Nella fiorente scena black metal polacca si stanno guadagnando un posto di rilievo anche gli Odraza, duo di Cracovia che ha recentemente pubblicato il suo secondo full-length, bissando il risultato di un lavoro di alto livello, e decisamente non monocorde. Abbiamo contattato il chitarrista Stawrogin, personaggio che all’interno della suddetta scena non è decisamente l’ultimo arrivato, date le sue precedenti collaborazioni, e che soprattutto dimostra di avere le idee chiare sui suoi intenti e sulle sfaccettature di questo genere musicale.
VORRESTI INIZIARE PRESENTANDO GLI ODRAZA AI NOSTRI LETTORI? COME E QUANDO VI SIETE FORMATI?
– Ciao a tutti! La band si è formata come duo nel 2009 a Cracovia. Ci eravamo conosciuti in un bizzarro after party alcuni anni prima, francamente per caso. Alla fine abbiamo capito di condividere una visione del mondo comune e un certo atteggiamento nei confronti della musica.
AVETE INTRODOTTO L’ALBUM CON QUESTE PAROLE: “DEDICHIAMO ‘RZECZOM’ A NOI STESSI, GLI AUTORI. È UN DIARIO”. VORRESTI ELABORARE QUESTA EPIGRAFE?
– Tutti i testi sono basati sulle nostre esperienze sociali e sono brutalmente onesti. L’intero processo, dalla scrittura di musica e testi alla registrazione e al mixaggio finale delle canzoni è stato lungo ed estenuante. Alla fine di questo viaggio abbiamo avuto consapevolezza di aver imparato tanto su noi stessi e sulla nostra amicizia. Era chiaro che l’obiettivo principale non era pubblicare un album in sé, ma crearlo – attraverso dolore, frustrazione, amarezza e delusione. Ora posso dire che la lezione è stata portata a termine.
È GIUSTA L’IMPRESSIONE CHE I TESTI INCLUSI IN “RZECZOM” TRATTINO DI RIFLESSIONI SULLA VITA UMANA?
– Sì, hai ragione. È un po’ un viaggio nella coscienza di un uomo con un sistema di autostima disturbato, quando l’odio per se stessi non permette di aprirsi agli altri. Questa è una storia sulla costruzione di relazioni superficiali e sul soccombere alle pulsioni primitive.
C’È QUALCHE CONVINZIONE FILOSOFICA, POLITICA O RELIGIOSA (NEL SENSO PIÙ AMPIO DEL TERMINE) CHE GLI ODRAZA CERCANO DI DIFFONDERE CON LE LORO CANZONI?
– No, è solo puro contenuto esistenziale. Il peggior nemico dell’uomo sono le sue ferite non rimarginate. Non serviamo alcuna agenda politica o religiosa, e personalmente disdegno quando la musica si trasforma in qualsiasi tipo di tribuna.
COSA CI PUOI RACCONTARE DEL VOSTRO PROCESSO DI COMPOSIZIONE?
– Abbiamo composto “Rzeczom” per cinque anni. Ciascuno di noi ascolta un tipo di musica leggermente diverso e di conseguenza Odraza è l’arte della negoziazione e del compromesso. A volte rimandiamo il lavoro sulla canzone per riprenderla qualche mese dopo, questo ci permette di ritrovare l’ottica dell’ascoltatore: è facile verificare se la musica soddisfa le nostre aspettative, a quel punto.
SICURAMENTE NON CI AVETE MESSO POCO TEMPO. SIETE PERFEZIONISTI, TROPPO IMPEGNATI CON ALTRE COSE O QUALCOSA HA CREATO PROBLEMI DURANTE LA COMPOSIZIONE DI “RZECZOM”?
– Per me era molto importante che il nuovo album degli Odraza non fosse una ripetizione, non volevo affrettare le cose. Credo che l’impulso artistico provenga direttamente dalla prosa della vita, devi raccogliere nuove esperienze per costruire su di esse. Questo è uno dei motivi per cui non potrei essere un musicista professionista, la vita continua nello spazio della musica non mi permetterebbe di guadagnare la distanza necessaria. Tuttavia, hai dannatamente ragione, siamo perfezionisti: questa è la nostra benedizione e maledizione.
LA VOSTRA MUSICA HA UN FORTE IMPATTO, MA PUNTATE MOLTO ANCHE ALLA MELODIA. COME AVETE DEFINITO IL VOSTRO SOUND E QUALI BAND DIRESTI CHE VI HANNO ISPIRATO DI PIÙ?
– È difficile indicare un’ispirazione specifica, potremmo anche iniziare con i Metallica… Quello che mi piace nella musica e in particolare nel black metal è un misto di furia, aggressività, angoscia, disarmonia accompagnata da sprazzi di grande melodia. Non sono un fan delle band la cui musica è piena di melodie, devono esserci equilibrio e contrappunti; solo in un certo contesto la bellezza e il lerciume colpiscono.
DIRESTI CHE SIETE PIÙ LEGATI ALLA SEMPRE PIÙ FORTE SCENA BLACK METAL POLACCA O ALLE RADICI SCANDINAVE DEL GENERE?
– Mi sento connesso alle radici norvegesi della second wave of black metal. Quando si tratta di musica polacca, sono più legato alla nostra tradizione rock e folk, l’eccezione potrebbero essere i Kat, probabilmente la nostra band metal più influente.
A QUESTO PROPOSITO, SUONI ANCHE NEI MASSEMORD E PENSO IN DIVERSE ALTRE BAND. VORRESTI PARLARCI DEGLI ALTRI TUOI PROGETTI MUSICALI?
– Suoniamo entrambi nei MasseMord ma la band è attualmente in pausa, e comunque non ho mai scritto musica lì perché l’autore principale è Nihil. Inoltre suoniamo entrambi nei Totenmesse, una band black/death metal. Altri progetti (WTZ, Gruzja) hanno decisamente meno in comune con la musica metal e mi permettono di implementare un approccio alla musica completamente diverso.
AL DI LÀ DELLE LIMITAZIONI VIGENTI PER IL COVID 19, AVETE MAI SUONATO DAL VIVO?
– No, non ci esibiamo dal vivo. L’essenza del nostro progetto è la reciproca compagnia e, di conseguenza, la scrittura di musica. Non vogliamo coinvolgere altri musicisti, non vogliamo perdere tempo a prepararci per i concerti – preferiamo scrivere nuova musica. Se gli Odraza un giorno suoneranno dal vivo, sarà motivato da una nostra urgenza interiore, ma finora non ce n’è bisogno.
ABBIAMO GIÀ PARLATO DEL TUO RAPPORTO CON IL BLACK METAL, MA QUALE SAREBBE LA TUA DEFINIZIONE DEL GENERE, OGGIGIORNO?
– La seconda ondata del black metal fu una ribellione rivolta alla scena metal mainstream della fine degli anni ’80 e dei primi anni ’90, quindi poteva essere visto come un fenomeno sociale. Attualmente, il black metal è fondamentalmente solo un genere musicale. La maggior parte delle band moderne lavora all’interno di una certa estetica, diventando esattamente ciò verso cui il black metal puntava il mirino all’inizio. Non mi illudo che questa fiamma si accenda di nuovo, da qui la mia svolta a includere altri generi musicali che parlano emotivamente il linguaggio del black metal – nella sua essenza. Tremolo picking e blast beat non dovrebbero essere un obiettivo, ma un mezzo per raggiungerlo.
E LA TUA VISIONE DEL PUBBLICO, SIA COME FAN CHE COME MUSICISTA? PENSI CHE IL BACK METAL STIA EFFETTIVAMENTE DIVENTANDO UNA TENDENZA, IN UNA CERTA MISURA?
– Il black metal è diventato una tendenza vent’anni fa, la fase successiva sarà il graduale dimenticarsi di questa tendenza. Non voglio essere percepito come un salvatore del genere o qualcosa del genere, ma mi interessa che il lato estremo di questa musica non derivi solo dal modo in cui vengono suonati gli strumenti. Voglio che sia il risultato di un grido interiore dell’individuo.