesto dell’album. Il monologo di Palla di Lardo poi è fantastico!!”.
ESSENDO ARRIVATI AL QUARTO FULL, ED AVENDO SUPERATO I DIECI ANNI DI ETA’, TI VA DI FARE UN BILANCIO DELLA CARRIERA DEI NODE? PENSI ABBIATE RACCOLTO ABBASTANZA DI QUELLO CHE AVETE SEMINATO?
“Il bilancio è ottimo. Abbiamo sempre suonato per passione, per fare dei bei dischi, per proporre musica che piacesse a noi, prima che agli altri. Il bilancio è che siamo ancora vivi in un Paese che non vuole sentir parlare di metal, che abbiamo fatto dei dischi che molta gente ci ringrazia di aver fatto, che quando suoniamo in giro c’è sempre uno, due, tre o cento scatenati che ci vengono a vedere e ci supportano. Abbiamo fatto tante esperienze diverse, condiviso palchi con gruppi alla prime armi e con veri e propri pezzi di Storia del metal internazionale, come Death, Exodus, Anathema, Anthrax, Fear Factory, Slayer e Kreator… Non dobbiamo lamentarci. La vita non ti regala sempre queste soddisfazioni e quando arrivano devi godertele fino in fondo. Ora si va avanti, finché c’è la forza e l’entusiasmo. Non l’abbiamo mai fatto per soldi, non ci abbiamo mai guadagnato niente. Quando sparirà l’entusiasmo allora smetteremo (standing ovation per questa risposta, ndA)”.
IN CHE MODO SUPPORTERETE DAL VIVO “AS GOD KILLS”? DA QUANTO UDITO ALLO SHOWCASE, I PEZZI NUOVI HANNO UN IMPATTO DAVVERO SUPERLATIVO!
“La prima conferma del buon lavoro svolto in questi anni è stato proprio lo showcase di sabato scorso (27 maggio, ndA). Portare qualche centinaio di persone in un locale al chiuso, al 27 di maggio, per vedere un concerto dei Node non era un’impresa facile. L’affluenza è stata al di sopra di ogni più rosea nostra aspettativa. La risposta è stata esaltante. I pezzi funzionano alla grande!! Abbiamo deciso di fare molte date considerando anche la possibilità di suonare in club molto piccoli. Se nei locali delle grandi città il metallaro pigro di provincia non viene, andremo noi nei piccoli locali di provincia a stanarlo!! Quindi, tante date, un po’ ovunque… Stiamo lavorando anche per fare qualcosa di buono all’estero. Tenete d’occhio sempre www.myspace.com/nodeband oppure www.node.it o direttamente nella sezione ‘tour’ del sito della nostra nuova label www.massacre-records.de”.
UNA CURIOSITA’ CHE HO DA TEMPO MA CHE NON HO MAI SODDISFATTO: DA DOVE NASCE IL NOME NODE?
“’Node’ significa ‘punto di congiunzione’. Io sono entrato nella band due anni dopo la sua fondazione, ma so che la decisione di questo strano nome fu presa pensando ai vari campi d’applicazione che ha questo termine. In ogni branca scientifica c’è un ‘node’ in agguato…”.
CHIUDIAMO CON UN FUORI PROGRAMMA… C’E’ IL MONDIALE ALLE PORTE, COME VEDI LA NOSTRA NAZIONALE IN GERMANIA?
“L’Italia ha degli ottimi giocatori. Basta che non abbiano troppa voglia di anticipare le vacanze alle Maldive e magari combinano qualcosa di buono…”
SPERIAMO! OK, DANIEL, GRAZIE PER TUTTO ED IN BOCCA AL LUPO! A TE LA CONCLUSIONE…
“Grazie a voi per la grande disponibilità ed il supporto che il vostro portale ha sempre dato alla nostra band!! See you on the road!!”.