Abbiamo speso già parecchie parole sul rientro in carreggiata dei Novembre. Fin dall’intervista del luglio 2015, in cui Carmelo Orlando annunciava la dis-ibernazione della band, per poi giungere ai più recenti track-by-track e recensione del nuovo nato “URSA”, l’ottavo full-length uscito da soli cinque giorni. Il nostro accompagnamento è stato attento, curioso ed entusiasta, pensiamo degno di ciò che va a rappresentare il ritorno del gruppo siculo-capitolino sulle scene del metal mondiale, ovvero uno degli highlight metallici dell’annata; che avviene, oltretutto, anticipando di poco gli amici Katatonia, anche loro a breve fuori con un disco di inediti, il decimo. E’ quindi con questo brevissimo preambolo che andiamo ad introdurvi l’intervista svolta qualche settimana prima della release date proprio con il leader assoluto della compagine nostrana, Carmelo, che ci ha riassunto per bene cos’hanno fatto sfociare gli otto lunghissimi anni di hiatus del combo. In attesa, ovviamente, di ammirare i Novembre nel corso della loro prima serie di concerti dopo davvero tantissimo tempo. A voi.
CIAO CARMELO, RIECCOTI SU METALITALIA.COM DOPO L’INTERVISTA DELL’ESTATE SCORSA, NELLA QUALE ANTICIPAVI L’USCITA DEL DISCO DEL VOSTRO RITORNO SULLE SCENE! COME SONO TRASCORSI QUESTI ULTIMI MESI DI COMPLETAMENTO DEI LAVORI E PREPARAZIONE DI TUTTO IL MATERIALE DI CONTORNO? E COME CI SI SENTE OGGI, GIUSTO A RIDOSSO DELLA RELEASE DATE, DOPO TANTI ANNI PASSATI LONTANO DAI RIFLETTORI? SEI FIDUCIOSO, TESO O COS’ALTRO?
“Ammetto di essere un po’ preoccupato per le date live, ma in fondo non piu di tanto, sono accompagnato da eccellenti musicisti! Come al solito si stanno accumulando tantissime cose da fare, come interviste, prove, merchandise, l’organizzazione di un po’ tutto. E tutto si fa più caotico. Il completamento dei lavori, così come l’hai descritto, è stato abbastanza tranquillo direi, ci siamo occupati molto della copertina, ci siamo occupati degli ultimi dettagli della masterizzazione. Avere a che fare con frequenze alte, medie, basse. Piccole cose, insomma”.
DOPO L’USCITA RAVVICINATA DI “MATERIA” (2006) E “THE BLUE” (2007), NESSUNO SI ASPETTAVA UNA ‘MORTE APPARENTE’ DELLA BAND. INVECE, ECCO IL LUNGO SILENZIO, CHE HAI GIA’ BEN SPIEGATO NELLA PRECEDENTE CHIACCHIERATA CON IL MIO COLLEGA LUCA. TI CHIEDO PERO’ SE HAI MAI PENSATO CHE I NOVEMBRE FOSSERO UN CAPITOLO DEFINITIVAMENTE CHIUSO, OPPURE DI RIPARTIRE DA UN NUOVO MONICKER E DA NUOVA MUSICA, AD ESEMPIO…
“Sì, effettivamente è così. Per i primi due o tre anni ho seriamente pensato di ricominciare da solo con un nuovo nome, cercando anche di fare qualcosa di diverso dal solito. Infatti c’è stato un tentativo di collaborazione con un mio caro amico e con Fabio Fraschini (attuale bassista session dei Novembre, ndR). Però, dopo un po’, la cosa è naufragata e così ho continuato comunque a scrivere per i fatti miei. Ad essere sincero non ho idea di cosa sarebbe potuto venire fuori, perché non mi sono mai confrontato con generi diversi da quello che ho sempre fatto! Non mi ci vedo a fare roba piu leggera o elettronica!”.
QUALE E’ STATO IL FEEDBACK PROVENIENTE DAI FAN ALLA NOTIZIA DEL VOSTRO RITORNO? L’HYPE ATTORNO A “URSA” E’ DAVVERO NOTEVOLE, IN MOLTISSIMI ATTENDONO CON TREPIDANTE IMPAZIENZA IL GIORNO DELLA PUBBLICAZIONE…
“Il feedback è stato veramente incredibile. Mai ci saremmo immaginati un entusiasmo simile; abbiamo visto che le visualizzazioni del video di ‘Umana’ stanno alle stelle, mai avremmo pensato un riscontro così fragoroso. La gente ha cominciato a scriverci, a lasciare i messaggi sui post di Facebook… Veramente straordinario!”.
IL SILENZIO DEI NOVEMBRE COME E’ STATO INTERPRETATO E VISSUTO DALLA PEACEVILLE RECORDS? VI HANNO MAI PRESSATO PER TORNARE SULLE SCENE IN TUTTI QUESTI ANNI?
“Sì certo, siamo stati contattati tante volte da loro. Però, a un certo punto, c’è stato un problema di comunicazione e hanno addirittura creduto che ci fossimo sciolti, nonostante noi non avessimo mai detto questo. Infatti molti ragazzi scrivevano delle e-mail alla label per avere nostre notizie, ma da un certo punto in poi avevano cominciato a rispondere che c’eravamo sciolti. Quindi i ragazzi scrivevano a noi per conferma. Poi li ho contattati, gli ho detto che stavamo tornando in attività e si sono mossi immediatamente per promuovere l’album in tutti i modi”.
NELL’INTERVISTA GIA’ CITATA, AVEVI DICHIARATO CHE, DURANTE IL LUNGO PERIODO DI RIFLESSIONE, IN REALTA’ NON HAI MAI SMESSO DI SCRIVERE MUSICA. QUINDI, A CONTI FATTI, IL MATERIALE PRESENTE SU “URSA” A CHE EPOCA RISALE? IL RISULTATO E’ COMUNQUE UNIFORME E DECISAMENTE NOVEMBRE AL 100%, MA COME SI E’ VENUTO A PLASMARE IL DISCO?
“A parte il pezzo ‘Agathae’, che è molto vecchio (è stato scritto dopo l’uscita del nostro primo album), tutto l’album ‘URSA’ è stato composto nell’arco di otto anni. Questo significa che ci sono pezzi vecchi otto anni, come ‘Umana’, e pezzi più recenti composti e assemblati negli ultimi tre anni”.
E’ INTERESSANTE CAPIRE COME E QUANTO E’ CAMBIATO IL TUO METODO DI COMPOSIZIONE, ORA CHE HAI COMPLETAMENTE IN MANO LE REDINI DELLA BAND. TI SEI TROVATO PIU’ A TUO AGIO NELL’AVER TUTTO SOTTO CONTROLLO? E PER QUANTO RIGUARDA MASSIMILIANO PAGLIUSO, E’ STATO COINVOLTO NEL PROCESSO OPPURE HA ARRANGIATO SOLO LE SUE PARTI?
“Per certi versi mi sono trovato molto più a mio agio perché ho potuto ‘vedere’ le canzoni in maniera molto più chiara. Per altri versi mi è mancato il contributo di Massimiliano, che sicuramente dava ai nostri pezzi quell’elemento di diversità che è stato certamente il nostro punto di forza. Quando gli ho fatto ascoltare i nuovi brani lui ha sentito che erano già completi e ha scelto di non voler mettere mano agli arrangiamenti. Ha deciso di voler lasciare tutto così senza intervenire. Io gli avevo proposto di cambiare delle parti ma lui ha scelto di lasciarle com’erano perché riteneva che i pezzi erano pronti e non serviva altro. Si è dedicato interamente ai soli e alla riuscita delle recordings”.
HAI DICHIARATO CHE CON QUESTO ALBUM, SOPRATTUTTO A LIVELLO LIRICO, L’OSSERVAZIONE ESTERIORE, PIU’ CHE LA TUA CLASSICA INTROSPEZIONE INTERIORE, HA PRESO IL SOPRAVVENTO. IL TITOLO E LA COVER, INFATTI, PAIONO QUASI ESSERE DEI MANIFESTI DI CULTURA AMBIENTALE E NATURALISTICA. HAI VOLUTO DARE UN SENSO UNIVOCO, OPPURE UN MESSAGGIO BEN INDIRIZZATO, AI TUOI TESTI IN “URSA”?
“In realtà quello che ho detto è che per la prima volta mi sono azzardato a occuparmi di questioni esterne a me stesso, ma queste non hanno preso il sopravvento. In realtà, quando ho voluto osservare delle questioni esterne come l’animalismo o la satira politica, l’ho comunque fatto fra le righe. Non ci sono dei passaggi espliciti come potrebbe sembrare. Su ‘Umana’ c’è un passaggio di un discorso del filosofo Jiddu Krishnamurti, forse questo è il passaggio più esplicito in assoluto dell’album. Per il resto mi piace sempre mischiare i miei pensieri, le mie opinioni, dentro un contenitore poetico ed ermetico”.
AMMETTO DI NON RIUSCIRE FACILMENTE A COLLOCARE “URSA” NELLA VOSTRA DISCOGRAFIA. E’ CHIARAMENTE UN ALBUM NOVEMBRE ED E’ FORSE IL NATURALE SUCCESSORE DI “THE BLUE”, MA CONTIENE ANCHE RICHIAMI AL VOSTRO PASSATO ED ELEMENTI PIUTTOSTO INNOVATIVI, COME ALCUNI ARRANGIAMENTI DI TASTIERA. C’E’ UN LAVORO, FRA I VOSTRI DISCHI PASSATI, A CUI HAI FATTO RIFERIMENTO PIU’ SPESSO IN FASE DI COMPOSIZIONE?
“No, non faccio riferimento ad altri lavori mentre compongo. Però sicuramente gli album che reputo più affini a ‘URSA’ sono ‘Wish I Could Dream It Again…’ e ‘Classica’. Li trovo ugualmente equilibrati. Hanno delle spaziature simili nella loro struttura”.
IL BRANO CHE FA DA APRIPISTA ALL’INTERO DISCO E’ “UMANA”, OTTIMO PEZZO MA CHE PERSONALMENTE GIUDICO FRA I PIU’ ‘STANDARD’ IN TRACKLIST. COME MAI LA SCELTA E’ CADUTA SU QUESTA TRACCIA? E GIRERETE ANCHE UN VIDEO, OLTRE A QUELLO GIA’ NOTO COME LYRIC VIDEO?
“Ma tutto sta a capire che cosa si intende per standard. Non so in che senso intendi questo termine. Personalmente lo trovo molto originale, variegato nella sua struttura, con un finale molto floydiano. Ha degli accordi e degli arpeggi che mi riportano a ‘Nostalgiaplatz’. Sì, gireremo un video del pezzo ‘Annoluce’ e penso che sarà pubblicato fra un mese circa”.
CERTAMENTE UNO DEI PUNTI DI DISCUSSIONE SALIENTI RIGUARDO “URSA” E’ E SARA’ IL DIVERSO LAVORO DI BATTERIA PRESENTE: SIAMO PASSATI DALLO STILE MOLTO PERSONALE E ‘CARICO’ DI TUO FRATELLO GIUSEPPE AD UN DRUMMING PIU’ LINEARE E AL SERVIZIO DEL PEZZO, CON IL BRAVO DAVID FOLCHITTO DEGLI STORMLORD. COME SI E’ SVOLTO IL LAVORO DI ARRANGIAMENTO DI QUESTE PARTI? DAVID HA MESSO MANO OPPURE HA SOLO REGISTRATO UN CANOVACCIO GIA’ PRONTO?
“Dunque, a David è stato chiesto di seguire alla lontana la batteria del demo dell’album che avevo registrato e di interpretarlo un po’ come voleva. Per cui molte parti sono rimaste frutto del suo sacco, per altre invece siamo tornati ai pattern che avevo scritto”.
PARLIAMO UN ATTIMO DELL’EP “ANNOLUCE”, COMPRESO IN “URSA” PER CHI EFFETTUA IL PRE-ORDER DEL DISCO. PER CASO SI TRATTA DI QUELL’IDEA A CUI ACCENNAVI L’ANNO SCORSO, DI UN EP CON BRANI SCRITTI A QUATTRO MANI DA TE E MASSIMILIANO, OPPURE E’ ‘SEMPLICEMENTE’ MATERIALE BONUS PER I PIU’ AFFEZIONATI?
“No, non è l’album da scrivere a quattro mani con Massimiliano di cui vi parlavo. Si tratta del singolo ‘Annoluce’ più due pezzi inediti che faranno rimanere molti sorpresi. Perché non sono esattamente dei semplici b-side, sono dei pezzi venuti veramente bene che potevano stare tranquillamente nell’album e che sono sicuro che in molti ci rimprovereranno di averli lasciati fuori (esattamente, ndR)! Credo piaceranno molto ai nostri fan più affezionati”.
QUALI BRANI RITIENI I PIU’ RAPPRESENTATIVI DI QUESTO NUOVO LOTTO DI CANZONI? PERSONALMENTE TROVO CHE “AUSTRALIS”, LA TITLE-TRACK E “EASTER” ABBIANO UN TIRO MOLTO IMMEDIATO E IN-YOUR-FACE CHE ESALTA, MA SE VUOI INDICARE DUE-TRE EPISODI SU CUI PUNTI IN MODO PARTICOLARE, A TE LA PAROLA…
“Mah, io in generale sono molto contento di come è venuto quest’album. Non ci sono dei pezzi che mi piacciono di più e altri meno. Però devo dire che la seconda parte dell’album mi entusiasma un po’ di più. Mi piace molto la terna finale ‘Agathae’ / ‘Bremen’ / ‘Fin’. È una sezione molto angosciante e dura e ci sono tanti spunti innovativi. Altrimenti sono molto contento di ‘Oceans Of Afternoons’, anche perché è il pezzo che mi ha dato più filo da torcere e spesso sono stato sul punto di abbandonarlo; mentre alla fine ho vinto la lotta. Poi col sax di Paolo Sapia è avvenuto il miracolo!”.
“URSA”, OLTRE A GUARDARE AVANTI, PARE ANCHE UNA SORTA DI RITORNO AL PASSATO, SOPRATTUTTO SOTTO ALCUNI PUNTI DI VISTA. MI RIFERISCO OVVIAMENTE ALL’UTILIZZO DI DAN SWANO E ALL’OSPITATA DEL VOSTRO VECCHIO AMICO BLAKKHEIM. TI VA DI SPENDERE DUE PAROLE SU QUESTI DETTAGLI?
“Tu parli di ‘guardare avanti’ ma io non saprei davvero che cosa significa ‘guardare avanti’ oggi. Non so se ci sono degli artisti, o dei fonici, all’altezza del compito di superare i maestri. Se ‘guardare avanti’ significa avere i suoni post-black, che imitano i vecchi suoni black metal, che erano gracchianti e fastidiosi non per scelta ma per scarsezza di budget, allora guardo indietro. Se ‘guardare avanti’ significa andare a studi da duemila Euro al giorno dove nelle parti veloci non si sentono né charleston, né rullante, né ride (impedendo di fatto l’headbanging), allora guardo indietro. Il talento non si compra, questi fonici che si rifiutano di confrontarsi con le grandi produzioni thrash metal alla ‘Master Of Puppets’ (per intendersi) o ai Morrisound, ai Sunlight, per me non saranno mai all’altezza. Si concentrano piu a guardare l’analizzatore di spettro che la reazione dell’ascoltatore”.
NEL 2013 I NOVEMBRE HANNO FESTEGGIATO NEL SILENZIO I VENT’ANNI DI CARRIERA. DAI VOSTRI ESORDI DEI NINETIES, QUANDO ANCORA I DISCHI SI PASSAVANO CON IL TAPE-TRADING, IL PASSAPAROLA E LA CURIOSITA’, SI E’ ARRIVATI A “THE BLUE”, META’ ANNI 2000, QUANDO INVECE IMPERAVANO GIA’ INTERNET E MYSPACE. OGGI, QUANDO VOI RIENTRATE CON “URSA”, IL MERCATO MUSICALE DEVE FARE I CONTI CON I SOCIAL NETWORK, LA SEMPRE MINORE VENDITA DI DISCHI E LA SEMPRE MAGGIORE RICHIESTA DI LIVE. COME TI TROVI A VIVERE QUESTI TEMPI? ERA MEGLIO PRIMA O VA BENE ANCHE ADESSO?
“Oggi ci stanno i pro e i contro. Forse si venderanno meno copie, però abbiamo una reazione dei fan immediata. Possiamo vedere in tempo reale la reazione della gente al pezzo che viene postato dalla casa discografica. E questo è qualcosa che mancava ieri. Vabbè, noi cerchiamo di adattarci ai media che ci sono oggi. Comunque migliori di quelli di qualche anno fa. Adesso le case discografiche hanno degli strumenti maggiori per potersi proteggere dalla pirateria. Odiavo il tape-trading, una scocciatura e una spesa galattica. Certo, abbiamo costruito qualcosa di unico e tutta quella carta non scomparirà col collasso di un server, però quant’è immediato ed economico oggi!”.
IL NOME NOVEMBRE, PER DIVERSE RAGIONI, VIENE SPESSISSIMO ASSOCIATO A QUELLO DI KATATONIA E OPETH, CON CUI PERALTRO SPARTITE ANCHE PASSATI COMUNI. ENTRAMBE LE BAND SONO ORA MOLTO DISTANTI DALLO STILE CHE PROPONEVANO ALL’INIZIO. LI SEGUI ANCORA? HAI APPREZZATO LE LORO EVOLUZIONI?
“Certo che li seguo ancora. L’ultimo lavoro degli Opeth (‘Pale Communion’, ndR) mi ha lasciato veramente spiazzato. Ammetto di aver cominciato a seguirli un po’ meno durante questa loro evoluzione Settantiana, ma il loro ultimo album è riuscito a piacere anche a me che non sono un entusiasta degli anni ’70. I Katatonia non ho mai smesso di seguirli, hanno fatto sempre dei capolavori e adesso sono veramente impaziente di sentire il loro album che sta per uscire”.
CARMELO, RINGRAZIANDOTI PER IL TEMPO CONCESSOCI, CHIUDIAMO L’INTERVISTA CHIEDENDOTI QUALE TIPOLOGIA DI SETLIST STATE PREPARANDO PER L’IMMINENTE TOUR ITALIANO. PIU’ INCENTRATA SULLA PROMOZIONE DI “URSA” OPPURE, ESSENDO PARECCHIO TEMPO CHE VECCHI E NUOVI FAN NON VI VEDONO LIVE, PROPORRETE UNA SORTA DI BEST-OF?
“Cercheremo per quanto è possibile di ripercorrere un po’ tutti i nostri album. Daremo un bel po’ di spazio a ‘URSA’, di cui suoneremo credo quattro o cinque pezzi, e poi tutto il resto sarà equamente ripartito per gli altri album”.