Dalle nebbie del nord ecco l’ennesimo spettro musicale capace di fondere i lati più malati e perversi del black metal e del doom: Nortt. L’album “Graven” è l’icona di una musica animata dalla misantropia, che può spingersi fino alle regioni più cupe delle nostre sensazioni. Un album, un tormento. Inoltriamoci nelle tenebre di Nortt e cerchiamo ci carpirne i segreti… INIZIAMO DAGLI IMMANCABILI CENNI BIOGRAFICI…
HAI SCELTO DI UNIRE IL BLACK ED IL DOOM METAL. FORSE PER ESPRIMERE AL MEGLIO I LATI PIU’ OSCURI DI CIASCUN GENERE?
“Questi due generi da sempre mi hanno posseduto, per questo motivo la loro fusione è stata per me una cosa abbastanza ovvia e naturale. Per quanto mi riguarda questa fusione è la più oscura combinazione che sia possibile tra tutti i vari generi musicali”.
“GRAVEN” E’ STATO REGISTRATO NEL LONTANO 1999. PERCHE’ HAI ASPETTATO COSI’ TANTI ANNI PRIMA DI PUBBLICARLO?
“Questo album è stato registrato e realizzato come demo nel 1999. Poi nel 2002 metà di questa particolare release è stata pubblicata sotto forma di 10″ picture disc dalla Maggot Records. Poi finalmente nel 2004 ‘Graven’ è stato realizzato su cd dalla Total Holocaust Records. Per questo motivo ‘Graven’ suona nuovo solo per quelli che prendono soltanto i cd o che non conoscono Nortt”.
CI VUOI PARLARE DELLA PRODUZIONE DI “GRAVEN”, CHE E’ DAVVERO GELIDA?
“In verità non c’è molto da raccontare. Il cd è stato registrato in una piccola casa nella quale c’è un studio di registrazione ancor più piccolo. Le registrazioni sono però risultate davvero eccezionali: l’atmosfera è fredda, ma il suono è al contempo caldo, cosa che trovo rimarcabile. Tutto è stato registrato con la vecchia strumentazione, cosa che ha contribuito in modo decisivo a rendere ottima la produzione”.
QUALI SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI TRATTATI NEI TUOI TESTI?
“La morte e l’oscurità viste da una persona morente o dai defunti! Odio tutto ciò che riguarda la vita ed il suo fautore divino; vita che in realtà è una tomba di tenebra, un paradiso dimenticato da dio”.
COSA PENSI DELL’USO DELLA DRUM MACHINE NEL BLACK METAL? CREDI SIA UNO STRUMENTO ADATTO A CREARE UN FEELING ANCOR PIU’ GELIDO?
“Quando viene usata in modo corretto è grandiosa. Pensa a ‘In The Streams Of Inferno’ dei Mysticum: non sarebbe la stessa cosa senza di essa. Se parliamo di doom metal allora non ha molta importanza perché qui le parti meccaniche si notano difficilmente”.
VENIAMO ALL’ARTWORK DI “GRAVEN”. SEMBRA DI VEDERE LA CASA DI UN RAGNO…
“Raffigura una bara posizionata in una cripta dove tutto è coperto da ragnatele. L’immagine è stata presa dal film ‘Dracula’ del 1931. Ho pensato che questa immagine particolare potesse essere adatta per catturare molto bene l’atmosfera del cd (ed infatti è così, ndr). Tradotto in inglese il titolo ‘Graven’ significa ‘La Tomba’, così…”.
QUAL E’ IL SIGNIFICATO DELL’IMMAGINE DELLA DONNA, CHE SEMBRA FORSE PIU’ UNO SPETTRO, CHE TROVIAMO NEL BOOKLET DEL CD?
“L’ultima traccia dell’album è intitolata ‘De Dødes Kor’ che significa ‘il coro del morto’ così ho avuto l’idea di illustrarlo idealmente. Lei è un morto vivente con un’espressione triste in volto, così quella immagine cattura perfettamente l’atmosfera”.
QUALI GRUPPI BLACK E DOOM CREDI TI ABBIANO INFLUENZATO?
“Più o meno tutti quelli che ascolto. Se dovessi fare un elenco continuerei per l’eternità!”.
OK. HAI PRONTO DEL NUOVO MATERIALE? E’ DIVERSO DA QUELLO PRESENTE SU “GRAVEN”?
“Be’, ho un sacco di nuovo materiale che potrei usare sul nuovo album. Sto però aspettando le tenebre dell’autunno/inverno per iniziare le registrazioni. I nuovi brani sono differenti da quelli di ‘Graven’ e anche gli arrangiamenti sono diversi. Il suono è migliorato parecchio rispetto a quello del 1999, ovviamente: ora è più oscuro, più pesante e a volte più controllato e meglio strutturato. Però il concept ed il mood non sono cambiati di una virgola!”.
GRAZIE PER L’INTERVISTA…
“Grazie a te per il supporto. Possa la morte prendervi tutti…”.