NOVEMBRE – Velluto Blu

Pubblicato il 05/11/2007 da
Una band come i Novembre non ha davvero più bisogno di presentazioni. Leggenda dell’underground nostrano attorno alla metà degli anni Novanta e ora vera e propria punta di diamante della scena doom-death metal internazionale. Una reputazione impeccabile costruita grazie a una lunga serie di collaborazioni prestigiose, album eccellenti e tour in tutta Europa intrapresi in compagnia di alcune delle band più rispettate del loro genere. Il nuovissimo “The Blue” – disco nei negozi proprio da oggi su Peaceville Records – ha ancora una volta confermato tutte la classe dei Novembre e Metalitalia.com, davanti a tanta qualità, ha ovviamente colto al volo l’opportunità di fare di nuovo quattro chiacchiere via email con il cantante/chitarrista Carmelo Orlando, da sempre figura principale dietro il songwriting della band. Ecco le sue parole…

 
 
 
 
PRIMA DI INIZIARE A PARLARE DEL NUOVO ALBUM, VORREI SAPERE SE SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI CHE HA OTTENUTO “MATERIA”. ERA IL VOSTRO PRIMO NUOVO ALBUM IN CINQUE ANNI E IL PRIMO AD USCIRE PER PEACEVILLE. MI SEMBRA CHE SIA STATO BEN ACCOLTO, O SBAGLIO?
“Effettivamente è stato accolto in maniera del tutto inaspettata. La nostra popolarità all’estero è cresciuta in una maniera che non ci aspettavamo. E’ il disco che è andato meglio in assoluto finora ed è incredibile se pensiamo che effettivamente siamo stati fermi per un bel po’! Poi la tournee europea di supporto principale ai Katatonia gli ha dato un po’ come dire ‘l’incoronazione’, se mi passi il termine”.
 
 
AD OGGI CAMBIERESTE QUALCOSA DI QUEL DISCO O SIETE ANCORA SODDISFATTI DI COME SUONANO I BRANI?
“Mah, io avrei cambiato già qualcosa prima che uscisse. Piccolezze, si intende. Come disse quel grandissimo figlio di puttana di G.W. Bush, ‘se ci fosse stata la dittatura sarebbe stato tutto più facile’, ma all’interno del gruppo non è così, perciò, tutto sommato, direi che mi sono accontentato”.
 
 
VENIAMO ORA AL NUOVO “THE BLUE”: LA PRIMA COSA CHE SALTA ALL’OCCHIO È IL BREVE TEMPO TRASCORSO DALLA PUBBLICAZIONE DEL LAVORO PRECEDENTE! ERAVAMO SOLITI VEDERE PASSARE ALMENO UN PAIO D’ANNI TRA UN VOSTRO NUOVO ALBUM E L’ALTRO, INVECE QUESTA VOLTA AVETE IMPIEGATO SOLO CIRCA UN ANNO E MEZZO. PER QUALE MOTIVO? AVETE CAMBIATO METODO DI SONGWRITING, AVEVATE GIÀ QUALCOSA DI PRONTO O COS’ALTRO?
“No, è semplicemente che per fortuna siamo molto prolifici. I tempi intercorsi fra un disco e l’altro non hanno mai avuto a che vedere con la prolificità. Un po quella storiaccia dell’operazione di Giuseppe alla schiena, un po il cambio di etichetta… avessimo avuto qualche mese in più saremmo potuti arrivare a una ventina di pezzi, ma meglio così. Non mi piace scrivere pezzi per poi non pubblicarli”.
 
 
A LIVELLO STILISTICO, SI NOTA IMMEDIATAMENTE IL RECUPERO IN MANIERA MASSICCIA DELLA GROWLING VOCALS, CHE SU “MATERIA” COMPARIVANO SOLTANTO IN ALCUNI PEZZI. SI È TRATTATO DI UN CASO O AVETE INTENZIONALMENTE CERCATO DI DARE SPAZIO IN QUASI UGUAL MISURA A GROWL E PULITO?
“Ormai è un po’ di anni che ci conosciamo e credo che per un motivo o per l’altro, una domanda relativa all’intenzionalità delle cose che accadono in casa nostra, me l’hai posta già più di una volta… hehehe. E la risposta è inesorabilmente sempre quella: nulla è mai intenzionale in questo campo. Non può esserlo per antonomasia. Non può esserlo con soli quattro mesi di lavoro (tempo che abbiamo impiegato per scrivere dodici pezzi)… e comunque non ne saremmo capaci”.
 
 
UN’ALTRA COSA CHE SI NOTA ABBASTANZA, È L’UTILIZZO DELLA LINGUA INGLESE IN PRATICAMENTE OGNI TRACCIA DI “THE BLUE”. ANCHE QUI SI È TRATTATO DI UN CASO OPPURE DI UNA SCELTA PREMEDITATA? PENSI CHE L’ITALIANO NON SI SPOSASSE MOLTO BENE CON LE TRAME DEI NUOVI PEZZI?
“Stessa identica cosa: non ho avuto il tempo di pensare! Undici testi in una settimana… non hai il tempo materiale per pensare. Per i testi poi, il discorso si acuisce oltremodo; pensare o, se vuoi, razionalizzare, è vietato; ucciderebbe il pezzo. Non credo esista una lingua al mondo che non suoni bene, se a cantarla è una persona che ha delle cose importanti da esprimere. Su un vecchio pezzo dei miei cari Beyond Dawn, c’è una parte cantata in tedesco che suona meglio di qualsiasi francese, italiano e inglese messi insieme… e abbiamo fatto la barzelletta! Ma se a cantare sono invece i Rammstein, pare di sentire un nazi-robot che predica dal pulpito (risare, ndR)!”.
 
 
MI SONO INFINE ACCORTO CHE LE STRUTTURE DEI PEZZI DI “THE BLUE” SONO IN GENERALE PIÙ COMPLESSE E MENO IMMEDIATE DI QUELLE DEGLI ULTIMI LAVORI. A VOLTE SEMBRA A TUTTI GLI EFFETTI DI TROVARSI DAVANTI A UN DISCO DI STAMPO PROGRESSIVE, SE NON FOSSE PER LE VOSTRE INCONFONDIBILI MELODIE E I VOSTRI RIFF. CHE NE PENSI?
“Dipende un po’ da cosa intendi per ‘complesso’. Se intendiamo dal punto di vista tecnico/ritmico sono perfettamente d’accordo con te. Ci sono passaggi che oserei definire difficilissimi. Tempi dispari dei più azzardati e tante trovate innovative. Se lo intendiamo, invece, dal punto di vista del songwriting, penso l’esatto contrario: i pezzi di ‘Materia’ avevano strutture molti più complesse”.
 
 
QUALI SONO I BRANI CHE RITIENI PIÙ RAPPRESENTATIVI DI QUESTA NUOVA OPERA? PERSONALMENTE HO APPREZZATO MOLTO “BLUECRACY””, “ARCHITHEME” E “IREDESCENCE”…
“Non ti nascondo che sono estremamente entusiasta di questo disco e non c’è una singola frazione di musica che nn mi piaccia. Detto questo concordo molto per ‘Bluecracy’, ma poi sono rimasto anche stupefatto da come sono venute fuori ‘Cobalt Of March’ – pezzo a cui avevamo quasi rinunciato per poi ricrederci come tanti stronzi! – e le ultime due: ‘Argentic’ e ‘Deorbit’. Ultime sia dal punto di vista cronologico di stesura che di song-set. Ma l’estasi la raggiungo con la strumentale ‘Zenith’, una vera sfida! Un viaggio di una profondità mai raggiunta prima. In quel pezzo, abbiamo realizzato una serie di cose che anche dal punto di vista squisitamente tecnico-recordistico – che evito di esporre! – erano di difficile realizzazione…”.
 
 
SU “NASCENCE” DUETTI CON UNA INTERESSANTE VOCE FEMMINILE. DI CHI SI TRATTA? E COME È NATA QUESTA COLLABORAZIONE?
“‘Nascence’ è un altro gioiellino a cui sono particolarmente affezionato; sin dall’inizio era destinato per essere cantato con una voce femminile. Era insito nei suoi passaggi. Casualmente c’era un ottimo gruppo nascente di Roma, gli Oblivio, che registrava da Giuseppe (negli Outersound studios), il quale aveva delle parti di female vocals che avevano affidato a Francesca Iacorossi, che è anche la ragazza di uno dei componenti. Così mio fratello me l’ha segnalata e l’abbiamo contattata. E’ stato tutto semplicissimo perché lei è un talento naturale – ha studiato canto al conservatorio – e la canzone è diventata quello doveva diventare. Ho ricambiato la cortesia in seguito, cantando in un pezzo degli Oblivio, e devo dire che è davvero un bellissimo pezzo”.
 
 
RESTANDO SUL TEMA MUSICALE/STILISTICO, VENITE A VOLTE PARAGONATI AI KATATONIA O ADDIRITTURA ACCUSATI DI COPIARLI, ANCHE SE LE DUE BAND HANNO INIZIATO A GRANDI LINEE NELLO STESSO PERIODO E CERTI ESPERIMENTI – PENSIAMO, AD ESEMPIO, ALL’INTERO “ARTE NOVECENTO” E ALLE SUE CLEAN VOCALS – SONO STATI AFFRONTATI DA VOI PER PRIMI. CON LA BAND SVEDESE SIETE AMICI, MA COME VEDETE TALI PARAGONI?
“Fino a ieri li vedevamo con indifferenza. La stessa che ci ha portato per anni a ignorare la DC e il PSI del metal italiano – ovvero gli ignobili H-M e Metal Shock – e preferire le fanzine underground, fotocopiate ma piene di roba seria e di tantissima informazione seria. Poi, leggere le stronzate dei loro discendenti, per continuare la metafora, è come ascoltare le cazzate di Fede o di Schifani. Ma oggi ci troviamo a rivedere questa posizione perché ci siamo resi conto che questi signori sono pericolosi, visto che tantissimi ragazzini non sono esattamente come eravamo noi (che leggevamo altro, appunto), ma ahimè, formano le proprie scelte sulle parole di questa gente. E allora è ora di dire basta. Non rompessero il cazzo con le solite lagne tipo ‘Oddio, il metal italiano non è considerato abbastanza…’, perchè sono proprio loro – giornalisti e promoter – che con la loro esterofilia e servilismo per chi paga più spazi pubblicitari, tengono la scena italiana in una morsa di anonimato. Dico, noi facciamo tournee europee da otto anni con i migliori gruppi del mondo – quando fino a ieri nessuno era mai andato a nord di Como – molliamo la Century Media, passiamo per Peaceville, e tutti gli altri per la ‘Cazzinculo Records’ di Frascati, e noi ci dobbiamo sentir dire, da gente che non sa suonare neanche il citofono, che siamo la copia dei Katatonia? Ma ‘sti ritardati hanno per caso il coraggio di chiedergli come mai il loro pezzo ‘X’ somiglia così tanto al pezzo ‘Y’ dei Novembre? O si cagano sotto, come Fantozzi col direttore galattico? Come glielo spieghi che nessuno copia nessuno e che siamo band quasi gemelle, cresciute con lo stesso maestro – Dan Swano – e le nostre similitudini dipendono da similarità di attitudine, gusti musicali, tempi e circostanze? Eppure sapranno leggere, no? Perché basta leggere le note di copertina per vedere che non siamo contemporanei, ma addirittura precedenti ai Katatonia… come tu dicevi, appunto. Diosantissimo, i Lacuna Coil sono il gruppo più famoso d’Europa, e nel loro paese, al posto degli elogi, devono leggere di continuo che stanno dove stanno perché Cristina la dà a destra e a manca? Ma che cazzo di posto è questo? Con chi cazzo abbiamo a che fare? Non è rimasta una briciola di autostima da nessuna parte, è mai possibile? Luca, ti dico, lavatevene le mani, distanziatevi da ‘sti idioti, fate i loro nomi, isolateli e cacciateli via, perché vi tireranno nella merda con loro! Dovete tutti cambiare sta mentalità, perché c’è gente che vi legge come se foste dei messia e vi prende in parola! Gente che decide di comprare i Dimmu Borgir o noi a seconda del vostro umore e soprattutto, della vostra serietà!”.
 
 
TORNANDO ALLA TRACKLIST, PER LA PRIMA VOLTA DOPO DUE ALBUM NON AVETE INCLUSO UNA COVER NEL CD. CI AVEVATE PENSATO, NON SAPEVATE CON CHE COSA CIMENTARVI O AVETE RITENUTO CHE CI FOSSE GIÀ MATERIALE A SUFFICIENZA?
“L’ultima! Come dicevo prima, saremmo potuti andare avanti fino a non so quanti pezzi ancora. Anche se non credo sia questo il vero motivo; anche ‘Materia’ è un album lunghissimo, eppure abbiamo fortemente voluto coverizzare ‘The Promise’, la quale è andata benissimo, al punto che molti credono sia un pezzo nostro!”.
 
 
AVETE DI RECENTE GIRATO UN VIDEOCLIP PER “ANAEMIA”, PUOI FORNIRCI ALCUNI DETTAGLI A RIGUARDO? PENSI CHE UN VIDEOCLIP POSSA DAVVERO AIUTARE UNA BAND COME I NOVEMBRE AL GIORNO D’OGGI?
“Il video è stato girato fra Roma e Gotheborg dal regista svedese Tobias Martinsson. E’ il nostro primo video e devo dire che Tobias – anche chitarrista dei The Provenance – è andato ben oltre ogni aspettativa. Una professionalità che, ahimè, noi qui in Italia non riusciamo ad avere. Un video dal gusto molto Anton Corbijn (Depeche Mode)… davvero fuori dai soliti cliché metal. Riguardo la seconda parte della domanda, in realtà non saprei cosa risponderti. Credo comunque di sì: un video fatto bene, se passato in TV, garantisce una popolarità maggiore, specialmente fra il pubblico più giovane. Comunque la Peaceville pensa che lo sia, percui, se sta bene a loro figurati a noi!”.
 
 
VENIAMO ORA AL TITOLO DELL’ALBUM: “THE BLUE”. PER QUALE MOTIVO LO AVETE SCELTO? CHE SIGNIFICATO SI CELA DIETRO DI ESSO? MI PARE CHE SIATE SEMPRE STATI UN PO’ “FISSATI” CON QUESTO COLORE NEGLI ANNI… MI VENGONO IN MENTE TITOLI COME “COLD BLUE STEEL” E “FOTO BLU INFINITO”, MA ANCHE LA PARTE DI PIANOFORTE POSTA ALLA FINE DI “LOVE STORY”, CHE SE NON ERRO ERA TRATTA DAL “FILM BLU”…
“Mi pare che il blu sia il colore che si addice alla nostra musica più di qualsiasi altro. La color synesthesia non mente! Te li immagini i nostri pezzi in rosso? Qualcuno potrà dire: ‘Ma allora Classica?’ o ‘E le altre copertine?’. Beh, se non fosse stato per la fretta, la troppa accondiscendenza e fiducia riposta… avrei scelto tonalità diverse. Niente di strano che a tutt’oggi, dopo quella di ‘The Blue’, quella di ‘Arte Novecento’ è la nostra preferita. Addirittura nella grammatica inglese, blu è sinonimo di tristezza; nel senso corrente della parola. Per dire ‘sto giù’ dicono ‘I’m feeling blue’! E’ un po’ il vero background che ci ha sempre contraddistinti. E’ un titolo generico, per la molteplicità delle argomentazioni trattate (ripeto, undici testi!). Un titolo d’impatto, facile da ricordare. Insomma, ha le caratteristiche che servono a un disco importante”.
 
 
“THE BLUE” È STATO REGISTRATO DALL’ENNESIMA NUOVA LINEUP DEI NOVEMBRE, CHE VEDE AL BASSO IL NUOVO ARRIVATO LUCA GIOVAGNOLI. COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LUI? LUCA HA DATO IL SUO CONTRIBUTO AL SONGWRITING?
“Io proverei a metterla in maniera meno tragica: diciamo che la lineup è sempre la stessa da più di dieci anni, composta da me, mio fratello e Massimiliano, e che trovare un bassista sia stata un po’ la nostra spina nel fianco. Ma adesso il problema sembra appartenere al passato. Luca ha suonato per anni in una realtà thrash metal romana, gli Scapegoat (oggi Enemynside). Poi, frequentando gli stessi ambienti, ci siamo conosciuti e abbiamo fatto un provino, che come è facile immaginare è andato benissimo. Sia dal versante musicale che da quello umano. E’ un personaggio forte, deciso, rassicurante; non ti lascia mai per strada. Un po’ una risposta a tutti i porta-sfiga di turno. Ha portato tanta nuova linfa vitale, tanti consigli da (ex) esterno che noi faticavamo a vedere. E poi si è subito ambientato bene dal punto di vista musicale, al punto che ha partecipato attivamente all’assemblaggio e registrazione dell’album”.
 
 
AVETE IN PROGRAMMA DELLE DATE LIVE PER SUPPORTARE “THE BLUE”? NEGLI ULTIMI TEMPI SI ERA ANCHE PARLATO DI UN VOSTRO PRIMO TOUR NEGLI STATI UNITI…
“Quello è un tasto un po’ triste, ma anche consolatorio, perché dimostra che i ciarlatani non stanno solo in terra italica. Trattavasi di un tale che prima pensava a fare il calendario del tour con date e città, e solo dopo trovava realmente gli ingaggi! Col risultato che molte date erano off, con punte di cinque giorni fra una data e un’altra! Ovviamente abbiamo cancellato il tour e, per evitare polemiche, abbiamo deciso di sorvolare sulla cosa, evitando di dare spiegazioni ufficiali. Ma è così che è andata! Comunque continueremo a muoverci per l’Europa, almeno per il momento. A fine novembre – il 30, per l’esattezza – abbiamo un concerto di presentazione del nuovo album all’Alpheus di Roma e a dicembre delle date in Inghilterra come main support dei Paradise Lost e poi molto altro in cantiere”.
 
 
TOUR E DATE LIVE A PARTE, CHE COSA POSSIAMO ASPETTARCI DAI NOVEMBRE NEL PROSSIMO FUTURO? AVETE GIÀ IN MENTE QUALCOSA PER IL SUCCESSORE DI “THE BLUE”? PENSI CHE CERCHERETE DI STRINGERE I TEMPI NUOVAMENTE O TORNERETE AD ASPETTARE UN PO’ PRIMA DI REGISTRARE DEL NUOVO MATERIALE?
“Vorrei ricordarti che anche se tutti lo hanno già scaricato illegalmente, togliendoci dalla tasca non pochi soldi – mortacci loro! – il disco ad oggi non è ancora uscito! Come potremmo già pensare al prossimo? Scherzi a parte, posso dirti che nei miei sogni ne farei uno ogni cinque minuti… fosse per me!”.
 
 
AVETE PER CASO IN MENTE DI RISTAMPARE “ARTE NOVECENTO”, “CLASSICA” E IL RESTO DEI CD USCITI PER CENTURY MEDIA? MI RISULTA CHE, AD OGGI, SIANO DI DIFFICILE REPERIBILITA’…
“Per ‘Arte Novecento’, quella è una cosa che ci frulla per la testa da molto tempo ma non so se e quando accadrà. Riguardo i CD su Century Media, da ciò che venne fuori da una chiacchierata con Hammy (il proprietario della Peaceville, ndR), anche quella è un’eventualità possibile. Ma, in realtà, non ci abbiamo pensato molto… e l’etichetta stessa, nei fatti, sembra dare la precedenza assoluta alle nuove produzioni. Forse in futuro!”.
 
 
 
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