OCTOPLOID – Il ritorno del naufrago

Pubblicato il 25/08/2024 da

Gli Octoploid sono la creatura di Olli-Pekka Laine, bassista degli Amorphis, che ha coinvolto nel progetto il batterista Mikko Pietinen ed il chitarrista Peter Salonen, oltre ad un numero notevole di ospiti importanti.
Il musicista finlandese è sempre stato considerato una pedina fondamentale nella scrittura di album quali “Tales From The Thousand Lakes” ed “Elegy”, ai quali ha donato la sua passione per altri generi, ed il primo disco con la sua nuova band conferma in pieno questa teoria: “Beyond The Aeons”, infatti, è un ritorno alle sonorità degli anni ’90, seppur filtrate da un’attitudine più moderna. Il death metal convive con partiture progressive rock settantiane e divagazioni psichedeliche, in brani che fanno dell’eterogeneità il proprio punto di forza, tra ritmiche pulsanti e melodie ariose. Nel frattempo, il gruppo ha anche fatto il suo esordio dal vivo, rafforzando la speranza che non si tratti solo di un’esperienza passeggera.
In questa intervista abbiamo parlato con l’artista di Helsinki di come è nata questa nuova formazione e dei possibili sviluppi futuri. Buona lettura!

CIAO OLLI-PEKKA, BENVENUTO SU METALITALIA.COM E COMPLIMENTI PER L’ALBUM.
QUANDO È NATO IL PROGETTO OCTOPLOID E COME HA PRESO FORMA?
– Abbiamo iniziato a registrare batteria e basso all’inizio del 2022, e da lì è nato l’album. All’inizio eravamo solo io e il batterista Mikko Pietinen, ma dopo qualche mese ho scoperto Peter Salonen su YouTube, e presto si è unito anche lui alla band.
Questa è la formazione principale degli Octoploid, tutti gli altri personaggi coinvolti sono in realtà degli ospiti. Ad ogni modo, agli altri musicisti ho chiesto, uno per uno, di fare alcune tracce per l’album, e fortunatamente hanno accettato di unirsi a noi!

CHI HA DISEGNATO LA COPERTINA?
– L’autore è Orion Landau. Viene dall’Oregon, esattamente da Portland, e tengo d’occhio i suoi lavori già da alcuni anni. Ad esempio, ha lavorato per gli Yob. E’ stato un processo davvero fluido, gli ho semplicemente inviato alcune idee e lui ha realizzato subito questa copertina. E’ una persona davvero talentuosa.

COME HAI SCELTO IL NOME OCTOPLOID?
– Principalmente perché questa è la mia band solista e il nome include le mie iniziali, OPL, al centro. Naturalmente suona anche bene, e posso permettermi di fare qualsiasi tipo di musica sotto questo moniker.

MOLTI AMORPHIS O EX AMORPHIS SONO STATI COINVOLTI NELL’ALBUM. COME E’ STATO SUONARE CON LORO (IN ALCUNI CASI, COME KIM RANTALA, DOPO MOLTI ANNI) E QUAL È IL LORO CONTRIBUTO?
– Cercavo già da tempo un’opportunità di lavorare con Kim e finalmente è arrivata. Kim ha suonato solo alcune tracce, in tutto quattro canzoni, Kasper ha fatto il resto.
Fondamentalmente suonavano tutti basandosi sui miei demo, ma naturalmente si sono potuti prendere la libertà di improvvisare per rendere il tutto più originale. È stato davvero semplice collaborare con i ragazzi e sono felice che abbiano aderito al progetto.

NELL’ALBUM CI SONO SEI CANTANTI. QUAL È IL LORO CONTRIBUTO ALLE DIVERSE CANZONI? COME SEI RIUSCITO A COMBINARE TUTTI QUESTI STILI DIVERSI?
– Beh, praticamente ho prodotto e registrato quelle tracce vocali da solo, a parte le voci di Janitor (Mustasch, cantante di Mannhai e Xysma, NdR) e Jón (Aldará, voce di Barren Earth e Hamferð, ndr).
Avevo gli arrangiamenti per i cantanti e loro potevano muoversi esattamente proprio come gli altri musicisti. Si sono potuti prendere alcune libertà, ma principalmente gli arrangiamenti vocali sono stati fatti prima di registrare le loro parti. Combinare i loro stili è stato abbastanza facile, dato che cantano tutti principalmente in growl, ahah!!!

“BEYOND THE AEONS” È UN VERO RITORNO AL PASSATO, VICINO AL SUONO DEI PRIMI ALBUM DEGLI AMORPHIS. COSA TI HA SPINTO A TORNARE INDIETRO NEL TEMPO?
– Tutto il materiale è nato in modo abbastanza spontaneo, quindi non ho avuto bisogno di spingere assolutamente in nessuna direzione. Questo è proprio il tipo di musica che scrivo, senza filtri.

HAI DETTO CHE CON GLI OCTOPLOID PUOI GODERE DI UNA CERTA LIBERTA’ A LIVELLO COMPOSITIVO. CI SONO ALTRE SONORITA’ ALLE QUALI SEI LEGATO E CHE TI PIACEREBBE SPERIMENTARE IN FUTURO?
– Mi piacerebbe avere più influenze prog e Southern rock. Sono un grande fan della Allman Brothers Band, quindi mi piacerebbe sperimentare quel tipo di suono in futuro.

OLTRE AL DEATH METAL C’È UN FORTE GUSTO ANNI ’70 NELLE TUE CANZONI. COSA TI PIACE DI QUELL’ERA?
– Probabilmente a casa ascolto soprattutto musica degli anni ’70. Tutte le band progressive classiche, oltre alla Allman Brothers Band, sono le mie preferite. Inoltre, se ascolto una nuova band, tende ad essere qualcosa legato al death metal degli anni ’90 o al prog rock degli anni ’70!

PERCHÉ HAI SCELTO PETRI MAJURI PER PRODURRE L’ALBUM? NON È ESATTAMENTE UN PRODUTTORE HEAVY METAL…
– Mi piace lavorare con lui, perché fa le cose in maniera davvero semplice. Molto spesso i produttori modificano troppo il suono, ma lui non lo fa. Ad ogni modo, abbiamo già lavorato con lui per i Barren Earth e mi è davvero piaciuto fin dal principio.

C’È UN FILO CONDUTTORE CHE LEGA LE CANZONI DELL’ALBUM?
– In un certo senso sì, perché i testi sono piuttosto personali. Riguardano principalmente diversi stati d’animo, episodi della vita e critiche contro l’umanità.

SUONERETE DAL VIVO O OCTOPLOID RIMARRÀ UN PROGETTO DA STUDIO?
– Stiamo programmando di suonare ad Helsinki il 2 di agosto (l’intervista è stata realizzata a metà luglio, ndr) e vedremo come andrà da lì in poi. Avrò molto tempo libero l’anno prossimo, quindi chissà se faremo un tour, o magari due!

CONSIDERANDO CHE SIETE MEMBRI DI ALTRE BAND, GLI OCTPLOID AVRANNO UN FUTURO? CI SARÀ UN SECONDO DISCO?
– Questa è una bella domanda. Ho un sacco di canzoni nel cassetto; quindi, perché no? Ma il tutto dovrà avere solide fondamenta, prima ancora di provarci. Se faremo qualcosa in futuro, molto probabilmente il risultato finale sarà molto diverso da quello di “Beyond The Aeons”. Incrociamo le dita, ma nessuna promessa!

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